Recensione Crash Time

La Squadra speciale Cobra 11 risponde al comando anche su Xbox 360

Recensione Crash Time
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  • Xbox 360
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    Il titolo sviluppato dalla Synetic e prodotto dalla RTL Entertainment, appena sbarcato nei negozi e assolutamente privo del cosiddetto fenomeno”hype” che circonda le produzioni più attese, è basato (sarebbe meglio dire “ispirato”) su una licenza del tutto particolare, il serial televisivo tedesco “Squadra speciale Cobra 11”(in onda anche in Italia sulle reti RAI), dal quale prende fondamentalmente gli ingredienti principali senza seguirne il plot narrativo, pur mantenendo alcuni riferimenti ai nomi dei protagonisti ed alle location in generale.
    La serie televisiva è incentrata sulla storia di due agenti della polizia autostradale tedesca, impegnati, come è facile immaginare, a risolvere casi di omicidi, furti e via discorrendo tra inseguimenti in auto e tutto ciò che in genere i telefilm polizieschi offrono, con una particolarità che ben si è prestata all’ispirazione ed allo sviluppo di un videogioco ad esso dedicato: gli incidenti stradali.
    Spettacolari, rocamboleschi, spesso esagerati ed interpretati da numerosi stuntman contemporaneamente, essi rappresentano il marchio di fabbrica di ogni singolo episodio (incipit od epilogo che sia) e di conseguenza i programmatori Synetic, già autori di World Racing e World Racing 2, hanno cercato di riportare il medesimo spirito anche nella versione videoludica per Xbox360, che per dovere di cronaca non si tratta della prima immessa sul mercato, ma rappresenta una conversione “coi lustrini” del gioco già uscito nel novembre scorso su Personal Computer, passato praticamente inosservato.

    Lo scopo

    Tecnicamente il titolo può essere inquadrato nel grande filone dei cosiddetti “racing games”, nonostante la modalità principale sia denominata “Casi” (suddivisa in 9 capitoli come in un classico gioco d’avventura) e sia presente una sorta di trama da seguire per ciascuno di essi.
    La narrazione, priva di spessore e mordente, rappresenta sempre e comunque una scusa per mettersi al volante e gettarsi sui numerosissimi chilometri di strade ed autostrade virtuali che i programmatori hanno previsto per impegnare i giocatori.
    Ciascun episodio può essere suddiviso in alcune sottomodalità fondamentali che ritroveremo dall’inizio alla fine del gioco, che possono essere riassunte nel seguente schema: corri più veloce che puoi, insegui il delinquente, mantieni le distanze, tampona e blocca quel veicolo, corri lungo questo percorso ed infine supera gli ostacoli.
    Le possibilità offerte da una base così semplice e lineare sono sensibilmente aumentate dal corposo numero di veicoli messi a disposizione dei novelli agenti virtuali, che supera la cinquantina di unità ed è molto variegato: si passa dalle normali volanti della polizia e potenti berline dei detective (ispirate naturalmente a quelle guidate dai protagonisti del serial televisivo), ad esotiche Jeep e supercar, ma anche a camion, auto da Formula 1 ed improbabili ATV militari (veicoli blindati su ruote).
    Naturalmente ciascuno di essi presenta una sensibilità diversa alle nostre sollecitazioni via joypad, tuttavia il modello di guida estremamente arcade votato al divertimento ed alla spettacolarità rende l’esperienza al volante piuttosto simile almeno tra mezzi analoghi.
    E’ importante sottolineare come per sbloccare tutti i veicoli disponibili sia necessario terminare le missioni di gioco anche al livello di difficoltà più aspro (sui 3 disponibili), una scelta piuttosto criticabile dato che alcuni passaggi sono frustranti ed in molti vi rinunceranno privandosi della possibilità di pilotare le 4 ruote più divertenti.
    Ricordiamo che oltre alla modalità principale è disponibile anche quella denominata “Race”, che, come è facilmente intuibile dal nome, consentirà al giocatore (o ai giocatori, ma solo in split screen) di gareggiare sulla quarantina di circuiti ricavati dai chilometri di strade delle due ambientazioni fondamentali ideate dai Synetic, che spaziano dalle aree urbane a quelle extraurbane, prevedendo spesso interminabili tratti autostradali ricchissimi di traffico.

    Tecnicamente parlando

    Diciamolo subito, Crash Time: Alarm for Cobra 11 non entrerà nella storia dei videogiochi e non sarà ricordato per le sue doti tecniche, dato che ogni aspetto del titolo rientra nella mediocrità soprattutto se considerate le vette raggiunte da titoli analoghi in profondità e solidità, sia graficamente che come giocabilità.
    Il titolo sembra proporsi quasi come prodotto “old gen” in alta definizione: il gameplay è ancorato ad un retaggio arcade di vecchia data, dato che il modello di guida è estremamente semplificato e ricorda quello di cabinati di una decina di anni fa; le sensazioni al volante sono analoghe a quelle di un moderno Cruise n’ Usa o dei nuovi Outurn, dove fisica, distribuzione dei pesi e motricità sono aspetti del tutto superflui ai fini del comportamento del veicolo e l’unica discriminante è rappresentata dalla leggerezza e dalla rapidità nella risposta ai comandi.
    Per fare un esempio banale ma piuttosto esplicativo, il modello di guida dei veicoli in Grand theft auto 4 è estremamente più complesso e realistico rispetto a quello di Crash Time: Alarm for Cobra 11.
    Anche le doti tecniche si attestano su un livello mediocre/sufficiente, nonostante l’accento sulla spettacolarità degli incidenti stradali ed il discreto utilizzo di effetti particellari (che non sono minimamente paragonabili ai picchi d’eccellenza raggiunti da titoli come il recente Burnout: Paradise) destìno una certa soddisfazione nel giocatore, soprattutto grazie ai numerosissimi veicoli che possono essere coinvolti.
    Le auto e le strutture che riempiono le ambientazioni sono costituite da una mole di poligoni piuttosto esigua (terribile la vegetazione) e la sensazione generale è quello di trovarsi innanzi ad un prodotto vecchio sotto molti aspetti, nonostante il buon lavoro compiuto su alcune texture, in particolare quelle di alcune livree dei veicoli principali che sono nel complesso ben realizzate.
    L’audio ha goduto del medesimo trattamento, con rombi dei motori ed effetti sonori piatti e poco coinvolgenti, in generale non all’altezza delle opere maggiori contemporanee: del tutto anonima la colonna sonora, composta fondamentalmente da brani dal tono “rockeggiante”, addirittura imbarazzanti le fortunatamente brevi sequenze di dialogo.
    Assolutamente imperdonabile per un titolo del genere la mancanza di una modalità multiplayer via Xbox Live!, che avrebbe sicuramente giovato alla già poco felice situazione generale, dato che l’unico vero punto di forza è proprio il divertimento scaturito dall’eseguire perfette manovre da stuntman ed evitare per un soffio gli incidenti stradali, che, come già detto, nonostante la mediocrità tecnica, a volte risultano piacevoli da vedere ed almeno in questi casi le leggi della fisica sono rispettate con una certa verosimiglianza (ma non sempre), anche se le collisioni con gli altri veicoli spesso provocano irrealistiche esplosioni e “frammentazioni” eccessive.
    Segnaliamo inoltre la presenza di numerosi bugs grafici come compenetrazioni, auto che ruotano misteriosamente in seguito agli incidenti con le barriere e tante altre piccole mancanze che fanno davvero storcere il naso per essere una produzione del 2008, seppure senza troppe pretese e venduta ad un prezzo budget.
    Bugs e glitch sono talmente frequenti che i programmatori hanno saggiamente ideato un sistema di respawn dell’auto in casi di “incartamento” del software; è possibile addirittura rimanere bloccati oltre i guard rail che delimitano le strade se sfortunatamente, dopo un salto, si superano queste barriere!

    Crash Time Crash TimeVersione Analizzata Xbox 360Se siete dei veri appassionati della serie TV di Semir&company, se riuscite a chiudere un occhio (e mezzo) per il profilo tecnico davvero sottotono e se un gameplay estremamente lineare e semplicistico (curva di apprendimento sulla soglia dello zero) non vi pone grossi problemi e tendete a giocare con grande spensieratezza pensando solo al divertimento, allora questo Crash Time: Alarm for Cobra 11 potrebbe avere una minuta chance di successo nei vostri cuori di videogiocatori, considerando anche il prezzo budget con cui viene venduto. Gli inseguimenti nel traffico (davvero intenso in alcuni frangenti), gli incidenti spettacolari, le folli acrobazie ed in generale l’atmosfera “stunt” che si respira durante tutto il gioco sono i punti a favore di questa produzione alternativa ed originale, ma dimenticatevi la cura per il dettaglio delle moderne produzioni o una profondità di gioco che superi le aspettative dei primi 10 minuti di prova; solo la volontà di chiudere i 9 casi proposti nella modalità principale e di sbloccare tutti e 50 i veicoli presenti allungherà la longevità del titolo, minata profondamente da un’assenza irrinunciabile come il multiplayer via Xbox Live.

    5

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