Recensione Dynasty Warriors: Gundam 2

Ennesimo fiasco per KOEI

Recensione Dynasty Warriors: Gundam 2
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • PS3
  • Ancora Dynasty Warriors

    Nel mondo dei videogiochi, in questi anni, abbiamo avuto modo di scontrarci -amichevolmente o meno- con vere e proprie epopee: saghe interminabili che, di anno in anno, non mancano l'appuntamento con l'adorato scaffale.
    KOEI, responsabile in tempi oramai perduti del mitico Croc, è una delle software house che maggiormente ci ha abituato a questa tipologia di pubblicazioni, in particolar modo con le serie Samurai Warriors e Dynasty Warriors.
    Oggi siamo qui proprio per quest'ultima e per il suo recente matrimonio con l'animazione giapponese, nientemeno che con una delle principali e più famose opere dello studio Sunrise: Gundam.
    Dynasty Warriors Gundam 2, questo il nome dell'ultimo nato in casa KOEI, non si affaccia al mercato odierno con molte pretese.
    L'obiettivo è infatti ampliare quantitativamente l'offerta ludica già vista nel predecessore, sfruttando l'irrinunciabile struttura hack & slash che ha segnato -nel bene e nel male- la produzione della casa nipponica.
    Il titolo, distribuito da Halifax sul territorio italiano, è disponibile nei negozi dal 24 Aprile.

    Tutta la carne al fuoco

    Dynasty Warriors Gundam 2 presenta due principali modalità di gioco, affrontabili in singolo ed -esclusivamente in locale- in compagnia di un amico.
    La campagna principale, denominata Modalità Ufficiale, metterà il giocatore nei panni di uno tra i piloti protagonsti di ciascuna serie animata di Gundam: potremo quindi ripercorrere -più o meno fedelmente- il corso degli eventi delle saghe che hanno visto compiersi le eroiche gesta (magari anche solo nel paese del Sol Levante) di Amuro Ray, Char Aznable, Kamille Bidan e Judau Ashta.
    E' doveroso aprire una piccola parentesi per precisare come già qui sorga uno dei tanti problemi che minano la qualità ludico-narrativa globale del titolo.
    Come accadde al per il suo predecessore (Dynasty Warriors: Gundam) anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una mole di comprimari -ma anche protagonisti stessi- prelopiù sconosciuti nel vecchio continente, un fattore a dir poco debilitante per il coinvolgimento.
    Il plot, poi, si sviluppa in maniera piuttosto ermetica, a causa di un'esposizione in gran parte testuale e solo di tanto in tanto mediata da cut scene -realizzate con il motore di gioco. Questo sitema non è in grado di far apprezzare anche ai "miscredenti" alcuni tra gli intrecci più interessanti dell'animazione giapponese: l'appeal del titolo per chi non è fan della saga, dunque, precipita clamorosamente.
    Fortunatamente ciascuna missione presente in questa modalità sarà preceduta da un lungo briefing, la cui prima parte consisterà in un'ampia illustrazione degli obiettivi, delle forze nemiche ed alleate e delle possibili strategie.
    Tale sezione sarà immediatamente seguita da una parte attiva in cui potremo cambiare le componenti del nostro Mobile Suit, le abilità del pilota e visualizzare il terreno di gioco.
    Questo piccolo "pre-partita", come presto ci accorgeremo, si rivelerà davvero utile solo una volta addentrati profondamente nell'avventura, in quanto permetterà di studiare, a seconda della componentistica e dei talenti a disposizione, una sorta di strategia adatta a ciascun incarico.
    Passando oltre, e lasciando le spiegazione intrinseche al gameplay al paragrafo dedicato, troviamo la Modalità Missione, una variante estremamente più corposa dello story mode nella quale, tuttavia, gli accadimenti non seguiranno passo passo quelli dell'anime, ma costruiranno nuove sottotrame.
    La selezione piloti è in questa sezione molto più ampia: ben dieci sono infatti gli eroi da impersonare, sebbene nessuno di essi possa essere definito "protagonista" di alcuna delle saghe che hanno ftoat grande il nome Gundam.
    La stessa intelaiatura ludica risulta molto più approfondita rispetto a Modalità Ufficiale, in quanto presenta la possibilità di utilizzare ogni Mobile Suit apparso nell'anime (nella sopracitata, invece, ogni pilota avrà un solo Mobile Suit), modificandone a piacimento la meccanica, seppur senza intervenire brutalmente sull'estetica, evidentemente coperta da ferrei diritti d'autore.
    Gli incarichi stessi risultano piacevolmente differenziati: le Missioni Storia svilupperanno intrecci unici per ciascuno dei piloti selezionabili; Missione Amicizia consentirà di eseguire incarichi in grado di migliorare i rapporti con i compagni, utili poi per potenziarne l'affinità in combattimento in ciascuna sezione; Missione Raccolta riguarderà principalmente l'abbattimento di Mobile Suit in grado di fornirci utili parti di ricambio; Missione Licenza ci consentirà di conseguire una sorta di "patentino" per pilotare altri Mobile Suit, diversi da quello di partenza ed, infine, Missione Libera darà accesso ad una serie di battleground privi di obiettivi ma utili per fare pratica.
    Da segnalare, in questa sottosezione, un utilissimo tutorial, composto anche di dimostrazioni video.
    Prima di proseguire desideriamo sottolineare che, nonostante la ripetitività caratterizzante l'intero pacchetto Dynasty Warriors: Gundam 2 (puntualmente descritta in seguito) la Modalità Missione, grazie ad un andamento simil-RPG molto più marcato rispetto alla Modalità Ufficiale, riesce a catturare maggiormente l'attenzione del giocatore, allungando leggermente la longevità "reale" del prodotto.
    Per "reale" intendiamo le effettive ore di gioco spendibili -a nostro modo di vedere- prima di abbandonare definitivamente il titolo che, almeno sulla carta, presenta una longevità molto elevata, vista la possibilità di acquisire livelli con ciascun pilota. Tuttavia sarà davvero un'impresa ardua proseguire dopo aver portato al massimo un paio di eroi.

    Multiplayer per tutti

    Se dal punto di vista qualitativo -come vedremo- l'ultimo nato in casa KOEI non si può certo definire brillante, lo stesso non si può dire definendo la sua offerta a livello quantitativo, abbastanza interessante anche sul fronte competitivo, in locale come via Xbox Live o PSN.
    Le modalità di gioco a cui avremo accesso sono:

    - Modalità Guerra

    Ciascun giocatore combatte nell'ambito di un'operazione bellica per ottenere le condizioni di vittoria.
    I giocatori che superano con successo l'operazione otterranno -per i round successivi- vantaggi a scapito degli altri.


    - Modalità Morte Improvvisa

    Ciascun giocatore combatte senza armatura supplementare (in maniera da eliminare o venire eliminati con pochi colpi), gareggiando per ottenere punti entro un tempo limite.
    I giocatori acquisiscono punti abbattendo i nemici e li perdono venendo abbattuti; a tempo scaduto vince chi ha accumulato il maggior punteggio.


    - Modalità Caccia

    I partecipanti vengono divisi in "Cacciatori" e "Bersagli" e si contendono dei punti di controllo sparsi su ciascuna mappa.
    I cacciatori guadagnano punti abbattendo i bersagli e i bersagli guadagnano punti in base al tempo passato resistendo senza venire abbattuti.
    Quando un cacciatore abbatte un bersaglio i ruoli si invertono.

    Dalla descrizione fornita si evince chiaramente come, in realtà, non vi sia nulla di veramente innovativo, capace di rinfrescare e svecchiare il gameplay; al di là del "solito" Deathmatch, insomma, risulta interessante e discretamente varia, la sola "Modalità Caccia", capace di inserire un minimo di strategia anche grazie all'inserimento degli obiettivi ed al gioco di squadra.
    Le mappe adibite al multiplayer sono le stesse con cui verremo a contatto nelle missioni single player e si presentano perciò molto estese e, per quanto riguarda la forma, discretamente articolate; si adattano perciò in maniera soddisfacente ad un più ponderato gioco di squadra piuttosto che al mero massacro.

    Hack & Slash, Slash & Hack

    Come abbiamo ampiamente anticipato, nonostante l'ottima offerta quantitativa, l'intelaiatura ludica di Dynasty Warriors: Gundam 2 non è all'altezza della situazione, né tantomeno di competere minimamente con le produzioni action presenti sul mercato.
    Nonostante le meccaniche RPG permettano la crescita del pilota e l'apprendimento di abilità che consentono, ad esempio, di arrecare un maggior numero di danni, mantenere più a lungo il boost e via discorrendo, il gameplay si riduce ad un continuo e ripetitivo button mashing.
    Anche la possibilità di recuperare parti di ricambio dai nemici abbattuti (per migliorare il proprio Mobile Suit), o di aumentare, mediante combo più potenti o diversi attacchi speciali, le proprie capacità offensive, non è sufficiente per donare alla produzione nipponica un minimo di varietà capace di mantenere incollato il giocatore per l'intero prosieguo dell'avventura.
    La varietà delle combinazioni d'attacco, veicolate dalla pressione alternata di due dei front button, e la serie di attacchi speciali risulta a malapena sufficiente e comunque mai strettamente necessaria per fronteggiare una particolare tipologia di nemico. Anche gli upgrade dell'equipaggiamento sono poco utili nell'economia di gioco, incapaci di variegare il gameplay: qualsiasi miglioramento alla dotazione o al comparo mosse riesce infatti soltanto ad aumentare la velocità con cui sbaraglieremo il nemico (fra le cui fila, per altro, sembrano militare soltanto cinque modelli di Mobile Suit).
    Non vi saranno quindi particolari strategie da mettere in atto per affrontare un avversario piuttosto che un altro: basterà scendere in campo ed adoperarsi nel più furioso button mashing per risolvere qualsiasi situazione, anche senza ricorrere a troppe manipolazioni del robot.
    Il livello di sfida, così come l'interesse ludico, viene quindi sgretolato fino ai minimi storici, dove peraltro si ritrova in ottima compagnia con le altre recenti produzioni KOEI catalogate Dynasty Warriors e Samurai Warriors, identiche a sè stesse da oramai quasi dieci anni.
    Nemmeno l'intelligenza artificiale riesce a catalizzare in qualche modo l'attenzione del giocatore, che si ritroverà catapultato in missioni sempre identiche tra loro (conquista i settori della mappa distruggendo un certo numero di nemici, distruggi i comandanti apparsi in seguito e, infine, distruggi il capitano di turno) senza doversi preoccupare di adottare approcci diversi, ma semplicemente limitandosi, come ampiamente sottolineato, a premere freneticamente i tasti adibiti agli attacchi.
    Il level design segue infine il piattume delle missioni: lineare e ripetitivo; le location nelle quali ci ritroveremo sono infatti quasi completamente spoglie, eccezion fatta per la sola conformazione geografica (rilievi, qualche arbusto). Fattore colpevole non solo di inficiare il divertimento e la varietà strutturale, ma di minare anche la credibilità stessa delle ambientazioni, spesso indistinguibili le une dalle altre.
    E' insomma un vero peccato che alcune interessanti idee come le relazioni di amicizia/inimicizia tra piloti, la possibilità di acquisire licenze per pilotare Mobile Suit sempre più potenti, e la capacitò modificarne a piacimento i componenti, risultino a conti fatti sprecate, data la sensazione di noia che il vetusto sistema di gioco riesce a conferire appena dopo la prima mezz'ora.

    Gundam nell'età della pietra

    Tecnicamente Dynasty Warriors: Gundam 2 potrebbe tranquillamente passare per una produzione della scorsa generazione, e nemmeno al top della stessa, visti i risultati ottenuti anche nella “old gen” da software house capaci ed attente.
    I modelli dei Mobile Suit sono l'unica componente del comparto grafico a salvarsi: i vari Gundam e Zaku sono infatti modellati in maniera più che discreta, riproducendo rigorosamente i tratti caratterizzanti e le peculiarità che hanno reso famoso ciascun modello. I robot si presentano anche ben animati, in maniera varia, curata e discretamente credibile, nonchè “ricoperti” da texture e shader di buon livello, capaci di differenziare in modo realistico i materiali di componenti e superfici.
    Le note positive, purtroppo, si fermano qui: gli scenari di gioco sono completamente spogli, non presentano praticamente alcun elemento poligonale -eccezion fatta per rilievi ed arbusti- e mostrano oltretutto una texturizzazione di qualità estremamente povera.
    Non fanno eccezione gli effetti luminosi, assolutamente anonimi ed incapaci di stupire.
    Di scarsa qualità anche gli effetti particellari, piatti e per nulla convincenti, accompagnati da una palette di colori spesso esageratamente “sparata”, che non dona certo un effetto esteticamente piacevole.
    Il motore grafico soffre oltretutto di sporadici cali di frame rate, soprattutto quando l'azione diventa più frenetica ed il numero di nemici sale vertiginosamente.
    Poche soddisfazioni anche dal comparto acustico, che risente della mancanza di traccie originali che compongono la colonna sonora e del selettore per il doppiaggio giapponese (peraltro presente nel capitolo precedente ed inspiegabilmente tolto in questa seconda incarnazione). Il doppiaggio inglese non solo stona all'orecchio del fan più sfegatato ma non riesce -causa scarsa qualità- ad essere all'altezza di quella che normalmente chiamiamo “recitazione digitale”. Nella media gli effetti ambientali e le campionature.

    Dynasty Warriors: Gundam 2 Dynasty Warriors: Gundam 2Versione Analizzata Xbox 360Dynasty Warriors: Gundam 2 non apporta alcuna novità di rilievo, e si mostra quindi come l'ennesimo fallimento ludico di KOEI. La saga Dynasty Warriors pare oramai giunta alla fine del suo ciclo: in un'era come quella odierna dove il giocatore è -giustamente- diventato molto più esigente rispetto al passato, un gameplay deficitario corredato da un comparto tecnico assolutamente non all'altezza degli standard, rappresentano una produzione totalmente inaccettabile, anche qualora fosse rivolta solamente alla frazione del mercato composta dai più sfegatati fan della serie animata. I barlumi di speranza che potrebbero derivare dalla buona varietà di modalità sono quindi semplici specchietti per le allodole, incapaci di mascherare il piattume videoludico che sottende a quest'opera.

    4

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