Recensione Marvel vs Capcom 3 per Xbox 360

Marvel e Capcom insieme per una nuova sfida

Recensione Marvel vs Capcom 3 per Xbox 360
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • La corrente generazione videoludica ha visto un ritorno di fiamma dei beat ‘em up bidimensionali, tanto in voga tra gli anni ’80 e ’90. Questo trend “nostalgico” è iniziato nel 2009 con Street Fighter IV, proseguendo poi con l’evoluzione “Super” dello stesso titolo e con altri prodotti di spessore come BlazBlue.
    Capcom, fiutando l’interesse dei videogiocatori per un genere a lungo dimenticato, ha quindi pensato che fosse questo il momento più opportuno per soddisfare le pressanti richieste dei fan. Poco prima dell’annuale edizione del Comic-Con lo sviluppatore nipponico ha annunciato una terza edizione del famosissimo crossover “Marvel VS Capcom”, che vedrà scendere in pista alcuni dei più famosi personaggi delle due software house.
    Il titolo, la cui nomenclatura completa è Marvel VS Capcom 3: Fate of Two Worlds, è previsto per il 18 Febbraio per Xbox 360 e Playstation 3.

    La bellezza del crossover

    Dal punto di vista dell’offerta ludica Marvel VS Capcom 3 non differisce quasi per nulla dai blasonati Street Fighter. Aldilà dell’immancabile story mode (“spoilerato” recentemente dalla stessa Capcom tramite una corposa serie di video) la produzione nipponica presenta una sezione d’allenamento ove provare, forti di energia e barra super illimitate, ogni movenza di ogni personaggio, nonchè una “Modalità Sfida” che, tramite una lunga serie di richieste, insegnerà a sfruttare ogni meccanica del gameplay. Rispetto alla serie “madre”, dunque, questo spin-off (se così lo possiamo chiamare) manca del solo “Time Attack”.
    Ad una schiera di modalità di gioco del tutto nella norma (a cui si aggiungono le immancabili scorribande online) fa però da contraltare un roster stellare, composto da oltre trenta personaggi presi direttamente da alcune delle più importanti saghe Marvel e Capcom (Iron Man, Wolverine, Hulk, Dante, Chris Redfield, Zero... solo per citarne alcuni). Scorrendo la folta lista di combattenti e provandone le peculiarità sul campo è possibile notare come il team giapponese abbia curato in maniera davvero certosina il bilanciamento di ogni personaggio.
    I lottatori presenti sono infatti assimilabili fondamentalmente a tre categorie, che si adattano -in maniera differente- allo stile di ciascun giocatore.
    Da una parte troviamo i personaggi più agili e scattanti, caratterizzati da una stazza piuttosto contenuta e dalla capacità d’infliggere danno soprattutto grazie alle lunghe e rapide combinazioni d’attacchi; dall’altra quelli pesanti, lenti e macchinosi nei movimenti ma devastanti ad ogni impatto con l’avversario. S’inserisce, nel mezzo, il proverbiale “mix” caratterizzato da un più neutrale bilanciamento tra stazza, agilità e potenza dei colpi; il classico lottatore che tutti possono utilizzare sin dal primo istante.
    Al di là delle ampie possibilità offerte da un roster tanto variegato, Marvel VS Capcom 3 permette di selezionare per ogni battaglia un team composto da tre personaggi: uno “principale” e due “di supporto”. Nell’effettuare la scelta dovremo anche curarci di decidere quale tra le mosse in lista far eseguire a ciascun combattente quando chiamato in aiuto solo per un istante. Si comincia quindi a svelare un sistema Tag Team decisamente tattico e complesso che, tramite la pressione di un solo tasto (momentanea o prolungata), consente di chiamare in causa un alleato controllato per qualche secondo dalla CPU, oppure di prenderne direttamente il controllo con uno scambio. Da qui si apre un’ampia rosa di possibilità che, se approfondite, permetteranno ai più esperti di memorizzare i migliori matchup e sfoderare terzetti che permettano di variare il proprio stile e contrastare al meglio quello dell’avversario. Nonostante si sia lavorato molto nel bilanciamento, tuttavia, la nostra prova ha dimostrato come -in generale- vi siano lottatori che soffrono particolarmente in determinate condizioni. Imparare a conoscere a fondo le combinazioni e le peculiarità di ogni combattente, dunque, sarà d’importanza fondamentale nell’esperienza ludica dei puristi.

    "Semplice" ma divertente

    Dal punto di vista del battle system l’ultima creatura di Capcom si dimostra decisamente meno tecnica rispetto ai recenti Street Fighter, presentando anzitutto una notevole (ed indispensabile) semplificazione del sistema di controllo. La proverbiale suddivisione tra calci e pugni (deboli, medi e forti) viene rimpiazzata da un frazionamento che delinea solamente la potenza dei colpi, senza dare modo al giocatore di scegliere se e quando usare i pugni o i calci. S’inseriscono, tuttavia, una serie di nuovi comandi che consentono -ad esempio- di lanciare l’avversario in aria (con la sola pressione di un tasto) di chiamare in causa un alleato (come già specificato) e di lanciare in una frazione di secondo una Iper Combo di tipo “Tag”, alla quale partecipano tutti e tre i lottatori.
    Sebbene il sistema appiattisca leggermente l’esperienza di gioco, la varietà è garantita principalmente dalla differenziazione tra attacchi a terra ed attacchi aerei, risultanti in azioni spesso diverse anche a parità di pressione. Nell’esecuzione delle combinazioni più lunghe, dunque, s’inserisce la fondamentale fase di “juggle” (mantenimento dell’avversario a mezz’aria) che, affiancandosi alla “dimensione terrena” (colpi a bassa e media altezza), costituisce per ciascun lottatore un bagaglio di combinazioni non molto più scarso rispetto fratellone più volte citato. Non mancheranno nemmeno i proverbiali attacchi speciali, eseguibili con tanto di mezzelune in avanti o all’indietro e liberi -finalmente- dalle fastidiose rotazioni a 180 e 360 gradi e dai caricamenti.
    Tutto questo, come i fan della saga crossover sanno benissimo, per preparare il terreno alle favolose Iper Combo, da inserire quasi obbligatoriamente dopo una serie di colpi a segno; o ancor meglio lasciando l’avversario in aria completamente impossibilitato a parare. Anche nel caso degli attacchi capaci di riempire l’intero schermo l’esecuzione è stata lievemente semplificata, passando dalle doppie rotazioni et similia alla semplice esigenza di replicare le normali mosse speciali (dunque le mezzelune assortite) premendo due pulsanti d’attacco simultaneamente. Nonostante la facilità d’esecuzione queste spettacolari combinazioni saranno tutt’altro che infallibili: un minimo d’esperienza, qualora non le si stia incassando in seguito ad altre hit (dunque impossibilitati a muoversi/parare), permetterà infatti di sfruttare le micro cut-scene di caricamento per prepararsi alla parata, limitando considerevolmente i danni, o addirittura di schivare e contrattaccare immediatamente. Il sistema delle Iper Combo (che siano singole o tag) viene poi regolato da una speciale barra energetica, in grado di riempirsi cinque volte consecutivamente man mano che subiremo o infliggeremo danni. Come da copione gli attacchi più devastanti prevederanno il consumo simultaneo di tre barre. Una serie di accorgimenti consentirà, in ogni caso, di combinare al massimo due Iper Combo in sequenza, dando comunque la possibilità di stendere l’avversario con una sola -gigantesca- sequenza (tra le nostre prestazioni migliori, ad esempio, siamo arrivati a totalizzare oltre 90 hit in una sola combinazione).
    A conti fatti una struttura del genere risulta sì meno tecnica ma decisamente più fruibile e divertente. Da una parte i giocatori più pignoli avranno la possibilità di approfondire il battle system e mettere in campo un’ampia rosa di strategie; dall’altra, anche i videoplayer meno avvezzi all’impegno ed al training, avranno l’opportunità, grazie ad un gameplay decisamente velocizzato e spettacolarizzato, di sfruttare un minimo di button mashing per divertirsi e vincere magari qualche incontro.

    Bello ma non bellissimo

    Alla stregua delle ultime incarnazioni di Street Fighter anche questa produzione presenta una modellazione dei personaggi in tre dimensioni, mantenendo bidimensionale l’azione e corredando il tutto con spettacolari fondali animati.
    Sebbene la cura per il dettaglio ed il cell shading siano di alto livello, si vede chiaramente come non siano stati raggiunti gli stessi risultati del picchiaduro capace di stupire -per ben due volte- questa generazione. I modelli, in particolare, risultano meno rifiniti, meno particolareggiati e dotati di un comparto animazioni leggermente meno ricco e curato.
    Il piacere visivo, tuttavia, viene massimizzato da una schiera quasi illimitata di effetti speciali che susseguono ad ogni hit messa a segno dal proprio beniamino.
    La nostra prova ha però dimostrato che, a volte, riempire lo schermo di luci e colori può risultare controproducente. Fate of Two Worlds presenta infatti un sistema d’inquadrature piuttosto ravvicinato rispetto ai titoli del genere che, non bastasse, a volte stringe leggermente su uno dei contendenti lasciando fuori grosse porzioni dello schermo e rendendo (complici gli effetti speciali) tutto molto confusionario.
    Dal punto di vista sonoro non c’è alcuna incertezza nel lavoro degli artisti Capcom, capaci di unire soundtrack originali ad altre create per l’occasione riuscendo a donare verve e personalità ad ogni combattimento.

    Marvel vs Capcom 3 Marvel vs Capcom 3Versione Analizzata Xbox 360Marvel VS Capcom 3 rimane fondamentalmente fedele a se stesso, incarnando alla perfezione lo stile inconfondibile del crossover tanto amato in sala giochi. Non si profila dunque un picchiaduro in grado di spodestare Super Street Fighter IV ma di uno spin-off in ogni senso, da affiancare al prodotto già citato ben consci dell’offerta ludica proposta. Una netta semplificazione del battle system e del control scheme, anche alla luce delle enormi possibilità offerte dal più ampio sistema di juggling, rende quest’ultima produzione Capcom forse meno profonda e tecnica rispetto al “capostipite”, rimarcando tuttavia caratteri quali immediatezza e divertimento. Un titolo di ottima caratura da prendere in sincera considerazione, dunque, soprattutto se site avvezzi all’azione un po' più caciarona e senza tecnicismi esasperati. Da evitare se siete alla ricerca di un nuovo third strike.

    8.3

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