Speciale Microsoft Press Conference E3 2011

Il resoconto della Conferenza Microsoft all'E3 2011

Speciale Microsoft Press Conference E3 2011
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Questo sarà un articolo amaro. Mettetevi l'anima in pace.
Sarà un pezzo un po' risentito, aspro. Il resoconto di una delusione profonda, costruita annuncio dopo annuncio dagli applausi della platea, nel corso di quella che è stata - paradossalmente- una delle Press Conference più dense e ricche di materiale degli ultimi anni.
Esser felici dopo la presentazione della Line Up di Esclusive di Microsoft è davvero difficile. Certo, l'entusiasmo per il teaser conclusivo resta, la qualità dei pochi, seri progetti dedicati a noi veri videogiocatori è solida. Ma il teatrino entusiastico di una politica produttiva tutta tesa a valorizzare una periferica evidentemente incapace di saziare il pubblico che Everyeye rappresenta, è bastato per velarci il cuore di una tristezza tenace.

Multi

Come ogni anno, si comincia da Modern Warfare. E, sul momento, la decisione non ci sembra troppo azzeccata. Del resto, che il brand di Activision sia un po' stanco, e perda a livello d'immagine di fronte alla maestosità di Battlefield 3, è chiaro a molti. Eppure il pubblico americano (e non solo) dichiara le sue preferenze apertamente, oltre che con gli applausi e i fischi, anche con lo sproposito di unità vendute. E' dunque un vanto notevole, per Xbox, avere in esclusiva temporale di DLC, e poter inaugurare il suo Media Breafing con una lunga sezione di Gameplay. E, dobbiamo ammettere, la scelta si rivela efficacissima. Modern Warfare 3 eleva all'ennesima potenza la spettacolarità cinematografica che rappresenta il tratto distintivo della serie, e la missione giocata in diretta (con tanto di piccolo intoppo iniziale) riesce a conquistare l'intera platea. Certo, la linearità resta evidentissima, il ritmo ed il gameplay restano quelli di sempre. Eppure, cambia la scala, la frenesia, il numero di esplosioni ed il vorticare di situazioni. In un futuro plausibile, in cui il World Trade Center è stato ormai ricostruito, l'America si è trasformata in un campo di battaglia. Oltre alle sequenze adrenaliniche, a colpire è una Manhattan sventrata sullo sfondo, in un tripudio di effetti speciali. Avremo modo di declinare più approfonditamente le nostre impressioni, ma “l'incipit” della Press Conference, nonostante i dubbi iniziali, ci carica quanto basta.
Arriva poi Tomb Raider, a mitigare gli entusiasmi. Il nuovo progetto non è esattamente come ce lo aspettavamo. E certo, ancora si è visto pochissimo, ma la sequenza selezionata non era certo la più indicata per mostrare le caratteristiche di un prodotto che, allo stato attuale dei fatti, sembra rinnegare integralmente la sua tradizione. Niente esplorazione, solo una progressione tanto cruda e brutale da avvicinarsi a quella di un Survival Horror. Cosparsa di Quick Time Event un po' limitanti e scontati, e funestata persino da una caratterizzazione del personaggio non rispettosissima. Ma certo, è presto per trarre giudizi: oltre ai commenti ansiogeni di Lara (in un accento inglese che in verità aggiunge poco al carattere della protagonista), il nuovo Tomb Raider sarà tutto da scoprire nei mesi che verranno.
Arriva il turno di Ghost Recon Future Soldier, che erompe sul palco con un teaser efficacissimo. Ma certo, dopo la sequenza in computer grafica, avremmo gradito vedere qualcosa di più sostanzioso. E non le possibilità d'interazione legate a Kinect. Mentre ci mostrano il sistema di personalizzazione dell'armamentario, certo, restiamo impressionati: ci sono veramente tantissime opzioni per modificare la propria arma, e siamo sicuri che Future Soldier ne guadagnerà in profondità e strategia, ma il sistema di navigazione “motoria” non è certo un'aggiunta che incrementerà il valore ludico del prodotto. E tantomeno la possibilità di provare l'arma in una sorta di poligono virtuale, aprendo e chiudendo il palmo della mano per far fuoco.
E' questa la prima avvisaglia di una nuova politica commerciale troppo focalizzata su una periferica probabilmente incapace di saziare i veri videogiocatori. Un prodotto che si è rivelato un giocattolo costoso per tecnomani e curiosi, ma che a livello ludico ha dato (e - a quanto pare- continuerà a dare) pochissime soddisfazioni. Questa nuova “filosofia” passa non solo dal rilascio di un numero consistente di esclusive, ma anche dalla convinzione (?) che i videogiochi possano essere davvero, in qualche strano modo, “Better with Kinect”. Ne sembrano convinti persino gli sviluppatori, che con le loro facce sorridenti spiegano al pubblico come si può trarre il massimo dall'esperienza videoludica. E, dobbiamo ammetterlo, quelli di Mass Effect riescono persino a convincerci, integrando in maniera efficace i controlli vocali (ma bisognerà poi capire la qualità della localizzazione). Eppure questi sono tutti dettagli che avremmo preferito ascoltare nelle stanze private o nei booth dello showfloor, e non in una press conference che delinea e definisce la strategia annuale di uno dei tre colossi del gaming.
L'intento, in ogni caso, è chiarissimo: convincere il pubblico che i titoli multipiattaforma sono in qualche modo migliori su Xbox 360. Non più, come un tempo, per una superiorità tecnica manifesta (dovuta all'ottimizzazione del codice, alla facilità di programmazione): bensì per la possibilità di giocare muovendosi, di interagire con la voce (e, s'intenda, per quello basterebbe un Microfono qualunque, non un oggetto che costa oltre 100 euro). Onestamente, al di là del rilievo dei singoli prodotti, questa sorta di “Marketing Estremo” non ci piace troppo. Crediamo che per dimostrare la propria superiorità, un'azienda debba puntare su altri valori, soltanto in parte abbracciati da Microsoft.

Better With Kinect

Terminata la presentazione dei titoli Third Party, si passa dunque alla presentazione della nuova Dashboard e delle sue funzioni. Anche in questo caso Kinect è il protagonista: tramite il riconoscimento vocale, infatti, la periferica permetterà di muoversi facilmente fra i menù, lanciando ogni applicazione e permettendo di attivare tutte le funzionalità.
La pilotatissima presentazione, in ogni caso, non fa chiarezza su quale sarà il trattamento riservato a noi Italiani, che con il controllo vocale abbiamo litigato in partenza (colpa dei dialetti, ci dicono).
Al di là di questo, l'integrazione di Bing potrebbe essere interessante (ma perchè non inserire, finalmente, uno Web browser, invece che un motore di ricerca interno?), così come piacevoli, senza dubbio per la platea americana, sono le partnership con le emittenti televisive.
Stringendo accordi su vasta scala, Xbox 360 è riuscita in maniera magistrale ad arginare la falla del supporto ottico: anche senza Blue Ray, la console Microsoft è diventata, almeno qui in America, uno dei Media Center più completi e interessanti disponibili sul mercato. Tanto di cappello dunque alla casa madre, ma sappiamo bene che per noi del vecchio continente (e ancor più per gli abitanti del Bel Paese), la situazione è ben diversa. Ogni anno, dunque, l'annuncio di nuove collaborazioni è forse il momento meno interessante di tutta la conferenza, nell'attesa che poi si sappia qualcosa di più sul trattamento che ci sarà riservato localmente.
Stavolta, però, le perplessità sono state acuite proprio dalla strategia di marketing di cui sopra, applicata - oltre che al videogaming- all'Home Entertainment tutto. Francamente, sostenere che persino la fruizione di contenuti multimediali sia “migliore con Kinect” ci pare un poco eccessivo. E inoltre, se davvero una periferica pensata per il motion tracking finisce per essere valorizzata dal controllo vocale (cioè, sostanzialmente, da un software), probabilmente c'è qualcosa che si è rotto, nel processo di sponsorizzazione.

Only For

Quando ci hanno informato che la presentazione sarebbe andata avanti mostrando solo e soltanto esclusive, ci siamo rassettati e abbiamo drizzato le orecchie. Pronti a ricevere lo scossone, pronti ad emozionarci. E di certo, nonostante una certa inspiegabile freddezza del pubblico, lo abbiamo fatto quando è stata ufficializzata la già vociferata riedizione di Halo: Combat Evolved.
Dopo che Sony e tante aziende hanno intrapreso la via delle collection e delle edizioni rimasterizzate, del resto, perchè frenarsi? Il trailer di presentazione, a onor del vero, non era certo brillantissimo, ma Halo Anniversary va accolto con somma felicità. Si tratta infatti di un pezzo di storia del videogaming moderno, di un prodotto rivoluzionario, che deve essere giocato e glorificato (casomai insegnasse qualcosa anche ai videogiocatori meno attempati). Ancora non si sa nulla del gameplay (sarà riadattato per integrare le novità di Reach?), e tantomeno è chiaro l'approccio che verrà utilizzato per il multiplayer (solo le mappe sono state annunciate). Ma se Microsoft vorrà fare un “passo indietro”, magari per accontentare i molti videogiocatori rimasti scontenti dai cambiamenti dell'ultimo capitolo, allora davvero questa “Anniversary Edition” potrebbe essere l'esclusiva più solida di questo autunno.
Non che non sia in buona compagnia, con un Gears of War sempre più spettacolare e un Forza Motorsport 4 che finalmente sembra voler puntare anche sull'appeal visivo.
Dobbiamo però ammettere che il trailer del titolo Turn 10 non ci ha lasciati particolarmente impressionati, e che la sessione di Gameplay del Third Person Shooter firmato Epic avrebbe potuto durare un po' di più. Anche perchè, in fondo, questi due prodotti erano già annunciati da tempo, e dunque l'impatto mediatico è stato abbastanza contenuto.

Motion Sickness

L'interminabile lista di titoli Kinect è stata come una pugnalata allo stomaco: ci ha lasciato lì, sanguinanti e certi della fine.
E forse è anche un po' colpa nostra. Della stampa e del pubblico. Ci siamo lamentati così tanto che la Line-Up Kinect è povera e rarefatta, che Microsoft ha ben pensato di concentrare degli sforzi enormi per rimpinguarla. Abbiamo sbagliato strategia: dovevamo mettere subito in chiaro che noi non vogliamo titoli per Kinect. Che non ci crediamo più. Che la curiosità si è già spenta. Che cinque anni di motion controller su Nintendo Wii ci hanno spento la voglia. E che non sopportiamo i titoli su binari, i giochi-fotocopia, le raccolte sportive.
Abbiamo davvero bisogno d'altro. Non un'altra selezione di Minigame Sportivi, perchè davvero l'abbiamo vista in tutte le salse. Tantomeno abbiamo bisogno di vedere sprecate risorse ed inventiva per produrre e pubblicare titoli evidentemente limitati, che già conosciamo e che già abbiamo giocato.
Scoprire che una delle esclusive più attese, quel Project Kingdom di Crytek, si trasformato in Ryse, è davvero un brutto colpo. Crytek, il team di sviluppo che ci ha regalato i due Crysis, adesso vorrebbe irretirci con un titolo che è una sorta di “Infinity Blade” in movimento.
E non basta: Peter Moulineux devasta in un lampo un brand forte e identificativo dando in pasto al pubblico Fable: The Journey. Uno strano miscuglio fra Harry Potter e i Doni della Morte e Sorcery, che non sembra avere più nulla in comune con i videogiocatori che hanno apprezzato la saga.
E la beffa continua: sale sul palco Tim Schafer. Uno dei più grandi geni dell'industria videoludica. Per avvertirci che sta sviluppando un titolo su Sesame Street. In cui si gioca facendo buffe espressioni e movimenti esilaranti.
E' un “tris” che fatichiamo a sostenere con tranquillità. Perchè qui il problema non è tanto nella compresenza di titolo pensati per i Casual Gamer e altri prodotti focalizzati sull'utente “Core”: il punto è che il primo ambito sta portando via risorse e personalità al secondo. E' una sconfitta; è l'inizio di una nuova “guerra viscerale”, che porterà sempre più giocatori a rivendicare il proprio status di “nerd illuminati”, disprezzando le nuove leve dell'industry.
Il senso di smarrimento è pesante. Sul palco si alternano facce sorridenti, avvenenti signorine e producer giovanissimi. Gente che con questo mercato non sembra aver nulla a che fare. Gente che nessun giornalista avrebbe voglia di intervistare. Girandosi di scatto verso chi applaude, sembra di scorgere gli stessi volti: non quelli di videogiocatori, ma quelli di americani sanissimi, politically correct, senza più spirito agonistico e voglia di mettersi in gioco.
Travolti dall'onda di prodotti dedicati alla nuova periferica, restiamo davvero allibiti. I titoli che sembrano più a “proprio agio” sono quelli evidentemente pensati per un pubblico di giovanissimi. Disneyland Adventure e Once Upon a Monster possono davvero rivelarsi intriganti, per i più piccoli. E va benissimo che questi vengano sviluppati.
Ma quando poi l'Imperial March di Star Wars accompagna uno dei prodotti più goffi dell'intera line up, privo di qualsiasi spunto interessante, allora torniamo a piangere le nostre miserie.
A salvarsi (anzi, a risaltare come una perla rara) è Dance Central 2 (che permetterà di importare l'intera track list del primo episodio e proporrà una modalità carriera), ma è davvero difficile risollevare la situazione.
Anche Kinect Fun Lab, che dovrebbe garantire l'arrivo via Digital Delivery di applicativi di ogni sorta, sembra muoversi in una direzione interessante, ma le prime “app” non sono certo fra le più creative e funzionali. Forse però la possibilità per piccolo team indipendenti di sfruttare la periferica, distribuendo software direttamente via Xbox Live, potrebbe dare un impulso vitale alla scena. Dopo l'emorragia di ingegni, dunque, almeno in parte Microsoft mette una pezza.
Ma è davvero impossibile salvare, almeno a livello mediatico e comunicativo, una press conference che si è dilungata così tanto su prodotti poco entusiasmanti, sottolineando che ormai il ciclo vitale di Xbox 360 è giunto ben oltre il suo termine ultimo, e che per spingere le vendite e “rinverdire” la Line-Up, la casa madre pensa quasi solo a titoli di poco conto.

Killer App

Alla fine arriva la bomba. Nonostante dal sito ufficiale fosse già stata trafugata qualche informazione, eccola lì: Halo 4. Poco importa se dietro non c'è più Bungie, ma 343 Entertainment: nel brevissimo teaser c'è Master Chief, Cortana, e un'astronave in fiamme, circondata dal profilo inconfondibile “dell'anello”. E questo basta, assieme alla qualità della Computer Grafica e dell'accompagnamento, a stringere i cuori e gli stomaci dei videogiocatori, appassionati e non. Anche perchè sul palco non si parla di un nuovo capitolo, ma di una nuova Trilogia.
La data è ancora lontana, le informazioni praticamente inesistenti, ma almeno la soddisfazione di sapere che avremo un nuovo Halo ci fa uscire dalla sala più leggeri e soddisfatti.

E3 2011 La Press Conference Microsoft ci ha lasciati con l'amaro in bocca. E' partita alla grande, ma quasi subito si è persa a rincorrere il fantasma di un'interazione motoria che, tramite Kinect, dovrebbe in qualche modo testimoniare la superiorità di una console che sembra aver perso di vista il suo pubblico. L'annuncio di Halo 4, e di una Anniversary Edition del primo capitolo, sedano solo in parte la delusione per aver assistito al lungo stillicidio di una Line-Up interamente focalizzata sul Motion Controller. E sono mancati persino nomi nuovi: di fronte ad un parco esclusive sempre più rarefatto, Microsoft avrebbe dovuto puntare su nuove IP. Tutti speravamo, su questo fronte, che Crytek risollevasse la situazione, invece l'annuncio di Ryse ci ha fatto cadere le braccia. E dunque, dopo questo densissimo autunno, dovremo prepararci ad un anno fatto praticamente solo di multipiattaforma, o cedere alle lusinghe di Kinect e imparare, in qualche modo, a divertirci con i “giocattoli” del motion sensing. La “cicatrice” di questa press conference è poi quella di un'azienda che è pronta a togliere investimenti e risorse al gaming impegnato e agonistico, per perseguire l'interesse di una fetta di pubblico sempre più invadente e sempre più malvista dai videogiocatori. Torniamo in hotel piuttosto sconsolati, sperando che Sony e Nintendo ci riservino più soddisfazioni.