Recensione Sonic the Hedgehog

Il ritorno del porcospino più veloce del mondo

Recensione Sonic the Hedgehog
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Storia di un successo

    Correva l’anno 1991 quando SEGA decise di lanciare sul mercato la sua nuova mascotte Sonic. Il porcospino blu riuscì ben presto ad imporsi come nuova icona, andando ad originare uno tra i brand più famosi (e redditizi) nella storia dei videogiochi. Caratterizzata da un look decisamente cool, la creazione di Yuji Naka riuscì a conquistare intere schiere di videogiocatori facendosi portavoce di una nuova concezione del genere platform. La velocità e l’azione frenetica divennero le fondamenta sulle quali venne edificata la serie, che riuscì a porsi come valida alternativa a quanto offerto da Nintendo. L’universo creato dal team AM8 si arricchì ad ogni uscita di nuovi personaggi come la volpe dalle due code Tails e l’echidna Knucles, andando a consolidare l’immagine e la forza di una saga sempre più seguita ed apprezzata da pubblico e critica.
    Persino il delicato passaggio alla terza dimensione venne metabolizzato con rara maestria. Sonic Adventure per Dreamcast, nonostante alcuni difetti strutturali, si rivelò una vera e propria killer application in grado di mantenere intatte le caratteristiche distintive della serie. Considerato il punto di massimo splendore della saga; da quel momento in poi la serie intraprenderà una parabola discendente il cui minimo storico è attualmente rappresentato dal gioco qui in analisi.

    Sonic nella next-gen

    Questo episodio "Next Generation" si ispira in maniera palese al glorioso Sonic Adventure, tanto da risultare più una versione rielaborata dello stesso che un vero e proprio nuovo episodio. Dopo una sequenza iniziale di qualità infima ci troveremo nella città di Soleanna. Il borgo in questione altro non è che un ampio Hub, dal quale poter selezionare le varie missioni, raccogliere informazioni, acquistare potenziamenti di varia natura, e molto altro ancora. Soleanna rappresenta una zona franca del gioco, priva di nemici e come tale liberamente esplorabile da Sonic. La vera sfida è rappresentata dagli action stage, sbloccabili in seguito al soddisfacimento di determinati obiettivi all’interno della cittadina, a sua volta suddivisa in diverse aree. Questa parte del gioco richiama alla memoria l’adventure field dell’originale per Dreamcast, mancando però di quella varietà che lo contraddistingueva.
    Una volta entrati in un action stage l'impostazione del gioco cambia radicalmente. Nel caso di Sonic, ad esempio, ci ritroveremo in apposite versioni tridimensionali dei tipici livelli che eravamo abituati ad attraversare nelle sue avventure bidimensionali, comprensivi di rampe, giri della morte, acceleratori e storici respingenti.
    Anche i movimenti e gli attacchi di Sonic sono sostanzialmente gli stessi ed includono le accelerazioni sul posto e i classici attacchi rotanti in salto - ovviamente aggiornati in chiave moderna. Già dopo il superamento del primo ed alquanto spettacolare action stage ci renderemo conto di come il lavoro di adattamento sia stato pregevole e curato, raggiungendo risultati notevoli. Inizialmente le folli velocità che il nostro porcospino può raggiungere causano stordimento e confusione, niente di traumatico se non intervenissero alcuni problemi legati alla gestione dei controlli a complicare il tutto.
    Una grande importanza riveste il sistema dei "percorsi fissi" utilizzato in numerosi frangenti dal gioco: in pratica in alcuni casi il personaggio si lancia lungo passaggi particolarmente complessi e tortuosi, come ad esempio una serie di giri della morte, o delle rapidissime fughe accompagnate da indovinati movimenti di telecamera. In situazioni come queste basta mantenere la pressione del pad analogico verso l'alto, per confermare la volontà di attraversare completamente la sequenza (di fatto il controllo passa in automatico). In caso però si volesse interrompere il tratto guidato, con risultati spesso deleteri per il personaggio, basterà lasciare la presa sul pad. Semplice ed intuitivo.

    Sonic ed i suoi amici

    Nonostante tutta la vicenda ruoti attorno alla figura di Sonic, la sua storia si intreccia indissolubilmente con quella di altri personaggi. Troveremo volti noti come Tails e Knucles, Shadow e Rouge, ed altri inediti come l’inquietante Silver. Dopo aver fatto la conoscenza di tali comprimari, avremo la possibilità di utilizzarli come protagonisti (non tutti purtroppo) in altrettante mini-avventure dalla durata variabile, strutturate in maniera differente, ed ambientate in stage dedicati.
    La particolare scelta narrativa adottata si rivela un toccasana per la longevità, in quanto per poter giungere alla reale conclusione della storia è necessario risolvere tutte le sottotrame. Inoltre la presenza personaggi così differenziati tra loro conferisce al gioco una certa varietà. Ogni personaggio è caratterizzato da abilità peculiari, sfruttabili negli stage ad esso dedicati, che variano l’approccio al gameplay in maniera significativa (almeno in teoria).
    Bisogna notare come questa caratteristica, mutuata da Sonic Adventure, venga sfruttata in maniera molto superficiale in questo capitolo della saga. Solo due dei tanti personaggi godono della possibilità di vivere una loro storia: Shadow e Silver, mentre gli altri si limitano a delle brevi apparizioni all’interno del gioco. Sia nell’uno che nell’altro caso, il loro contributo risulta assai modesto.
    Silver ad esempio risente della mancanza di un sistema di lock-on in grado di valorizzare i suoi poteri psichici, mentre le fasi shooter di cui è protagonista Shadow risultano poco appassionanti e troppo semplicistiche. Tails, Rouge, Knucles e gli altri vengono ulteriormente penalizzati dalle problematiche legate ad inquadrature e controlli; rendendoli privi di attrattiva. Niente a che vedere con quanto mostrato da Sonic Adventure. Decisamente un’idea sprecata.

    Vizi e virtù di Sonic

    Sonic avrebbe ancora molto da offrire al giocatore odierno, tuttavia alcuni gravi difetti vanno a incidere in maniera significativa sul gameplay. Problemi ereditati dall’originale Sonic Adventure per Dreamcast, ma qui ingigantiti ed amplificati. I più gravi riguardano sicuramente il sistema di telecamere, i controlli, ed il rilevamento delle collisioni.
    I controlli risultano imprecisi e legnosi, rispondendo con colpevole ritardo alle sollecitazioni impresse. I personaggi sono afflitti da un notevole movimento inerziale, e questo difetto unito alla lacunosità dei comandi porta ad una serie di spiacevoli incidenti. Sovente capita di non riuscire ad arrestare la propria corsa nel momento desiderato, con conseguenze facilmente immaginabili nei pressi di burroni e precipizi di varia natura.
    Anche il sistema di telecamere si rivela fallace, offrendo una regia improbabile capace di inquadrature fuorvianti: assistere alla regia virtuale che indugia sul personaggio durante un salto è la norma. Il risultato è che con costante frequenza si eseguono azioni senza aver nessun punto di riferimento visivo, impossibilitati nel capire cosa stia accadendo.
    Il tocco finale è rappresentato da un sistema di rilevamento delle collisioni approssimativo, che sembra obbedire a regole tutte sue. Una piattaforma potrebbe non rivelarsi quell’appoggio sicuro che la sua struttura suggerirebbe, così come non è raro incappare in situazioni dove forze invisibili agiscono sul personaggio facendolo precipitare nel vuoto.
    Questi difetti riescono a sommarsi l’uno all’altro rendendo Sonic un’esperienza improponibile. Ne risulta un titolo dove il completamento di uno stage non è subordinato alla bravura del giocatore, ma solo ad una cospicua dose di fortuna. Di conseguenza la consapevolezza derivante dal non poter aver il controllo pieno sugli eventi è fonte di rabbia e frustrazione. Un vero peccato, perché altrimenti il gioco sarebbe risultato gradevole e divertente.
    Il comparto tecnico si rivela altrettanto deficitario. Il motore grafico è palesemente sviluppato per una console old-gen, ed anche lì non sarebbe il massimo.
    Pochi poligoni, texture slavate, animazioni minimali sono tutto quello che il gioco ha da offrire; e nonostante la pochezza di ogni aspetto, il gioco rallenta e scatta ad ogni piè sospinto. Senza dimenticarci la presenza di bug che si riscontrano nelle situazioni più disparate. Risultano inspiegabili e fastidiosi poi i frequenti caricamenti che spezzettano il ritmo di gioco, occorrenti nelle situazioni più disparate. Belle le musiche e gli effetti sonori, sicuramente la parte migliore del gioco. Ottimo anche il doppiaggio, sebbene in inglese, capace di donare una discreta atmosfera alla storia.

    Sonic the Hedgehog Sonic the HedgehogVersione Analizzata Xbox 360Difficile trovare un motivo valido per acquistare questo gioco. Si potrebbe anche chiudere un occhio sulla mediocre realizzazione tecnica, ma non si possono certo ignorare i limiti strutturali e concettuali del resto. Il titolo risulta un pallido emulo dello splendido Sonic Adventure, con meno varietà di situazioni e meno personaggi opzionali, rovinato in ogni caso dal pessimo sistema di controllo. Un titolo con poche luci e molte ombre. Resta il rammarico nel constatare come Sega stia gestendo nel peggiore dei modi una delle sue risorse più importanti. Sconsigliato.

    5

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