Recensione Star Wars: Il Potere della Forza 2

Il ritorno di Starkiller. Recensita la seconda incarnazione de "Il Potere della Forza"

Star Wars: Il Potere della Forza 2
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Pc
  • Concentrandosi per un attimo sui panorami dell’intrattenimento rappresentati da cinema e videogiochi, e sugli incroci da essi derivati, è possibile stabilire che una delle serie in 35 millimetri ad aver subito meno “stupri intellettuali” nel mondo PC e console è quella di Star Wars.
    Nel corso degli anni, infatti, è possibile ripercorrere una strada fatta di tie-in “meno peggiori” degli altri, se così si può dire, culminati, di tanto in tanto, in qualche produzione capace addirittura di distinguersi dalla massa.
    E’ questo il caso, ad esempio, di Star Wars: Il Potere della Forza, action game sviluppato, prodotto e distribuito da LucasArts appena due anni fa.
    Il titolo, pur non brillando intensamente, ha saputo rappresentare in maniera efficace la potenza della “Forza”, tanto acclamata nelle pellicole ma mai fatta scorrere efficacemente attraverso tastiere e/o gamepad.
    Il team, cavalcando l’onda del successo, è pronto a riproporre -quest’anno- un diretto sequel, che si è proposto sin dalle prime battute come la versione “Bigger and Better” del primo capitolo, in una concezione tipicamente americana del termine “miglioramento”.
    Star Wars: Il Potere della Forza 2, in uscita il 29 Ottobre per Xbox 360 e Playstation 3, è giunto recentemente alla nostra redazione; occasione ideale per provare se effettivamente la promessa di “spaccare” è stata rispettata.

    Poche idee

    Il secondo capitolo della saga di Starkiller si apre in maniera davvero molto affascinante.
    Morto Starkiller (alla fine del primo episodio), Darth Vader, tramite un sofisticato sistema di clonazione, sta cercando di replicarne il genoma, tentando questa volta di plasmarne in maniera più soddisfacente la personalità.
    Al millesimo tentativo, finalmente, il “costrutto” non impazzisce al periodo di prova del Signore Oscuro ma, anzi, si dimostra promettente quanto l’originale, dal quale pare però aver ereditato anche una recondita parte dell’inconscio.
    Sulle prime s’instaura insomma un’intreccio che vede la personalità del protagonista al centro della vicenda, nonchè un intrigante dubbio sull’effettiva veridicità delle parole di Vader.
    Sarà davvero morto Starkiller? Stiamo davvero indossando i panni di un clone?
    Tale suspance, purtroppo, si esaurisce nel giro di un paio di livelli, per lasciare spazio allo scontato e melenso tentativo dello pseudo-clone di aiutare/salvare Juno (l’innamorata di Starkiller) dalle grinfie dell’impero.
    La sensazione, superando la prima ora di gioco, è proprio quella di un totale stravolgimento del copione e della sceneggiatura che, di punto in bianco, s’incentra esclusivamente sulla donna, che porta l’eroe, nel più fiabesco (ed egoistico) degli scenari, a disinteressarsi di alleati ed avversari pur di riabbracciare la bella.
    Non bastasse l’esito sin dal principio quasi scontato della vicenda, anche i personaggi, la cui caratterizzazione risulta -inizialmente- appena abozzata, s’appiattiscono, lasciando spazio al compimento della favoletta romantica, che, a conti fatti, non lascia assolutamente niente al giocatore.
    Lo sviluppo risulta perciò piuttosto noioso, considerando anche il fatto che protagonisti e comprimari sono esattamente gli stessi apparsi nel primo episodio.

    La Forza...questa conosciuta

    Dal punto di vista del gameplay Star Wars: Il Potere della Forza 2 ricalca in tutto e per tutto la struttura del primo episodio, inserendo qua e là qualche interessante variabile in grado di aumentare la spettacolarità della produzione.
    La mappatura dei tasti rimane dunque la stessa, così come le devastanti combo di poteri Jedi e spade laser (aumentate dal principio a due), in grado di spazzare via intere orde di nemici in un colpo solo e farci sentire veramente potenti, anche attraverso il pad.
    Ritornano, in maniera del tutto analoga, anche le capacità legate ai midichlorian presenti nel sangue di Starkiller.
Avremo dunque la facoltà di sollevare pesanti oggetti e scagliarli contro i nemici o sollevare gli avversari stessi e scaraventarli nel vuoto, di produrre una potentissima onda d’urto (in una sola direzione o tutt’intorno al protagonista, di controllare la mente degli avversari più deboli e farli suicidare o combattere tra loro ed, infine, di scagliare veri e propri fulmini dai palmi delle mani.
    Prima di proseguire va detto che è stato fatto un ottimo lavoro nel contestualizzare maggiormente, grazie a sapienti script, l’utilizzo di suddetti poteri.
    Vi saranno, ad esempio, sezioni in cui affrontare interi squadroni di Tie Fighter a mani nude, in cui sollevare pesantissime piattaforme per proseguire lungo i livelli oppure vari mini-boss da affrontare sfruttando particolari Quick Time Event legati alle straordinarie potenzialità del protagonista.
    Molto interessanti ed altamente spettacolari, inoltre, alcune sezioni in caduta libera durante le quali potremo controllare in prima persona l’eroe, schivando o distruggendo gli elementi che ostacoleranno la rapida discesa a terra.
    Nonostante a grandi linee il sistema funzioni piuttosto bene, a minarne la fruibilità e la godibilità è un’esagerata ripetitività di fondo, direttamente correlata all’esigua differenziazione dei nemici (un totale di cinque/sei archetipi) e alla loro embrionale intelligenza artificiale.
    La caratterizzazione degli avversari, infatti, si limita ad una limitata serie di pattern che ne descrivono, sostanzialmente, peculiarità e punti deboli: incontreremo, così, avversari eliminabili solamente con la spada laser, con i poteri Jedi o con la presa (capace di un’istant kill esageratamente facile); tutto qua.
    Persino i “mini-boss” si presenteranno in non più di tre varianti nel corso dell’intera avventura, rendendo piuttosto noiosa la trafila (correlata di QTE) necessaria per sconfiggerne l’ennesimo.
    Le cose, ahinoi, non migliorano nemmeno grazie ai boss fight presenti nel corso dell’avventura, uno dei quali è nient’altro che lo scialbo scontro finale (rintuzzato in ultima battuta giusto da una sequenza scriptata davvero cinematografica).
    I problemi più gravi derivano però dal repentino reperimento dell’intera schiera di poteri Jedi, disponibili nella loro totalità molto prima della metà dell’avventura, e dall’esigua longevità della stessa.
    Partendo dal primo dei difetti più evidenti è impossibile non ammettere il suo concorso di colpa nell’annoiare il giocatore, che si ritroverà ad esplorare molto presto l’intero spettro di possibilità offerto dal titolo, vedendo così sfumare una graduale evoluzione del gameplay che porti sino alla fine qualcosa di nuovo a piccole dosi.
    Certamente non aiuta, poi, la gran quantità di punti esperienza guadagnati dall’uccisione dei nemici, che permetterà di potenziare le capacità a livello massimo in men che non si dica, soprattutto se aiutati dalle skill passive (come la rigenerazione automatica) garantite da alcune spade laser (reperibili, puntualmente, grazie agli holocron sparsi nei livelli).
    La punta dell’iceberg viene raggiunta però portando a termine l’intera avventura (nel nostro test a livello Normale) in circa sei ore.
    Poco importa, poi, se a termine del primo playtrough sbloccheremo il livello di difficoltà “Potente” o tutta una serie di sfide che, ripercorrendo i livelli nel rispetto di determinate condizioni, ci consentiranno di sbloccare extra ed obiettivi.

    Euphoria, anche quando non c’è molto da ridere

    Dal punto di vista tecnico Star Wars: Il Potere della Forza 2 difende egregiamente le potenzialità viste nel primo episodio e raffinate in questo seguito.
    La modellazione poligonale appare molto realistica, dettagliata e curata, tanto da assicurare un surplus non indifferente alla recitazione digitale dei personaggi a schermo.
    Il punto di forza della produzione sono però le animazioni che, grazie all’Euphoria engine, risultano un gradino al di sopra di moltissime produzione action di questa generazione; la naturalezza con la quale Starkiller maneggia le due lame energetiche in suo possesso è seconda solamente alla fluidità disarmante dei suoi sinuosi movimenti.
    Leggermente più ingessati i nemici, che comunque appaiono decisamente credibili in ogni situazione.
    Contribuisce alla riproduzione di una scena drammaticamente realistica anche l’Havok engine, il motore fisico che controlla le interazioni tra i corpi presenti nel mondo di gioco.
Benchè ancora si noti qualche stonatura il filo conduttore è esattamente quello del primo episodio, con un’attenzione particolare alla possibilità d’interagire con lo scenario in maniera del tutto creativa.
    Puntando lo sguardo sullo scenario, invece, i giudizi sono leggermente più altalenanti.
    Ancorchè la realizzazione poligonale dei livelli sia di buonissima caratura, così come la texturizzazione (seppur non sempre) ed il comparto shader, capace davvero di regalare spunti di altissimo livello, il level design deficita d’originalità, risultando piatto e, di tanto in tanto, riciclato, riproponendo gli stessi elementi quasi frutto di uno sbrigativo copia-incolla.
    Un vero peccato dunque che effetti particellari degni d’una produzione hollywoodiana e modelli poligonali dettagliatissimi e perfettamente animati cozzino con l’eccessiva monotonia e linearità degli scenari.
    Dal punto di vista sonoro non vi sono grossi appunti da muovere alla produzione, anzi: le campionature ambientali risultano precise e convincenti ed il doppiaggio, rigorosamente in italiano, è rimasto inalterato rispetto al precedente capitolo.

    Star Wars: Il Potere della Forza 2 Star Wars: Il Potere della Forza 2Versione Analizzata Xbox 360Pur presentando una struttura ludica dalle fondamenta solide Star Wars: Il Potere della Forza 2 vede, in diversi reparti, uno sviluppo talmente sommario da oscurare molte delle buone idee in campo. La trama, in primo luogo, perde l’occasione di affrontare una tematica interessante e matura, introducendola appena per poi virare verso un insipido misto di romanticismo e vendetta. Il gameplay, pur partendo da più che buone basi, si perde nella spirale della ripetitività, acuita da un’insensata distribuzione dei poteri Jedi e da troppo poca varietà tra le fila nemiche. Infine, persino l’ottimo comparto tecnico soffre della piattezza di un level design evidentemente poco elaborato e frettoloso (basti pensare alla differenza con il primo episodio ed i vari pianeti da esplorare). Se incorniciamo questa tela nell’esiguità della sua durata effettiva e nel replay value praticamente inesistente, quello che si staglia di fronte ai nostri occhi è un gioco del tutto incapace di emergere dalla mediocrità di tanti altri action game, incapace di lasciare il segno in questa generazione. Un vero peccato, considerando i trascorsi.

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