Recensione The Wolf Among Us - Faith

Un primo capitolo convincente anche senza fuochi d'artificio per la nuova IP Telltale Games

The Wolf Among Us
Recensione: PC
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • iPhone
  • iPad
  • Pc
  • Guadagnare fiducia incondizionata da parte di critica e pubblico, anche dopo qualche fallimento, non è da tutti. Soprattutto continuando sulla propria strada senza cambiare la propria visione di "intrattenimento". Telltale Games, in questo senso, è forse uno degli esempi più lampanti nel mondo videoludico: dopo Jurassick Park e Back to the Future ha saputo addirittura portare a casa l'ambito Game of the Year award, con l'elezione di The Walking Dead a furor di popolo. Ecco dunque giustificata tutta l'attesa attorno alla nuova IP del team californiano - The Wolf Among Us.
    Basato sulla famosissima serie a fumetti Fables, The Wolf Among Us ci traghetterà in una nuova avventura episodica, caratterizzata partendo dalle solidissime basi di The Walking Dead e differenziata soprattutto a livello emozionale. Dal dramma psico-sociale della comunità e dell'individuo si passa alle tinte noir di un thriller d'altri tempi, per quella che si preannuncia l'ennesima perla videoludica.
    Faith, il primo episodio da noi a fondo testato, ha infatti gettato le basi per un prosieguo molto promettente, dimostrandosi subito in grado di catturare l'attenzione. Le fondamenta del gameplay rimangono immutate rispetto a TWD, anche se novità e smussature non mancano. Il cardine attorno al quale ruota tutto è ovviamente il plot, intrigante sin dal principio anche se decisamente meno d'impatto a livello emotivo. Un vero e proprio episodio introduttivo, di fatto, che presenta i personaggi principali, i risvolti più importanti della vicenda ed inserisce qualche sparuto colpo di scena. Il ritmo non è dei più sostenuti, e in qualche caso si arriva addirittura a storcere il naso. Eppure Faith, anche senza esaltare, convince sempre più di minuto in minuto; man mano che il complesso intreccio investigativo inizia a pararsi d'innanzi ai nostri occhi e che il carattere unico dei personaggi viene accuratamente delineato.

    Fables o C’era una Volta?

    Parlando di Fables la similitudine con la recente serie TV FOX "Once Upon a Time" pare inevitabile. Nulla di più sbagliato, dato che la serie a fumetti di Bill Willingham, pubblicata da Vertigo a partire dal 2002, ha davvero poco a che vedere con lo show televisivo.
    In Fables le fiabe sono scappate a causa dell'Avversario, un potente invasore (una sorta di Sauron) che ha cominciato a prendere il potere gradualmente, scatenando poi i suoi eserciti per usurpare con la forza ogni Regno presente nei nostri racconti d'infanzia preferiti. Parte delle favole sono rimaste uccise; le più fortunate hanno trovato rifugio sulla Terra, stabilendosi qua e là nelle varie epoche. Ora vivono a New York, nella comunità autoctona di Fabletown e sotto l'influsso dell'incantesimo Glamour per confondere le proprie fattezze (vedi nani e Tre Porcellini) con gli esseri umani. Ricchezza e prosperità d'un tempo sono lontane: c'è chi vive all'addiaccio, chi ha problemi di coppia, chi deve darsi alla prostituzione. Per giunta, chi non riesce a permettersi i servigi delle streghe per il camuffamento, è costretto alla Fattoria, un pittoresco (e odiatissimo) ghetto fuori città.
    L'aspetto che rende unico ed inimitabile Fables, insomma, è la cruda caratterizzazione della società e della realtà di Fabletown, dei personaggi che vi abitano e tutto ciò che ne consegue. Willingham ha immaginato fiabe "moderne", fatte soprattutto di vizi e problemi che di virtù; spesso ottenebrate da un cinismo peggiore rispetto al newyorchese medio. Ecco quindi che troviamo il Principe Azzurro dipinto come il donnaiolo che ha tradito a cuor leggero tre o quattro mogli, Pinocchio lamentarsi di "quella stronza della Fata dai Capelli Turchini" per averlo reso per sempre bambino ed impossibilitato a fare sesso, Biancaneve single in carriera e Bigby Wolf (il Lupo Cattivo) a fare lo sceriffo e andare addirittura d'accordo con i Tre Porcellini (dopo l'amnistia - un ri-azzeramento di tutti i dissapori del mondo delle fiabe).
    Questo è l'universo di Fables e questa è l'unica infarinatura che è necessario conoscere per approcciare The Wolf Among Us, dato che le sue vicende sono ambientate ben vent'anni prima della meravigliosa serie a fumetti e che, a quanto abbiamo potuto vedere, più di qualche aspetto potrebbe persino differire rispetto alla continuity principale.

    The Wolf and The Killer

    Dopo un prologo perfetto per introdurre il protagonista ed il suo fare da burbero, le vicende di questo primo capitolo si aprono con un omicidio. Una fiaba senza nome martoriata e mutilata. Un messaggio depositato di fronte agli appartamenti di Woodland Hills, residenza dei più rispettabili abitanti di Fabletown. "Sarà stato uno di noi a fare questo?" chiede una preoccupata Biancaneve al suo fido segugio. Impossibile affermarlo con certezza: non prima di aver analizzato a fondo la scena del crimine ed interrogato i già presenti sospetti.
    Da questo semplice ma convincente incipit partono i primi fili di quella che ci è sembrata, ad episodio concluso, una trama già piuttosto complessa ed avvincente: capace in potenza di tenere tutti con il fiato sospeso. Per ovvie ragioni non intendiamo rivelare di più riguardo alla vicenda in se, lasciando soltanto a voi il piacere di scoprire quanto accadrà in Faith.
    A livello strutturale quanto abbiamo potuto saggiare ci ha convinto, per quanto al momento non si possano ancora trarre conclusioni definitive. I ritmi particolari di gialli e thriller, infatti, prevedono un percorso graduale, sincopato, fatto sì di momenti tesi e adrenalinici ma anche e soprattutto riflessivi, posando una ad una le tessere di un puzzle molto più grande. In questo Telltale ci è sembrata maestra: tempi scenici e registici vengono puntualmente rispettati; eventi e retroscena vengono alla luce con moderazione, senza fretta, anche a costo di rendere qualche intermezzo un po' troppo statico e non sempre digeribilissimo. L'alternanza di investigazione ed azione (molta più che in The Walking Dead), in ogni caso, funziona molto bene. Gli intermezzi più movimentati spezzano efficacemente i ritmi dell'indagine e, pur senza quella carica ansiogena tipica di TWD (qui non ci troveremo ad affrontare orde di nemici), mantengono sempre attivo e reattivo il videoplayer, appagandone il desiderio ludico.
    Ma la parte più riuscita in Faith, è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi che, a differenza di una vicenda sempre in sospeso, vengono dal principio e perfettamente delineati. Telltale Games ci dimostra ancora una volta come la psicologia spicciola, nelle sue produzioni, non sia assolutamente di casa. Soprattutto chi ha imparato ad amare Fables riconoscerà in The Wolf Among Us tutti i tratti dei personaggi apparsi: dal duro Bigby Wolf alla Biancaneve all'apparenza forte per celare le insicurezze di una predestinata al comando. E così via fino ai comprimari, senza lasciarsi sfuggire nemmeno un dettaglio. Il lavoro di caratterizzazione appare già ora come fiore all'occhiello della produzione, andando addirittura ad inserire, nelle pieghe della vicenda, riferimenti più o meno velati ad attori che entreranno in scena più avanti, ma che già sappiamo essere importanti. Parte fondamentale dell'oliato meccanismo la performance dei doppiatori, che nel caso di The Wolf Among Us superano, a nostro avviso, il precedente The Walking Dead. Considerando la natura europea di alcune fiabe, trasportate a New York City, le differenze linguistico-culturali si debbono sentire ancora di più. E The Wolf Among Us ci riesce, facendoci letteralmente gioire pur senza sottotitolazione in italiano (questo sì un difetto da sottolineare). Non da meno, ovviamente, la sceneggiatura, magistralmente delineata da linee di dialogo mai banali, per quanto non sempre congrue tra loro. Rispetto alla precedente produzione Telltale, in questo primo episodio, abbiamo notato una minor incidenza (nell'immediato) di alcune delle nostre risposte, di tanto in tanto confluite in una stessa risoluzione dialogica. Si tratta in ogni caso di un "difetto" riscontrato solo rigiocando tre volte il capitolo.

    Diametralmente opposto, invece, il discorso "scelte", che dimostrano sin dal principio di avere un'incidenza maggiore anche nell'immediato. Moltissimi dialoghi finiranno per rendere collaborativi o meno i personaggi che ruoteranno attorno a Bigby, aiutando od ostacolando le indagini già in questo primo capitolo. Ed è proprio la particolare natura investigativa di Wolf Among Us a rendere possibile il tutto. Ci troveremo, ad un certo punto, ad esaminare la scena di un'aggressione, tentando di smascherare le bugie di un timoroso Mr. Toad. Basterà esaminare gli oggetti per dare luogo a botta e risposta da terzo grado, durante i quali incalzare al meglio per ottenere il risultato sperato. Se non dovessimo riuscirci avremo sempre la possibilità di sfoderare gli artigli e minacciare il malcapitato...facendo però una brutta impressione sulla bella Biancaneve.
    Il dualismo tra agire d'impulso e frenare gli istinti, che caratterizza Bigby nel fumetto, si ripercuote in The Wolf Among Us direttamente sul gameplay, portando nuove e rinfrescanti meccaniche di "combattimento". Dinamiche rinnovate per i semplici Quick Time Event si uniscono a fasi molto più concitate ed "attive", nelle quali inquadrare velocemente una delle opzioni possibili e premere in fretta uno dei grilletti dedicati. Questa rimpolpata componente action, anche grazie ai poteri di lupo che faranno capolino, galvanizza il giocatore e restituisce un maggior senso di partecipazione all'avventura, aumentando allo stesso le opzioni per interfacciarsi con gli altri personaggi. Interessanti, a livello collaterale, anche le nuove "fasi on-rail": in buona sostanza inseguimenti nel corso dei quali evitare ostacoli, infilarsi in pericolosi pertugi e mantenere il passo in maniera sempre piuttosto spettacolare: un iniezione d'adrenalina extra a ri-equilibrare i ritmi non certo agitati di questo capitolo.
    Parlando di novità, in conclusione, non possiamo che lasciare la piazza d'onore ad una tipologia di scelte extra integrate proprio in The Wolf Among Us come avventura investigativa. In momenti prestabiliti dovremo decidere che direzione prendere, dove intervenire prima, chi aiutare o non aiutare. La tempistica sarà fondamentale, poiché questi casi avranno grosse ripercussioni sia nell'immediato che sul lungo periodo. In Faith abbiamo sperimentato una sola di queste importanti scelte, rimanendo veramente a bocca aperta alla visione dei risultati. Per tutto il resto, ovviamente, The Wolf Among Us si rifà completamente a The Walking Dead, presentandoci le stesse dinamiche d'interazione con lo scenario, gestione dell'inventario, interazione con i personaggi e progressione quadro dopo quadro.
    Vi si rifà anche a livello visivo, mostrando però un'evoluzione dettata dalle necessità di caratterizzare un thriller basato su una serie a fumetti. Il favoloso tratto del cell shading si fa più marcato, vivido, e i colori alla stessa maniera molto più accesi. Lo stacco dalle atmosfere senza speranza di The Walking Dead è netto, ed anche a livello puramente tecnico i miglioramenti (definizione, pulizia, precisione) si notano dal principio. I vantaggi più evidenti soprattuto in una miglior caratterizzazione delle animazioni ed espressioni facciali, capaci di rendere al meglio i risvolti della vicenda. Il colpo d'occhio generale, grazie anche ad un contrasto deciso e vigoroso (quasi alle soglie dell'esagerazione) è fantastico: a dir poco perfetto per una tetra avventura nei bassifondi. Peccato solo che, almeno nella versione Xbox 360 da noi testata, qualche rallentamento faccia ancora capolino. Fortunatamente nulla di compromettente.


    The Wolf Among Us The Wolf Among UsVersione Analizzata Xbox 360Come fu per The Walking Dead anche giudicare questo primo episodio di The Wolf Among Us è molto difficile. Faith non colpisce potentemente come forse molti aspettavano, quanto più getta solidissime basi per quella che potrebbe diventare sul lungo periodo l’ennesima stagione-capolavoro made by Telltale. Merita quindi la nostra fiducia, e la fiducia di tutti coloro i quali abbiano amato The Walking Dead. La vicenda, pur partendo a ritmi bassi, sembra in grado di mantenere alta la tensione e i personaggi mostrano già ora una caratterizzazione eccezionalmente approfondita. Qualche novità a livello di gameplay fa il paio con tutte le vecchie routine, che tornano immancabili a delineare la tipica avventura grafica Telltale, questa volta con quel pizzico d’azione in più che non guasta mai. Le ottime qualità del comparto tecnico contornano un primo episodio ben confezionato: uno starting point misurato e convincente per una serie che, ne siamo certi, ingranerà le marce più alte a partire dal prossimo episodio.

    8

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