Recensione Tiger Woods PGA Tour 10 per Xbox 360

Il nuovo capitolo della simulazione golfistica per eccellenza: un realismo senza pari

Recensione Tiger Woods PGA Tour 10 per Xbox 360
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Disponibile per
  • PS2
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • iPhone
  • Psp
  • Negli ultimi anni Electronic Arts è riuscita nell’intento di affermarsi come una delle migliori software house e anche come una tra le case di distribuzione più prolifiche ed affermate sul mercato internazionale.
    Una buona parte di questo successo, specialmente nel vecchio continente e negli States, è dovuta ai miracolosi progressi fatti dalla sua lineup sportiva, divenuta in meno di un quinquennio punto di riferimento per gli appassionati della simulazione, senza tuttavia scontentare i giocatori meno inclini all’impegno.
    EA Sports, divisione canadese responsabile proprio di queste produzioni, ha svolto un lavoro davvero incredibile, sovvertendo l’etichetta “Arcade” che gli era stata cucita addosso e riscuotendo premi e consensi in ogni angolo dei Globo Terrestre.
    Spesso però accade, soprattutto in un paese come il nostro che fa del calcio una religione, che alcuni titoli subiscano, da parte di pubblico e critica, un trattamento di eccessiva sufficienza, concentrando invece tutta l’attenzione sul pur ottimo FIFA.
    Riteniamo ingiusto non premiare con la giusta visibilità la completezza del lavoro EA Sports che, lasciando perdere il sempreverde pallone, vede il suo culmine nelle produzioni golfistiche ed hockeistiche.
    In questa sede intendiamo soffermarci sulle prime, proponendo la disanima di quello che è uno tra i titoli più interessanti della prima parte della lineup sportiva EA, quella che -di solito- riempie le calde serate estive di noi video giocatori.
    Stiamo parlando di Tiger Woods PGA Tour 10, già disponibile sul mercato americano ed in arrivo, per Playstation 3, Playstation 2, PC ed Xbox 360 i primi di Luglio.

    Poche, mirate novità

    Il gameplay di Tiger Woods PGA Tour 10, rispetto al già ottimo episodio della passata stagione, non ha subito stravolgimenti ma, piuttosto, qualche limata qua e la, per renderlo più “amichevole” anche ai meno avvezzi.
    L’unico cambiamento immediatamente tangibile riguarda la fase di putting (il tiro sul green, ove risiede la buca): oltre al classico reticolo indicante le pendenze e la possibilità di effettuare -per ciascun colpo- un put preview (vedere sul campo la traiettoria del tiro), troviamo, sulla destra dello schermo, una barra contrassegnata da una zona tinta di giallo.
    Tale aggiunta all’HUD di gioco aiuta i giocatori in quella che, da quando è stato implementato l’uso dello stick analogico, risulta la fase più difficile, ovvero il dosaggio della forza sul green.
    La zona gialla, il cui centro sarà marcato da frecce, indica infatti la potenza necessaria per portare la pallina nel punto da noi deciso.
    Tirando indietro lo stick noteremo un piccolo put, vincolato ad una linea, scendere a mò di cursore verso il basso; una volta arrivato nella zona desiderata basterà premere la levetta in avanti per puttare e, grazie alla linea, controllare il movimento (diritto o meno) della mazza.
    Le restanti fasi del gioco, come anticipato, mantengono le ottime caratteristiche del passato.
    Lo swing è legato allo stick analogico sinistro; durante la fase di backswing è possibile aumentare oltre il 100% la potenza del tiro (premendo velocemente il tasto adibito); mentre la pallina è in aria, mediante la stessa azione unita al direzionamento, è consentito darele lo spin desiderato e, da ciascuna posizione, potremo decidere il tipo di colpo e la mazza da utilizzare.
    Alcune delle caratteristiche un pò più arcade sopra descritte vengono amalgamate alla perfezione all’incredibile fisica di gioco, capace di dare un feedback ultra realistico riguardo l’effetto del vento, della pioggia e delle diverse tipologie di terreno (erba corta, media, alta e sabbia).
    L’elemento che impressiona maggiormente è però la pioggia, implementata quest’anno in maniera completamente diversa rispetto ad un infelice passato in cui i suoi effetti erano pressochè nulli.
    La pioggia avrà, sostanzialmente, due effetti: ridurre la velocità e la permanenza in aria della pallina e diminuire drasticamente i rimbalzi e lo scorrere della stessa sul fairway e sul green (dove l’erba è più bassa).
    EA Sports, però, non ha voluto fermarsi a questo primo step, modificando l’impatto della pioggia a seconda della durata della perturbazione, quasi ci fosse un algoritmo (e non escludiamo ci sia davvero) in grado di calcolarne la quantità discesa.
    Se, ad esempio, in un normale percorso a 18 buche, inizierà a piovere alla prima, gli effetti, già alla nona, saranno amplificati dalla mole d’acqua caduta; non solo: se anche dopo aver piovuto durante 5-6 buche dovesse smettere, gli effetti sul terreno si sentiranno ancora per un determinato intervallo di tempo, necessario per asciugare il percorso.
    Con l’implementazione del meteo dinamico le variabili di gioco sono davvero moltissime: come la pioggia anche il vento cambierà intensità e direzione del soffio durante un percorso, chiedendo al giocatore un approccio sempre leggermente diverso.

    Modalità per tutti i gusti

    Dal punto di vista delle modalità di gioco, in Tiger Woods 10, non si è certamente andati al risparmio: troveremo, anzitutto, una corposa modalità carriera nel corso della quale allevare il nostro alter ego golfista.
    Tutto, a partire dalla creazione del personaggio, è curato a regola d’arte.
    Il servizio Photo Game Face ci permetterè, in primis, di uploadare sul sito EA Sports due foto del nostro viso, una di fronte ed una di profilo.
    Una volta recuperate, in maniera del tutto automatica, all’interno del gioco, potremo posizionare i marker (come indicato da tutorial) per far riconoscere al sofisticato sistema la fisionomia del nostro volto; il risultato, non senza alcuni post-ritocchi, è a dir poco stupefacente.
    Al viso potremo quindi abbinare il fisico, personalizzabile anch’esso tramite un nugolo di opzioni che consentiranno di ricreare alla perfezione la nostra persona.
    Un piccolo neo, a dire il vero, macchia questo perfetto editor di golfisti: nella precedente incarnazione del brand, seppur con meno opzioni a disposizione, era possibile scegliere altezza (in cm) e peso (in Kg); ora, incomprensibilmente, queste voci sono state sostituite da un più generico sistema d’assi cartesiane che consente di allungare e ingrossare le varie parti del corpo, risultando, per quanto efficace, decisamente meno preciso.
    Importata la propria figura nel gioco verrà il momento di capire il livello golfistico di partenza.
    Ritorna, anche qui, l’ingegnoso sistema visto in Tiger Woods 09: il coach di Tiger ci guiderà attraverso una serie di allenamenti mirati, al termine dei quali avremo il risultato di partenza delle nostre skill di base.
    Il sistema è diviso in quattro settori (Power, Accuracy, Short Game e Putting) che, a seconda delle nostre prestazioni, aumenteranno o diminuiranno in maniera dinamica.
    Completato ciascun circuito (18 buche), infatti, il nostro rendimento verrà valutato e si andrà a comporre, man mano, un grafico dei nostri progressi.
    La potenza aumenterà tanto più aumenteremo la distanza del nostro drive (il primo colpo), la precisione a seconda della percentuale di F.I.R. (Fairway in Regulation, ovvero al primo swing), lo short game dietro alla percentuale di G.I.R. (Green in Regulation, ovvero al primo colpo partendo dal fairway) ed il putting man mano che diminuiremo -sul green- le “puttate” necessarie per andare in buca.
    Mantenere alte tutte le statistiche non sarà per nulla facile: basterà un circuito giocato al di sotto della media, magari in condizioni atmosferiche penalizzanti, per veder scendere vertiginosamente gli attributi.
    In nostro aiuto, fortunatamente, verranno diversi fattori, primo tra i quali il coach, seguito a ruota dal fedele Pro Shop.
    Al termine di ciascun percorso, identificato come uno dei quattro round di un torneo, l’allenatore, osservando le nostre prestazioni, ci suggerirà in quali aree esercitarci, proponendoci una serie di sfide (mandare la pallina in un’area contrassegnata partendo da diverse zone del campo) atte al loro miglioramento.
    Eseguendo correttamente i cosiddetti “drill” non otterremo però un potenziamento duraturo bensì potenziale, ovvero immediato ma da confermare (o smentire) attraverso la prestazione immediatamente successiva.
    Ci sarà, infine, il negozio, nel quale comprare, tramite i soldi guadagnati nell’innumerevole mole di tornei, abbigliamento, accessori e attrezzatura; ogni oggetto, come da tradizione, sarà legato al potenziamento di una delle caratteristiche, più o meno “spinto” a seconda del prezzo.
    Gradito è il ritorno, da questo punto di vista, dei costumi speciali (Ninja, centurione romano, Isaac Clarke...): esilaranti completi dal costo quasi proibitivo (5 milioni di dollari) ma capaci di massimizzare tutte le skill in un colpo solo.
    Oltre alla carriera in Tiger Woods 10 troviamo una corposa scelta di modalità single player e mutliplayer in locale che consentiranno di sfidarsi (o di sfidare la CPU) personalizzando al massimo la tipologia di gioco.
    La nuova incarnazione del brand golfistico mette, in questo senso, a loro agio anche i cosiddetti “PRO” che potranno rendere simulativo oltre ogni limite il loro gioco eliminando gli “aiuti” (backspin power up, spin in aria, put preview...) e modificando la distanza del tee (punto di partenza), l’altezza del rough (l’erba più alta sul campo) ed il posizionamento del pin (la buca) sul green.
    Vi è, infine, la possibilità di attivare il Live Weather, un’altra delle novità di quest’anno.
    Questo meccanismo, tramite la connessione ad internet, traccia le condizioni metereologiche della zona ove è situato il percorso in questione, riproponendole tali e quali nel gioco.
    Ognuna di queste opzioni, naturalmente, sarà accessibile anche all’avvio della carriera.
    La feature più interessante rimane però la possibilità di utilizzare il proprio golfista personalizzato in ognuna delle modalità di gioco, mettendone in ballo la crescita e, addirittura, scommettendo il denaro vinto mediante le competizioni ufficiali.

    Mastodontico anche online

    Tiger Woods PGA Tour 10 presenta un comparto online vasto almeno quanto quello offline e ricco di possibilità diverse.
    Oltre alla controparte via etere del multiplayer offline, in cui tuttavia non vedremo aumentare o diminuire le skill del nostro golfista, è presente una succosa nuova sezione, denominata Live Tournaments.
    Questi tornei, suddivisi per fasce d’abilità e difficoltà, sono eventi della durata di 24 ore durante le quali il partecipante potrà effettuare tutti i “giri” del percorso che vorrà, registrando di volta in volta sui server EA i risultati.
    Terminato il tempo per inviare le proprie performance un sistema automatizzato raccoglierà i dati e stilerà una classifica dettagliata, già presente in forma minore in tempo reale, dei partecipanti, a seconda del numero di colpi -sopra o sotto il par- con i quali hanno chiuso il percorso.
    La sezione Live Tournaments prevederà eventi dalla durata giornaliera, eventi ripetuti settimanalmente ed eventi PRO, il clou per gli amanti della simulazione più estrema.
    Questi ultimi, infatti, metteranno, in ciascun momento della stagione, il giocatore a confronto con i golfisti reali, in un torneo realmente in corso.
    Al momento della nostra prova, ad esempio, era in corso (com’è in corso tuttora) lo USG Open, una delle manifestazioni americane più importanti: in PGA Tour 10, in qualsiasi momento, era possibile affrontare lo stesso percorso dei professionisti, con le stesse condizioni atmosferiche e confrontandoci con i loro punteggi.
    In questo caso, ovviamente, non sarà possibile fare ricorso allo swing potenziato, allo spin “manuale” ed al put preview.
    Comparando i risultati delle diverse modalità di gioco presenti nella sotto sezione Live Tournaments la differenza si nota subito: ove possibile far ricorso a tutte le feature del gioco, comprese quelle “arcade”, i punteggi risultano stratosferici, quasi irreali (chiusure 25/30 colpi sotto il par sulle 18 buche sono all’ordine del giorno); dove, invece, sono applicate le restrizioni PRO i tabellini delle chiusure sforano raramente i cinque colpi sotto il par.
    Tutti i tornei di questa particolare sezione del gioco si presentano, purtroppo, adatti solamente al giocatore singolo, in quanto non permettono, come tutte le altre modalità, l’azione simultanea di due o più giocatori sullo stesso terreno.

    Fotorealismo

    Dal punto di vista tecnico PGA Tour 10 raccoglie tutta l’eredità del passato portandosi in perfetta linea con le produzioni EA Sport, basate sul fotorealismo visivo.
    I modelli dei golfisti si presentano ricchi di poligoni e precisi soprattutto nell’accurata selezione delle proporzioni fisiche e nella realizzazione dei volti.
    Molto precisa e curata anche la riproduzione degli ambienti e dell’attrezzatura golfistica presente all’interno del gioco.
    Un deciso passo avanti è stato fatto nell’implementazione di texture e shader superficiali che, grazie ai passi avanti compiuti dalla tecnica ed all’aggiunta di accurate mappe superficiali, riescono a rendere in maniera ancor più credibile la resa delle superfici.
    Particolarmente impressionante l’erba, completamente tridimensionale, e l’acqua, capace, benchè presente in minor misura, di offrire effetti di un realismo non comune in produzioni sportive sui generis.
    L’ultimo tocco di grazia, in termini d’atmosfera, è dato dalla sapiente gestione dell’illuminazione e dalle accese tonalità pastello che rendono l’ambiente di Tiger Woods 10 più vivo che mai.
    La gestione di luci e colori riesce a regalare vivi scorci pomeridiani così come albe e tramonti da mozzare letteralmente il fiato.
    Ottima, quasi perfetta, come ampiamente sottolineato in precedenza la fisica ambientale che ricostruisce in tutto e per tutto quel che avviene in un campo da golf.
    Volendo essere estremamente pignoli non convincono al 100% i rimbalzi della palla sugli alberi ed il suo comportamento tra le loro fronde; d’altronde, però, sono porzioni del campo dove nessuno vuole arrivare.
    Solo discreta la gestione delle telecamere che, in alcuni frangenti, non permette una visuale ottimale sul campo e, ancor peggio, sullo stesso green.
    Nulla da ridire sulle campionature sonore, in grado di far percepire da sole l’utilizzo di mazze differenti e le differenti porzioni del campo sulle quali rimbalza la pallina.
    Piacevole, infine, sarebbe stata l’aggiunta del caddie ad accompagnare l’azione.

    Tiger Woods PGA Tour 10 Tiger Woods PGA Tour 10Versione Analizzata Xbox 360Tiger Woods PGA Tour 10 conferma tutte le aspettative e, pur non aggiungendo moltissimo al predecessore (non se ne sentiva il bisogno, d’altronde), riesce a confermarne ed affermarne, con qualche piccolo ritocco, tutte le caratteristiche migliori, confermandosi, per ora, come il miglior titolo sportivo del 2009; assolutamente alla pari con FIFA 09 ed NHL 09, già ampiamente lodati sulle nostre pagine. La grafica fotorealistica è solo l’ultima ciliegina sulla torta di una produzione radicata in un gameplay solido, divertente, collaudato e funzionale, capace di mettere d’accordo gli amanti della simulazione ed i giocatori più spensierati. L’esagerata mole di modalità di gioco, le elevatissime opzioni per la loro personalizzazione e la possibilità di utilizzare, anche al di fuori della superba modalità carriera, il nostro alter-ego (letteralmente, stavolta) rendono il titolo EA Sports una perla di rara bellezza. Il capolavoro culmina però nell’efficace implementazione di un comparto online dalle mille possibilità, con l’interessante aggiunta, quest’anno, dei Live Tournaments, per non far mancare nulla a ciascun golfista virtuale.

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