Recensione Tiger Woods PGA Tour 12: The Masters

La Tigre compete per il suo primo Master

Recensione Tiger Woods PGA Tour 12: The Masters
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Nel mondo dei videogiochi, al di là dei successi o degli insuccessi, ci sono brand semplicemente immortali, che non invecchiano mai e che continueremo a vedere a prescindere sugli scaffali dei negozi. Uno di questi è, senza il minimo dubbio, Tiger Woods PGA Tour, giunto oramai ad un numero di edizioni impossibili da contare dato che il brand -in origine solo PGA Tour Golf- esiste sin dai tempi della mitica Playstation.
    Con questo capitolo il team di sviluppo, pur senza stravolgere alcunché, si è riproposto di ascoltare le numerose lamentele dei fan riguardo, soprattutto, al precedente episodio della serie, sistemando alcuni problemi e proponendo -al solito- una sequela di novità "di contorno" ad un gameplay oramai rodato. Tiger Woods PGA Tour 12: The Masters, dedicato quest'anno al prestigioso torneo di Augusta (quello della "Giacca Verde", per intenderci), è disponibile nei negozi a partire dal 1° Aprile, per Xbox 360, Playstation 3 e Wii.

    Il giro del mondo in 80 buche

    Sin dai primi istanti di navigazione nei menù di gioco s'intuisce in maniera abbastanza chiara la concentrazione del team sul famosissimo Augusta Master, il primo torneo importante della stagione golfistica, in procinto di prendere il via proprio in queste settimane. Prima ancora di poterci muovere, proprio come NBA 2K11 ha insegnato, verremo catapultati in una spettacolare presentazione in-game che ci porterà ai tempi dell'ultima giacca verde indossata da Tiger. Sconfitto Anthony Kim dopo una serie di colpi piuttosto "scriptata", e venuti subito a contatto con qualche nuova dinamica di gioco (sulla quale torneremo in seguito), abbiamo finalmente facoltà di gironzolare nel comodo menù che, per non sbagliarsi, cambia completamente -per la terza volta in tre anni- il suo layout, lasciando momentaneamente spiazzato anche il più accanito golfista virtuale.
    Trovata la quadratura del cerchio la natura Augusta-centrica viene sottolineata soprattutto dalle modalità che faranno da "contorno" alla carriera principale, rimasta ancora una volta il cuore di Tiger Woods PGA Tour. Da una parte troveremo Master Moments, una riproposizione di quella che era stata finora la modalità Sfide PGA in cui verremo chiamati a riprodurre in-game alcune delle prestazioni più clamorose di sempre all'Augusta Master. Gli eventi spaziano dalle prodezze di Arnold Palmer e Jack Nicklaus (50-60 anni nel passato) all'incredibile approccio al green della tredicesima buca da dietro un albero che nel 2010 permise a Phil Mickaelson di portare a casa la tanto agognata giacca. Ci sarà spazio, ovviamente, anche per i numerosi skill shot di Tiger Woods che nel corso della sua impressionante carriera gli hanno permesso di vincere il prestigioso torneo per ben quattro volte.
    E proprio a proposito della Tigre e delle sue esperienze ad Augusta, in PGA Tour 12 troveremo una seconda modalità scenario, chiamata Tiger Woods at The Masters e corredata da tutta una serie di interviste esclusive concesse dal campione proprio per parlare della sua esperienza negli anni lungo il percorso di Augusta. Ludicamente si tratterà di rivivere interamente tutte le vittorie del campione statunitense al Master, tentando -infine- di ribaltare le sorti dell'edizione 2010 e di portarlo al trionfo nell'edizione al via proprio questo mese.
    Per quanto risultino, ad un'analisi ben approfondita, leggermente ripetitive (soprattuto Master Moments - un continuo trial & error), queste modalità di contorno funzionano bene, risultando in un buon diversivo alla lunga ed articolata carriera, una discreta fonte di divertimento nella misura in cui saranno in grado di testare a tutto tondo le nostre capacità, ed integrandosi perfettamente alla carriera stessa.
    Riguardo a quest'ultima va detto che il team ha svolto un lavoro davvero certosino nel limare difetti e migliorare la progressione sotto ogni aspetto. Partendo dalla creazione del personaggio, arricchita finalmente dalla possibilità di importare il salvataggio precedente per recuperare un certo numero di EXP (dipendenti dai progressi in Tiger Woods PGA Tour 11), in questa incarnazione ci troveremo a dover scalare l'altura del professionismo nel vero senso della parola. Partiremo, infatti, come degli Amateur invitati ad alcuni eventi direttamente dal nostro primissimo sponsor nel gioco (chi se non Electronic Arts). Un buon piazzamento in queste prime fasi consentirà di partecipare alla Q-School, porta d'ingresso secondaria che potrà offrirci una Wild Card per entrare di soppiatto nel mondo PGA e dimostrare di che pasta siamo fatti. Se all'inizio le cose sembreranno quasi facili, con un solo round di gioco per percorso e punteggi avversari minimi tra il +2 e il PAR, con l'ingresso tra i professionisti la strada sarà tutta in salita (lotta serrata, punteggi bassissimi, 4 giorni di gara...) fino all'agognato Master di Augusta, traguardo ultimo anche nella carriera.
    Per rendere meno monotona la progressione i ragazzi di EA Tiburon hanno inserito, per ciascun torneo al quale ci qualificheremo, una serie di eventi collaterali facoltativi da svolgere nelle giornate immediatamente precedenti al week-end lungo di gara. In primis ci imbatteremo in una divertente fase denominata Training, nel corso della quale familiarizzare con i campi sfidando il professionista di turno ad uno dei matchup disponibili per le partite veloci (bingo-bango-bongo, match play, skins e tutti gli altri conosciuti nelle scorse incarnazioni del brand); vincere o perdere non comprometterà la progressione ma influirà solamente sul guadagno in termini d'esperienza. Ad affiancare l'allenamento le Sfide Sponsor, un'interessante aggiunta che permetterà di sbloccare -man mano- nuovi oggetti nel proverbiale negozio. Sotto questo punto di vista è bene aprire una parentesi per evidenziare come, finalmente, dopo ben 4 episodi della saga, l'ottenimento di nuovo vestiario e di nuove mazze per arricchire la nostra sacca abbia un senso. Il meccanismo, infatti, non prevede più una spesa in denaro (o, peggio, EXP) per sbloccare gli oggetti ma collega il tutto alle numerose sfide proposte dagli sponsor. Queste grandi multinazionali (PING, Callaway, Nike...) ci contatteranno man mano che progrediremo verso il Master, proponendoci dei traguardi sempre più difficili da superare (suddivisi in quattro livelli) e dandoci la possibilità di utilizzare equipaggiamento sempre più evoluto (capace cioè di fornire i classici bonus alle skill golfistiche del nostro alter-ego).
    Aldilà di questo, tuttavia, la carriera si mostra decisamente simile agli episodi passati, con ottenimento di punti esperienza a seconda dei risultati ottenuti sul campo e possibilità di migliorare le skill del nostro alter-ego, suddivise nuovamente in Potenza, Precisione, Controllo (effetti sulla palla) e Putting. Tra le aggiunte di contorno troviamo infine la Golf Card, una sorta di badge al quale appendere una serie di spille guadagnate secondo i nostri progressi per mostrare, soprattutto online, le nostre abilità.
    Poche novità sostanziali anche riguardo al comparto online, che vede il ritorno dei Live Tournament, delle GamerNet Challenge (la possibilità di postare video-sfide con i propri colpi migliori) e della possibilità di organizzare sfide tra amici impostando uno qualsiasi dei moltissimi matchup e dei mini-game disponibili. Da sottolineare, invece, l'introduzione online della telecamera True-Aim che, a differenza dello scorso episodio, permetterà di giocare anche tra amici senza alcuno aiuto a schermo. Aumentato, dunque, il numero di filtri nell'impostazione delle partite: tweak che farà sicuramente felici gli appassionati di golf.

    Who’s your caddie?

    Alle varie smussature descritte s'unisce un gameplay, come già sottolineato, con un solo cambiamento veramente di rilievo, l'introduzione del caddie. L'aiutante in oggetto offrirà un prezioso aiuto sui campi da gioco, consigliando di volta in volta uno o due tiri possibili e suddividendone in tre categorie (figurate da tre colori - verde, arancio e rosso) la pericolosità. Sin dal primo istante i consigli del caddie si rivelano alquanto meticolosi, rendendo quasi superfluo il calcolo delle distanze e l'osservazione sistematica di ogni centimetro quadrato del campo da gioco. In sostanza sarà sufficiente selezionare una delle soluzioni proposte -valutandone i pro e i contro- ed aggiungervi la corretta potenza e direzione del tiro (tramite levetta analogica). Giunti sul green, inoltre, il caddie valuterà pendenze e distanze proponendo graficamente uno spot di tiro e consigliando a voce a che distanza dalla buca (e verso quale direzione) posizionare il marker che configura il puntamento. Ciò che di primo acchito sembra una mera facilitazione per casual gamer si rivela, approfondendone l'utilizzo, non solo un comodo discernimento tra approcci più o meno impegnati ma anche una feature molto più articolata del previsto; fondamentale ancorché si decida di non usufruirne. Anzitutto è bene precisare che il caddie sarà corredato da un'intelligenza artificiale in continua crescita, a seconda dei progressi generali del nostro alter-ego ed a seconda di particolari obiettivi legati ad ogni campo da gioco. Per quanto riguarda il golfista, ad esempio, maggiore sarà la capacità di "leggere" i green (un aumento grafico del numero di linee nella griglia), migliori saranno i consigli sulla traiettoria ideale da far seguire alla pallina. Per ciò che concerne i campi, invece, il tutto diventa molto più complicato ed interessante. Vi saranno, infatti, tre diversi livelli di conoscenza del campo (Bronzo, Argento ed Oro), ai quali saranno legati obiettivi sempre più difficili (al "Birdie a PAR 3,4 and 5" del Bronzo corrisponderà ad esempio "Make a 7 streak Birdie" dell'Oro). Portandoli a termine il nostro caddie acquisirà informazioni sempre più dettagliate che consentiranno una lettura del campo di volta in volta più precisa: in sostanza un decremento delle dimensioni del cosiddetto hit circle, il cerchio che mostra la possibile zona d'atterraggio della pallina.
    In ultima istanza, lo ribadiamo, sarà il videoplayer a decidere se seguire alla lettera i numerosi e funzionali consigli del suo caddie oppure se osservarli (in quanto comprensivi di mazza utilizzata e forza applicata, fade/draw, valutazione del vento e delle conformazione del percorso, impugnatura e punto di contatto con la pallina) e decidere di customizzare il tiro proponendo le varianti desiderate. Un ottimo livello di personalizzazione dell'azione che si riflette anche nella possibilità di modellare a proprio piacimento la difficoltà, in maniera molto più approfondita rispetto alle scorse incarnazioni. Oltre alla proverbiale possibilità di attivare o disattivare i power up che consentono di aumentare la potenza del colpo, focalizzare il punto d'atterraggio e modificare lo spin della palla in volo avremo la facoltà di impostare un nuovo livello di difficoltà chiamato Tournament, che eliderà anche la power bar d'aiuto al putting, lasciando il tutto all'esclusivo appannaggio del giocatore, coadiuvato da una leggera vibrazione del pad in corrispondenza dello sweet spot (il punto in cui rilasciare la mazza). Quest'ulteriore approfondimento della difficoltà influirà anche sui campi da gioco, posizionando le bandiere alla stregua dei tornei reali (suddividendone il piazzamento, in alcuni casi, anche per le giornate di gara), aumentando l'altezza del secondo taglio di rough e aumentando notevolmente la velocità dei green. In questo caso, però, verranno meno anche le indicazioni visive del caddie, rendendolo praticamente inutile: non una mossa molto intelligente, a nostro avviso. Potremo decidere, infine, per quanto riguarda i tornei componenti la carriera, il tipo di scoring degli avversari, da un minimo di "Very Low" ad un massimo di "Insane". La prova ha ampiamente dimostrato che, quest'anno, già di default lo scoring avversario risulta concorde al livello di competenza dei professionisti in campo, senza l'esigenza -almeno non da subito- di aumentarne le capacità. Tuttavia, per chi volesse bilanciare un eventuale utilizzo dell'intero comparto degli "aiuti" (i power up), una modifica verso il più spinto "Insane" sarà necessaria, consci però di affrontare punteggi complessivi (sui quattro giri) tra i 15 e i 25 colpi sotto il PAR (per i leader).
    Aggiunte interessanti risultano infine la possiblità d'impugnare i ferri spostando le mani verso la testa del bastone ed accorciando così il tiro per evitare, quando possibile, improbabili dosaggi al 30-40% della potenza e la facoltà d'osservare da vicino il posizionamento della palla per capire quant'è in dislivello rispetto al punto da raggiungere e per conoscerne le posizione rispetto ai piedi e la conformazione del terreno sostante.

    Immersi nella natura

    Dal punto di vista tecnico la serie Tiger Woods non è mai stata all'avanguardia, pur presentandosi con un comparto audio-visivo di livello più che discreto. Da questo punto di vista, quest'anno, più che lavorare sulla quantità poligonale e sul fotorealismo come, con scarsi risultati, era stato fatto sinora, il team ha preferito ancora una volta ascoltare le lamentele emerse nelle community ufficiali e migliorare un aspetto tutt'altro che secondario come l'impatto dei campi da golf. Pur mostrando il fianco con modelli poligonali leggermente meno definiti (soprattutto nei volti degli atleti) ed un comparto animazioni non sempre all'avanguardia PGA Tour 12 impressiona per "l'allargamento" dei campi da gioco e per una rinnovata ricchezza di elementi che dona al videoplayer una miglior immersione nella natura, uno degli aspetti forse più belli del gioco del golf. Gli elementi a schermo denotano una caratterizzazione davvero sopraffina, complice un ottimo comparto texture ed un'utilizzo massiccio di shader avanzati che permette la resa ottimale delle diverse superfici ed, in particolare, di sabbia ed acqua, un gradino al di sopra rispetto ai precedenti capitoli della serie. L'illuminazione e gli effetti particellari chiudono il quadro, mostrando panorami bellissimi sia in condizioni atmosferiche ottimali sia fronteggiando le avversità. Ancora qualche problema nella gestione cromatica e del contrasto, che si mostrano sin troppo accesi dando il "LA" ad un fenomeno di burning piuttosto accentuato. Permangono infine le solite perplessità riguardo alla gestione delle telecamere (che ancora non permettono di vagare liberamente sul campo da gioco) e alla fisica delle interazioni, che, di tanto in tanto, mostra traiettorie, rimbalzi e reazioni della pallina sin troppo esagerate per risultare credibili.
    Molto buono il comparto sonoro, con una perfetta telecronaca in inglese coadiuvata da campionature sonore di altissimo livello ed una soundtrack estremamente rilassante.

    Tiger Woods PGA Tour 12: The Masters Tiger Woods PGA Tour 12: The MastersVersione Analizzata Xbox 360Tiger Woods PGA Tour 12: The Masters non si rinnova e non modifica radicalmente la sua struttura di gioco. Ciononostante, soprattutto grazie all’inserimento del caddie ed al rinnovamento di carriera e maquillage delle varie modalità collaterali (una costante per EA Tiburon), il titolo mostra anche quest’anno una freschezza invidiabile. Il gameplay sempre solido (per quanto non sempre votato alla genuina simulazione), una longevità sempre ottima (grazie all’online ma non solo) e tutte le migliorie in termini visivi chiudono il quadro di una produzione dall’indubbio valore.

    8.5

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