Recensione Transformers: Dark of the Moon

L'infinita lotta di Autobot e Decepticon

Transformers: Dark of the Moon
Recensione: Xbox 360
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Disponibile per
  • DS
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • iPhone
  • iPad
  • 3DS
  • Pc
  • Cinema e videogiochi. Videogiochi e cinema. Un connubio che si rafforza di anno in anno, aggiungendo al palmares successi figli, più che della qualità intrinseca delle produzioni, della potenza del brand e della quantità di fan che riesce ad attirare. Caso eclatante, ad esempio, quello di Transformers, opera cinematografica di Michael Bay alla quale -ad oggi- sono seguiti ben tre capitoli videoludici dal discreto successo (totalmente a dispetto delle mediocri qualità). Per non perdere il passo con la produzione Hollywoodiana, High Moon Studios è in dirittura d'arrivo, anche quest'anno, con un titolo legato a doppio filo con l'ultimo cortometraggio di Bay.
Transformers 3: Dark of the Moon è atteso sugli scaffali dei negozi europei il 24 Giugno, per Xbox 360, Playstation 3 e PC.

    Autobot e Decepticon

    La struttura di gioco di Transformers: Dark of the Moon è tra le più lineari. Capitolo dopo capitolo (per un totale di sette) assumeremo le sembianze di uno tra i più famosi Autobot e saremo chiamati a sventare, attraverso una mini-serie di incarichi, la minaccia di uno tra i Decepticon più famigerati. Gli accoppiamenti risultano da subito piuttosto interessanti: Ironhide, conosciuto per la potenza delle sue armi, affronterà Mixmaster, dotato di possenti e semi-impenetrabili scudi; Mirage, agile e silenzioso, si troverà faccia a faccia con Starscream, abile ricognitore. Soluzioni piuttosto interessanti e funzionali nel variare di atto in atto i temi sottostanti all'ossatura base del gameplay.
    Le meccaniche basiche di Dark of the Moon lo presentano, in sostanza, come uno shooter in terza persona al quale s'amalgamano alcune componenti action. Le motivazioni di questo mix sono da ricercare direttamente nelle abilità a disposizione dei Transformers in gioco, alleati come nemici. Ognuno dei robot senzienti avrà infatti la facoltà di assumere tre diverse forme alla semplice pressione di un tasto: la forma di Veicolo consentirà di percorrere in breve tempo grandi distanze, sfruttando l'attivazione del turbo e la possibilità di "saltare" gli ostacoli (alla K.I.T.T., per intenderci); in modalità Furtiva diminuiremo la velocità a favore di una migliore possibilità di movimento (a 360°) e di una sostanziosa potenza di fuoco; la modalità Robot, invece, darà accesso alla completa potenza del nostro Autobot, sacrificando il movimento (saremo bipedi da diverse tonnellate) e anche la difesa, in diminuzione man mano che esporremo le parti meno corazzate. Questo sistema, oltre ad offrire un minimo di varietà (alle sezioni di combattimento si uniranno quelle di guida), implementerà una minimale componente tattica nell'approccio agli scontri. In parità numerica, ad esempio, potremo decidere di sfoderare tutta la potenza bellica del nostro Autobot; viceversa, trovandosi ad affrontare molteplici avversari, la soluzione migliore potrebbe risultare quella intermedia, che sacrificherà la mole di fuoco a favore di un'efficace copertura difensiva. Nulla impedirà, ovviamente, di sfruttare dinamicamente le trasformazioni; anzi, più volte, durante gli scontri con i boss, ci si troverà ad assumere la forma difensiva per recuperare energia e caricare gli attacchi speciali, attivabili soltanto nella modalità robotica.
    Nonostante le idee in gioco siano piuttosto interessanti l'estrema linearità della progressione e la ripetitività quasi esasperata degli scontri (dovuta, probabilmente, all'esiguo numero di avversari differenti) non produrrà altro che un meccanico ripetersi delle stesse procedure: guida sino all'obiettivo, distruggi i Decepticon/disattiva il congeno, ripeti più volte fino al boss fight di file livello. Le uniche vere varianti risultano le sezioni stealth e di tiro di precisione che intraprenderemo nelle vesti di Mirage, dotato di camouflage capace di renderlo invisibile. In questi casi, purtroppo, cozzeremo con un'intelligenza artificiale degna di un tie-in; nulla a tal punto, dunque, da passare dallo stato di allerta/attacco alla normale routine di perlustrazione anche quando gli scompariremo davanti durante uno scontro. Non viene in aiuto nemmeno l'abbondante facilità con la quale è possibile abbattere i comuni avversari: a meno che non si presenti un'impressionante inferiorità numerica, infatti, saremo in grado senza troppi sforzi e senza troppa attenzione di falcidiare ogni essere meccanico ci si pari davanti. La differenza sostanziale, da questo punto di vista, la fanno i boss fight, spesso ben realizzati ed in grado di mettere alla prova le capacità strategiche e d'osservazione del giocatore.
    Alla campagna single player Dark of the Moon unisce un comparto multiplayer che, a dispetto delle aspettative (notevolmente alzate dal buon Revenge of the Fallen), ci ha lasciati piuttosto indispettiti. Le modalità in cui potremo cimentarci sono solamente tre: deatmatch, deatmatch a squadre e una sorta di King of the Hill; e, fin qui, nulla di nuovo. Il vero problema consiste nella povera scelta di mappe (solamente cinque) e nelle caratteristiche delle stesse, che pur presentandosi "open" non consentono -come nel precedente capitolo- di muoversi nella loro componente verticale (scalando edifici, ad esempio). Si configura dunque un'azione molto più stanziale e meno variegata che, nonostante le variegate possibilità d'upgrade del proprio Robot, non riesce mai a coinvolgere ed irretire il videogiocatore. Si uniscono, non bastasse, alcuni fastidiosi problemi tecnici, soprattutto nelle partite 5 vs 5. Si nota, ad esempio, una percettibile latenza nel lancio delle granate, che si teletrasportano letteralmente dopo esser rimaste bloccate per alcuni secondi. Le problematiche vengono ampliate dal degrado subito in questo frangente dal comparto animazioni, che rende molto difficile il combattimento corpo a corpo, componente basilare del titolo. Un passo indietro insomma rispetto a Revenge of the Fallen che non farà felici i molti fan al seguito.

    Un frammento dell’AllSpark

    Transformers: Dark of the Moon sfrutta, come quasi tutti in questa generazione, una versione opportunamente riveduta dell'Unreal Engine 3, mostrandosi tutto sommato all'altezza delle concorrenza, soprattutto tra i tie-in. La modellazione di Autobot e Decepticon protagonisti in prima linea risulta solida ed opportunamente ricca di particolari. Aggettivi non attribuibili invece a parte dei comuni avversari che incontreremo nel corso dell'avventura, modellati con lo stampino e sostanzialmente privi di particolari in risalto. Globalmente convincente, invece, la texturizzazione, supportata da shader e mappe superficiali che, pur mostrando una palese inclinazione al blooming, riescono a rendere in maniera piuttosto credibile la conformazioni d'ogni struttura/elemento presente. Non dello stesso livello il comparto animazioni che si mostra legnoso e quantitativamente povero in più d'un occasione, arrancando poi pesantemente in multiplayer. Passando dal particolare al generale le location si mostrano sufficientemente gradevoli; la notevole linearità della loro conformazione ne ha sicuramente facilitato il compito. Di buona fattura anche l'illuminazione e gli effetti particellari che, aldilà dell'eccessiva confusione creata in alcuni frangenti, si dimostrano in grado di sottolineare la spettacolarità propria della produzione Transformers.
    Il comparto sonoro unisce la soundtrack estrapolata dalla pellicola ad un doppiaggio in italiano di livello medio-basso, completamente estraneo alla produzione hollywoodiana.

    Transformers: Dark of the Moon Transformers: Dark of the MoonVersione Analizzata Xbox 360Transformers: Dark of the Moon si pone esattamente nella media dei tie-in cinematografici, presentando una serie di buone idee contrapposte a sviste più o meno clamorose. L’implementazione non sempre impeccabile delle varie feature e del multiplayer rende poi il titolo adatto solo ai veri appassionati dei Transformers, mostrando un leggero calo qualitativo rispetto al predecessore, soprattutto nell’attesa componente online.

    6.5

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