Provato Grand Theft Auto IV - Hands on multiplayer

Provata la modalità multiplayer

Provato Grand Theft Auto IV - Hands on multiplayer
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Gli uffici di Rockstar London accolgono Everyeye ancora una volta. Grand Theft Auto IV ci ha già fatto l'occhiolino in più di un'occasione, nascosto dal velo sinuoso dell'hype e delle strategie commerciali, centellinato dalla casa di sviluppo, orgoglioso d'essere il più atteso.
    Stavolta l'appuntamento è dedicato esplicitamente a saggiare le opzioni multiplayer, e noi ci prepariamo a sfidare i nostri colleghi. Pad alla mano, cuffie sull'orecchio, siamo pronti ad esplorare la corposa modalità Online che finalmente accompagnerà il classico Story mode. Saprà Grand Theft Auto regalare le emozioni di sempre anche sui server della grande rete?

    Lobby

    Elegante e pulita, la Lobby accoglie il giocatore nella semplicità di uno sfondo nero. Il passaggio dal single al multiplayer avviene con inattesa rapidità e naturalezza. Navigando nell'interfaccia del suo prezioso telefono cellulare, Niko Ballic seleziona l'apposita voce e il mondo di gioco sparisce. Un breve caricamento, non molto invasivo, e siamo in una stanza popolata da una decina di persone (il supporto definitivo sarà per 16 giocatori). Gli sviluppatori, connessi alla rete, attendono solo noi per cominciare il Tour dimostrativo.
    La voce diffusa dalle cuffie, quella di una Chat In Game che permette di comunicare con tutti i giocatori prima di cominciare la partita, ci informa su tutti i dettagli del giro di prova, sulla quantità di modalità online, sul carattere di quelle che affronteremo.
    Le varie zone di una schermata riassuntiva permettono di navigare con facilità, selezionando la modalità ed intervenendo per modificare tutti i parametri delle partite, garantendo così un'efficace personalizzazione dell'offerta ludica, così da adattarla ai gusti ed alle esigenze di tutti i partecipanti. Un'apposita opzione permette di selezionare una delle 18 stazioni radiofoniche, che diffondono le loro note durante tutto il pre-partita.
    Ma noi tutti siamo impazienti, vogliamo scendere in campo e provare come se la cava GTA di fronte alle modalità classiche del deathmatch e quelle più sperimentali, cooperative o competitive che siano.

    Ancora qualche attimo di pazienza: ci viene illustrato uno scheletrico editor del personaggio. E' in versione ridotta, per l'occasione, ma ci informano sarà ricolmo di opzioni nel gioco completo. Per ora possiamo selezionare il sesso, la corporatura, il volto (fra quattro disponibili) e molti capi di vestiario (con l'aggiunta di qualche accessorio: cappello ed occhiali). Il nostro avatar, dopo qualche ritocco, appare come una deliziosa sgualdrina di periferia isterica e possessiva. Anche lei non può più aspettare. E allora, davvero, si comincia.

    Deathmatch a squadre

    Non dimentichiamoci le tradizioni. Le vecchie care abitudini di qualsiasi Netgamer. Il Deathmatch, in singolo o a squadre, è di fatto la modalità più sfruttata dell'intera offerta videoludica di qualsiasi titolo. E Grand Theft Auto non vuole essere da meno. La struttura di gioco è semplice, il gameplay risulta familiare, modellato sulla base di un'eredità che non molti giocatori, ad oggi, ignorano. Il feeling di gioco, il ritmo e la progressione, ricordano da vicino quello del mastodontico San Andreas. Il motore fisico, rispetto a quello della modalità Single Player, sembra più semplificato, la gestione di collisioni ed esplosioni meno realistica. Poco importa: il multiplayer di GTA vuole essere più frenetico, meno riflessivo, votato alla più pura delle pratiche blastatorie. Così le squadre cominciano a battere le strade del quartiere, alla ricerca degli avversari, che lampeggiano come puntini impazziti nel radar. Qualcuno ruba un'auto, suona il clacson, chiama i compagni. Gli squadroni della morte partono, ad Uzi spianati, contro alla Gang rivale. Ed è qui che le cose cominciano a farsi interessanti, e la cura per i dettagli risulta evidente. La cooperazione non è limitata solamente all'opera blastatoria: per riuscire al meglio serve un buon gioco di squadra. Mentre uno dei giocatori è alla guida, infatti, il compagno può accedere alla mappa e segnare per l'amico una serie di Waypoint che gli indichino la via e rendano più facile trovare gli obiettivi. E se ancora nel Deathmatch questa piccola finezza ha una funzione marginale, come vedremo in seguito sarà fondamentale in modalità più tattiche.
    In ogni caso i giocatori procedono, partono i primi colpi, incerti. Poco a poco gli incroci principali si trasformano in un vero e proprio teatro di guerra.
    Ed è dopo il naturale disorientamento che la sfida comincia a diventare tangibile. I giocatori più abili riescono a sfruttare il Lock On automatico in maniera perfetta: dopo aver bloccato la visuale sul target, assestando piccoli colpetti alla leva analogica sinistra riescono a muovere il mirino per direzionare i colpi alla testa (o alle gambe, per costringere gli avversari in ginocchio). L'esecuzione degli HeadShot è un lavoro certosino, ma le imprecazioni degli avversari, la visione del modello poligonale che si accascia al suolo, riempiono di soddisfazione. Gli utenti meno tecnici preferiscono studiare la planimetria della zona, la collocazione delle armi più potenti. Armati di fucili a pompa si nascondono negli anfratti e nei vicoli, cercano lo scontro ravvicinato. Qualcuno si improvvisa cecchino, con ottimi risultati.
    E a conti fatti è proprio la vastità dell'ambiente, in pratica un quartiere intero dei 6 in cui sarà divisa Liberty City, che garantisce una varietà di situazioni con pochi precedenti. Lontano dalla precisione dei First Person Shooter più blasonati, il Deathmatch di GTA mira a coinvolgere i giocatori in un teatro di guerra sempre in movimento, fatto di molteplici zone calde. Ognuno prova diverse soluzioni. A bordo dei veicoli più resistenti, qualcuno si lancia in folli corse cercando di travolgere i propri avversari. Altri abbandonando le auto rubate nel centro della carreggiata per sfruttarle come riparo, utilizzando il nuovo sistema di coperture che mima da vicino quello visto in Gears of War.
    Altri ancora si affidano alla forza del gioco di squadra, pattugliano severamente ogni strada assiepati in una piccola utilitaria, pronti a far fuoco alla minima avvisaglia di pericolo.
    Insomma, il Deathmatch appare riuscito, funzionale, dinamico. Adeguato alle esigenze degli Hardcore Gamer, anche. Perché utilizzando sensatamente le proprie conoscenze ed un minimo di strategia tattica, è possibile ambire a risultati eccellenti, guadagnare i punti preziosi sia accumulando uccisioni su uccisioni, sia raccogliendo il denaro lasciato dalle vittime. Agire senza cognizione di causa significa invece venire travolti. Senza speranza.
    Alla fin dei conti il Deathmatch sembra lasciare spazio a poche critiche. Certo, il rovescio della medaglia per avere ambientazioni così vaste è forse quello di allungare i tempi morti per raggiungere il centro dell'azione, ma in partite con molti giocatori questo probabile difetto non dovrebbe sentirsi affatto. E, per il resto, un po' di confusione soprattutto negli schemi con strade più ampie, in cui i veicoli tendono ad ammassarsi, non mina il divertimento e la corsa all'ultimo frag.
    La varietà di gioco, del resto, è garantita anche dal cospicuo numero di mezzi ed opzioni. Poter guidare un elicottero in pieno centro urbano, fucilando con le mitragliatrici a 56 mm i minuscoli giocatori presi dalla lotta, è un'altra delle soddisfazioni che GTA è in grado di garantire. E ancora, visto il buon numero di opzioni di personalizzazione, la noia è davvero la prima vittima del titolo Rockstar: basta aggiustare qualche “settaggio” per creare sfide stravaganti e fuori dal comune, come una gara improbabile a suon di RPG.

    Già dai primi momenti di gioco, appare chiaro che il team di sviluppo ha fatto le cose per bene. Il multiplayer di GTA non è un semplice riempitivo, ma una modalità completa. E' ricco, è ben strutturato, ha tutte le opzioni adeguate a creare numerosi tipi di partita, ha una chat vocale che permette di organizzarsi prima di cominciare il gioco e di orchestrare strategie d'attacco durante lo scontro. E' poliedrico, e sa adattarsi allo stile di gioco di molti giocatori, e dopo appena qualche minuto di gioco si capisce che è persino impegnativo, e richiede attenzione, consapevolezza, prontezza di riflessi. E mentre ancora nella stanza che ci ospitava echeggiavano le grida di vittoria di uno o dell'altro Team, le istruzioni diffuse dalle nostre cuffie ci informavano che eravamo pronti per saggiare un'altra modalità.

    Mafiya Work

    Questa modalità ricalca da vicino la struttura “a missioni” che è da sempre caratteristica distintiva della serie. Gli utenti, anche stavolta collocati in una delle enormi zone di Liberty City, ricevono contemporaneamente una chiamata sul cellulare, che li informa del loro prossimo compito. Le tipologie di incarichi non sono moltissime: spesso è necessario far fuori un singolo individuo o un gruppo di assassini sparsi per le strade, altre volte è necessario scortare qualcuno da un punto A ad un punto B. Ancora, è possibile che sia chiesto agli utenti semplicemente di recuperare armi speciali (che potranno poi utilizzare nel prosieguo della partita). Insomma una serie di compiti casuali che garantisce una cospicua entrata di denaro, il vero “punteggio” nel Multiplayer di GTA. A conti fatti il “lavoro da mafiosi” funziona bene soprattutto se giocato in team: la collocazione degli obiettivi, del resto, è casuale, e se si decide di affrontare un Mafiya Work “tutti contro tutti” è spesso la fortuna a decretare il vincitore, che risulta semplicemente il giocatore che si trova più vicino agli incarichi di rilievo. La divisione in squadre permette di limitare fortemente l'influenza della casualità. Certo è che, alla fine della prova, Mafya Work lascia lievemente perplessi, anche per la ripetitività degli incarichi, che ricalcano troppo da vicino gli assegnamenti già affrontati svariate volte nei cinque capitoli (episodi portatili compresi) che hanno fino ad oggi popolato il mercato videoludico. Fortunatamente, sappiamo di doverci aspettare missioni più articolate e complesse nello Story Mode.

    GTA Race / Race

    Immaginate un circuito fitto di Checkpoint, ed una decina di veicoli scatenati combattersi sulla strada a suon di sportellate e raffiche di mitra. GTA Race è il punto di incontro fra Mario Kart ed il mondo del crimine. Nella Lobby pre-partita l'Host ha il compito di selezionare la categoria della vettura da utilizzare, all'interno della quale ogni giocatore pescherà la propria auto (scegliendo anche il colore della verniciatura).
    Deciso poi il tracciato sul quale sfrecciare, si darà avvio ad una gara tempestata di scorrettezze. Inizialmente privi di qualsiasi equipaggiamento, i giocatori potranno recuperare in strada vari oggetti: Uzi con cui inondare di proiettili i concorrenti in vantaggio (nella speranza di forare le ruote), granate e bombe molotov da lasciare in carreggiata per ostacolare gli inseguitori.
    La qualità del divertimento, in modalità GTA Race, dipende fortemente dalla tipologia di tracciato. Nei circuiti cittadini, purtroppo, il gran numero di oggetti e delle collisioni non proprio precise rendono le corse meno frenetiche di quanto dovrebbero: i giocatori fanno attenzione a non concedersi distrazioni. Sbagliare una curva, sbattere contro uno dei tanti ostacoli indistruttibili, significa inesorabilmente perdere posizioni, se non addirittura essere costretti ad abbandonare il veicolo (e quindi trovarsi di fronte alla scelta di procurarsi un'altra vettura o proseguire a piedi). Così l'incedere dei concorrenti è più cauto e controllato, soprattutto se questi si trovano alla guida delle motociclette (e davvero troppo facile essere sbalzati fuori). Fortunatamente nella gamma di tracciati sono presenti anche piste composte in gran parte da Freeway o da ampi spazi aperti con pochi oggetti ai margini della pista. Nel primo caso, correre fra le corsie delle superstrade permette davvero di concentrarsi sulle cattiverie da operare contro gli avversari, salvaguardati nel caso di qualche sbandata fuori programma dai Guard Rail che delimitano la superficie percorribile. Nel secondo caso, invece, si è liberi di correre premendo sull'acceleratore, eventualmente cercando di dipingere traiettorie più convenienti di giro in giro: durante la prova un circuito ambientato in un aeroporto ha garantito una sfida piuttosto divertente.

    La modalità “sorella” dalla Corsa GTA è la semplice gara automobilistica, in cui non è possibile utilizzare le armi ed i bonus disseminati lungo il tracciato. Purtroppo non è stato possibile effettuare nessuna prova diretta, ma gli entusiasmi verso questa tipologia di sfida sono piuttosto tiepidi. Ancora una volta sarà probabilmente il design dei tracciati a decidere le sorte della semplice corsa, ma in linea di massima non crediamo che il modello di guida di GTA, seppur arricchito dalla presenza di vetture dai comportamenti più disparati, si presti più di tanto a gare “Politically Correct”.

    Cops 'n' Crooks

    Senza dubbio una delle modalità più riuscite dell'intero pacchetto. Si tratta del classico “Guardie e Ladri”, incastonato alla perfezione nelle meccaniche di gioco della Killer App. targata Rockstar.
    I due team impersonano rispettivamente un piccolo gruppetto di malavitosi intenti a proteggere il proprio capo, ed una squadra di poliziotti addestrati già sulle tracce del Boss. All'inizio della partita gli sbirri si trovano già su un'auto della polizia a sirene spiegate, e sul loro radar campeggia un grosso indicatore che indica la posizione dei malviventi. Asserragliati attorno al proprio leader, i “cattivi” devono fare di tutto per reperire una vettura il più in fretta possibile, così da scappare alla morsa della legge e condurre il capo ad una imbarcazione, grazie alla quale potrà fuggire lontano dalla città. Spaesati e senza un equipaggiamento adeguato, i membri della cosca dovranno coordinarsi al meglio: organizzare barricate difensive, cooperare affinché l'incaricato del trasporto del Capo abbia sempre ben visibili a schermo le indicazioni da seguire (ed è qui che la funzione di Waypoint Set descritta in precedenza diventa di vitale importanza). Del resto i poliziotti, divisi in due piccole pattuglie, dovranno dimostrare una discreta abilità nella guida, agendo tempestivamente per non lasciare che il loro vantaggio si assottigli sempre di più.
    Ovviamente, dopo l'eliminazione del boss malavitoso o a seguito della sua fuga, ai membri dei due schieramento vincente vengono assegnati punti bonus, e poi le parti si invertono. E' possibile decidere la lunghezza del match, in ogni caso la rapidità è la vera chiave di volta di una modalità frenetica e impegnativa. E' proprio il senso di cooperazione e la necessità di pianificare in breve tempo una tattica efficace che rende interessante Cops 'n' Crooks. Per questo motivo, più che alle opzioni di gioco descritte in precedenza, crediamo che il multiplayer competitivo di GTA sarà reso prezioso da partite del tipo “Bomb Da Base” o “Turf War”. Anche se non è stato possibile provarle direttamente, siamo convinti che un pizzico di strategia renda il gioco online molto più “piccante”.

    Hangman's NOOSE

    L'unica modalità cooperativa che è stato possibile provare negli studi di Rockstar London. Si tratta a tutti gli effetti di una semplice missione da portare a termine con l'aiuto di 3 compagni di squadra. Il breafing è costituito da una piccola sequenza in grafica di gioco che introduce gli eventi di gioco, e poi dalle solite indicazioni che appaiono in sovrimpressione nella parte inferiore dello schermo.
    Nella missione che è stato possibile provare (in due diversi livelli di difficoltà), il compito dei giocatori era quello di sostenere un violento scontro a fuoco con le forze dell'ordine, cercando nel mentre di recuperare un veicolo sicuro per scortare una personalità di spicco della malavita organizzata lontano dal luogo dell'imboscata (in questo caso l'aeroporto).
    Ogni giocatore ha a disposizione cinque rientri prima di essere relegato a semplice spettatore di tutta l'azione. Sfortunatamente per questa modalità di gioco, oltre alla struttura davvero lineare della quest, nella partita testata i poliziotti hanno dimostrato scarse capacità. Non solo perivano fin troppo facilmente sotto il fuoco incrociato dei nostri compagni (anche a livello di difficoltà Hard, non riuscivano a sfruttare efficacemente il nuovo sistema di copertura), ma anche una volta lontani dall'aeroporto non sono stati in grado di seguire neppure un titubante camioncino che arrancava lungo le strade della città. Non è stata rilasciata alcuna dichiarazione riguardo il numero e la tipologia di missioni presenti nel pacchetto finale (ma si intravede la possibilità di scaricare dalla rete pacchetti sempre nuovi di missioni cooperative), eppure al momento non ci pare che Hangman's NOOSE sia in grado di attirare per molto tempo le attenzioni dell'utenza, probabilmente più propensa a diffondente indiscriminatamente il caos nella modalità Libera.

    Tecnicamente

    Da un punto di vista strettamente tecnico, il multiplayer di GTA ha dimostrato di avere tutte le carte in regola. Una connessione stabile e cali di framerate davvero poco avvertibili, disseminati soprattutto in quelle sessioni di gioco in cui si ammassano, per un motivo o l'altro, numerose esplosioni. Per ottenere un risultato del genere, ovviamente, la qualità del motore grafico ha dovuto scendere a compromessi, e il colpo d'occhio, pur ricco di numerose strutture, appare meno intrigante di quello che invece si mostra nella modalità principale. Gli effetti speciali sono meno efficaci, ma soprattutto si nota una diversa gestione delle fonti di luce e delle ombre, che in questo caso perdono molta definizione, fino a risultare quasi sfocate in uno strato ed artefatto “effetto granuloso”.
    Il motore fisico si abbandona a qualche imperfezione, e risulta semplificato. Ma tutto questo appare necessario per gestire arene delle dimensioni di interi quartieri, una chat vocale sempre funzionale, ed una stabilità generale sempre buona.

    The Story So Far

    Quella della modalità Multiplayer è stata l'ultima prova diretta del titolo Rockstar prima dell'uscita. In questi mesi GTA ha saputo affascinare la stampa internazionale, irretire i giocatori, catalizzare su di se tutte le attenzioni. Ed è già scritto negli annali del videogioco che il prodotto sarà un successo commerciale incredibile, compatibilmente con la base installata delle piattaforme Next Gen. Per noi di Everyeye Grand Theft Auto è però un prodotto ancora da scoprire. I proclami e gli stessi Playtest, le potenzialità espresse sulla carta e mostrate su schermo non sono sufficienti. Siamo pienamente convinti che il successo di un concept come quello di GTA passi soprattutto dalle qualità dello storytelling, dal carisma dei personaggi, dall'evocatività degli ambienti.
    Per questo in passato siamo rimasti ammaliati da Vice City e piuttosto interdetti di fronte a San Andreas. I protagonisti insipidi e gli scorci paesaggistici senz'anima dell'ultimo capitolo per Home Console non reggevano il confronto di fronte a Lance, Vercetti, ed alle mille luci degli anni '80.
    Fortunatamente, per quanto abbiamo potuto vedere, la nuova Liberty City sembra davvero una città ricca di carattere, e Niko Ballic è pronto ad assaltarla con una personalità ben delineata, e non dilavata e sottotono come quella di CJ.
    Per una struttura che si arricchisce ma non abbandona il solco dei precedenti capitoli, ricalcandone ritmo e situazioni di gioco, l'incontro con la Next Gen può portare ad ottimi risultati se l'integrazione ludica è votata all'esplorazione di nuove strutture narrative, al raggiungimento di una maturità espressiva. A quanto sembra, il team di GTA IV sembra averlo capito.

    Grand Theft Auto 4 Grand Theft Auto è un titolo che poggia le sue basi sulla modalità single player e sul fascino dello Story Mode. La presenza di una modalità Multiplayer, richiesta a gran voce dal popolo, è sempre apparsa come un'aggiunta secondaria. Ma alla prova dei fatti le cose cambiano: GTA IV garantisce un multiplayer curato e ricco, diviso fra modalità classiche e curiosi esperimenti. E sebbene sia naturale che non tutte le possibilità di gioco siano riuscite alla stessa maniera, la cura riposta nella realizzazione di ogni dettaglio rende il titolo Rockstar ancora più prezioso. Un netcode stabile (venuto a patti con il motore grafico, che ha dovuto rinunciare a qualche dettaglio), un gran numero di opzioni per la personalizzazione delle partite, la compresenza di modalità cooperative e competitive renderanno felici i futuri possessori del gioco. Mentre abbandoniamo gli studi che ci hanno ospitato per ben tre volte, lasciandoci alle spalle il titolo più atteso di tutta la stagione, con lo spauracchio di quest'ultimo articolo cerchiamo di cancellare anche tutto quello che sappiamo riguardo a GTA. Liberi dall'attesa, pronti ad analizzare senza pregiudizi, vi diamo appuntamento alla fine del mese per la recensione definitiva del Grand Theft Auto di nuova generazione.

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