Facebreaker Recensione: botte da orbi per EA

Botte da orbi per la EA

Facebreaker Recensione: botte da orbi per EA
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • Wii
  • PS3
  • Rompi facce

    Come un polipone troppo cresciuto e dalle innumerevoli appendici mobili, la Electronic Arts, nonostante i 25 anni d’esperienza alle spalle, le enormi risorse finanziarie che investe per sviluppo e programmazione e l’enorme quantità di spot promozionali che riesce a promulgare per i suoi prodotti, non sempre riesce a mantenere alta la qualità dei suoi titoli: il controllo di qualche tentacolo pazzerello, insomma, sfugge. Chiunque frequenti siti riguardanti videogiochi, avrà assistito recentemente alla mole enorme di filmati rilasciati per pubblicizzare la boxe versione “Freestyle”, molto arcade, easy, divertente e giovane, di “Facebreaker”. Alle volte tanta pubblicità serve a far conoscere al mondo intero le caratteristiche uniche del proprio prodotto, più spesso serve solo a condizionare l’opinione pubblica con un “lavaggio del cervello” per occultare le magagne nascoste. Fosse anche solo per una questione statistica, Facebreaker rientra in pieno in questa triste ultima categoria.

    Ti devo menare

    Quello che gli sviluppatori si erano proposti di fare era realizzare un titolo boxistico spiccatamente arcade, dal look cartoonesco e scanzonato, con personaggi caricaturiali e mosse incredibili e spettacolari. Il risultato in questo fronte gli ha dato pienamente ragione, e già dal coreografico menù iniziale e dalle molte opzioni disponibili, capiamo la cura con cui sono state gestite alcune caratteristiche di questo prodotto. La musica che lo accompagna, come da tradizione EA, è innanzitutto ricchissima di successi, noti o meno noti, ma sempre di grande qualità e capaci di predisporre subito positivamente l’animo ad un sano e spensierato divertimento. Ma è soprattutto il numero delle opzioni possibili a rendere l’esperienza varia e completa. Vediamole in dettaglio.
    La prima modalità, “Fight”, permette di combattere singoli incontri contro la CPU od un compagno umano, customizzando molti parametri dell’incontro, come il tempo limite dei round, il loro numero, il numero di knockout prima della vittoria, la quantità di danni provocabile e perfino la velocità di gioco tra le tre disponibili. Nel caso si combatta contro la CPU, alla scelta del livello di difficoltà potremo selezionare anche la modalità “allenamento”, per avere uno sparring partner inerte o interattivo con cui allenarci e fare pratica nelle varie combo performabili.
    La seconda modalità è la “Rissa tutti contro tutti” dove selezionando un personaggio affronteremo in sequenza tutti gli altri, cercando di vincere la cintura da campione dei campioni. Indipendentemente dal risultato dell’incontro, ogni volta sbloccheremo costumi nuovi o arene da selezionare: per completare il titolo al cento per cento sarà però necessario terminarlo con ognuno dei dodici personaggi disponibili di default.
    La terza modalità è la “Rissa da divano”, un torneo multiplayer locale fino a sei giocatori, anch’esso customizzabile per scopi e regole, ma che inspiegabilmente può essere giocato solo alla velocità di gioco più bassa, l’unica che l’occhio umano riesca a seguire adeguatamente.
    L’ultima modalità di gioco è l’immancabile l’online, completo anch’esso d’ogni caratteristica: disponibili partita veloce, personalizzata, torneo e classifiche. La qualità della connessione ai server EA assicura divertimento senza fastidiosi lag o attese troppo lunghe per giocare.
    Oltre alla camera dei trofei, dove campeggiano le teste dei personaggi sconfitti con una mossa “Facebreaker”, esiste poi l’interessante opzione replay, per vedere i momenti salienti dei precedenti incontri, anche da più punti di vista (anche dei personaggi stessi, in soggettiva), per umiliare ulteriormente i nostri amici, vantandoci delle passate vittorie.
    Per le altre opzioni, tra cui spicca l’editor dei personaggi, dedicheremo un capitolo più avanti.
    Fin qui il comportamento di Facebreaker è quello di un pugile professionista, allenato e pronto. Ma siamo ancora negli spogliatoi, ed è solo sul ring che si distinguono i brocchi dai campioni. E lì che il titolo va giù alla seconda ripresa: KO d’incontro, vince la frustrazione.

    Violenza gratuita

    Mentre per gli aspetti secondari il gioco fa la sua simpatica parte, con siparietti di inizio e fine incontro che descrivono il carattere dei protagonisti (con parlato unicamente in inglese non sottotitolato), e che soprattutto mettono in mostra i loro faccioni tumefatti dai colpi ricevuti, il cuore del titolo cede di schianto di fronte ad una superficialità dilagante sull’impostazione ludica. Sul ring della giocabilità il risultato è sotto la sufficienza: non tanto nel multiplayer, quanto nella modalità singola. Le mosse perfomabili sono innanzitutto troppo poche: parliamo dell’uso di solo sei tasti, tra i "dieci-più-levette" di cui dispongono i nostri joypad. Sulla pulsantiera frontale due tasti serviranno per i pugni al viso o all’addome, uno per spingere l’avversario all’angolo e l’ultimo per la mossa speciale: essa sarà tanto più potente quanto la barra delle “breaker” sarà piena, con quattro gradi di potenza, il più alto dei quali provocherà la “Facebreaker” del titolo (una mossa spacca-faccia che farà terminare immediatamente l’incontro, rendendo il viso dell’avversario una poltiglia sanguinolenta). La barra sarà riempita solamente con nostri attacchi ripetuti ed andati a segno in sequenza: ogni parata o colpo subito la azzererà immediatamente, levandoci il gusto della vittoria schiacciante e spettacolare. I tasti dorsali serviranno alla poco efficace parata ed ad una mossa “provocatoria” con i pugni dietro la schiena per canzonare l’avversario. Altre possibilità rimaste sono quelle legate alla pressione continuata dei pugni, che permetteranno una schivata di ogni colpo, efficace solamente se corrispondente all'attacco avversario (pugno alto = schivata alta). E' possibile, poi, premendo contemporanea parata e uno dei pugni, effettuare una parata-attacco, utile per abbassare il ritmo dell’incontro. Ogni personaggio, oltre ad avere caratteristiche fisiche e tecniche uniche, si distinguerà anche per una differente mossa capace di stordire l’avversario: si va dalla classica combo, al personaggio che ci sputerà addosso veleno, fino a quello che addirittura ci elettrizzerà con cavi elettro-shock. Le ultime azioni possibili saranno quelle legate insieme al tasto provocazione. Si tratta comunque di attacchi buffi ma anche lenti e poco efficaci, adatti solo al gioco multiplayer, vista la ferocia con cui attacca la CPU anche ai livelli più bassi.
    Oltre che troppo semplicistico e ripetitivo, il gameplay studiato dai programmatori crolla immediatamente di fronte alle vuote pretese di “tatticismi” da pugilato reale: i suoi limiti risultano fin troppo chiaramente anche nelle sessioni singleplayer. Nel tentativo di rendere più profonda l’azione, i programmatori hanno inserito il concetto di “essere chiusi all’angolo” e vari “punti deboli” dei pugili: sarà quindi vantaggioso tenere il centro del ring con la posizione, evitando di farci spingere alle corde, e nel contempo cercare di capire quale approccio usare con uno specifico avversario. Quello che sulla carta avrebbe potuto funzionare, nella realtà si traduce in un massacro senza tregua che saremo costretti a subire finché non troveremo l’approccio corretto. Specialmente nella modalità “Rissa tutti contro tutti” dal secondo incontro in poi saremo in balia totale dell’avversario, anche al livello più facile, che ci chiuderà all’angolo per massacrarci, finché non scopriremo la mossa giusta o il momento in cui è vulnerabile. Sconfortante il fatto che ogni altro tipo di approccio sarà fallimentare: tutti gli avversari saranno battibili solamente con un unico, noioso, ripetitivo metodo, specifico per ognuno, pena il massacro totale. Oltre a questo, il computer farà un reiterato uso della sua mossa “stordente”, che se per alcuni è limitata dal raggio di azione dei pugni, per altri sarà un attacco a distanza (in grado di coprire quasi mezzo ring); dato è che possibile schivare solo indietreggiando, troppo spesso troveremo il ring stesso ad impedirci via di fuga, rendendo il massacro successivo incredibilmente frustrante. Come un approccio simile possa essere risultato divertente ai tester EA rimane un immenso mistero. Vedere la CPU che reagisce alla velocità della luce ad ogni nostro movimento “sbagliato” riempiendoci di botte, e poi rimane inerte di fronte alla stessa combo ripetuta all’infinito è tutt’altro che esaltante. Un singleplayer castrante e inopportuno, incapace di divertire qualsivoglia utente, fa calare drasticamente il giudizio: l'insufficienza che già è possibile intravedere a fondo pagina sarebbe stata ben più grave se il titolo non avesse avuto anche un comparto multigiocatore.

    Io ti spiezzo in due

    Quello che salva un pò il titolo è la possibilità del multiplayer, che aggira l’IA assente della CPU e permette un discreto divertimento. La caratteristica più simpatica è l’incredibile editor con cui potremo creare i nostri pugili: attraverso un’immagine catturata con la Cam della console, o anche uploadando una foto dal sito EA Sport, potremo creare un pugile dalle nostre fattezze, da quelle dei nostri amici o perfino da quelle di qualche VIP o politico famoso. Basteranno una immagine del viso frontale, meglio se accompagnata anche da quella laterale (ma non obbligatoria), e dopo una dieci minuti di attesa avremo un modello tridimensionale del viso di altissima qualità, davvero stupefacente, modificabile comunque per ogni problema con un completissimo editor addizionale. Inutile dire che picchiare i nostri amici perfettamente riprodotti, quel politico che tanto odiamo o anche il prof di matematica sarà un grande divertimento, certamente la caratteristica migliore di questo titolo. Le nostre creazioni saranno poi condivisibili con la comunity online, che potrà scaricare i nostri personaggi, così come noi potremo fare lo stesso con i loro. A tarpare le ali di questa feature unica ci pensano alcune limitazioni: innanzitutto i corpi da abbinare al viso sono unicamente quelli dei dodici personaggi principali, troppo pochi, soprattutto per creare un personaggio femminile visto che le donzelle sono solamente due. Le dimensioni dei corpi non saranno modificabili e tutto sommato anche la gamma di costumi e capigliature non è poi così completa. Sarebbe stato auspicabile un maggior grado di personalizzazione, magari anche nelle intro dei personaggi, o nelle loro mosse o esultanze finali. Anche se abbastanza divertente, il multiplayer non ha comunque un gameplay sufficientemente vario e profondo da giustificare lunghe sessioni di gioco, relegando Facebreaker tra quei titoli da giocare solo per pochi pomeriggi in compagnia, e nulla più. Presto la noia sarà il peggior avversario, quello che riuscirà inevitabilmente a sopraffarci.

    Il lato tecnico del titolo svolge adeguatamente la sua funzione d’intrattenimento. Il look da cartone animato e la musica sopra le righe con colori sgargianti e personaggi folli, che ci ricordano il target adolescenziale a cui è rivolto il titolo, vengono resi molto bene da una grafica pulita e senza fronzoli, mentre i modelli dei personaggi sono curati ed animati sufficientemente bene, ma senza comunque nessun picco qualitativo (scordatevi completamente la meraviglia visiva di Soul Calibur). Soprattutto alcune arene, un po' troppo spoglie e scialbe, fanno calare l'appeal visivo. La musica dei menù è di ottima qualità, quella ingame decisamente sottotono: stancherà presto, come anche i suoni dei colpi. In molti, fra quelli che decideranno di continuare un'esperienza ludica frustrante e inadeguate, dovranno presto ad abbassare del tutto l'accompagnamento sonoro, per mettere una soundtrack personalizzata.

    Facebreaker FacebreakerVersione Analizzata Xbox 360Facebreaker ha fatto degli orpelli la sua caratteristica principale, come fosse uno spot colorato e rumoroso di un pessimo prodotto. Il titolo EA è completo di ogni modalità desiderabile in un picchiaduro, come l’incontro singolo, la modalità storia, il torneo multiplayer ed il gioco online; propone una musica dei menù ottima, una modalità replay ed un editor eccezionale per la realizzazione dei volti (ma solo discreto per le altre funzionalità); offre un comparto video che fa la sua dignitosa parte ed intrattiene adeguatamente bene, con colori e personaggi simpatici e sopra le righe. Ma quando si impugna il joypad, cadono tutti i pregi e rimangono solo i difetti. La giocabilità è semplicistica, noiosa, addirittura pretenziosa nel suo voler emulare le strategie del pugilato reale, perfino ingiocabile contro la CPU per l’insensato sistema dei punti deboli, che rendo vano ogni approccio alternativo. Rimane divertente solo in compagnia di avversari umani, magari con le loro fattezze riprodotte nel gioco, ma solamente a tempo perso e per un breve periodo, altrimenti l’incolumità delle facce non sarà l’unica cosa di cui doversi preoccupare.

    4.5

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