Recensione TurnOn

TurnOn ha un sapore tutto suo: la freschezza dell'indie, i tratti acerbi di una piccola produzione, il gusto per la sperimentazione.

Recensione TurnOn
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  • Xbox One
  • Dovesse capitarvi di passare davanti al monitor di sfuggita, potreste rischiare di scambiare TurnOn per Stick It to the Man. Da un punto di vista meramente estetico, i due titoli sembrano gemelli separati alla nascita. Ad accomunarli un uso intensivo di viola, rossi, blu e derivati. Le analogie proseguono oltre - sono entrambi titoli indie, dipingono entrambi un microcosmo surreale - ma si fermano là dove iniziano le meccaniche di gioco: uno è un mix di avventura grafica e platform, fortemente basato sulle interazioni con i personaggi; l'altro è un platform sui generis che sconfina sovente nel rhythm game, sempre sui generis, e che alla fine non riesci a catalogare in nessun modo. O meglio, in nessun modo che soddisfi realmente. Perché sì, ci sono "piattaforme" e sì, c'è un protagonista che saltella da una parte all'altra, ma le somiglianze col platform si limitano alla superficie. TurnOn ha un sapore tutto suo: la freschezza dell'indie, i tratti acerbi di una piccola produzione, il gusto per la sperimentazione. Purtroppo compie qualche errore grossolano. Non solo perché dissemina per strada qualche bug di troppo - cui ci auguriamo venga posto rimedio con una patch - ma anche per i limiti di un'interfaccia che non si dimostra sempre reattiva come dovrebbe.

    L'alieno tuttofare

    Serata tranquilla in città. Poi, improvvisamente, il cielo si illumina a giorno. Un meteorite, o presunto tale, si schianta al suolo e il buio prende il sopravvento. Non c'è più energia elettrica, tutto si spegne. Un bel guaio. Da quel meteorite si origina una scintilla, è piccola, circolare e ha due teneri occhietti. Una forma di vita aliena, la sola che può porre rimedio al fattaccio, la sola che può illuminare nuovamente la città. Per farlo non c'è altra soluzione che sfruttare i cavi della corrente, i pali della luce, qualsiasi conduttore sia a portata di mano. TurnOn, sostengono gli sviluppatori, è un platform senza piattaforme. In effetti, è difficile parlare di piattaforme di fronte a quel costante susseguirsi di cavi che in alcuni momenti si moltiplicano e si contorcono come ragnatele. Posizionati su più piani, sono l'unica via per procedere, in barba a qualsiasi prospettiva. Quel cavo lontano, in secondo piano, sottostà alle leggi della bidimensionalità. In altre parole, se il piccolo alieno si sta allegramente muovendo sul cavo in primo piano, basterà un semplice salto per ritrovarsi automaticamente sul cavo di sfondo, alla ricerca della retta via. Il viaggio del nostro eroe non è particolarmente complicato. Non ci sono (quasi) nemici; il titolo ci vede impegnati non solo a trovare il percorso verso la fine del livello, ma anche e soprattutto a riportare l'ordine in città: in assenza di corrente, è il caos a regnare. Si va dalle piccole magagne casalinghe - il televisore che non si accende più, la caldaia che fa le bizze - a questioni ben più serie - sciacalli che assalgono i negozi, semafori impazziti, ruote panoramiche fuori controllo. L'obiettivo è accendere i generatori sparsi per i livelli, cercando la via per raggiungerli.

    Risparmio energetico

    La città è suddivisa in quartieri, i quartieri in livelli. A ostacolare il percorso della scintilla, come dicevamo, non sono tanto i nemici, pressoché assenti, quanto la necessità di capire come arrivare dal punto A al punto B. TurnOn non è un titolo impegnativo. Chi è alla ricerca di sfida guardi pure altrove. Dovessimo definirlo, è più il viaggio spensierato e a tratti curioso di un alieno che ha smarrito la via e vuole semplicemente ritornare a casa. Un viaggio che nel suo piccolo affascina, perché è forte il desiderio di vedere l'impatto delle nostre azioni sulla città. Riportare la luce, ricolorare il mondo: sono atti piacevoli e per certi versi liberatori. Tutto fila liscio nei livelli standard, che si rivelano in grado di offrire una discreta varietà di eventi contestuali. Lo stesso non si può dire dei livelli "musicali", in cui la scintilla si muove su cavi paralleli come una nota sul pentagramma. In questi frangenti viene richiesta al giocatore una notevole prontezza di riflessi; peccato che l'interfaccia non sia altrettanto reattiva e che spesso le cadute nel vuoto siano da attribuire a input misteriosamente non rilevati, anche se tu eri davvero convinto - segue sequenza di parolacce - di aver premuto il tasto al momento giusto. La situazione può diventare un tantinello frustrante, sebbene siano livelli non eccessivamente numerosi. Tra l'altro, il titolo vanta una colonna sonora molto gradevole, decisamente orecchiabile e in sintonia con l'atmosfera di gioco. Alla potenziale frustrazione dei livelli musicali si aggiunge anche l'incognita bug. In un paio di circostanze siamo stati costretti a riavviare i livello perché la scintilla continuava a cadere nel vuoto; in un altro caso la scintilla si era resa indipendente girovagando tarantolata sui cavi. Errori perdonabili, a patto che giunga presto una patch a porvi rimedio. TurnOn è un titolo piacevole, non privo di spunti interessanti. Quel che più conta, riesce a incuriosire, a invogliare il giocatore a proseguire. È imperfetto e a tratti acerbo, vero, ma merita senza dubbio una chance.

    TurnOn TurnOnVersione Analizzata Xbox OneBrainy Studio, giovane team indie russo, ha realizzato un titolo bizzarro e curioso. Un platform che rilegge le basi del genere aggiungendovi una buona dose di originalità, un pizzico di sperimentazione, una spruzzata di adventure e un contorno di rhythm game. La formula funziona, a grandi linee, perché il viaggio della piccola scintilla in un mondo piombato nel buio riesce a catturare l'attenzione del giocatore fino all'epilogo. Merito di una formula fresca e originale, minata però sia dall'assenza di sfida - un difetto per alcuni, un pregio per altri - sia da una serie di livelli musicali che vorrebbero offrire varietà ma si rivelano invece tediosi e a tratti frustranti. Nel complesso, TurnOn si dimostra un titolo gradevole, longevo quanto basta per raccontare quel che deve (ai titoli di coda si può arrivare in circa 3-4 ore). Dategli una possibilità.

    7

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