Recensione One Piece: Romance Dawn

Un RPG con cui rivivere buona parte delle vicessitudini della ciurma più famosa del mondo

Recensione One Piece: Romance Dawn
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  • 3DS
  • Più di seicento puntate all'attivo, sedici serie, quasi una decina di protagonisti, una quantità industriale di villain e chissà quante miglia nautiche attraversate. Numeri da capogiro per una serie, quella di One Piece, che sembra (e non voglia) giungere alla fine. Poco male finché la fantasia di Eiichirō Oda regge e i fan, affamati di battaglie all'ultimo pugno e tesori da scovare, continuano a supportare la sua opera.
    In ambito videoludico il brand ha vissuto di fortune alterne, soprattutto dalle nostre parti, dove sebbene manga e anime godano di un certo successo non sempre i giochi registrano vendite degne di nota.
    Sarà proprio per questo che Namco-Bandai ci ha pensato così a lungo, prima di decidersi a pubblicare anche dalle nostre parti parti Romance Dawn: titolo originariamente approdato un anno fa su PSP, ma giunto da noi su Nintendo 3DS.
    Sebbene fosse naturale aspettarselo, il cambio di piattaforma non ha portato con sé nuovi contenuti, né un necessario adeguamento in termini di estetica e gameplay: in altri termini scordatevi l’effetto 3D e lo sfruttamento dello schermo tattile o delle altre feature uniche della console.
    Come se non bastasse, se da una parte si propone con un gameplay per nulla disprezzabile, dall'altra sottopone all'audience un impianto narrativo indigesto sia per i neofiti, sia per chi sperava di ripassare divertendosi i punti nevralgici dell'avventura di Rufy e compagnia bella.

    Noia a palate

    Riproporre in un unico RPG a turni ben cinquecento puntate di un anime non deve essere un compito tanto facile da svolgere. Volenti o nolenti questo è stato chiesto agli intrepidi Three Rings Inc., responsabili del titolo qui preso in esame, ai quali va fatto un applauso per non essersi dati alla macchia dopo aver ricevuto un tale ordine da Namco-Bandai.
    Dal primo incontro di Rufy con Zoro, sino alla drammatica battaglia di Marineford, uno dei momenti più significativi e toccanti dell'intera serie, di cose nel mezzo ne sono accadute un bel po’ e, per chi lo sapesse, stiamo parlando di un arco narrativo davvero mastodontico e piuttosto complesso, soprattutto per la quantità incredibile di personaggi tirati in ballo.
    Con una tale quantità di carne sul fuoco, il fan si gratta le mani già con l'acquolina in bocca, il neofita si compiace dell'idea che gli basterà un solo videogioco per aggiornarsi sui principali eventi di One Piece e magari proseguire nella visione dei successivi episodi a cuor leggero.
    Purtroppo queste rosee aspettative vengono disilluse sin dalla prima schermata che segue il menù principale. Non che gli sceneggiatori abbiano adottato chissà quali tagli per riassumere le innumerevoli vicissitudini della ciurma di pirati: semplicemente lo stile narrativo adottato fa acqua da tutte le parti.

    Purtroppo il più grave e grande difetto di One Piece: Romance Dawn è proprio questo: non riesce a veicolare la trama in maniera coinvolgente, appassionante, né tanto meno interessante. Usando come sfondo alcuni frame rubati dall’anime, i dialoghi inscenati avvengono per mezzo di minuscoli artwork, timidamente animati, che si esprimono tramite i classici balloon dei fumetti. La cosa potrebbe anche funzionare se non fosse che la maggior parte delle azioni, e anche un nutrito numero di personaggi che parlano privi di immagine dedicata, dovrete immaginarveli. Se conoscete già i fatti poco male: sin dal primo dialogo vi annoierete a morte, ripercorrendo momenti ancora vividi nella vostra memoria, qui riproposti per mezzo di scenette anonime e prive di mordente. I neofiti, al contrario, alla mancanza di pathos aggiungeranno anche l’impossibilità di farsi un’idea chiara di cosa stia realmente accadendo. Sebbene in certi frangenti sia possibile farsi un’idea usando il proprio intuito, in altri abbandonerete qualsiasi speranza: comincerete a picchiettare come ossessi sui pulsanti, pregando che il supplizio finisca il più presto possibile.
    Se non si trattasse di uno degli aspetti principali della produzione potremmo anche soprassedere (almeno in parte), ma così non è per Romance Dawn, dove invece la trama ricopre un ruolo centrale non solo in termini puramente quantitativi, ma soprattutto in relazione al tipo d’esperienza che vuole veicolare.

    A turni, ma non troppo

    Il rammarico aumenta ulteriormente non appena si passa ad analizzare il gameplay che pur in tutta la sua semplicità, e non nascondendo qualche limite qua e là, riesce a divertire grazie alla sua immediatezza.
    Superata la difficile prova di sopravvivere ai lunghi e noiosissimi dialoghi tra un livello e l’altro, si tratterà fondamentalmente di esplorare labirintici dungeon pieni di tesori e nemici, sino a scovare l’accesso al livello successivo. In queste fasi avrete il diretto controllo di uno dei tre personaggi che compongono il party e tra pozioni curative e nuovi pezzi d’equipaggiamento ogni amante di RPG che si rispetti si troverà a suo agio sin dal primo momento.
    La conformazione planimetrica delle ambientazioni non è particolarmente intricata e l’esplorazione purtroppo è mortificata da scenari piuttosto vuoti e ripetitivi. Ciononostante, a rinvigorire l’interesse, di tanto in tanto subentrano alcune sezioni in cui l’avatar correrà a perdifiato lungo un sentiero prestabilito, lasciando a voi il compito di premere alcuni pulsanti con il giusto tempismo onde evitare di essere acciuffati dagli inseguitori. Si tratta di un espediente poco ambizioso e alla lunga ripetitivo, ma che grazie al ritmo forsennato infonde adrenalina all’utente.
    Sparsi per lo scenario, pattugliano a gruppi soldati della Marina e pirati malintenzionati di ogni genere che non perderanno occasione di corrervi incontro non appena vi avvisteranno. Quando capiterà entrerete automaticamente in modalità battaglia, scoprendo immediatamente che Romance Dawn è un RPG a turni. Anche in questi casi tuttavia, all’interno del vostro turno, godrete di un’insospettabile libertà di movimento.

    Tanto per cominciare potrete decidere se allontanarvi o avvicinarvi ai nemici, consapevoli del fatto che entrando o uscendo da determinate zone acquisirete specifici bonus e malus. Questa feature, che potrebbe anche sembrare superficiale, ricopre un ruolo fondamentale, che da solo può ribaltare completamente l’andamento di uno scontro: prendere distanze da un gruppo di fucilieri farà si che i loro attacchi causeranno meno danni, avvicinarsi per sfruttare al meglio il potere distruttivo di un Proiettile Gum Gum è la mossa più intelligente che potrete fare.
    Come se non bastasse, in ogni turno non dovrete scegliere una sola mossa, ma un set di combo che potrà essere di volta in volta modificato a seconda della successione di pulsanti che premerete. Una serie di attacchi base, ad esempio, può all’occorrenza essere concluso da una tecnica speciale se possedete sufficienti punti. Al contrario potrete optare per un pugno diretto così da spingere l’avversario contro al muro per danni extra.
    La complessità del combat system, che si arricchisce ovviamente di nuove mosse inerentemente al livello d’esperienza raggiunto, si sprigiona nelle battaglie con i boss: scontri sempre impegnativi e piuttosto prolungati che vi costringeranno a dare il meglio.
    Imparare a concatenare gli attacchi dei principali protagonisti di One Piece, da Asop a Nami senza naturalmente dimenticare gli altri membri dell’equipaggio, regala immense soddisfazioni. Inoltre il particolare combat system, legato sì ai turni ma piuttosto permissivo quanto a libertà d’azione, incontrerà le simpatie di entrambi gli schieramenti degli amanti dei giochi di ruolo (sia gli integralisti della turnazione, che i più moderni affezionati al tempo reale).
    Purtroppo anche dal punto di vista grafico Romance Dawn non splende particolarmente. Se l’assenza del 3D non si fa sentire troppo (tanto più ora, vista l’uscita del 2DS), il comparto estetico ereditato dall’edizione per PSP non rende giustizia ai ben più potenti chip della console Nintendo. Tuttavia, sebbene si lamentino ambientazioni fin troppo spoglie, i modelli poligonali dei personaggi, ottimamente animati tra l’altro, mettono una pezza.
    Poco più che sufficiente il sonoro grazie a musiche orecchiabili e effetti sonori ben campionati che non stancano.

    One Piece: Romance Dawn One Piece: Romance DawnVersione Analizzata Nintendo 3DSSarebbe bastato davvero poco per rendere One Piece: Romance Dawn un prodotto migliore e completo. A causa di un impianto narrativo immeritevole e chiaramente mal sviluppato, la produzione Namco-Bandai funziona solo a metà: propone un gameplay convincente e divertente, ma annoia a morte l’utente con dialoghi prolungati, una sceneggiatura ridicola e un plot che mortifica quello ben più frizzante ed appassionante del manga (e anime) a cui pur dovrebbe rifarsi. Se insomma si tratta di un gioco assolutamente sconsigliato dal punto di vista narrativo, come RPG siamo di fronte a un titolo discreto, seppur privo di chissà quali meccaniche tali da elettrizzare gli amanti del genere. Consigliato solo agli irriducibili fan dell’opera di Eiichirō Oda che smaniano all’idea di vestire nuovamente i panni di Rufy. Tutti gli altri non faticheranno a trovare un RPG dotato di meccaniche altrettanto convincenti, ma con in più una trama sviluppata con condizione di causa.

    6.5

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