Anteprima 1942: Joint Strike

Capcom vola sulle ali del remake

Anteprima 1942: Joint Strike
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Insert coin

    Scrivere del remake di un gioco che ha oramai un quarto di secolo sulle spalle è un po’ come scrivere di un pezzo di storia videoludica. Venticinque anni in questo settore sono come un’era geologica, e da allora di cose ne sono cambiate parecchie, molte in meglio, diverse altre in peggio. L’originale 1942 apparteneva alle fumose sale giochi degli anni ottanta in cui i primi appassionati di videogiochi passavano i pomeriggi dopo aver fatto i compiti, sognando di poter giocare a versioni fedeli di quei prodotti sul proprio Commodore 64 o, per i più fortunati, sul NES.
    Ora quelle sale non esistono quasi più, e i giochi arcade sono profondamente diversi come approccio e come pubblico.

    Nostalgia canaglia

    Capcom, nel suo tentativo di imporsi nel mercato del digital delivering, sta puntando molto sui remake dei suoi grandi classici, riproponendoli con una veste grafica al passo coi tempi ma che non stravolga l’appeal degli originali.
    1942 : Joint Strike è un altro passo avanti in questa sua marcia verso l’on line selling & gaming, e difficilmente sarà un passo falso, se riuscirà a conquistare i nostalgici e ingolosire a dovere i giocatori più giovani.
    L’impresa non sarà tuttavia delle più semplici, poiché 1942 appartiene ad una categoria di giochi oramai da anni in via di estinzione, e a cui i casual gamers non sono abituati, anche se ha fatto la storia degli anni ’80: gli sparatutto verticali in due dimensioni.
    Siamo oramai sommersi da FPS infatti, ma di sparatutto 2D per console ne escono oramai uno o due l’anno, e difficilmente varcano i confini nipponici.

    La Grande Guerra, rivisitata

    1942 è il capostipite di una serie di cinque giochi usciti a larga distanza gli uni dagli altri (qui elencati in ordine di pubblicazione): 1942, 1943, 1941, 19XX e 1944.
    Ognuno di essi portava naturalmente con sé delle innovazioni, restando tuttavia ancorato ai leit motiv distintivi del primo capitolo.
    Difatti, se era per certi versi un titolo classico in cui bisognava procedere verticalmente, attraversando schermi fittissimi di aerei avversari e fuoco nemico senza mai fermarsi, 1942 aveva dalla sua l’originalità dell’ambientazione e di una particolare manovra, che andremo ora a scoprire.
    Mentre la maggior parte dei giochi simili proponeva ambientazioni spaziali o quantomeno fantascientifiche, 1942 promuoveva un’atipica interpretazione del secondo conflitto mondiale, e per giunta dalla parte degli Alleati.
    Scopo del gioco era, infatti, sconfiggere Marina e Aviazione giapponese, giungendo su Tokyo al fine di costringere il Paese del Sol Levante alla resa. Da parte di una software house giapponese era sicuramente una trovata ironica. Quasi sacrilega, quando nel secondo capitolo della saga l’obiettivo finale consisteva nell’affondamento della leggendaria Yamato, orgoglio della Marina Imperiale.
    A livello di gameplay invece, la principale novità consisteva nella possibilità di utilizzare, per un numero limitato di volte, una manovra evasiva detta “loop”, che con una animazione per l’epoca notevole faceva compiere una capriola all’aereo, con tanto di zoomata. Questo si traduceva in una momentanea invincibilità, e serviva a evitare all’ultimo momento proiettili altrimenti impossibili da schivare. Erano naturalmente presenti power up, smart bomb e migliaia di agguerritissimi nemici che tenevano impegnato il giocatore per tutta la durata dei 32 quadri dell’originale.

    Un grande classico, rivisitato

    Sarebbe corretto dire che Joint Strike, più che un remake del singolo 1942, è un rifacimento dell’intera serie, in quanto prende equamente in prestito elementi da ogni singolo episodio della saga.
    Backbone Entertainment, che sta curando il gioco per conto di Capcom, ha preso tutto il meglio che questo storico marchio ha offerto ai suoi fan nel corso degli anni e lo ha riunito in un solo titolo.
    Per cominciare, si potrà scegliere il proprio mezzo fra una rosa di svariati aerei con caratteristiche diverse, a partire naturalmente dal classico Lockheed P-38 Lightning.
    Ci sarà una gran varietà di armamenti a disposizione, fra cui alcuni nuovi e assolutamente originali per la serie.
    La cadenza di fuoco potrà essere continua, oppure si potrà scegliere di caricare i colpi per alcuni secondi per poi essere rilasciati in un singolo, potente sparo. Saranno naturalmente presenti anche una gran varietà di smart bomb e la mitica “loop manoeuvre”.
    1942 favorisce inoltre il gioco in compagnia: il “Joint Strike” del titolo si riferisce ad un colpo speciale eseguibile unicamente nella modalità a due giocatori, con cui i due aerei si esibiscono in una manovra coordinata dalla grande potenza di fuoco.

    Un gioco in due dimensioni, ma tutto in 3D

    I programmatori si sono indubbiamente impegnati per riprodurre il feeling dei classici shoot’em up di vent’anni fa, ma c’è da riconoscere loro che non si sono risparmiati nel rendere il gioco visivamente al passo coi tempi.
    Sebbene la grafica di Joint Strike non intacchi minimamente il potenziale di PlayStation 3, è davvero gradevole, fornendo a tratti uno spettacolo molto appagante.
    Innanzitutto il gioco è tutto in alta risoluzione e adattato anche agli schermi in 16:9, quindi potete pure dire addio alle fastidiose bande nere.
    E’ stato poi scelto di non realizzare la grafica in 2D come, ad esempio, nel prossimo remake di Street Fighter II, ma di creare tutti gli sprite in grafica poligonale mantenendo il sistema di gioco ancorato ad un sistema bidimensionale.
    Il senso di profondità viene tuttavia accentuato, e in maniera notevole, dalla quantità di animazioni sui diversi piani dello sfondo, e agli efficaci e ricorrenti effetti di zoom che si susseguono nel corso dei livelli.
    Tutti i modelli poligonali dei mezzi di terra, cielo e mare sono realizzati con estrema cura, e i boss di fine livello sono altrettanto ben fatti, oltre che spesso enormi rispetto agli aeroplani protagonisti dell’azione.
    Gli effetti di luce e le esplosioni sono allo stesso modo di buon livello, ed infine i rallentamenti, che spesso inficiano la giocabilità di questo genere di giochi, sembrano quasi assenti.
    Ultima nota di merito per il sonoro, realizzato da Norihiko Hibino, che in passato ha lavorato sulla serie di Metal Gear.

    1942: Joint Strike Sembra che Backbone Entertainment stia realizzando questo gioco con molta cura, e sicuramente tutti gli hardcore gamer apprezzeranno il loro sforzo, tanto più se il prezzo si manterrà sui dieci dollari come promesso. Oltretutto il supporto al gioco on line sembra sarà assicurato in tutti i modi possibili, cosa di sicuro interesse. Resta tuttavia da vedere se e quanti casual gamer vorranno provare l’ebrezza di giocare a un genere che non esiste praticamente più, e che richiede nervi saldi, destrezza e pazienza ai giocatori. Ma dargli un’occhiata potrebbe quantomeno stupirli e farli ricredere sulle potenzialità delle meccaniche di gioco in due dimensioni di una volta. Aspettiamo ora quest’estate, per poterci cimentare in favolosi dogfight d’annata.

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