Anteprima 50 Cent: Blood on the Sand

E se non fosse da scartare a priori?

Anteprima 50 Cent: Blood on the Sand
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • 50 Cent: Bulletproof è un titolo che il mercato italiano si è permesso di snobbare quasi totalmente. Scarsamente interessato al mondo del rap ed ai suoi poco eleganti interpreti, e del tutto indifferente alla storia di vendetta e redenzione di una delle figure più stereotipate della storia della musica e non solo, il popolo dello stivale ha lasciato il titolo a prender polvere sugli scaffali dei negozi.
    Ma oltre oceano, 50 Cent ha sbancato. Le vendite sono state buone, e il gruzzolo guadagnato (forse anche grazie al non troppo ingente impegno produttivo) ha convinto Sierra ad affidare a Swordfish Studio la produzione di un seguito.
    Il risultato, indispettisce dirlo, non è male come ci aspettavamo.

    Black Rappers and Cherry Trees

    L'idea alla base di Blood on the Sand è malata. Deviata, distorta. Inconcepibilmente fuori di testa.
    E' quella di prendere uno dei rapper più famosi e conosciuti della scena Hip Hop, concedergli un compagno meno noto ma altrettanto attento al ritmo giusto ed analogamente inserito nella più spicciola “black culture”, e di mandarli entrambi a combattere contro una folta schiera di arabi, che dovrebbero incarnare, nell'ottica dei repubblicani estremisti, il nemico della patria. Il più totale biasimo per chi ha pensato un contesto del genere, ed una strano mal di vivere nel sapere che, “somewhere beyond the sea”, esiste qualcuno in grado di apprezzarlo.
    Però, accantonato ogni dettaglio del plot narrativo, il secondo videogioco dedicato a 50 Cent appare tutt'altro che malvagio.
    L'impostazione è quella di uno shooter in terza persona veloce e frenetico, costruito sul modello di uno dei migliori congeneri apparsi sulla scena degli ultimi tempi: The Club. Riprendendo visuale e sistema di controllo dal titolo Sega, Blood on the Sand propone dunque un'azione frenetica e veloce, votandosi completamente all'opera blastatoria e trovando la sua finalità principale nell'accumulo spropositato di punti, da guadagnare inanellando “combo”. Diversamente dal prodotto sopra citato, però, in 50 Cent i livelli non hanno una struttura “a circuito”, ed anzi prevedono una progressione continua. Il gameplay, dunque, può arricchirsi di qualche trovata ulteriore, permettendo in effetti all'utente di affrontare gli scontri con più tranquillità, senza l'assillo del tempo a disposizione.
    Così in Blood on the Sand troviamo uniti sotto un unico vessillo tutti gli stereotipi dello shooter moderno. Un sistema di copertura modellato sulla base di Gears of War, la possibilità di attivare il bullet time e rallentare il tempo, i contrattacchi ravvicinati strutturati come una sorta di Quick Time Event. E l'insieme funziona. Affiancati da un partner selezionato in una rosa di tre rapper, ci si muove all'interno di livelli abbastanza lineari cercando di mietere più vittime possibile. Il sistema di coperture (che comprende anche la possibilità di sparare alla cieca) garantisce una maggiore possibilità di sopravvivenza negli scontri più duri, ma l'interattività ambientale impone di cambiare spesso riparo, in quanto ogni struttura si deteriora sotto i colpi dei nemici. L'intelligenza artificiale degli avversari non è fra le migliori, ma risulta comunque adeguata per rendere l'azione varia. Alcuni si assiepano dietro i ripari e possono essere fatti saltare in aria con le granate a disposizione (ci sono bombe a frammentazione, a rilevazione di movimento, cocktail molotov), altri, dopo aver esaurito il caricatore, si lanciano alla carica e permettono di attivare il counter attack ravvicinato, in cui si deve premere a ritmo il tasto d'attacco per eseguire delle instant kill davvero molto violente (che vanno dalla lotta con il coltello alle scazzottate “vecchia scuola”, passando per qualche presa di Street Combat). Rimanendo sempre attivi e accumulando kill, eseguendo headshot o attivando il bullet time, si guadagnano punti su punti, indispensabili poi per comprare armi, nuovi counter attack, e “Taunt” con cui personalizzare il proprio personaggio. Il combo sistem sembra prendere in considerazione anche la crudezza delle uccisioni per garantire punti extra (se un nemico viene scaraventato lontano da un'esplosione, ad esempio). E' possibile guadagnare crediti anche rompendo apposite casseforti o recuperando i poster di 50 Cent appesi in alcune stanze segrete.
    Anche grazie al buon numero di armi (che è possibile cambiare con un tocco del D-pad), ma soprattutto per la capacità di mantenere l'azione sempre viva (l'apparizione degli avversari è del tutto scriptata; ogni tanto appaiono postazioni di fuoco fisse), la varietà di gioco e l'avanzamento nei livelli sono tutt'altro che spiacevoli. Da questo punto di vista, 50 Cent: Blood on the Sand è una sorpresa. Ovviamente chi non ama gli shooter “ignoranti” e frenetici non avrà nessun interesse nei confronti del titolo Sierra, ma per gli estimatori del genere, il prodotto Swordfish Studio potrebbe esser preso in considerazione nonostante le premesse “narrative”. Senza sperare di rivoluzionare il mondo videoludico, 50 Cent è una sorta di “concentrato” delle produzioni moderne, e raccoglie l'eredità generale di un'intera generazione di sparatutto.
    Se si conta la possibilità di affrontare l'intera avventura in cooperativa, quasi si completa il quadro di riferimento. Infatti il team di sviluppo ha promesso la presenza di sessioni a bordo di un'auto (nel co-op uno dei due utenti sarà alla guida e l'altro impugnerà una mitragliatrice fissa), e di un singolo livello a bordo di un elicottero, modellato sulla base degli shooter on-rail. Purtroppo le sessioni di guida non ci sono state mostrate (ed in realtà temiamo una eccessiva linearità e banalità di queste ultime), quindi non possiamo commentare la loro qualità.

    La logica dell'apparire

    Anche dal punto di vista grafico e tecnico, Blood on the Sand risulta superiore alle aspettative. Il design degli ambienti non è disdicevole, ed anzi le strutture poligonali sono molto curate, e il percorso da seguire, solitamente molto articolato, attraversa interni ed esterni. Sulla varietà cromatica delle ambientazioni può essere avanzato qualche commento non entusiastico, ma quella che ci è stato mostrato è solo una piccola parte del set completo di livelli. I modelli dei personaggi principali sono curati e bene animati (le scene in real time dei counter attack sono molto belle), ma ovviamente la varietà dei modelli usati per i nemici non è elevatissima.
    L'interattività ambientale è garantita da un buon numero di oggetti che è possibile far esplodere o ridurre a brandelli, ma la qualità da questo punto di vista si paga con la linearità e con la presenza di alcuni “corridoi” piuttosto stretti (fortunatamente intervallati da sessioni lievemente più aperte).
    La qualità degli effetti speciali è più che buona, il framerate è apparso costante in qualsiasi situazione.

    50 Cent: Blood on the Sand Blood on the Sand è un titolo da non accantonare a priori. Non c'è da aspettarsi una rivoluzione, ed il contesto generale è frutto di una cultura malata e tutt'altro che apprezzabile. Però, a livello ludico, la formula “riassuntiva” funziona bene, e 50 Cent si propone come uno shooter frenetico, votato alla spettacolarità ed alla brutalità, incentrato sull'abilità del giocatore di inanellare combo e mantenere sempre viva l'azione di gioco. Chi non ama particolarmente le fasi esplorative (il titolo è molto lineare, all'apparenza) ma vuole concedersi qualche ora di distruzione, magari in compagnia di un amico, dovrebbe stare attento alle novità relative al prodotto. Già si intravede all'orizzonte, infatti, qualche problematica: l'eccessiva violenza del gioco (durante alcuni counter attack, per esemplificare, il protagonista accoltella i nemici al petto, alla pancia, poi al volto) già solleva i timori del publisher, che probabilmente deciderà di cancellare l'uscita del gioco in alcuni stati europei, o di produrre una versione edulcorata.

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