Aztech Forgotten Gods: atmosfere cyber-stone e caccia alle divinità azteche

Gli autori di Mulaka invitano i giocatori in Messico, per un'Action Adventure che propone colossali boss-fight contro divinità della mitologia azteca.

Aztech Forgotten Gods: atmosfere cyber-stone e caccia alle divinità azteche
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Tra gli annunci dell'Indie World Showcase di metà aprile, hanno trovato spazio anche le atmosfere dell'America Centrale. Ad ampliare la geografia della diretta targata Nintendo ci ha pensato Lienzo, piccolo team di sviluppo con base nello Stato di Chihuahua, in Messico. Iscritta all'anagrafe videoludica nel dicembre 2012, la software house è ancora giovane, ma si è conquistata l'attenzione del pubblico internazionale con Mulaka, un'avventura a cavallo tra folklore e magia, ispirata alla cultura tradizionale degli indigeni Tarahumara, originari del nord del Paese (per tutti i dettagli, tra le pagine di Everyeye trovate ovviamente la recensione di Mulaka).

    Ora, Lienzo è pronta a proporre ai giocatori un nuovo viaggio in Mesoamerica, questa volta sulle tracce delle antiche divinità azteche. Aztech Forgotten Gods è infatti un Action Adventure che reinventa il destino della civiltà precolombiana, immaginandone un'evoluzione non spezzata dall'invasione coloniale europea. In arrivo entro la fine dell'anno su PC e console, l'indie offre una commistione tra colossali boss fight e tradizione messicana: ecco cosa possiamo attenderci da questo progetto indie.

    Il popolo del Serpente Piumato

    Originari del Messico occidentale, gli Aztechi abbandonarono nel XII secolo le proprie terre, in cerca di un nuovo luogo in cui stanziarsi. Il viaggio, secondo la mitologia, si concluse solamente nel 1325, con l'avvistamento del segno che il popolo andava ormai cercando da decenni: un'aquila poggiata sulla cima di un cactus circondato dall'acqua, intenta a divorare un serpente. La suggestiva immagine - che ancora oggi occupa il centro della bandiera del Messico -, si manifestò nei pressi del Lago di Texcoco, che divenne dunque la culla della civiltà azteca. Qui sorse Tenochtitlan, destinata a divenire la città più importante dell'intera America Centrale precolombiana. Oggi, questo luogo esiste ancora: evolutosi in metropoli, è noto al mondo come Città del Messico.

    Ma nel mondo di Aztech Forgotten Gods, la Storia ha seguito un sentiero differente da quello della nostra realtà: i conquistadores spagnoli non hanno mai raggiunto il Messico e le civiltà mesoamericane hanno prosperato per millenni senza alcuna interferenza esterna. In questo contesto, in un futuro molto lontano, gli Aztechi hanno raggiunto un grado di sviluppo tecnologico straordinario. La Tenochtitlan del titolo Lienzo è un agglomerato di riverberanti luci al neon, il cui nucleo fondante è però ancora profondamente ancorato alla tradizione. Un assetto riassunto dal team di sviluppo con la piuttosto suggestiva espressione "cyber-stone", che descrive uno scenario in cui le tradizionali piramidi azteche si affiancano a imponenti strutture cibernetiche.

    Lungo il percorso che ha condotto alla creazione di un paesaggio urbano a dir poco futuristico, l'impero azteco sembra però essersi lasciato alle spalle entità potenti e pericolose. Vere e proprie divinità dimenticate, queste ultime reclamano ora il proprio posto in un presente che le ha completamente cancellate. A risvegliarle è stata Achtli, giovanissima ragazzina destinata - neanche a dirlo -, a divenire protagonista di un'epica avventura.

    Dopo aver tragicamente assistito alla morte del padre in un incidente del quale si ritiene responsabile, la ragazza ha perso un braccio e la fiducia in se stessa. Entrambi sono però destinati a fare ritorno in seguito ad una seconda sciagura. Molto legata all'unico genitore rimastole, Achtli decide un giorno di accompagnare la madre Nantsin - archeologa di professione - in un sopralluogo. Le due si ritrovano così ad indagare su di un misterioso scavo non autorizzato. Le premesse non sembrano essere delle migliori, e infatti ha qui luogo l'irreparabile: per errore, viene attivata una antica fonte di energia, che causa il risveglio di enormi colossi di pietra, determinati a distruggere Tenochtitlan.

    Per difendere la madre, Acthli brandisce un insolito strumento, che sembra adattarsi perfettamente al suo corpo: ben presto, questo si tramuta rapidamente in un peculiare braccio prostetico, scolpito nella solida roccia. L'oggetto le conferisce poteri straordinari, che trasformano la ragazza nell'unica forza in grado di interporsi tra la furia degli Dèi Dimenticati e la condanna della sua gente.

    Guerra agli dèi

    Ciò che la giovane protagonista di Aztech Forgotten Gods dovrà imparare a sfruttare al pieno delle proprie potenzialità è in verità un Lightkeeper, letteralmente un "portatore di luce". Un nome piuttosto insolito per quella che in verità è un'arma antichissima, forgiata da altrettanto remote divinità. Grazie al magico artefatto, Achtli può librarsi in aria e scagliare colpi poderosi contro i suoi colossali avversari, rivelandosi così all'altezza di fronteggiare le sovrannaturali entità in devastanti scontri faccia a faccia.

    Tra un combattimento e l'altro, Achtli vivrà una storia di formazione dalla forte componente narrativa, mentre i suoi nuovi poteri le consentono di esplorare la metropoli azteca da una nuova prospettiva. Il Lightkeeper le offre infatti la possibilità di avventurarsi tra gli edifici a tutta velocità e di sfruttare la verticalità di quella che nei secoli è divenuta la capitale delle arti più raffinate, vertice dello sviluppo e sede delle più avanzate istituzioni del genere umano.

    L'artefatto consente in particolare alla protagonista di cimentarsi in una sorta di parkour, mentre l'emanazione di una potente scarica di energia dal braccio prostetico le permette di effettuare potenti balzi e accelerazioni in ogni direzione. Da quanto mostrato sino ad ora dagli sviluppatori, entrambi gli strumenti si riveleranno essenziali per procedere lungo un mondo di gioco che pare strutturato in grandi macro-dungeon, popolati da comuni avversari collocati a difesa del boss dell'area.

    Fulcro dell'esperienza proposta da Aztech Forgotten Gods sembrano del resto essere proprio gli scontri con gli dèi in rivolta, tradotti in spettacolari boss-fight. Una scelta che, sulla carta, ben si sposa con i trascorsi del team di sviluppo.

    Nel già citato Mulaka, infatti, laddove gli scontri con i nemici ordinari pagavano presto il prezzo di una certa ripetitività, le boss-fight rappresentavano invece il vero punto di forza della produzione. Divertenti, dinamici e accompagnati da una colonna sonora tribale, gli scontri più impegnativi visti nel titolo potrebbero tornare in una declinazione ancora più raffinata in questa nuova creazione di Lienzo.

    Le premesse, almeno sul piano della spettacolarità, non sembrano del resto mancare, con la mitologia e la cultura azteche che vantano una tradizione ricca di suggestioni. Tra le Divinità Dimenticate presentate sino ad ora dal team messicano, ad esempio, possiamo segnalare quella che pare di fatto essere una reinterpretazione in chiave cyber-stone di Quetzalcoatl, il Serpente Piumato che per la religione azteca incarnava il ruolo di creatore dell'umanità. Relegati nella sviluppata Tenochtitlan a semplici leggende e favole per bambini, gli dèi avrebbero dovuto restare esiliati dalla memoria collettiva. Per combatterli, come detto, il giocatore potrà contare solamente sui poteri del Lightkeeper.

    Balzi ripetuti, fluttuazioni in aria e accelerazioni costituiscono le armi essenziali a disposizione dell'eroina, per azioni destinate a concludersi con colpi ravvicinati a danno degli avversari. Il combat system, per il momento, non ci ha colpiti particolarmente, né per dinamicità - che pure dovrebbe rappresentarne la caratteristica distintiva - né per varietà od originalità. La probabile presenza di un sistema di potenziamento del personaggio e delle sue abilità potrebbe tuttavia riservare gradite sorprese su questo fronte.

    Il percorso di accettazione delle nuove responsabilità di Achtli sarà narrato ai giocatori attraverso uno stile che, ancora una volta, si presenta come fortemente in continuità con quanto realizzato da Lienzo con Mulaka. Un'estetica minimale, spiccatamente low-poly, che punta tutto sulla peculiare ambientazione e sull'utilizzo di tonalità molto calde. Ad un primo impatto, tuttavia, Aztech Forgotten Gods ci ha dato l'impressione di mettere in scena una direzione artistica meno ispirata rispetto al suo predecessore. Gli scenari di Tenochtitlan paiono infatti poco dettagliati e alquanto ripetitivi, incapaci per il momento di suscitare stupore o meraviglia. Ad ogni modo, è ovviamente troppo presto per poter offrire un giudizio definitivo in merito, con solamente la versione finale del titolo che potrà rivelare il valore dell'operato del team messicano.

    Aztech Forgotten Gods Aztech Forgotten Gods non pare al momento essere una di quelle produzioni indie capaci di catturare al primo sguardo. L’ambientazione, per quanto peculiare e sicuramente intrigante, non sembra essere sostenuta da una direzione artistica sufficientemente ispirata, ma per offrire un giudizio consapevole su questo fronte sarà necessario attendere il completamento del processo di sviluppo. Solo pad alla mano sarà peraltro possibile valutare il combat system messo a punto da Lienzo, che a primo impatto sembra poter offrire un’esperienza solida, anche se non particolarmente innovativa. Per scoprire se il team messicano riuscirà a rendere giustizia al suggestivo immaginario azteco, non sarà necessario attendere troppo: l’Action Adventure è infatti atteso per l’autunno 2021, su PC, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S e Nintendo Switch. Nessuna conferma in questa fase per il supporto alla lingua italiana, con inglese e spagnolo unici idiomi confermati dagli autori per Aztech Forgotten Gods.

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