Black Myth Wukong in Unreal Engine 5: il Re Scimmia è inarrestabile

Game Science è tornata a mostrarci un lungo video di gameplay tratto dal chiacchieratissimo videogioco che prende ispirazione dalle leggende cinesi.

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  • Sono passati sei anni dal giorno in cui i ragazzi di Game Science hanno deciso di sviluppare un videogioco dal vasto valore produttivo, incuranti del lavoro che sarebbe servito per onorare l'impegno preso ma decisi a perseguire un sogno coltivato fin dalla fondazione dello studio. Per una pura coincidenza, il giorno in questione era il primo di aprile, ed è stato a lungo complicato capire se il loro Black Myth: Wukong esistesse davvero o fosse soltanto uno scherzo, un trailer ben montato per alimentare le aspettative e null'altro, perso nel limbo del vaporware in seguito ad una prima presentazione datata 2020.

    Mentre rimbalzavano voci di corridoio che parlavano di problemi di sviluppo per WuKong, le quali seguivano i malumori creatisi in seguito all'annuncio che Black Myth WuKong veniva riscritto per muoversi in Unreal Engine 5, questo gruppo di sognatori si concentrava per montare e rilasciare di lì a pochi giorni non solo un lungo video di gameplay, ma anche una della prime cutscene di un gioco che a quanto pare esiste davvero, e sembra anche in ottima forma.

    Il Re asceso

    Il nucleo narrativo che ha generato il titolo di Game Science nasce da una domanda che gli sviluppatori cinesi si chiedevano da quasi dieci anni prima di cominciare a lavorare su Black Myth: cosa è successo a Wukong dopo aver raggiunto la Buddità?

    Si riferivano ovviamente al destino di uno dei personaggi principali de Il Viaggio in Occidente, uno dei testi più conosciuti - se non il più famoso in assoluto - della letteratura asiatica, che racconta del leggendario pellegrinaggio a Ovest del monaco buddista Xuanzang, alla ricerca dei sacri testi perduti nel continente asiatico. Tre aiutanti scelgono di accompagnare lo studioso cinese per trovare il perdono dei loro peccati, e fra questi c'è Sun Wukong, un ibrido uomo-scimmia violento in combattimento quanto sopraffino nell'intelletto, che al termine del viaggio viene assolto dal Gautama Buddha riuscendo a conseguire la Buddità. Il Re Scimmia conosce già da tempo il segreto dell'immortalità, per questo i ragazzi di Game Science hanno immaginato il prosieguo di quest'essere simil-divino raccontandolo attraverso un videogioco che non temesse di mostrare le proprie radici folkloristiche, le quali si rivelano parte fondamentale del fascino concettuale ed artistico che vortica intorno a Black Myth.

    Il pubblico occidentale è probabilmente già avvezzo alla figura dell'uomo scimmia raccontato dal testo cinese, perché Akira Toriyama si è ispirato proprio a lui per creare il protagonista di Dragon Ball, mantenendone le fattezze a metà tra uomo ed animale ma modificando appena il nome da Sun Wukong a Son Goku, e soprattutto lasciandogli il celeberrimo bastone allungabile, l'arma iconica del Re Scimmia. Lo spunto narrativo non si è però arrestato ad un singolo protagonista per Game Science, infatti gli sviluppatori ci tengono a precisare che il racconto originale è ricchissimo di personaggi indimenticabili e di conversazioni degne di riflessione, soprattutto quando ci si concentra sui cosiddetti "nemici" di Wukong: l'abile guerriero sarà di certo al centro dell'azione, ma si dimostrerà solo una piccola parte di un mondo vibrante e molto più grande di lui.

    Le promesse del trailer

    La sequenza animata diffusa insieme al trailer di gameplay racconta i primi momenti della nuova avventura di Wukong, facendoci conoscere una tenebrosa famiglia di donne lui cui natura sembra ricollegarle ai ragni. Il linguaggio criptico impedisce d'immaginare l'incipit della trama nei dettagli, ma a quanto pare il protagonista è stato catturato su ordine della Madre, un personaggio probabilmente già raccontato nel Viaggio in Occidente perché una delle ragazze dice che i rapporti della donna misteriosa con Wukong risalgono a prima che loro nascessero.

    Il matrimonio imbastito tra i due pare più un sacrificio che un'unione, e con ogni probabilità la cattura è legata all'essenza divina del Re Scimmia. Se il filmato ci lascia solo sbirciare i primi risvolti di una trama orgogliosamente folkloristica, il lungo gameplay diffuso insieme alla cutscene riesce a suscitare molto più interesse ed anche qualche spunto di riflessione concreto. Il titolo persegue infatti in quella formula ludica che si era già lasciata apprezzare attraverso i trailer dei mesi scorsi, ossia con un'azione del tutto votata alle lotte veloci ed immediate combattute con il fido bastone del protagonista, con l'attenzione decisamente rivolta verso un sistema di schivate e contrattacchi rapidi, ma insaporito anche dall'uso di magie variegate.

    Il filmato si apre con il lento volo di un insetto che approccia un essere dalle fattezze statuarie, dal volto umano ma in possesso di una breve coda che spunta tra lo spacco posteriore dell'abito, ma in breve l'animale alato si scopre essere solo una delle tante forme assumibili di Wukong - il quale, secondo il racconto originale, può modificare il proprio corpo a piacimento - che si manifesta adesso nella sua iconica figura ibrida ingaggiando un combattimento che appare fin da subito impari. Un paio di colpi assestati al corpo dell'essere mostruoso intaccano appena la vitalità del nemico, mentre ogni attacco avversario si dimostra mortifero e costringe l'eroe ad arretrare. La rigenerazione della vita avviene con l'utilizzo della fiaschetta che ondeggia al suo fianco, e nella parte inferiore dello schermo possiamo vedere come ogni sorso faccia calare la quantità di liquido presente, ma la situazione è disperata e necessita di una fuga rapida.

    Diverse fasi di lotta

    L'utilizzo di una delle quattro magie osservabili in basso a destra avviene come se Wukong consumasse qualcosa con i suoi denti, ed ecco comparire dal nulla quattro copie di se stesso, le quali svolgono il loro lavoro distraendo il potente nemico e permettendo all'eroe di attuare la sua fuga ingloriosa.

    La composizione dell'arena di battaglia appare dunque libera e priva di barriere, il giocatore potrà facilmente dileguarsi nel caso in cui la lotta si dimostrasse superiore alle proprie abilità. La breve esplorazione della foresta, condita dal ritrovamento di alcune erbe che possiamo immaginare come parte di un sistema di creazione, porta Wukong alla scoperta di un piccolo altare, che in Black Myth funge da punto di controllo un po' come i celebri falò di Dark Souls: il Re Scimmia stacca dalla sua testa il pelo che un soffio trasforma in incenso - dimostrando ancora una volta come in Game Science abbiano preso davvero a cuore l'ispirazione proveniente da Viaggio in Occidente - e mentre i ciliegi fioriscono intorno al santuario, la vita del protagonista viene ripristinata, ed allo stesso modo la fiaschetta curativa si riempie fino all'orlo. In seguito c'è spazio per una lotta più bilanciata, perché il protagonista afferra dal terreno ciò che pensava essere vegetazione, ed invece si rivela essere la testa muschiata di un essere tra la bestia e la radice.

    L'avversario, diversamente dal primo incontrato nel trailer, combatte senza alcuna tecnica permettendo a Wukong di schivare con agilità i suoi colpi, per poi assestare qualche decisa mazzata al corpo del nemico. L'unica mossa degna di nota di cui l'altro è capace consiste nel diramare le proprie radici nel terreno, le quali possono bloccare per qualche istante il protagonista qualora dovessero prenderlo, e per sfuggirle il Re Scimmia è costretto a sfruttare le capacità trasformative del suo bastone. Una barra "speciale" si è caricata mentre Wukong metteva a segno i suoi colpi, andando a formare una sfera di potere che adesso il protagonista spende per allungare il proprio bastone e allontanarsi dall'infido terreno, per poi lanciarsi in un attacco aereo che conclude in bellezza lo scontro.

    Uno scontro elettrico

    Il mantra recitato dalle statue del Buddha presenti nella foresta conduce il Re Scimmia ad una cascata che cela tra le sue crepe l'ingresso per il covo di un dragone elettrico, protagonista della tesissima sequenza finale che lascia ammirare altre importanti meccaniche di gioco. Gli attacchi lenti e leggibili della bestia mitologica permettono infatti a Wukong di inanellare diverse schivate perfette, sottolineate dalla presenza della sagoma scimmiesca che rimane sul luogo del mancato impatto, le quali non consumano vigore a differenza delle evasioni effettuate in anticipo.

    L'audacia di aspettare il momento opportuno per schivare si riflette dunque in un rapporto rischio-beneficio che andrà calcolato a seconda dell'abilità del singolo giocatore, nel mentre possiamo osservare come un altro tipo di magia trasformi il protagonista in una statua di pietra permettendogli di resistere completamente all'artigliata nemica. Il combattimento prosegue dunque con i soliti ritmi elevati seguendo le regole illustrate in precedenza, ma c'è spazio per un'ultima chicca tra le capacità battagliere del Re Scimmia.

    Wukong, come detto in precedenza, può trasformarsi in qualsiasi essere animato o inanimato, e l'uso di una sfera di energia gli permette infatti di cambiare aspetto diventando una sorta di abominio minerale, capace di camminare ma privo di braccia, il quale resiste con scioltezza agli attacchi nemici. Le sue cariche mandano ben presto in confusione il drago che crolla a terra, mentre vediamo scorrere il tempo a disposizione della nuova forma di Wukong sulla parte inferiore dello schermo. La metamorfosi ricorda quindi le meccaniche viste con le classiche "evocazioni" degli RPG, ed infatti garantisce invulnerabilità ed un potere d'attacco maggiore soltanto per pochi secondi.

    Le capacità dell'Unreal Engine 5

    La tragica fine del combattimento vede Wukong incapace di assestare un altro colpo speciale portato dalla sua mazza allungabile, ma anche nella sconfitta Black Myth si dimostra galvanizzante e degno di attenzione.

    Se la ricetta ludica mostrata ad oggi non sembra distaccarsi con troppa decisione dal filone degli action RPG più in voga del momento, ben altro spessore è quello che contraddistingue il comparto grafico in tutte le sue forme, in primis nelle animazioni che abbiamo potuto osservare. Le combo messe a segno da Wukong sono numerose e sembrano garantire un buon senso di impatto, ma svariate sono anche le schivate viste in azione, così come l'uso delle magie che si manifestano in seguito ad un gesto diverso a seconda del potere utilizzato. Le fasi esplorative sono peraltro graziate da un impianto scenico sbalorditivo, con quella foresta esplorata da Wukong che sembra davvero viva e realistica nella vegetazione, mentre la cascata schizza pura gioia per gli occhi nel suo precipitare verso il terreno. La quinta iterazione dell'Unreal Engine si dimostra ancora una volta promettente per resa visiva, grazie anche a texture che paiono molto dettagliate, ma è nell'effettistica che l'opera di Game Science sembra potersi distinguere dagli altri esponenti del genere.

    Durante i rapidi scontri contro gli avversari incontrati lungo il cammino è infatti difficile non rimanere affascinati dal tripudio di scintille e fiamme che nasce dalla lotta tenace, ma anche la responsività dell'ambiente contribuisce alla modellazione di un comparto scenico affascinante. Le pietre che rimangono sollevate per qualche istante in aria dopo un pesante colpo sul terreno, ma anche le goccioline d'acqua che si prendono un paio di secondi prima di ricadere in seguito all'annullamento della cascata: tutto ciò che il trailer ha mostrato in nemmeno dieci minuti lascia presagire una cura spasmodica verso una messinscena che cercherà di prendersi le luci della ribalta.

    Il vivace colpo d'occhio è inoltre impreziosito da una cornice volutamente arroccata nelle tradizioni millenarie cinesi, sia nei gesti di un protagonista diventato iconico per l'intero continente asiatico che nella costruzione di scenari ispirati ed immediatamente riconoscibili, e sulla stessa linea ritroviamo anche il design di nemici dalle caratteristiche fisiche originali. L'idea di Black Myth: Wukong sarà pure nata in Game Science il primo aprile di sei anni fa, ma noi continuiamo a sperare che questo gioco non sia soltanto uno scherzo perché sembra davvero in grado di sorprendere, mentre l'assenza di una possibile data di pubblicazione ci obbliga ad essere pazienti e a calmare la nostra spasmodica attesa.

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