Anteprima Bully

A muso duro con la realtà

Il giovane fanciullo che varca per la prima volta le porte del tempio dell'istruzione per antonomasia, la scuola, entrerà in confidenza con due concetti di vitale importanza per la sua formazione socio-culturale. E altrettante figure si faranno portatrici di queste illuminazioni.
L'insegnate rappresenterà con la sua presenza aulica l'essenza dell'autorevolezza.
Il bullo della scuola gli stamperà sui denti il peso dell'autorità.

Corri Forrest, corri!

Sembra di poter vedere negli occhi di chi legge gli sguardi bassi e le fughe al termine delle lezioni per non incocciare nella propria nemesi scolastica. Quei ricordi per alcuni sono lontani, per qualcun altro, ancora nel vivo della propria fanciullezza, costituiscono la dura quotidianità. Per cancellare queste ombre grigie dalla nostra memoria la celebre software house Rockstar sta confezionando un titolo che segnerà la ribalta, ludica ovviamente, ad anni di soprusi scolastici. Il nome di questo progetto è Bully e già la fonetica di questa parola lascia intuire ciò che una traduzione confermerebbe. Si parla di prepotenti, di bulli. E' necessario anticipare che anche nel caso di questo titolo Rockstar, ed in particolare lo studio di Vancouver che sta realizzando materialmente il gioco, si sta dimostrando parca in termini di informazioni elargite alla stampa, cartacea e non. Il materiale a disposizione è scarso ma consente di tracciare un profilo su quanto troveremo sugli scaffali agli nella prossima primavera.

Dentro una coltre di gesso

Protagonista di Bully è Jimmy Hopkins, un tracotante ragazzino che è stato parcheggiato dalla propria famiglia nell'austera Bullworth Academy. Su questa premessa è già logico inquadrare la struttura di Bully. Conformemente allo stile Rockstar sarà possibile aggirarsi tra i diversi locali dell'istituto, interni ed esterni, con le usuali leggi del free roaming. Interpretando il bullo della scuola non potremo esimerci dal compiere ogni sorta di malefatta e ogni tentativo di aggressione per incrementare il rispetto, dicasi paura, nei nostri confronti. L'obiettivo sarà quindi creare un'alone di terrore intorno alla testa rasata di Jimmy. Per quanto le armi nelle scuole americane non rappresentino degli agenti estranei, in Bully potremo utilizzare degli strumenti più consueti per un college, come cerbottane, palloni da basket, fionde. E un gabinetto incrostrato sarà sempre un buon posto in cui invitare un clone di Harry Potter ad alloggiare la propria testa.
L'incremento della propria fama sarà scandito dal completamento di alcune missioni studiate ad hoc. Sotto questo punto di vista gli standard della Rockstar si sono sempre dimostrati di altissimo livello e forniscono una garanzia per l'originalità delle stesse. Non è ancora noto quale storia si sbroglierà parallelamente al compimento delle nostre azioni, ma è lecito pensare che sarà presente un disegno superiore.
La libertà di azione che sarà concessa al giocatore è ignota. La strada dell'arroganza e della prepotenza ci sarà sempre spianata, ma sarebbe piacevole che approcci meno violenti ci siano offerti per poter condurre una tranquilla vita scolastica. Per deliziarci del sottile e irragionevole piacere che sorprende il giocatore quando, per esempio, si trova a minare in un RPG oppure a guidare giudiziosamente in una metropoli come Liberty City. Una piccola pausa tra una rissa e l'altra, insomma. Se queste alternative infarciranno questo gioco avremo trovato il degno erede del classico senza tempo Skool Daze.