Anteprima Burnout 3

Fra sportellate e incidenti esplosivi, Burnout è pronto a tornare sotto l'etichetta di EA, e con un Renderware più potente che mai.

Anteprima Burnout 3
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  • PS2
  • Xbox
  • “Piccole” licenze crescono

    Che quella di
    Burnout fosse una ghiotta licenza lo si era già intuito da come era stato
    accolto il secondo episodio della serie. Burnout 2: Point of Impact, alla sua
    comparsa sul mercato - ottobre 2002 nella sua prima incarnazione su PS2 e metà
    2003 su Xbox e GameCube - era stato salutato come uno dei migliori esponenti tra
    i racing game di ultima generazione. Electronic Arts, nel tentativo di
    contrastare il titolo Acclaim, pubblicò nello stesso periodo l'ennesimo
    episodio della serie Need For Speed, quell' Hot Pursuit 2 che, nonostante le
    buone qualità possedute, sembrava patire un po' troppo l'ingombrante presenza
    di un simile competitore. Un problema non di certo insormontabile tanto che, con
    una mossa a sorpresa, il publisher americano ha acquisito in tempi abbastanza
    recenti la licenza della serie Burnout con l'obbiettivo di differenziare la
    propria offerta di racing game, orientando il brand NFS verso il genere di corse
    urbane clandestine - NFS: Underground e relativo, prossimo, seguito - e
    lasciando a Burnout il compito di soddisfare il desiderio di velocità di tanti
    appassionati. Ciò che ha permesso a Burnout di distinguersi dalla massa, oltre
    alle folli velocità caratteristiche del proprio gameplay, è stata la cura
    profusa nei confronti di un aspetto da sempre oggetto di estrema semplificazione
    nella produzione videoludica: gli incidenti. Mai come nel titolo sviluppato da
    Criterion le leggi fisiche invocate durante gli scontri erano state oggetto di
    un tale realismo nella loro rappresentazione: uno spettacolo di lamiere
    accartocciate, detriti e vetri infranti accompagnava l'impatto tra due o più
    veicoli, regalando al giocatore una sensazione quasi fisica di
    dolore.

    Passaggio di consegne

    Nonostante il passaggio di consegne da Acclaim ad Electronic Arts, i
    Criterion non hanno abbandonato la propria creatura. Alla luce di quanto
    dichiarato da Alex Ward, creative manager di Criterion, Burnout 3 dovrebbe far
    uso di un engine nuovo di zecca, per la cui realizzazione non è ben chiaro se
    sia stato impiegato il chiacchierato Renderware, il middleware sviluppato "in
    casa" dai ragazzi di Guildford e utilizzato su licenza per dar vita ad alcuni
    dei più grandi successi commerciali degli ultimi anni (GTA3, Winning Eleven e
    Burnout, appunto, giusto per citare i casi più eclatanti). Certo è che se già
    Burnout 2 aveva destato qualche dubbio di troppo, a fronte di una veste grafica
    strabiliante, allora Burnout 3 sarebbe destinato a sollevare ulteriori
    perplessità circa l'effettivo utilizzo di un tool che per sua natura stessa non
    dovrebbe esser in grado di sfruttare intensamente le caratteristiche tecniche di
    ciascuna piattaforma e che in mano a terze parti non ha mai prodotto risultati
    minimamente paragonabili a quanto visto nel titolo Acclaim. Burnout 3, infatti,
    si presenta con una veste grafica più incredibile di quanto non sia stata quella
    del predecessore, offrendo un'impressionante mole poligonale, texture
    eccellenti ed effetti di illuminazione in tempo reale il tutto gestito con un
    aggiornamento video costantemente ancorato sui 60 fps. Come nelle due precedenti
    versioni, anche questa volta non saranno incluse le licenze delle case
    automobilistiche. La cosa rimane per certi versi inspiegabile, essendo
    Electronic Arts già detentrice dei diritti di riproduzione dei modelli delle
    case più importanti e in virtù della presenza di danneggiamenti nello stesso
    Need for Speed: Hot Pursuit 2, dove è possibile vedere una Ferrari F50 o una
    Lamborghini Diablo sfrecciare con vetri crepati, bolli e motore fumante. Certo è
    che ammaccature e graffiature proposte in quest'ultimo titolo non sono
    minimamente paragonabili agli ammassi di lamiere in cui vengono ridotti ad ogni
    impatto i veicoli di Burnout.

    Per
    chi non lo conoscesse ancora

    Fin qui è stato dato per scontato che il lettore
    conoscesse già la serie a cui questo Burnout 3 appartiene. Trattasi di racing
    game senza la benché minima velleità simulativa in cui al giocatore è richiesto
    di gareggiare con altri avversari adottando stili di guida particolarmente
    spregiudicati, facendosi largo in mezzo al traffico stradale. Schivando gli
    altri mezzi che popolano copiosamente le strade virtuali, producendosi in
    furiose derapate in curva ed effettuando acrobatici salti in prossimità di dossi
    e dislivelli è possibile caricare la cosiddetta barra del turbo, un indicatore
    posto in calce allo schermo, e attivare una ripresa extra in modo da raggiungere
    velocità degne di un missile. In più, questa volta, è possibile accrescere il
    livello di tale carica inducendo gli avversari a schiantarsi contro gli altri
    veicoli o i vari elementi fissi sparsi sui percorsi - spartitraffico et similia
    - cercando al contempo di non esser vittima dello stesso trattamento. Una
    settantina di veicoli tra cui scegliere, anche se non tutti disponibili da
    subito ma sbloccabili con il progredire del gioco, quaranta tracciati
    selezionabili, circuiti o punto a punto come da tradizione della serie, e cinque
    avversari con cui competere, a differenza dei tre proposti nei precedenti
    episodi, sono solo alcuni dei numeri che caratterizzano questo Burnout 3. Le
    modalità di gioco previste hanno subito un sensibile incremento e comprendono,
    giusto per citarne alcune, il classico Tournament Mode, il cuore del gioco in
    cui è richiesto di affrontare una serie di gare piazzandosi nelle prime tre
    posizioni, il Lap Eliminator, secondo il quale ad ogni giro viene eliminato
    l'ultimo arrivato, e il Burning Lap, dove un'attivazione concatenata di turbo
    è l'unico metodo per effettuare tempi record su ciascun tracciato. Da non
    dimenticare la modalità Crash, in cui quarantacinque porzioni di strada
    estrapolate dai circuiti disponibili diventano luogo di incidenti spettacolari
    nell'ambito dei quali il giocatore deve cercare di coinvolgere più mezzi
    possibili. L'opzione multiplayer prevede la possibilità di coinvolgere da due a
    sedici giocatori, grazie all'utilizzo dello split-screen e all'alternanza dei
    comandi. Ma la sorpresa più gradita di questo Burnout 3 è dovuta alla tanto
    agognata possibilità di giocare anche online, caratteristica da ora non più
    esclusiva per i soli possessori di PS2 nell'ambito dei prodotti Electronic
    Arts, ma anche godibile dagli utenti Xbox grazie ad una accordo stipulato tra
    Microsoft ed il publisher per lo sfruttamento della rete Xbox Live! Fino a sei
    giocatori potranno gareggiare in modalità di gioco derivate da quelle single
    player, traffico incluso.

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