Anteprima Call of Duty: Black Ops II - Single Player e Strike Force

Everyeye.it vola a Los Angeles per la World Premiere del nuovo Call of Duty

Anteprima Call of Duty: Black Ops II - Single Player e Strike Force
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  • Xbox 360
  • PS3
  • Wii U
  • Pc
  • Se non siete fra i giocatori che hanno apprezzato l'ultimo Call of Duty, probabilmente fate parte del gruppo che scalpita irrigidito, criticando l'impostazione della saga di First Person Shooter firmata Activision. Ma è chiaro, anche solo per l'incredibile diffusione di un brand entrato a far parte della storia videoludica, che con i lavori di Infinity Ward e Treyarch avete in qualche modo avuto a che fare. E probabilmente, se la spettacolarità hollywoodiana del single player non è nelle vostre corde, ed i ritmi accesi dell'Online non vi soddisfano, avrete iniziato la lettura di questo articolo coi soliti pregiudizi.
    Ebbene, potete mettere da parte lo scetticismo, perchè quest'anno voi comprerete Call of Duty Black Ops II.
    Con una mossa a sorpresa Treyarch cambia le carte in tavola, e pur sviluppando un sequel diretto del suo titolo di maggior successo, sconvolge regole, struttura e linee temporali. Mettendo sul piatto così tanta carne al fuoco da stimolare la curiosità di chiunque si definisca un videogiocatore. Volati a Santa Monica per l'esclusiva presentazione ufficiale, noi di Everyeye.it siamo rimasti sinceramente rapiti dalla proporzione e dalla qualità del progetto. A onor del vero, sarebbe bastato il setting per lasciarci di stucco: Black Ops II si ambienta nel 2025, in un mondo sull'orlo di una crisi politica ed economica. Ma il team ha voluto spingersi oltre, lavorando ad ottimizzazioni tecniche che trasformano il motore di gioco, correndo dietro ad una varietà di situazioni sinceramente incredibile, ed eliminando persino la linearità che da sempre ha caratterizzato Call of Duty. Insomma, usciti dagli studi di Treyarch dopo una lunga giornata in compagnia del gioco, abbiamo davvero la certezza che all'arrivo di Black Ops 2 nulla sarà più come prima.

    Cold War II

    Nel 2025 il mondo è sull'orlo di un nuovo conflitto globale. La tensione politica fra l'America e la Cina è al suo massimo, e l'ombra dell'intervento militare è tanto scura che si può a buon diritto parlare di Seconda Guerra Fredda. Lo scenario “allestito” per Black Ops II è tanto fascinoso quanto inquietante, soprattutto perchè i ragazzi di Treyarch hanno lavorato duramente per renderlo più verosimile possibile. Dimenticate la fantapolitica spicciola degli emuli di Tom Clancy, perchè il setting del nuovo Call of Duty è costruito ad arte grazie alla consulenza di esperti del settore. Noi di Everyeye.it ci siamo divertiti a darvi, nel corso di questa settimana, qualche indizio su quelli che sono stati i fatti di cronaca che hanno ispirato il team di sviluppo.
    Da una parte il monopolio della Cina nella produzione dei Rare Earth Elements, metalli rarissimi e difficili da estrarre, ma fondamentali per lo sviluppo economico, il mantenimento del nostro stile di vita, e persino per la difesa e la progettazione di attrezzature militari. Dall'altra il crescente impiego di droni e mech sul campo di battaglia, e le nuove frontiere di una guerra totalmente “cibernetica”, combattuta con virus ed “attentati virtuali”. Mescolate tutti questi fattori ed avrete il setting di Black Ops 2.
    Ma oltre a compiere un coraggioso balzo temporale, il titolo vuole proporsi come seguito diretto dell'FPS uscito nel 2010, e nel corso dell'avventura avremo modo di tornare anche nei tardi anni '70. Saranno quindi due i protagonisti della storia: da una parte Alexander Mason, evidentemente sopravvissuto agli eventi del primo Black Ops, dall'altra, oltre quarant'anni dopo, suo figlio David, evidentemente pronto a seguire le orme del padre ed arruolarsi nell'esercito degli Stati Uniti.
    Questa duplicità, a detta degli sviluppatori, sarà necessaria soprattutto per permettere al giocatore di conoscere la vera personalità del nemico principale di questo Call of Duty. Ben oltre la follia distruttiva di Makarov, in Black Ops 2 dovremo vedercela con un misterioso figuro di nome Menendev. Originario del Nicaragua, incontrerà il giocatore ai tempi dei Contra e della repressione centroamericana, quando gli USA impiegarono ogni mezzo per sedare i movimenti Sandinisti.
    L'utente potrà così scoprire l'origine della sua spietata sete di vendetta, vivendo in prima persona gli eventi che hanno generato un mostro che nel 2025 è pronto a mettere a ferro e fuoco il mondo intero.
    Sfortunatamente non abbiamo altri dettagli sulla sceneggiatura di Black Ops 2. Sappiamo però che il plot è stato scritto in collaborazione con David GoyerNolan ha dedicato a Batman. Dovrebbe bastare questo per assicurare uno svolgimento narrativo quantomeno maturo, cupo e incalzante. Mentre la figura di Menendev, su cui sono state investite molte energie creative, potrebbe diventare iconica come quella dell'indimenticabile Joker interpretato da Heath Ledger.

    Assalto a Los Angeles

    Nonostante il titolo lasci presagire un approccio abbastanza “discreto” al fronte di guerra, Call of Duty Black Ops 2 comincia col botto. Le sequenze iniziali ricordano molto da vicino l'attacco a New York dell'ultimo Modern Warfare 3, per impatto scenico e psicologico. La lunga missione presentata nel corso dell'evento di Santa Monica, di fatto, ci fa vivere l'attacco diretto contro la costa Ovest degli Stati Uniti, portandoci al centro di una Los Angeles sotto il fuoco incrociato dei bombardamenti. La situazione è critica: un virus inarrestabile ha contaminato l'intera rete di gestione dei droni da combattimento americani, che adesso si stanno rivoltando contro il paese che dovrebbero difendere. Sciami di droni volanti si stanno dirigendo verso le più importanti città e gli obiettivi sensibili: New York, Washington ed il Pentagono sono nel mirino. Ma è Los Angeles il problema principale, dal momento che il presidente (donna) si trova in visita in California.
    La missione comincia a bordo un trasporto militare che svetta sulle Highway, cercando di portare il presidente più lontano possibile dalla città. Mentre la polizia fa evacuare le corsie e la popolazione reagisce scompostamente al panico, si scatena l'inferno. Una squadriglia di droni in formazione apre il fuoco sulla colonna di auto, ed il fuoco delle esplosioni fagocita il blindato su cui si trova Mason.
    Mentre il protagonista si solleva intontito, districandosi dalla carcassa metallica della vettura, il messaggio del team di sviluppo è chiaro: nonostante le molte novità inserite vadano a ristrutturare e rinnovare l'intera struttura di gioco, il feeling delle sessioni di shooting e la spettacolarità delle cut-scene restano quelle distintive del brand, ed in questo Black Ops II c'è insomma tutto quello che i fan di Call of Duty si aspettano.
    Quando Mason imbraccia l'arma e comincia a far fuoco contro i soldati avversari che supportano l'attacco, i tratti distintivi della serie emergono di prepotenza, mostrandoci uno sparatutto veloce e ritmato, che non perde la sua identità. Il balzo del futuro ha influito in maniera sensibile sull'armamentario e sull'equipaggiamento, ma senza le esagerazioni della fantascienza. Scordatevi i laser e le Clip termiche di Mass Effect, e pensate ad un set di strumenti più simile a quello dell'imminente Ghost Recon.

    Il gameplay ed il control scheme, nonostante non ci sia stata data l'occasione di testare in prima persona il titolo, sembrano quelli di sempre, anche se i progressi tecnologici hanno giustificato una minima revisione dell'interfaccia, che adesso offre qualche informazione di supporto, proiettata direttamente sul visore del protagonista. Dopo essersi fatto largo fra i rottami fumanti delle auto, con raffiche precise di una mitraglietta molto versatile, Mason raccoglie un fucile di precisione e si prepara ad offrire supporto al team che scorta il presidente. E' il primo contatto con una delle armi “futuristiche” di Black Ops 2. Il fucile è alimentato ad energia elettrica, ed i colpi esplosi emettono un suono attutito, senza la violenza del percussore che scuote il metallo caldo del proiettile. Tenendo premuto il grilletto il colpo si carica, ed è pronto a perforare spesse superfici di metallo o di cemento. Il visore in dotazione, per altro, permette di individuare le sagome degli avversari nascosti dietro oggetti solidi. Il senso di potenza di ogni bossolo esploso è massimo, mentre il proiettile compie la sua traiettoria e la silhouette dei nemici che si credevano al sicuro si affloscia in un istante. Possiamo solo immaginare cosa potrebbe diventare l'ormai classico livello nei panni di un cecchino, sostenuto da questo tipo di tecnologia (e magari da una mimetica ottica).
    Liberiamo la strada dagli avversari, sparando attraverso gli immensi cartelli stradali che troneggiano sulle Freeway americane. I nostri compagni scortano il presidente verso un mezzo blindato, ma mettersi in movimento è ancora troppo pericoloso: i droni volanti pattugliano le strade. Ci muoviamo dunque in direzione di una postazione fissa, una sorta di artiglieria pesante antiaerea. Agganciamo con un lock-on automatico la piccola formazione di robot volanti e facciamo fuoco, per liberare lo spazio aereo. Finalmente, possiamo mettere in moto la vettura e dedicarci ad un'intensa sessione di guida lungo le corsie dissestate degli stradoni che portano fuori città.
    Le sensazioni, in questi primi minuti di gioco, sono ancora quelle classiche della serie, ma il team vuole chiaramente portare ai massimi livelli la spettacolarità e l'intensità dell'avanzamento. Nell'arco di una decina di minuti Tereyarch esplora tutte le situazioni “classiche” già sperimentate nei precedenti episodi: postazioni fisse, sessioni di guida, cecchinaggio spietato e guerriglia urbana. E' come una “ouverture” di grande respiro, che rassicura gli amanti del brand e suggerisce senza modestia le proporzioni del Single Player.

    A bordo di un Jet

    Il viaggio a bordo del mezzo blindato non dura molto. Intercettati nei pressi di Downtown dobbiamo abbandonare il veicolo e farci strada lungo l'intreccio di Avenue e Boulevard. In questa lunga sessione di gioco le cose si fanno ancora più movimentate, e sembra succedere veramente di tutto. Enormi tir impazziti si lanciano contro gli obiettivi sensibili, e dai rimorchi escono i terribili Claw, dei mech “animaleschi” che si muovono sfruttando l'appoggio delle loro zampe meccaniche. Il fuoco delle loro gatling è letale, la loro mobilità in ambiente urbano massima, mentre si accucciano per strisciare sotto i passaggi più stretti e continuano a braccarci. Qualche RPG opportunamente disposto fa al caso nostro. Mentre continua l'assalto, fortunatamente arriva in aiuto anche la “cavalleria”. dei Jet futuristici si avvicinano al suolo, restando “in sospensione” grazie ai motori direzionabili. Bombardano gli avversari e la scena si riempie di esplosioni e detriti, dimostrando un dinamismo visto poche altre volte in un Call of Duty. Le routine di distruzione sono ovviamente scriptate, ma il lavoro sugli effetti speciali e sui particellari convince e rende il colpo d'occhio decisamente solido.
    L'intervento degli alleati ci concede anche la possibilità di utilizzare alcuni droni scampati alla piaga del virus. Al posto di bombardamenti a tappeto e supporto aereo, possiamo utilizzare la piccola plancia comandi installata sull'avambraccio della tuta per ordinare incursioni e raid di questi insidiosi robot volanti. Ci addentriamo all'interno di un “Mall” mandando i droni in avanscoperta, e li vediamo falciare con le loro raffiche precisi nemici appostati in attesa del nostro arrivo. Non sono chiare le implicazioni tattiche di questa possibilità, ma anche se il team di sviluppo ci assicura la presenza di una minima componente strategica, il tutto ci sembra da ricondurre alla solita azione incalzante e distruttiva tipica di Call of Duty.
    Per liberare le aree affollate di nemici Mason utilizza anche le granate, non più lanciate manualmente ma sparate da un guanto decisamente futuristico, che oltre a scagliare gli ordigni esplosivi con grande precisione ci informa della loro traiettoria. Possiamo dunque calcolare al volo le carambole e utilizzare i rimbalzi sul muro per raggiungere con una granata zone idealmente protette.
    In questo settore l'azione di gioco si fa globalmente più varia, e nonostante l'evidente linearità gli spazi più aperti concedono una certa libertà d'interpretazione. La sorpresa più grande arriva però alla fine del livello. L'operazione non sembra andare per il meglio, e la costante presenza di droni che sorvolano la zona rende davvero difficoltoso il compito delle forze armate. Tant'è che il crollo di un grattacielo, sollevando una nuvola di polvere che ammorba i polmoni, sembra quasi sottolineare una disfatta praticamente imminente. E' il momento dunque di ripulire una volta per tutte lo spazio aereo. Determinato più che mai, Mason sale su uno dei Jet a propulsione, in una sequenza che appare come una diretta frecciata al concorrente che quest'anno ha provato a stupire tutti con la sezione aerea. Bastano pochi secondi alla guida del mezzo per capire che la provocazione è quantomai azzeccata. Invece di una scena scriptata, Black Ops 2 ci concede il controllo totale del mezzo, e ci permette di sfrecciare liberamente sopra la Downtown losangelina, schivando i grattacieli che svettano ed eseguendo manovre evasive per mettersi in coda agli sciami di droni. Se vi eravate emozionati per i momenti a bordo dell'Hind nel primo Black Ops, sappiate che questo stage vi farà provare un brivido lungo la schiena. Siamo davvero su un altro livello, per dinamismo e libertà di movimento: una grande sorpresa ed un'intrigante novità nell'economia della produzione.
    La sequenza termina ovviamente con l'espulsione del pilota, costretto ad abbandonare il mezzo colpito inavvertitamente. Mentre Mason precipita di nuovo in strada, lo schermo si annerisce, e gli applausi inondano la saletta.
    Possiamo dirci soddisfatti e incuriositi. Se non fosse che, ci dicono, “ancora non abbiamo visto tutto”. Altre novità? Sgraniamo gli occhi.

    Strike Force

    C'è una cospicua parte di giocatori che si lamenta dell'eccessiva linearità di Call of Duty. Per rispondere alle pressanti critiche Treyarch ha ben pensato di risolvere il problema alla radice, operando una piccola rivoluzione in seno alla serie. In Black Ops 2 troveremo una serie di missioni dall'approccio sandbox, ed al contempo uno svolgimento narrativo ramificato, supportato dalla presenza di finali multipli. Stupiti almeno quanto noi?
    La pietra angolare su cui si regge questo “sconvolgimento” è composta dai livelli nominati “Strike Force”, che si alterneranno nel corso della campagna con gli stage dalla progressione più regolare. Le missioni Strike Force saranno caratterizzate da un approccio totalmente libero alla battaglia, ambientate non più in livelli-corridoio, ma in larghe mappe che ricordano per estensione e complessità architettonica i più vasti playground del multiplayer. Al giocatore sarà dato un compito e gli strumenti per portarlo a termine, e la totale libertà di interpretare le operazioni di guerriglia. E con questo non vogliamo evidenziare soltanto la possibilità di muoversi liberamente, ma una più sostanziale modifica al gameplay: nei livelli Strike Force dovrete infatti gestire non un singolo soldato, ma un'intera squadriglia armata.
    Non si tratta di una vera e propria modalità strategica, ma di un ibrido ben riuscito che rispetta la priorità della componente da First Person Shooter. C'è infatti una sorta di visuale tattica che inquadra dall'alto il campo di battaglia, e permette di direzionare la squadra verso gli obiettivi sensibili. Ma più generalmente questa inquadratura “onnisciente” viene utilizzata per spostarsi da un soldato all'altro, vestendo i panni ora delle rapide avanguardie, ora della fanteria pesante. Lo “Switch” fra le varie forze in campo ricorda molto, per impostazione, quello del Battlefield Modern Combat uscito su Playstation 2 qualche anno fa, e permette di adattarsi al conflitto seguendo la propria personale strategia. Un mech troppo baldanzoso blocca le principali vie d'accesso? Basta prendere il controllo di soldato armato di lanciarazzi e fare un po' di pulizia. Preferite invece un approccio più discreto? Il cecchinaggio dalla distanza può liberare la strada ai vostri compagni.

    Nelle missioni Strike Force è possibile prendere anche il controllo di tutti i mech ed i droni a disposizione della squadra. Guidare il Claw e falciare le prime linee, o sorvolare le zone calde con un robot volante è un'esperienza da provare.
    Ovviamente il team non mette alcun limite alle possibilità concesse all'utente: è possibile superare queste missioni impersonando un singolo soldato, senza mai utilizzare la visuale tattica.
    E' talmente tanta la libertà concessa al giocatore che i livelli Stirke Force possono anche essere falliti senza dirette conseguenze. Non riuscire nell'operazione non porterà ad un Game Over, ma invece aprirà una seconda linea narrativa, che il giocatore potrà seguire per raggiungere uno dei molti finali disponibili. L'idea è sicuramente allettante, e pensiamo che si tratti di un sistema ben pensato per aumentare il replay value e tenere sulle spine il giocatore fino alla fine. Purtroppo però non abbiamo avuto esempi pratici di come le biforcazioni narrative possano funzionare. Fallire o riuscire nelle missioni Strike Force ci condurrà in veri e propri livelli inediti, o semplicemente sbloccherà versioni alternative degli stessi stage? Nel primo caso, dobbiamo aspettarci quindi un sostanziale aumento della longevità potenziale, oppure la durata del single player sarà ridotta, e le ore di gioco frammentate lungo le diverse linee di sviluppo del plot? Siamo molto curiosi di scoprire di più su tutti questi aspetti, ma sicuramente ci sarà da aspettare un bel po'. La carne al fuoco per questo Black Ops 2 è molta, e sicuramente il team vorrà presentare Multiplayer e modalità Zombie, prima di svelare il meccanismo che regola l'avanzamento della narrazione. Restate ovviamente su Everyeye.it per tutte le nuove informazioni, che saranno pubblicate prontamente, nella speranza che il prossimo E3 ci conceda anche un primo Playtest.

    Call of Duty: Black Ops 2 Il nostro Coverage su Call of Duty Black Ops 2 non è finito. La lunga visita agli studi di Treyarch in quel di Santa Monica ci ha permesso di dare un'occhiata anche ad un paio di Mappe Multiplayer, e di scambiare quattro chiacchiere con il producer Mark Lamia. Tutte le nostre cosniderazioni sull'Engine che muoverà il multiplayer e tutti i dettagli emersi sul rinnovamento strutturale dell'online li trovate nel nostro secondo articolo. Correte a leggerlo.

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