Code To Jin Yong, arti marziali cinesi in Unreal Engine 5

Tencent si lancia nel mercato single player con un ambizioso action GDR open world basato sui romanzi wuxia di Jin Yong.

Code To Jin Yong
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Disponibile per
  • Pc
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Dal panorama indie fino a quello delle grandi produzioni, l'afflato sospinto dal folclore asiatico è divenuto sempre più tangibile nel corso degli ultimi anni. Ancora oggi, tanto per dirne una, non si è del tutto esaurito l'entusiasmo per Black Myth: Wukong, le cui fonti d'ispirazione - che abbiamo approfondito in uno speciale dedicato a Black Myth: Wukong - si rifanno proprio all'immaginario della mitologia orientale. A tal proposito, anche il colosso Tencent ha da poco rimarcato questa convergenza tra la cultura cinese e la scena videoludica occidentale annunciando l'imminente arrivo di Code: To Jin Yong, titolo che porta in dote un tributo al celebre scrittore di romanzi wuxia.

    Action GDR open world in Unreal Engine 5, l'ambizioso progetto è stato affidato allo studio Lightspeed Games, già autore di diversi porting per mobile tra cui Apex Legends e PUBG. Al netto dei ragionevoli dubbi che possono sorgere vista la mancanza di esperienza nel campo console, quanto rivelato con il trailer d'annuncio costituisce una dichiarazione d'intenti piuttosto convincente circa lo spessore ludico e narrativo della proposta. Anzi proprio quest'ultimo aspetto merita d'essere indagato più a fondo visto il retroterra letterario da cui vuole attingere a piene mani.

    Jin Yong e il genere Wuxia

    Jin Yong, pseudonimo di Cha Leung-yung, è stato uno degli autori più influenti della letteratura moderna cinese, nei confronti del quale, si potrebbe dire, la stessa cultura pop nutre un considerevole debito. I suoi 15 romanzi, di cui soltanto uno - Volpe Volante della Montagna Innevata - tradotto in italiano, hanno infatti contribuito a diffondere su larga scala il genere wuxia, dapprima circoscritto a fenomeno di massa nei territori della Cina continentale, e poi sconfinato nel Sud-est asiatico e nel resto del mondo a seguito della traduzione in inglese. Analogo dell'occidentale cappa e spada, il genere wuxia - il cui significato letterale è proprio "eroe marziale" - nasce con lo scopo di raccontare le grandi imprese di guerrieri impegnati a combattere in nome degli oppressi, difendendo i più deboli dalle angherie di corrotti e prepotenti.

    Sebbene le sue origini ricadano in un miscuglio vago ed eterogeneo di storie tramandate sin dal "periodo dei regni combattenti", è solo all'alba del XX secolo che viene canonizzato in quanto genere letterario, fissando un punto di rottura rispetto ai valori del confucianesimo. Definiti spesso anche come "cavalieri erranti", i protagonisti dei racconti wuxia sono infatti quasi sempre di origini molto umili e tendono a rispettare un proprio codice d'onore anziché le leggi dello stato, violandole a più riprese e senza farsi mai troppi scrupoli.

    L'eroe plasmato dalla letteratura d'arti marziali cinese, che si pone a cavallo tra fatti storicamente accaduti e sempre più frequenti divagazioni fantasy, è assurto così a simbolo della libertà e della giustizia sociale, temi che ricorrono appunto in moltissime opere.

    Il grande merito di Jin Yong sta nell'aver colto e attualizzato questa figura romantica, intrecciando trame raffinate a magnetiche descrizioni dei combattimenti, talvolta con l'aggiunta di un sostrato soprannaturale capace di rendere le prime più esotiche, le seconde più spettacolari. Il suo debutto, avvenuto nel 1955 con Il Libro e la Spada, è stato più incisivo che mai: ha impartito l'abbrivio per una lunga serie di contaminazioni tra diversi media, facendo così affiorare i topoi del genere wuxia nel cinema, nelle serie TV e nei fumetti.

    Alla luce della sua "silenziosa rivoluzione letteraria" - per riprendere le parole dedicategli in un riconoscimento dell'università di Pechino (1994) - possiamo farci un'idea del perché Lightspeed Games abbia deciso di ricreare l'universo narrativo modellato proprio dai romanzi di Jin Yong. Il tributo dello studio cinese non si limita però al contesto dell'opera, ma si spinge fino all'introduzione di veri e propri personaggi iconici come Yang Guo, il protagonista di The Return of the Condor Heroes. Premessa, questa, che si allinea alla volontà di seguitare sulle orme delle serie wuxia di maggior successo, promettendo di mischiare suspense e mistero in pieno accordo con lo stile di Yin Jong.

    Combattimenti spettacolari

    Quanto al trailer, l'unica porzione di gioco che Lightspeed Games ha deciso di svelare è per ora quella relativa al combattimento. Nella sequenza mostrata vediamo due spadaccini sfidarsi nel giardino di un tempio in mezzo alla foresta, in quella che ben presto, dopo i primi fendenti scagliati con veemenza, diviene una danza funerea bellissima e dal ritmo trascinante.

    Acrobatici e fluidi nei movimenti, anche al netto di alcuni cali di frame che non passano di sicuro inosservati, i due eroi combattono facendo sfoggio di un corollario di tecniche piuttosto ampio, tra cui di certo spiccano quelle di manipolazione elementale. È però difficile stabilire se ci siano modi di rompere la guardia al proprio avversario, o se sia sempre possibile effettuare delle parate perfette, dato che lo scontro risulta incentrato per lo più su rapide schivate laterali e mosse a mezz'aria. Certo è che sotto questo punto di vista lo studio cinese pare essersi davvero sbizzarrito: il combat system si distingue immediatamente per un tale appariscente dinamismo che verrebbe da ipotizzare quasi una deriva à là Devil May Cry (a proposito, qui trovate la nostra recensione di Devil May Cry 5), benché si tratti pur sempre di un gioco di ruolo dove probabilmente le abilità offensive faranno capo allo sviluppo del personaggio e al bilanciamento delle statistiche.

    La cura riposta nel motion design, comunque, fa ben sperare sull'impatto scenografico dei combattimenti, per la cui messa a punto Lightspeed si è avvalsa della collaborazione con diversi esperti di arti marziali. Il loro obiettivo, ci fanno sapere gli sviluppatori, mira a riprodurre il più fedelmente possibile le mosse tipiche degli eroi partoriti dall'estro di Jin Yong. E dobbiamo dire che, pur rimettendo ogni giudizio ad una necessaria prova pad alla mano, la coreografia rigorosa del duello che si è visto manifesta senz'altro il potenziale di un sistema di combattimento tecnico quanto esaltante.

    Realismo estetico

    L'altro grande contributo che potrebbe fare il successo di Code: To Jin Yong è rappresentato dal ragguardevole livello di dettaglio. Sul fronte grafico, insomma, le intenzioni del team convergono nel creare un mondo tanto realistico da potersi immergere e assaporare così le atmosfere da cui trae la propria forza evocativa.

    L'utilizzo di Unreal Engine 5 in combinazione con Adobe Substance 3D, il software per la progettazione dei materiali, è un chiaro indizio sulla direzione intrapresa da Lightspeed Games: dobbiamo ammettere che tanto i fondali quanto il character design dei personaggi presentati siano particolarmente riusciti. E una nota di merito va agli abiti di quest'ultimi, le cui oscillazioni dei tessuti mostrano un andamento naturale e credibile.

    Anche gli effetti particellari sembrano avere un ruolo centrale nella definizione estetica del titolo, la cui direzione artistica si muove tra la pulizia visiva di un fotorealismo attento e il cangiante ribollio dei fendenti e degli attacchi magici che continuano a sovrapporsi caoticamente.

    Bisogna vedere tuttavia come verranno gestiti gli altri elementi dell'interfaccia, che restano un'incognita considerando l'assenza di HUD nel trailer. Al netto di ciò, comunque, bisogna riconoscere che il lavoro svolto sul piano tecnico sembra davvero poter esaudire le speranze di un brillante esordio nel mercato tripla A per il team cinese.

    Code: To Jin Yong Forte di un'ispirazione rivolta ad un filone narrativo imprescindibile della letteratura moderna cinese, Code: To Jin Yong porta con sé tutto il fervore creativo di una mitologia lontana quanto ricca, per nulla abusata nel panorama occidentale. Sebbene i dettagli della produzione affidata a Lightspeed Games siano ancora pochi, da quanto mostrato è possibile farsi un'idea dell'obiettivo finale: portare il canone wuxia - e in particolar modo i personaggi coniati dalla penna di Jin Yong - nel mondo dei videogiochi. Tra combattimenti follemente acrobatici e una rappresentazione scenica che sembra non voler lesinare alcunché in fatto di realismo, questo nuovo open world potrebbe fare al caso di tutti gli amanti di arti marziali, anche se bisogna riconoscere che il percorso intrapreso dal team cinese sia tutt'altro che privo di sfide considerevoli.

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