Anteprima Cryostasis

Un nuovo sparatutto-horror sta per sbarcare su PC

Anteprima Cryostasis
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  • Ai confini ed oltre

    Affascinante il modo in cui gli sceneggiatori dei film, ma soprattutto dei videogiochi, plasmino la realtà, rendendola “altro”, e prendendo spunto da personaggi ed eventi di banale vita quotidiana li “drammatizzino”, inserendoli in contesti fantasiosi e credibili.
    Anzi, dovremmo dire certamente fantasiosi, ma credibili no, proprio no.
    Prendiamo ad esempio “Half Life” ed il suo protagonista Gordon Freeman: laureato a pieni voti al MIT in Fisica, professore emerito e stimato da ogni personaggio non giocante incontrato in-game. Anni di studi, tutti lo chiamano “dottore”, e poi mena fendenti con un piede di porco meglio di un autotrasportatore malandrino, maneggia pistole-mitragliatori-lanciamissili come un veterano di tutte le guerre messe insieme, ed il suo enorme talento culturale-intellettuale lo utilizza per spingere interruttori ed attaccare prese di corrente.
    Oppure prendiamo il re degli assassini, Altair di “Assassin’s Creed”: gira con una spada enorme dietro la schiena, un’altra ancora più grande alla cintola, armato di coltelli fino ai denti, ma gli basta chinare il capo e mettere le mani giunte in preghiera per fingersi un prete e fugare ogni sospetto, anche se il cadavere è proprio lì davanti, anche se non c’è nessun altro nel giro di un isolato: lui fa finta di pregare e, piano piano, se ne va.
    Questi due esempi danno un quadro decisamente poco realistico, se non perfino comico, e l’elenco delle forzature d’altri titoli sarebbe lunghissimo. Eppure sono forzature narrative necessarie, poiché sopra la storia, sopra il realismo, vince su tutto il gameplay. La storia in fondo è una cornice, che deve caratterizzare il prodotto rendendolo in primis differente dalla concorrenza, ed a questa esigenza si sacrifica ogni altro elemento “realistico”. Di questo ne devono esser stati ben consci gli sviluppatori di “Cryostatis: Sleep of Reason”. Durante le fasi iniziali di sviluppo devono essersi posti una domanda cruciale: “Chi mai potrebbe intervenire per salvare una nave rompighiaccio russa incagliata nel gelo con un equipaggio trasformato in demoni?” la risposta è uscita immediatamente con naturalezza: “Di certo un metereologo con poteri paranormali!”. Splendido essere un videogiocatore incallito: pur di divertirci passiamo sopra ogni cosa.

    La prossima estate in montagna

    Emergendo dal gelo del polo nord, verrà alla luce ad ottobre di quest’anno in esclusiva PC l’ultima fatica del team ucraino “Action Forms Ltd”, distribuito da “505 Games”. Si preannuncia essere un titolo piuttosto interessante, un first person shooter che promette di far venire i brividi, in tutti i sensi.
    La vicenda è ambientata nel 1968, nel circolo polare artico, quando una nave rompighiaccio russa, chiamata “Vento del Nord”, e costruita evidentemente con i piedi, rimane intrappolata a dispetto del nome nel ghiaccio stesso: qualcosa di misterioso accade a bordo, che fa congelare l’equipaggio ma che, invece di trasformare la nave in un macabro museo delle cere, rende i marinai esseri demoniaci. A far luce su questo mistero interviene il protagonista Alexander Nesterov, metereologo russo di stanza nella stazione “Polo 21”, di certo chiamato più per la vicinanza che per competenza. Come possa il nostro metereologo far fronte ad un esercito di demoni è presto detto. Innanzitutto con il classico rituale d’esorcismo iniziato 15 anni fa con “Doom”: pistole, fucili ed il maligno scompare in un batter d’occhio. Nei dieci livelli che compongono il titolo saranno otto le armi disponibili, dall’ascia al mitragliatore, tutte fedelmente riprodotte per danni e tempi di ricarica, utilizzabili nella nostra operazione “di salvataggio”. In secondo luogo Alexander ha una capacità unica, chiamata “Eco mentale”, che lo distingue da ogni altro sempliciotto con poteri ESP. In presenza di un cadavere egli può rivivere di persona gli ultimi istanti del defunto, modificandone le azioni e cambiandone di fatto l’infausta sorte: se ad esempio il malcapitato fu ucciso da una creatura, rivivendo quell’esperienza e liquidando la creatura modificheremo il presente: il cadavere, e tutte le conseguenze legate alla morte del personaggio, spariranno magicamente. Quest’interessante ed unica caratteristica di gameplay rende Cryostasis un prodotto che, pur ricalcando gli elementi tipici del genere, si sforza d’essere diverso, per trama ed ambientazione. Se sfruttata con intelligenza, questa caratteristica, darà sicuramente varietà alla trama (consentendo una narrazione non lineare), ma anche all’azione, con una risoluzione dei puzzle innovativa, e che magari possa permettere di controllare personaggi non propriamente “umani”. Se l’ambientazione ed il concept di gioco sono originali, non altrettanto si può dire per le tipologie di nemici (saranno 15 in tutto) che per quanto visto non brillano purtroppo d’innovazione, richiamando un po' troppo alla mente i nemici visti in altri titoli come “Bioshock” e “Condemned”: uomini simili a zombie di ghiaccio, senza volto e dall’andatura incerta, e soprattutto il boss in armatura “da palombaro” e mitragliatori nelle due mani, per aspetto e movenze fin troppo simile al “Big Daddy” del capolavoro 2k Games (anche se, per spezzare una lancia in favore del team ucraino, lo sviluppo del loro titolo è comunque precedente).
    Particolarità interessante, mutuata questa da “Lost Planet”, è che, oltre ai normali nemici, l’avversario da temere maggiormente sarà il freddo stesso: l’energia è stata sostituita con la temperatura corporea, visibile tramite un apposito termometro, e per evitare il congelamento, dovuto alle intemperie o agli attacchi dei “gelidi” nemici, bisognerà sfruttare la vicinanza con ogni genere di fonte di calore visibile, dalle luci ai fornelli accesi. A questo proposito è stato creato un software specifico per il congelamento e lo scongelamento d’ogni superficie, con tanto d’effetto di liquefazione del ghiaccio, che potrebbe formarsi anche sulle braccia e sull’arma imbracciata dal protagonista: davvero suggestivo a vedersi.

    Qui si appanna tutto

    Tecnicamente il gioco soffre del peso degli anni: il motore ha un aspetto non certo adeguato per lo standard attuale, e texture, modelli poligonali ed animazioni sono retrodatabili ad almeno un anno fa, se non più. Ma questo può non essere necessariamente un deterrente, di fronte al fattore “atmosfera” su cui gli sviluppatori hanno scommesso davvero tutto. L’idea di trovarsi in una nave sperduta tra i ghiacci, congelata e semibuia, con un orribile mistero che ha sterminato l’equipaggio, ed una bufera di neve e gelo che non smette mai di soffiare, viene resa davvero bene, attraverso diversi escamotage: l’incedere goffo del protagonista, gli interminabili tempi di ricarica del fucile, i suggestivi effetti di luce dinamica e soprattutto la qualità visiva delle intemperie e dei sopraccitati effetti di congelamento, rendono un senso sottile di disagio e d’orrore che fa passare in secondo piano la qualità audio-visiva. Soprattutto gran cura è stata riservata alla resa realistica della neve, molto ben fatta.
    Anche per quanto riguarda l’audio dobbiamo riconoscere una certa discendenza con “Bioshock”, visto il reiterato utilizzo nei filmati di una dolce musica anni ’60 in contrasto con gli orrori mostrati, un effetto frequentissimo nel mondo sottomarino di Rapture.

    Cryostasis “Cryostasis: Sleep of Reason” si prospetta essere un buon titolo, che andrà ad occupare un suo specifico ruolo nel non affollatissimo mondo degli sparatutto in prima persona in chiave horror. Anche se molto probabilmente non verrà ricordato per un comparto audio-video rivoluzionario, il modo estremamente efficace con cui sono state riprodotte le gelide intemperie del Polo Nord, la neve e gli effetti di solidificazione e liquefazione dell’acqua, insieme agli effetti di luce dinamica, dimostrano un grande impegno del gruppo ucraino, desideroso di sfornare un titolo ben caratterizzato. Di certo saranno soprattutto l’atmosfera, per quanto visto efficacemente realizzata, e il buon uso dell’innovativo “Eco Mentale” a fare la differenza, distinguendo il titolo dagli altri, soprattutto da quel “Bioshock” a cui sembra spesso riferirsi. Gli utenti del PC si godano questa bella estate calda, ad ottobre avranno sicuramente i brividi.

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