Days Gone ritorna, anche in questo 2017, su palco dello Shrine Theatre di Los Angeles, pronto a serrare i ranghi della legione Playstation, e stavolta decide di concedersi un po' di più. Ad essere sinceri quella dell'anno scorso è stata un'accoglienza fin troppo fredda, perfino un poco ingiusta; c'è chi parlava di una sfacciata somiglianza con The Last of Us, altri che erano poco convinti dell'atmosfera generale del titolo, fatto sta che il primo contatto con il centauro Deacon non è stato proprio di quelli memorabili. Forse quella volta era solo una questione di "timing sbagliato", d'intenti troppo poco chiari (nonostante i sei minuti di giocato), perché il titolo di Bend Studio aveva comunque un qualcosa di interessante, un guizzo, lo stesso che hanno tutte le esclusive targate Sony, ed era giusto concedergli un po' più di tempo. Questa volta, infatti, Days Gone torna alla carica mostrandosi con ben dieci minuti di gameplay, più variegato e completo, risolvendo finalmente alcuni dei nostri dubbi originali. Mancano ancora all'appello alcuni pezzi del puzzle, certo, e non sono neanche poco importanti, ma finalmente abbiamo di che discutere.
Hit the Road, Deacon
Sull'accampamento che si scorge in apertura avevamo già qualche indizio risalente allo scorso E3, e questa volta, a catalizzare maggiormente la nostra attenzione è stata quella breve sessione a cavallo della motocicletta. Se vi ricordate bene, infatti, nel vecchio trailer Deacon la utilizza solo per una manciata di metri, mentre qui, abbiamo avuto modo di vederla in strada. La telecamera si allontana dal guidatore e si posiziona centralmente, aumentando di molto la percezione del giocatore, lasciando intravedere anche altre meccaniche del mondo di gioco: l'handling ad esempio, a giudicare dai movimenti, sembra piuttosto arcade, e dunque adatto agli spazi stretti e ai terreni più sconnessi e sterrati.
L'asfalto c'è, ma non rappresenta necessariamente un suolo sicuro su cui muoversi.
Arrivati ad un svincolo un lupo ci insegue, attaccandoci da destra, e Deacon lo abbatte prontamente con un breve bullet time. Sembrava di stare al sicuro, e invece eccoci a terra doloranti, disarcionati da una trappola al filo teso. Entrano in gioco anche i nemici umani, una sorta di banditi di strada, che ci assalgono subito a mani nude, immobilizzandoci. Il protagonista si divincola, reagisce, e la telecamera enfatizza il tutto con movimenti dal taglio cinematografico, e qui, a dire il vero, la somiglianza con the Last of Us si vede eccome; è una finishing-move semi-scriptata, come quelle di Joel. Una volta rimessi in sesto, segue un breve momento di distensione, che accompagna l'esplorazione dei boschi circostanti al luogo dell'infausto incidente.
Deacon si muove guardingo, magari alla ricerca di un po' di quel loot che sappiamo essergli assai utile per il crafting. L'ambientazione della foresta sembra essere piuttosto estesa e ottimamente realizzata, grazie ad una buona disposizione degli elementi e ad una complessità notevole del level design, mentre la scala delle proporzioni suggerisce una mappa altrettanto grande e variegata. La sezione più avanti, infatti, vede un cambiamento repentino degli assets in favore di uno spazio più aperto: c'è un letto di un fiume, una radura ed una specie di accampamento con tanto di barricate di fortuna.
Di nuovo i banditi, forse armati, e di sicuro in netta superiorità numerica. Ed ecco che entra in gioco la meccanica dello stealth, anche questa simile a quella del titolo Naughty Dog per quanto riguarda i ritmi e le dinamiche di occultamento. C'è subito una fase di analisi della zona, mediante un vecchio binocolo, e poi si passa all'azione: fortuna vuole che poco prima il nostro eroe abbia avvistato un gruppo (o meglio una mandria) di zombie famelici alla World War Z, arginati appena fuori dalla recinsione del campo.
Con un ordigno dall'aria artigianale Deacon fa saltare tutto, lasciando che gli infetti sciamino direttamente sugli umani ostili, sbranandoli in men che non si dica. L'azione è veloce e assolutamente non scriptata, come per lasciare intendere che quella situazione poteva essere risolta anche in un altro modo. In un attimo il protagonista si ritrova solo, e avanza facendosi largo fra i cadaveri, finche non raggiunge il nemico finale, l'unico sopravvissuto, rimasto illeso su di una piattaforma costruito su un albero.
Parte la cutscene conclusiva, dal taglio molto cinematografico, riassumibile con la classica situazione d'empasse con un terzo elemento che fa da ostaggio nel mezzo. L'alleato è tenuto prigioniero dal bandito, pistola alla tempia, e rischia di essere giustiziato con un colpo alla testa. Con una -non proprio abile- mossa, quest'ultimo riesce a divincolarsi, lasciando così a Deacon lo spazio di manovra necessario per freddare il nemico. Infine c'è un breve dialogo, dai toni rilassati, come accade sempre quando si scampa ad un grave pericolo, ma ovviamente, anche questo momento di pace ha vita breve. Fa il suo ingresso in scena, infatti, un gigantesco orso bruno, che a ben guardare è pure infetto; il video si chiude così, con i due sopravvissuti impietriti davanti a quella mostruosità che avanza. A pensarci bene, in un'intervista risalente esattamente ad un anno fa, gli sviluppatori ci avevano confessato che gli zombie (se così si possono chiamare) non sarebbero stati gli unici nemici; si riferivano solo ai banditi e ad una fauna infetta, o forse intendevano qualcosa di ancora più sovrannaturale?
Days Gone si mostra nuovamente in questo E3 2017, lasciandosi ammirare e comprendere un po’ meglio, ma restando ancora a tratti sfuggevole. Spunti ottimi ce ne sono, come l’idea dell’orda di infetti, che continua ad essere uno dei pilastri portanti del gameplay, il crafting e gli spostamenti free-roaming con la motocicletta. Lo stealth, poi, per quanto simile a quanto visto in The Last of Us sembra accostarsi benissimo alle dinamiche del titolo, soprattutto se la libertà d’approccio sarà così concreta come sembra. Il comparto grafico, inoltre, non sembra niente male, e trattandosi di un open-world, sia i personaggi che le ambientazioni risultano davvero ben caratterizzati. Resta da capire il tono, e soprattutto i contenuti della narrazione, giacché a detta degli sviluppatori dovrebbe essere il collante che sorregge l’intera opera. Ad oggi, il vero problema di Days Gone non è tanto la somiglianza o meno con il celebre cugino di Naughty Dog, bensì il fatto che la data di uscita annunciata è per il primo trimestre del 2018, che è tutt’altro che lontano. Ne sappiamo ancora troppo poco, ma per fortuna, per i prossimi giorni abbiamo già in programma un hands on approfondito al booth di Sony, e forse -finalmente-, avremo le nostre risposte.