E' bella, bionda, letale e campionessa mondiale di arti marziali; ma non azzardatevi a chiamarla Sara Bryant altrimenti potreste davvero pentirvene. E' Nina Williams, la sexy regina dell' Iron Fist Tournament, il torneo attorno cui ruota la saga di Tekken. Si dice che una donna faccia più fatica di un uomo a ritagliarsi uno spazio nel mondo ma questo sembra non intimorirla per nulla; infatti è pronta a tentare l'impresa in cui hanno fallito altri suoi colleghi maschi: abbandonare il ruolo di comprimaria in un picchiaduro ed esordire come protanista assoluta di un action adventure (tra i precedenti tentativi ricordiamo il disastroso Mortal Kombat: Sub Zero). Death by Degrees la vedrà ritornare alle origini e vestire nuovamente i panni di un'assassina assoldata dall'agenzia britannica M16 per svolgere uno sporco lavoro: sgominare la banda criminale capeggiata dalla misteriora Lana Lei. Le sue tracce conducono ad un transatlantico di proprietà dell'associazione criminale di cui è leader; in esso si svolge (tanto per cambiare) un torneo di arti marziali clandestino a cui Nina partecipa e vince senza particolari problemi; ma in quel momento la nave abbandona il porto e un gruppo di loschi individui circonda la bionda lottatrice.. In Death by Degrees controlliamo Nina Williams, intrappolata in alto mare all'interno di un transatlantico popolato di nemici; per sopravvivere ai folti gruppi di assalitori Nina ha a disposizione un vastissimo repertorio di attacchi corpo a corpo. Per realizzare gli attacchi il giocatore dovrà utilizzare entrambi gli stick analogici, il sinistro servirà a spostare Nina nelle arene e il destro a portare i colpi nella direzione indicata. Al contrario di altri totoli di questo genere (come Dinasty Warriors o Seven Samurai 20XX ) in Death By Degrees gli scontri avvengono in maniera più ragionata che furiosa: per prima cosa si ha la concreta possibilità di difendersi dal nemico (che “avverte” delle proprie intenzioni ostili lampeggiando di verde); inoltre, grazie al sistema di controllo a due stick, le combo risultano molto più facili da eseguire e si ha la sensazione di avere il gioco più “sotto controllo” e che non sia necessario per vincere premere furiosamente il tasto di attacco. Naturalmente molte delle mosse utilizzate da Nina provengono direttamente da Tekken (compreso il famigerato “soffio velenoso”), ma la maggior parte sarà nuova di zecca. Molto interessante è l'esecuzione della “Critical Strike”, un'attacco concentrato in un unico punto debole del nemico che gli provocherà lesioni interne e fratture multiple. Dopo aver portato il colpo la telecamera inquadrerà il malcapitato ai raggi X, mostrandone le ossa che vanno in frantumi! Death by Degrees non è solo un titolo dicombattimenti: molte aree della nave non saranno immediatamente accessibili, sarà necessario ritrovare chiavi, password e altro ancora; sarà poi possibile evitare gli scontri diretti con gli avversari sfruttando strade alternative: si potrà afferrare delle tubature che corrono sul soffitto, camminare silenziosamente alle spalle delle guardie e intrufolarsi nei condotti di aereazione della nave. Oltre ad usare le arti marziali Nina può usare anche le armi, molte armi: Spade, coltelli e bastoni si vanno ad aggiungere all'arsenale di armi da fucoco che comprende pistole, mitragliatrici UZI e fucili di precisione. Graficamente Death by Degrees promette bene, sia come realizzazione tecnica che come qualità artistica: gli ambienti della nave sono molto ricchi di dettagli e colorati con tinte brillanti; gli effetti di illuminazione danno un ulteriore tocco di realismo e le inquadrature garantiscono sempre un punto di osservazione adeguato. I modelli poligonali degli avversari sono ben realizzati e animati, bisognerà vedere nella versione finale se saranno anche “numerosi”. Il modello usato per rappresentare Nina è molto particolareggiato (la nostra eroina non è mai stata così “sexy”..) e animato in modo vario e fluido. Ultimo elogio va ai filmati in CG, di fattura molto simile a quelli presenti negli ultimi Tekken, quindi davvero belli. Sembra proprio che Death by Degrees abbia parecchi assi nella manica: una protagonista famosa e amata, una realizzazione tecnica di prim'ordine e un gameplay studiato nei dettagli. Gli aspetti che rimangono oscuri riguardano la trama del gioco,che a prima vista appare un po' banale, e l'effettiva profondità della componente adventure, che solo nella versione definitiva potrà essere valutata e apprezzata. Alcuni problemi di telecamera vanno risolti e un po' di filtro anti aliasing in più non dispiacerebbe ma sono lacune davvero marginali rispetto alla mole di lavoro svolto. Se il buongiorno si vede dal mattino allora Death by Degrees sarà un gioco da aspettare senza alcun dubbio.
Anteprima Death by Degrees
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E' bella, bionda, letale
e campionessa mondiale di arti marziali; ma non azzardatevi a chiamarla Sara
Bryant altrimenti potreste davvero pentirvene. E' Nina Williams, la sexy regina
dell' Iron Fist Tournament, il torneo attorno cui ruota la saga di Tekken. Si
dice che una donna faccia più fatica di un uomo a ritagliarsi uno spazio nel
mondo ma questo sembra non intimorirla per nulla; infatti è pronta a tentare
l'impresa in cui hanno fallito altri suoi colleghi maschi: abbandonare il ruolo
di comprimaria in un picchiaduro ed esordire come protanista assoluta di un
action adventure (tra i precedenti tentativi ricordiamo il disastroso Mortal
Kombat: Sub Zero). Death by Degrees la vedrà ritornare alle origini e vestire
nuovamente i panni di un'assassina assoldata dall'agenzia britannica M16 per
svolgere uno sporco lavoro: sgominare la banda criminale capeggiata dalla
misteriora Lana Lei. Le sue tracce conducono ad un transatlantico di proprietà
dell'associazione criminale di cui è leader; in esso si svolge (tanto per
cambiare) un torneo di arti marziali clandestino a cui Nina partecipa e vince
senza particolari problemi; ma in quel momento la nave abbandona il porto e un
gruppo di loschi individui circonda la bionda lottatrice.. In Death by Degrees
controlliamo Nina Williams, intrappolata in alto mare all'interno di un
transatlantico popolato di nemici; per sopravvivere ai folti gruppi di
assalitori Nina ha a disposizione un vastissimo repertorio di attacchi corpo a
corpo. Per realizzare gli attacchi il giocatore dovrà utilizzare entrambi gli
stick analogici, il sinistro servirà a spostare Nina nelle arene e il destro a
portare i colpi nella direzione indicata. Al contrario di altri totoli di questo
genere (come Dinasty Warriors o Seven Samurai 20XX ) in Death By Degrees gli
scontri avvengono in maniera più ragionata che furiosa: per prima cosa si ha la
concreta possibilità di difendersi dal nemico (che “avverte” delle proprie
intenzioni ostili lampeggiando di verde); inoltre, grazie al sistema di
controllo a due stick, le combo risultano molto più facili da eseguire e si ha
la sensazione di avere il gioco più “sotto controllo” e che non sia necessario
per vincere premere furiosamente il tasto di attacco. Naturalmente molte delle
mosse utilizzate da Nina provengono direttamente da Tekken (compreso il
famigerato “soffio velenoso”), ma la maggior parte sarà nuova di zecca. Molto
interessante è l'esecuzione della “Critical Strike”, un'attacco concentrato in
un unico punto debole del nemico che gli provocherà lesioni interne e fratture
multiple. Dopo aver portato il colpo la telecamera inquadrerà il malcapitato ai
raggi X, mostrandone le ossa che vanno in frantumi! Death by Degrees non è solo
un titolo dicombattimenti: molte aree della nave non saranno immediatamente
accessibili, sarà necessario ritrovare chiavi, password e altro ancora; sarà poi
possibile evitare gli scontri diretti con gli avversari sfruttando strade
alternative: si potrà afferrare delle tubature che corrono sul soffitto,
camminare silenziosamente alle spalle delle guardie e intrufolarsi nei condotti
di aereazione della nave. Oltre ad usare le arti marziali Nina può usare anche
le armi, molte armi: Spade, coltelli e bastoni si vanno ad aggiungere
all'arsenale di armi da fucoco che comprende pistole, mitragliatrici UZI e
fucili di precisione. Graficamente Death by Degrees promette bene, sia come
realizzazione tecnica che come qualità artistica: gli ambienti della nave sono
molto ricchi di dettagli e colorati con tinte brillanti; gli effetti di
illuminazione danno un ulteriore tocco di realismo e le inquadrature
garantiscono sempre un punto di osservazione adeguato. I modelli poligonali
degli avversari sono ben realizzati e animati, bisognerà vedere nella versione
finale se saranno anche “numerosi”. Il modello usato per rappresentare Nina è
molto particolareggiato (la nostra eroina non è mai stata così “sexy”..) e
animato in modo vario e fluido. Ultimo elogio va ai filmati in CG, di fattura
molto simile a quelli presenti negli ultimi Tekken, quindi davvero belli. Sembra
proprio che Death by Degrees abbia parecchi assi nella manica: una protagonista
famosa e amata, una realizzazione tecnica di prim'ordine e un gameplay studiato
nei dettagli. Gli aspetti che rimangono oscuri riguardano la trama del gioco,che
a prima vista appare un po' banale, e l'effettiva profondità della componente
adventure, che solo nella versione definitiva potrà essere valutata e
apprezzata. Alcuni problemi di telecamera vanno risolti e un po' di filtro anti
aliasing in più non dispiacerebbe ma sono lacune davvero marginali rispetto alla
mole di lavoro svolto. Se il buongiorno si vede dal mattino allora Death by
Degrees sarà un gioco da aspettare senza alcun
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