Anteprima Devil May Cry 3

Terzo capitolo di una saga entrata nella storia, il nuovo Devil May Cry vuole galvanizzare vecchi e nuovi fa, grazie ad un restauro integrale.

Anteprima Devil May Cry 3
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Disponibile per
  • PS2
  • Switch
  • Parliamoci chiaro, essere Dante non è certo cosa facile: bisogna affrontare orde di nemici demoniaci assetati di sangue, sfidare le millenarie regole che regolano l'equilibrio tra il mondo umano e quello degli inferi e cercare al tempo stesso di mantenere intergri e puliti i propri vestiti... una faticaccia.
    Fortuna vuole che il figlio di Sparda vanti una certa abilità nel gestire certe cose, vuoi per spiccate doti naturali o semplicemente perchè spesso chi si trova ai comandi del pad viene travolto e contagiato dal suo modo di vivere stylish e sopra le righe, diventando un'inarrestabile affettademoni da competizione.
    È con questo spirito che ci troviamo davanti a Devil May Cry 3, nuovo episodio di un franchise che fin dal primo titolo è stato in grado di raccogliere numerosi consensi e creare una schiera di fan dell'eroe "bello e tamarro" tanto vasta da convincere Capcom a investire sul progetto.
    Dopo un esordio da brividi e un seguito sottotono, cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova avventura? Capcom sarà stata in grado di creare un titolo capace di fugare ogni incertezza affiorata dopo DMC2?
    Domande lecite e, vista l'esperienza, inevitabili, a cui vogliamo provare a rispondere grazie a questa "prova su strada" fatta sulla build italiana definitiva, nella speranza di chiarire le idee agli indecisi a pochi giorni dall'uscita nei negozi: let's rock!

    The Awakening

    Probabilmente la cosa è già nota a tutti, ma vogliamo ricordarlo comunque: questo terzo episodio, seguendo un trend piuttosto in voga in questo periodo (vedi Metal Gear Solid 3) non è un effettivo seguito, bensì un prequel che tratta le vicende di un Dante piuttosto giovane e (inevitabilmente) ancora più sprezzante del pericolo e irriverente verso i propri nemici, a partire da suo fratello Vergil (o Virgil), che vediamo finalmente in volto dopo aver vestito i panni di Nelo Angelo, rivale e vera nemesi di del cacciatore di demoni nella sua prima apparizione.
    La scintilla che muove la trama è il desiderio di Vergil di possedere il medaglione del fratello, e usufruire quindi, utilizzandolo insieme al proprio, del potere immenso rappresentato dall'eredità del padre: chiunque ha giocato al primo episodio sa bene di cosa stiamo parlando, per gli altri stendiamo un velo di mistero, per non rovinare la sorpresa.
    Senza perdersi troppo in chiacchiere egli manda un invito scritto sotto forma di orde di demoni, nella speranza di suscitare l'interesse di Dante e condurlo alla torre di Temen-ni-gru, luogo che regola l'equilibrio tra il mondo degli umani e quello dei demoni.

    Può dunque Dante rifutare un invito così caloroso? No di certo, soprattutto perché sa bene che avrà modo di divertirsi davvero.

    Farsi in quattro, letteralmente

    Appena prese in mano le redini del gioco, ci troviamo di fronte a quella che è l'innovazione più consistente (e probabilmente più gradita) di questo terzo episodio, ovvero la scelta del proprio stile di combattimento tra ben quattro diverse tipologie: Swordmaster, Gunslinger, Trickster e Royal Guard.
    Delle prime due è facile farsi un'idea, si tratta in pratica del classico stile di Devil May Cry, in cui però si privilegia l'uso della spada (con la possibilità di usare mosse come lo Stinger o il Drive) o quello delle armi da fuoco (Rainstorm e Fireworks sono alcune delle mosse a disposizione) ma nel momento in cui analizziamo i due "nuovi" modi di controllare Dante, eccoci apparire subito chiaro come questo gioco voglia essere davvero tutto quello che i primi due episodi non sono potuti essere.
    Royal Guard vede il nostro mezzo demone ingaggiare combattimenti corpo a corpo a suon di pugni e calci, vantando combo e concatenazioni capaci di far impallidire i maestri dei picchiaduro: un po' quello che era usare Ifrit nel primo capitolo, con un arsenale di mosse più vasto e un sistema di sviluppo maggiormente flessibile.
    Rimane poi il Trickster, assoluta novità per ciò che concerne il modo di combattere di Dante poiché in questo caso non si tratta di picchiare duro fino a quando non sono crollati tutti i nemici, ma di sfruttare la propria agilità per esibirsi in acrobazie e stendere i propri avversari sfruttando elementi del fondale (come può essere un palo di lap-dance). Tutto da provare, esaltamento assicurato.
    Se questo non dovesse bastare a incuriosire i più c'è da aggiungere l'arsenale della armi, che ora vanta, oltre alle classiche armi da fuoco e spade, armi come il "nunchaku triplo" o la "falce-chitarra elettrica", per un totale di 5 armi da fuoco e 5 armi demoniache.

    Flessibilità, possibilità di personalizzare il proprio stile e una grande varietà di opzioni: da questo punto di vista Devil May Cry 3 si lascia alle spalle i predecessori con una tranquillità disarmante, offrendo un'esperienza di gioco che potenzialmente vede il giocatore affrontare più e più volte la trama principale per scoprire ogni dettaglio delle abilità combattive di Dante.

    L'anima

    Detto chiaro e tondo, il secondo capitolo, oltre alla facilità estrema e al level design discutibile, era minato da una pecca ancora più grande: mancava di anima.
    Alla Capcom probabilmente si erano resi ben conto di avere tra le mani un personaggio dannatamente carismatico che non aveva fatto fatica a raccogliere consensi tra i videogiocatori e hanno peccato di presunzione realizzando uno script narrativo in cui Dante in pratica "viveva di rendita" per quel che concerneva l'essere spaccone ma al tempo stesso cool, risultando in un personaggio piuttosto insipido che se non avesse portato il suo nome (e la sua faccia) probabilmente nessuno avrebbe ricordato: non basta un "Don't talk, just die" detto ad un boss che -banale- appare dal nulla per mantenere il passo con i dettami del modo di vivere di Dante se poi, per tutto il resto del gioco, si soffre il silenzio imbarazzante di un protagonista senza carisma.

    Qualcuno sembra essersi accorto di ciò, ed ha ben pensato di volere "comunicare" il personaggio al giocatore senza mezze misure, ovvero sbattendoglielo in faccia nudo e crudo fin dalla primissima scena di intermezzo: non c'è da stupirsi quindi nel vedere Dante combattere e mangiare pizza al tempo stesso, sfruttando i pezzi di falci spezzatesi nel proprio corpo per affettare i nemici. Situazione tanto ridicola a voler ragionare seriamente quanto ineccepibile nel perseguire un ideale di caratterizzazione così estremo.
    Ma non è solo il personaggio principale a colpire fin dai primi minuti di gioco: anche le ambientazioni in cui ci muoviamo sembrano aver recuperato la "vita" che pareva scomparsa nel secondo episodio: ogni strada percorsa e ogni stanza visitata vantano una cura del dettaglio encomiabile, calzando a pennello nel contesto senza mai scadere. I colori sono più vivi e anche le zone cupe ci conducono nel buio senza sacrificare intere gamme di colori e fossilizzarsi sul "marrone trasandato e infernale" fin troppo presente in Devil May Cry 2.
    La sensazione di essere "tornati a casa" tra le affascinanti atmosfere del primo episodio è molto forte e contribuisce a donare al giocatore lo spirito giusto per proseguire nella sua missione e affrontare la difficile sfida che gli si pone innanzi.

    That was Easy

    Parole di Dante queste, forse perchè non è al corrente dello sforzo a cui è sottoposto il giocatore nella sua missione "affettademoni".
    Ebbene Devil May Cry 3 è un gioco difficile, decisamente sopra la media delle produzioni attuali: non è assolutamente raro perire nelle prime sezioni di gioco a causa della poca confidenza con i comandi , sovrastati da orde di nemici così vaste e organizzate.
    Anche il nemico più stupido infatti, grazie ai numerosi compagni e alle diverse mosse a disposizione, è in grado di creare seri problemi a Dante e di infliggere danni consistenti con brevi serie di attacchi.

    Fin dalla prima ora di gioco potreste trovarvi quindi in una stanza chiusa pieni di nemici capaci di teletrasportarsi e attaccare da grande distanza. Il che può mettere facilmente in crisi anche i più esperti giocatori dei due precedenti titoli, che saranno inevitabilmente costretti a vere e proprie "docce d'umiltà" prima di riprendere in mano il pad con una nuova predisposizione mentale.

    Qualcosa è Cambiato

    Appena osserverete Dante camminare, correre, saltare, attaccare, vi accorgerete che qualcuno ha preso Devil May Cry 1 e 2, li ha guardati bene in faccia dicendo "bene, voi non servite più".
    È cambiata la grafica, dettagliata, veloce e fluidissima (60 fps costanti con pochi momenti di incertezza), è cambiata la telecamera (sempre automatica ma con la possibilità di intervenire direttamente con lo stick destro per modificarne l'inquadratura), è cambiato il modo di "impattare" sui nemici (dando forse meno la sensazione di effettiva "fisicità" ma risultando più funzionale per la gestione delle combo) così come cambia la tecnica di gioco che ora richiede -oltre alla continuità degli attacchi- l'utilizzo di pattern offensivi sempre diversi e vari, così da ottenere punteggi più alti e un maggior numero di orb da investire in potenziamenti.
    Devil May Cry 3 risulta evidentemente nuovo e fresco pur avendo giocato ai due precedenti capitoli, cosa più unica che rara di questi tempi in cui i franchise si assomigliano sempre più di uscita in uscita.
    Nella sua ultima opera Capcom ha voluto infondere la voglia di stupire e di divertire, la classe dei propri artisti e la voglia di estremo del proprio regista, i combattimenti impegnativi e l'ironia sdrammatizzante, piazzandosi sicuramente ad alto livello.

    Il gioco sarà nei negozi fra pochi giorni, quindi avremo presto modo di gustarci appieno questo atteso seguito. Le premesse per avere un ottimo titolo ci sono: i fan non saranno delusi e molto probabilmente gli scettici saranno costretti a dare maggiore attenzione ad un gioco che, in un mare di dubbi e perplessità, potrebbe dire tranquillamente la sua per quel che riguarda la corona degli action games.

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