Anteprima DiRT Shodown

Codemasters si da allo spettacolo

Anteprima DiRT Shodown
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Per svecchiare il racing game, soprattutto nel corso di questa generazione, si è provato davvero di tutto. Miscugli più o meno eterogenei di caratteristiche arcade e simulative hanno fatto allegramente il paio con una riscoperta passione per i combat racing game, che, in Split/Second più di tutti, hanno riacceso un'irrefrenabile voglia per la demolizione. Bisogni e passioni che non sono per nulla sfuggiti a Codemasters (da sempre regina in ambito racing) che, dopo aver sfornato GRID, DiRT 3 ed F1 2011 (come sue ultime produzioni) si prepara per il 2012 ad uno spin-off del suo rallystico di punta, che precederà il ben più serioso DiRT 4, interamente votato alla simulazione e, perché no, magari diretto verso l'oramai vicina "Next Gen".

    Showdown

    Riguardo a modalità di gioco e gameplay questo DiRT: Showdown è un mix di quanto di più spettacolare si sia visto nel secondo e nel terzo episodio della serie, integrato ad un handling delle vetture estremamente semplificato, in maniera tale da focalizzare l'attenzione dei giocatori su altri aspetti, lasciando "fluire" il sistema di guida in maniera quanto più naturale possibile, tra una derapata ed un salto totalmente fuori di testa. E proprio sulle evoluzioni più impensabili s'incentreranno molte delle modalità di Showdown, accomunate nel Theatre of Racing, contenitore d'eventi che ci riporta ai fasti del non troppo amato DiRT 2.
    Qui troveremo, prima di tutto, gli eventi strettamente collegati alle nostre velleità acrobatiche. In Smash Hunters dovremo percorrere le enormi arene nel tentativo di distruggere, nel tempo prestabilito, la maggior quantità d'oggetti possibile; ogni evoluzione -chiaramente- garantirà bonus cumulativi che andranno ad incrementare il punteggio finale. Ancor più focalizzata sulla spettacolarità Trick Rush: come suggerisce il nome stesso una corsa al più alto punteggio, gymkana dopo gymkana. Ad infarcire il tutto con un pizzico di adrenalina in più le Head 2 Head, gare testa a testa all'ultimo trick dove potremo focalizzarci su un solo avversario alla volta.
    Chi non fosse troppo avezzo alla spettacolarità ma legato invece ad un minimo di "tradizione corsistica" troverà pane per i suoi denti (purché non richiedano simulazione) in Lap Attack -una variante nemmeno troppo atipica del Time Attack- Elimination e Domination, che tentano in maniera differenti di collegare il fascino delle competizioni off-road tipico di DiRT alle urgenze competitive di un Burnout, tanto per portare l'esempio da tutti più conosciuto, rischiando così di deludere chi cercasse le scampagnate in natura tipiche di un normalissimo rally a tappe.

    La giostra (è proprio il caso di dirlo) si chiude con le competizioni di tipo Demolition, ove l'unico dogma sarà ridurre in pezzi le vetture avversarie, riuscendo a giungere al termine di ciascuna gara con il motore ancora acceso. Anche in questo caso, al momento, si conoscono solamente tre tipologie d'evento. C'è Rampage (il cui nome è già tutto un programma) nella quale tentare di disintegrare tutte le vetture avversarie; Hard Target, dove il bersagli designato saremo nientemeno che noi stessi e dovremo tentare di fuggire dalle ire avversarie; infine King of th Ring, che ricorda molto da vicino alcuni tra i più divertenti stage di Destruction Derby. In questo caso le auto gareggieranno esclusivamente per raggiungere un incrocio circolare, dove si esibiranno nei più spettacolari incidenti dai dempi di Destruction Derby 2, nell'ennesimo tentativo di decretare vincitore il pilota capace di uscire con meno danni possibili e, contemporanemente, causarne agli altri quanti più possibile.
    Per assecondare lo svolgimento di tali modalità e sottolineare quanto più possibile l'aspetto pirotecnico che Codemasters ha voluto donare alla sua produzione si è dovuto ricorrere ad un track design completamente nuovo. Non troveremo, in DiRT Showdown, tracciati ripresi dai capitoli precedenti, o, quantomento, troveremo solamente elementi (nelle arene gymkana, ad esempio) leggermente ripresi. Per il resto, infatti, i game designer del team, hanno ideato -sfruttando ambientazioni realmente esistenti come Londra, Yokohama, San Francisco e molte altre- tracciati completamente nuovi, arricchendoli con elementi che favoriscano la tipologia di gameplay pensata per questo spin-off. Dimenticatevi dunque svolte tecniche e percorsi nei quali guidare pulito per tentare di rosicchiare qualche secondo: qui a farla da padrone saranno le rampe, gli incroci e le strettoie, in modo da portare i piloti ad eseguire con naturalezza le evoluzioni previste e, soprattutto, ad incappare più o meno incidentalmente in poderose sportellate con gli avversari. Un'impostazione arcade a tutto tondo sfruttando la quale il team vuole offrire una pausa disimpegnata da DiRT, tentando -in un'imitazione piuttosto palese di Need For Speed- di innestare sul mercato due serie parallele di successo.
    Rimanendo in tema DiRT: Showdown, seguendo le orme del suo predecessore (e del corsistico EA sopracitato), integrerà un più approfondito sistema di gestione delle statistiche, con tanto di impianto social (Autolog docet) in grado di invitare i propri amici a battere un particolare record, postare i propri risultati in maniera canzonatoria e chi più ne ha più ne metta. Il multiplayer, da quattro a otto giocatore, vedrà inoltre una serie di modalità dedicate allo split-screen, nel tentativo di fare la felicità di tutti i videogiocatori.

    Per quanto riguarda il comparto tecnico ancora non si è visto nulla di concreto. Il motore di gioco, in sostanza, dovrebbe rimanere quello di DiRT 3 (Ego Engine) con un ulteriore sviluppo di effetti luce e particellari, deputati alla costante sottolineatura (tramite fuochi d'artificio, schizzi di fango, detriti e quant'altro) delle spettacolari evoluzioni e degli incidenti che, come detto, caratterizzeranno il cuore della produzione.

    DiRT Showdown L’impresa dello spin-off per “accontentare tutti” è una strada davvero pericolosa, che potrebbe portare in egual misura al successo come al fallimento. Le premesse, pur non lasciando spazio all’originalità, sono quelle giuste per un’arcade racing game di successo: ora bisognerà vedere se le competenze di Codemasters saranno sufficenti per mantenere sullo stesso livello qualitativo ben due serie sotto lo stesso brand. Ritornando col pensiero a GRID le preoccupazioni (benché non fosse propriamente un “derivato” di DiRT come questo) sono piuttosto vive. Continuate a seguirci per saperne di più.

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