Divinity Original Sin Anteprima: analizziamo la cooperativa

Divinity si da alla co-op

Divinity Original Sin Anteprima: analizziamo la cooperativa
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Larian Studios si è messo al lavoro di buona lena per far tornare sotto le luci della ribalta il fascinoso universo fantasy costruito ad arte dal team. Oltre a Dragon Commander, che ci porterà a Rivellion in un'epoca storica antichissima, il vero e proprio protagonista della rinascita della saga di Divinity sarà Original Sin, un titolo che fin dall'annuncio ha smosso gli animi dei Fan.
    Il titolo è un prequel della serie di Divine Divinity, che rivede i precedenti capitoli sia dal punto di vista delle meccaniche di gioco che per quanto riguarda il fronte stilistico. La più grande novità rispetto alle scorse produzioni è senza dubbio la possibilità di giocare l'avventura interamente in co-op, sino ad un massimo quattro giocatori, che vestiranno i panni di altrettanti eroi pronti ad avventurarsi nelle terre fantastiche di Rivellon.

    ORCHI E MAGIA

    Original Sin si ambienta in un periodo buio e oscuro della storia di Rivellion. Molti territori sono sconvolti da una guerra combattuta con le determinate schiere degli orchi, che minaccia la stabilità dei regni. I due protagonisti che ci hanno accompagnato in questo "primo contatto" con il titolo Larian Studios si risvegliano senza memoria nelle lande martoriate dal conflitto, inspiegabilmente in grado di utilizzare la Source Magic, lo stesso potere che l'orda orchesca sta manipolando per aiutarsi nel tentativo di conquistare il mondo. Sarà proprio questo tipo di magia ci permetterà di controllare gli elementi presenti nel mondo di Divinity ed aiutare le armate del bene a sconfiggere i bellicosi pelleverde.
    Resta ancora molto da scoprire sulla trama e lo sviluppo della main quest, ma gli sviluppatori ci hanno confessato che stanno recuperando un sacco di idee dal primo capitolo della saga, in merito a background ed ambientazione. Noi non possiamo che essere felici di questo atteggiamento, visto l'ottimo lavoro svolto nei primi anni del 2000.
    In ogni caso, la sessione di gioco a cui abbiamo assistito ha chiarito sia gli aspetti legati all'interazione con gli NPC, sia la qualità -già solida- delle dinamiche di gioco. La prima cosa che salta all'occhio è il cambio di "regia": Original Sin mantiene l'engine in tre dimensioni di Divinity 2, ma con una visuale isometrica dall'alto, proprio come nel primo capitolo.

    "Il Battle System è basato su un sistema turni studiato per funzionare in cooperativa. Ciascun giocatore avrà a disposizione dei punti azione da spendere nel turno, per muovere o far attaccare il proprio personaggio"

    La quest che i due personaggi dovevano affrontare in cooperativa chiedeva alla coppia di trovare una persona scomparsa. Poche le informazioni a disposizione: i protagonisti sapevano solo di doversi dirigere verso una taverna, dove una donna di nome Sarin avrebbe potuto avere qualche dettaglio in più. Giunti in paese si scoprirà però che la donna è tenuta ostaggio nella sua stessa abitazione da un dinamitardo suicida, e proprio nelle fasi di negoziazione ci viene illustrata una fase di dialogo cooperativa che coinvolge entrambi i giocatori nel tentativo di convincere il rapitore a rilasciare l'ostaggio. I protagonisti, prima di interloquire con gli NPC, potranno discutere tra di loro e mettersi d'accordo sulla risposta da dare al suicida. Nel caso ci sia un disaccordo, un "tiro di dadi" deciderà, in base alle statistiche dei personaggi, chi sarà il vincitore. Ad esempio il parametro di "forza" influirà sul successo di un'affermazione intimidatoria, e tutte le caratteristiche del personaggio saranno attentamente considerate dal sistema.
    Impossibile valutare a priori il rilievo della parte dialogica all'interno delle quest, ma la possibilità che le nostre scelte influenzino lo svolgimento delle missioni è seriamente gradita, soprattutto se si considera che ogni missione può essere portata a termine in più modi. Di fronte al dinamitardo, ad esempio, la coppia potrebbe decidere di utilizzare la forza bruta: sfruttando la Source Magic uno dei due protagonisti può immobilizzare il bersaglio, mentre l'altro lo metterà fuori gioco con una freccia precisa (e si nota come le varie disposizioni dei personaggi possano determinare così diverse "combinazioni" d'attacco). Ma, come abbiamo anticipato, Original Sin prevede percorsi risolutivi non lineari. Nel caso in cui Sarin rimanga purtroppo uccisa, magari a seguito di un tentativo troppo goffo o mal coordinato, la quest potrebbe essere portata a termine ugualmente: all'interno della sua casa troveremo indizi nascosti che ci condurranno comunque più vicini al termine dell'incarico. Le due possibilità non si escludono mutualmente: potremmo curiosare fra le cose di Sarin anche dopo averla salvata, magari perchè non ci fidiamo delle sue risposte, ma vedendoci mettere il naso tra le sue carabattole la donna diventerebbe diffidente e sospettosa, meno incline a rispondere alle nostre domande, e pronta a seguirci tutte le stanze per tenerci d'occhio. In Original Sin, insomma, oltre alla risoluzione non lineare delle quest, troveremo ad attenderci un'IA dei personaggi non giocanti reattiva e sempre in grado di "replicare" alle nostre azioni.

    Anche il rapporto con l'ambiente è risultato promettente già nella prematura versione alpha, ed abbiamo avuto la netta sensazione che gli sviluppatori abbiano le idee molto chiare sulle numerose ed interessanti meccaniche che saranno implementate nel titolo. Il team non solo vuole riempire le varie location di oggetti, curiosità, dettagli, ma non dimentica il senso della scoperta, l'alone di mistero e l'incedere avventuroso che, assieme ad un dettagliato lavoro sul "lore", è capace di rendere grande un titolo del genere.
    Molte sono poi le risorse che si possono raccogliere in giro per il mondo, da combinare per ottenere pozioni o effetti diversi. Nel corso della demo, ad esempio, dei funghi velenosi sono stati utili per aggiungere un effetto venefico al danno di un'arma. Eppure, per scoprire quali fossero le caratteristiche dei funghi, il personaggio ha dovuto assaggiarli, sperimentando su di se lo spiacevole effetto. Il team insiste sull'importanza degli oggetti e dei materiali: "Ci saranno un sacco di combinazioni presenti nella versione finale; molte e verranno illustrate all'interno del gioco stesso da libri e pergamene" afferma David Walgrave, producer dell'ultima fatica Larian. L'esplorazione mirata degli ambienti sarà dunque seriamente incentivata.

    COMBATTIMENTO A TURNI COOPERATIVO

    Se la parte del gameplay legata ad interazione con gli NPC, con le risorse e con l'ambiente di gioco convince ed intriga, il sistema di combattimento di Divinity: Original Sin non è da meno. Il Battle System è basato su un sistema turni studiato per funzionare in cooperativa. Ciascun giocatore avrà a disposizione dei punti azione da spendere nel turno, per muovere o far attaccare il proprio personaggio. Tuttavia ogni combattimento è stato pensato per spingere gli utenti ad usare non soltanto la forza bruta, ma anche la combinazione delle proprie abilità, ed al contempo tener conto dell'ambiente di gioco. Durante una battaglia contro un gruppo di orchi, ben visibili alcuni barili esplosivi giacevano poco distanti dai nemici. Uno dei due protagonisti avrebbe dunque potuto spendere tutti i suoi punti azione per lanciare il barile contro gli avversari, mentre l'altro, con una freccia infuocata, sarebbe in grado di scatenare un'esplosione e fare piazza pulita. Ma ci sono altre vie per terminare la battaglia: scagliando una normale freccia contro il barile, l'oggetto non sarebbe saltato in aria, ma si sarebbe rotto riversando il liquido sul pavimento, e generando una superficie oleosa. Secondo David "ci saranno molte superfici differenti in Original Sin e si potrà interagire con ciascuna di esse in base alle magie o alle abilità dei propri personaggi". Se decidessimo di dare fuoco alla pozza d'olio, questa volta scateneremo un incendio creando un muro fiammeggiante e cambiando notevolmente le carte in tavola, mutando profondamente la conformazione del terreno di scontro.
    Anche nei combattimenti dunque le opzioni sono molteplici, e persino nel corso degli scontri la dialettica non è da sottovalutare: in una schermaglia contro dei dinamitardi suicidi, nel caso uno dei protagonisti possegga un alto livello di carisma, si potrebbe convincere i malcapitati a farsi esplodere anziché affrontarli.

    Un'ultima battaglia ci mostra una boss fight contro un enorme robot a vapore controllato dagli orchi. Uno dei due personaggi, grazie all'uso della Source Magic, invoca una fitta pioggerella, creando una pozzanghera ai piedi metallici del mostro di ferro. A questo punto il secondo giocatore può lanciare un fulmine sulla superficie bagnata, sconfiggendo una volta per tutte il temibile avversario in pochi colpi.
    Insomma da quello che abbiamo potuto osservare, il combat system sarà una delle parti più divertenti ed interessanti di Original Sin, risultando già adesso molto accattivante in termini strategici. Proprio per questo è intenzione degli sviluppatori creare quasi artigianalmente ogni scontro, in modo che esista sempre un sistema che permetta l'uso della materia grigia. Noi siamo rimasti davvero colpiti dalla varietà di situazioni proposte, e ci domandiamo con estrema curiosità cosa ci aspetterà per l'attesissima versione finale di questo titolo.
    Ricordiamo che Original Sin proporrà anche un corposo Editor che permetterà ai giocatori di creare le proprie quest e i propri scontri personalizzati, da condividere con la community.
    Nonostante il titolo sia ancora in versione alpha, Divinity: Original Sin è già in grado di mostrare alcune peculiarità del suo comparto tecnico. Dal punto di vista grafico gli ambienti risultano ben realizzati, con uno stile che ci ha ricordato molto il terzo capitolo strategico di Warcraft. Un plauso va anche all'effettistica generata dal motore grafico proprietario di Larian Studios che, seppur dubitiamo che riuscirà mai ad entrare in diretta competizione con le produzioni più blasonate del mercato, è già in grado di mostrare i muscoli. La cosa che ci ha sorpreso di più è che il titolo dispone di un motore fisico che, nonostante i limiti imposti da una prematura versione dimostrativa, è fortemente sfruttato per proporre una precisa interazione con gli oggetti presenti nell'ambiente di gioco. Al momento della dimostrazione l'engine non era ancora in grado di dare una risposta sempre realistica, ma siamo certi che Larian userà molto riguardo nelle successive fasi di programmazione.
    Buona la texturizzazione, dettagliata la modellazione poligonale, per un motore sicuramente da premiare.

    Divinity Original Sin Divinity: Original Sin è un titolo sorprendente. I ragazzi di Larian si sono dimostrata molto attenti a ciò che vuole il mercato e la fanbase, tuttavia non sono spaventati dalle nuove idee, e noi non possiamo far altro che incoraggiarli a seguire questa strada. Tra un sistema di combattimento a turni che prevede un saggio uso dell’ambiente di gioco, una campagna cooperativa ed un ramificato sistema di interazione con gli NPC, davvero non vediamo l’ora di mettere le mani sul prodotto finale. Il titolo è previsto in esclusiva PC per i primi mesi del 2013. Alla Gamescom avremo modo di dare un'altra occhiata a questo interessantissimo progetto.

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