Dying Light 2: il ritorno degli zombie di Techland

Dopo il primo annuncio all'E3 di Los Angeles, Techland porta Dying Light 2 alla fiera tedesca: abbiamo assistito a una nuova presentazione.

Dying Light 2
Anteprima: Multi
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Dopo il primo gustoso assaggio offerto da Techland in quel di Los Angeles, Dying Light 2 si è guadagnato una posizione più che meritata nell'elenco dei titoli più attesi dai videogiocatori di tutto il mondo. Un piazzamento conquistato a colpi d'innovazione da un team eccezionalmente talentuoso, che ha riscritto la propria formula ludica per garantire ai giocatori quello che, nelle intenzioni dello sviluppatore, punta ad essere un vero e proprio campione di genere. Un obiettivo perseguito con il sostegno di un collaboratore d'eccezione, quel Chris Avellone noto per aver regalato all'utenza videoludica alcune delle sue migliori esperienza narrative. Proprio con lui avremmo voluto, tra le hall della koelnmesse, scambiare qualche parola sul "medioevo moderno" dipinto tra le spire della post apocalisse di Dying Light 2.?La brutta notizia è che il buon Avellone non era presente in loco. La buona notizia è che ci abbiamo comunque scambiato due chiacchiere. Beh, più o meno.

    L'effetto farfalla secondo Chris Avellone

    Tornare a immergersi tra le maestose rovine di Dying Light 2, respirare quel misto di putrescenza e degrado è una vera gioia per i sensi, un invito a fantasticare sulle potenzialità di un titolo che punta a superare - e di gran lunga - il pregio di uno dei migliori "zombie game" degli ultimi anni.
    Poco importa se la demo mostrata alla Gamescom era la stessa già vista in quel di Los Angeles: ogni volta il gioco colpisce l'animo con stilettate di puro hype, manifestazione dolorosa delle grandi ambizioni dell'eccezionale team polacco. Persi nella giungla di cemento di una città dal profilo squisitamente centroeuropeo, siamo tornati a seguire le azzardate evoluzioni di un sopravvivente destinato a cambiare per sempre i connotati della post apocalisse targata Techland.

    Proprio su questo nodo ludico, in realtà, va a innestarsi l'unica novità della presentazione offerta dal team di sviluppo agli avventori delle kermesse teutonica. Prima di lanciarci nuovamente in una corsa a perdifiato tra tetti e cornicioni, attraverso schiere di infetti in decomposizione, il team di sviluppo ha infatti lasciato la parola al maestro dello storytelling Chris Avellone, protagonista di un breve filmato dedicato ad alcuni degli aspetti più interessanti del sandbox narrativo di Dying Light 2. Come anticipato nella precedente anteprima, il titolo calerà il pubblico tra le maglie di una progressione non lineare, influenzata dalle azioni del giocatore e dalle decisioni prese durante le interazioni dialogiche (a scelta multipla) con le diverse fazioni del mondo di gioco. Le conseguenze di queste scelte interesseranno tre diversi aspetti del titolo: andranno a modificare - a volte radicalmente - la composizione strutturale e stilistica della città, influenzeranno in maniera rilevante le meccaniche di gioco e, ovviamente, altereranno la storia vissuta dal protagonista e gli incarichi che si troverà ad affrontare sulla strada per i titoli di coda.Nel corso della missione vista nella demo, ad esempio, l'avatar del giocatore viene dai Peacekeeper, una falange militarizzata dedita alla lotta agli infetti e alla protezione degli abitanti, di raggiungere una torre idrica per trattarne l'annessione ai territori della fazione. Dopo una lunga traversata acrobatica, il protagonista fa quindi la conoscenza di Jack e Joe, i leader della locale barda di Scavengers, un gruppo di criminali più interessato all'immediato profitto che al futuro dell'umanità. Come prevedibile, dopo qualche scambio minaccioso, la trattativa degenera in rissa e il nostro alter ego si trova "costretto" a benedire il trapasso dei due con una serie di fendenti altamente spettacolari.

    Dopo un paio di settimane di assestamento, sulle strade del quartiere, ora libere dagli infetti, ondeggiano i vessilli blu dei Peacekepers, fautori di una tranquillità dittatoriale mantenuta col pugno di ferro. Il giocatore guadagna così libero accesso a fonti d'acqua curative, ma si ritrova oppresso da un sistema di regole rigidissimo, che punisce ogni violazione con corda corta e caduta sorda. Anche la cacciata degli infetti non è priva di conseguenze, dato che gli erranti scacciati finiranno per rimpinguare le fila dei mostri in attesa tra le ombre dei quartieri circostanti. Ma cosa sarebbe successo se avessimo deciso di stringere un accordo criminoso con gli Scavengers? Lo scena si riavvolge e il team offre al pubblico uno sguardo alle conseguenze della scelta mai fatta. Davanti al protagonista si svettano strutture mai viste, di nuova costruzione ma ugualmente fatiscenti, immerse nei riflessi rossastri di uno spettro cromatico molto lontano dalle fredde tonalità del nuovo ordine dei Peacekeepers. I banditi hanno ricostruito un ponte e liberato alcune strade per facilitare gli scambi commerciali, il cui centro nevralgico è il mercato nero di La Puerta, una location che non avremmo mai visto supportando la fazione militarizzata. Una fetta degli incassi generati dai loschi traffici degli Scavengers è nostra di diritto e, come gradito bonus, guadagnamo l'accesso ad alcuni dei loro veicoli.

    Tanto per tendere allo spasmo i limiti della vostra immaginazione, pensate che si tratta solo di una singola scelta nel panorama di un titolo che promette decine di ore di gioco, su una mappa grande quattro volte quella dell'originale Dying Light (espansione inclusa). Affonda le radici in questo complesso sistema di scelte e conseguenze anche il comparto multiplayer del gioco, pensato per offrire ai giocatori un'occhiata ai mondi dei propri compagni in armi e, di conseguenza, alle ripercussioni delle decisioni mai prese. Un patrimonio di variabili ludiche inestimabile, anima di un titolo che mira a superare il predecessore sotto tutti i punti di vista, senza mai cedere a soluzioni di comodo. Vi basti pensare che, nel corso della presentazione, il team ci ha confermato che neanche una stringa del codice alla base delle meccaniche di parkour del primo capitolo sarà presente nel seguito, testimonianza della ferma intenzione di Techland di offrire al pubblico un'esperienza di qualità superiore. Una direzione costruita, come nelle migliori storie d'amore, prestando orecchio a tutte le indicazioni offerte negli anni dalla community. Tanto per farvi un esempio, la meccanica del rampino è stata riscritta da zero per limitarne il peso nell'economia del gameplay, lasciando più spazio alle dinamiche di parkour. Sì, ragazzi, se prima le nostre aspettative per il nuovo action rpg di Techland erano alle stelle, ora possiamo tranquillamente confermarvi di aver mosso i primi passi oltre i confini dell'iperuranio.

    Dying Light 2 Sebbene la demo presente a Colonia fosse la stessa già vista durante l’E3, il piccolo frammento extra dedicato al sandbox narrativo costruito da Avellone ci ha permesso di farci un’idea più chiara delle ambizioni del titolo di Techland. Il profondo sistema di scelte e conseguenze concepito dal team di sviluppo promette di offrire al pubblico una dinamicità del mondo di gioco senza precedenti, specialmente nel panorama di genere. Una rete di azioni e reazioni alla base di un costrutto narrativo non lineare che, stando alle premesse, si colloca ad anni luce da quello del primo capitolo. Se Dying Light 2 riuscirà a realizzare appieno la visione creativa delineata dal team di sviluppo, è probabile che fra qualche mese ci troveremo per le mani un nuovo campione di genere.

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