Anteprima El Shaddai

L'onirico action game di Ignition si mostra al Tokyo Game Show

Anteprima El Shaddai
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Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • El Shaddai: Ascension of the Metatron, l'esoterico action- adventure sviluppato e pubblicato da Ignition Entertainment, è stato mostrato per la prima volta in forma giocabile durante il Tokyo Game Show 2010. Il titolo, uno dei più interessanti progetti presenti alla fiera giapponese, è l'ultima creazione di Takeyasu Sawaki, game designer e fondatore dei Clover Studios, che vanta nel suo curriculum titoli di grande rispetto come Okami e Devil May Cry. Dallo stile decisamente unico, El Shaddai promette di stupire per il suo tratto raffinato, minimalista, che potrebbe celare gradite sorprese, soprattutto per il background da cui trae ispirazione.

    L'ascesa di un uomo verso la divinità

    Nato come una reinterpretazione del libro di Enoch, testo apocrifo dell’Antico Testamento, El Shaddai narra le vicende di un umano, Enoch per l'appunto, chiamato a svolgere una delicata missione. Per poter salvare l'intera umanità dalla distruzione divina, il nostro protagonista dovrà dare la caccia ai sette angeli ribelli grigori. Ad aiutarlo nel suo lungo cammino ci sarà Lucifel - quello che, dopo l'esilio, diventerà poi il signore degli inferi. Nella storia, almeno inizialmente, Lucifel avrà il ruolo di mentore per Enoch, conferendogli il potere attraverso cui potrà sconfiggere le insidiose e terribili creature che incontrerà nella sua annosa ricerca. Dopo aver ricevuto una speciale armatura, Enoch si butta nella battaglia tra bene e male, combattendo inizialmente a mani nude. Il sistema di combattimento di El Shaddai risulta decisamente minimalista: il giocatore avrà a disposizione un solo tasto per eseguire gli attacchi, uno per effettuare salti, e un terzo per alzare la guardia. Ma "minimale" non è certo sinonimo di limitato: Enoch potrà eseguire una serie di attacchi concatenati di differente natura, combinando tempismo e uso degli altri due tasti: colpi in rapida successione, caricati, o eseguiti in aria, daranno a chi gioca una modesta scelta nella strategia di combattimento. Il battle system si basa essenzialmente sulla ricerca delle combinazioni di attacchi da eseguire a seconda dell'avversario che ci troveremo davanti: ogni nemico richiederà una particolare sequenza di mosse per essere sconfitto. E le possibilità vengono ulteriormente ampliate dal potere speciale che Lucifel ha conferito al nostro eroe: Enoch potrà rubare le armi degli avversari storditi, purificarle, ed utilizzarle contro di loro. La demo presentata al TGS ha permesso di recuperare un paio di strumenti d'offesa: il primo è una sorta di spada/arco, con cui si possono eseguire attacchi veloci e concatenati, mentre l'altro, ricavata da un pezzo dell'armatura di un gigantesco goblin, è composta da due lame semicircolari che possono essere unite a formare uno scudo. I colpi con questo equipaggiamento sono decisamente più lenti, ma capaci di arrecare più danno.
    Ignition non ha voluto contaminare le stupende atmosfere ricreate su schermo con ingombranti hud: per visualizzare il nostro stato di salute e quello dei nostri avversari, la software house ha ingegnosamente ideato un sistema basato sugli indumenti: più colpiremo un nemico, più questo perderà i pezzi che compongono il suo vestiario, finché, rimasto seminudo, non verrà sconfitto e trasformato in luce.
    Il titolo non è comunque un action puro: negli 11 grandi livelli che compongono l'intera opera, sono presenti anche numerose sezioni platform a scorrimento orizzontale. Nella demo se ne sono potute testare due: la prima ci vedeva scalare piattaforme in una enorme e suggestiva struttura in vetro, penetrata ovunque da raggi di luce, mentre la seconda ci vedeva saltare da pedane fluttuanti nel vento e cavalcare onde per raggiungere la nostra meta. Almeno da quello che abbiamo potuto esaminare dalla versione di prova, queste sezioni risultano tuttavia decisamente spoglie, prive di tutti i vari elementi di contorno che solitamente servono a rendere più varia e interessante la progressione- non erano ad esempio presenti nemici da sconfiggere né elementi puzzle o ostacoli da superare eseguendo particolari azioni. Dobbiamo però ammettere che proprio in questi momenti il titolo riesce ad esprime tutto il suo potenziale artistico, offrendo scorci di pura bellezza, dove veniamo accarezzati dalla sensazione di vivere un'esperienza onirica, distaccata totalmente dalla realtà.

    El Shaddai fa proprio del suo comparto grafico il suo biglietto da visita: il motore tecnico mostra animazioni fluide e un grande dettaglio nella riproduzione dei fondali, molto spesso costruiti con elementi dinamici. I personaggi sono ricreati con una particolare tecnica di cel-shading, simile a quella vista in Prince of Persia. Anche la palette cromatica, molto variegata, è usata per creare sullo schermo ambientazioni dagli stili molto differenti: in alcuni luoghi colori pastello ci immergono in un delicato acquerello su carta, mentre in altre situazioni tonalità più d'impatto, a tratti psichedeliche, ci trasportano in realtà astratte e surreali.
    La componente visiva di El Shaddai occupa di certo un ruolo importante nell'esperienza complessiva, immergendo molto spesso il giocatore in un turbinio di luci e colori, che lo travolgono lasciandolo a bocca aperta davanti ad un'enorme opera d'arte in movimento.

    El Shaddai: Ascension of the Metatron L'impronta artistica di El Shaddai è così forte da riuscire da sola a coinvolgerci e a stupirci. E se questo non bastasse, c'è da dire che le dinamiche di gioco ci sono apparse funzionali e ben variegate nella loro struttura, sì semplice, ma ben congegnata. Non attendiamo altro che scoprire nuovi dettagli di questa produzione, che sembra a tutti gli effetti una di quelle rare esperienze videoludiche da non perdere, a prescindere dai vari pregi e difetti, impreziosita dalle atmosfere, dalle contaminazioni bibliche, da un design visionario e particolare.

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