Anteprima Final Fantasy: Anniversary Ed.

I vent'anni di Final Fantasy si festeggiano su Playstation Portable

Anteprima Final Fantasy: Anniversary Ed.
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  • Un videogame è per sempre

    C’è chi festeggia un anniversario con un bel viaggio e chi regalando un bel gioiello.... Ma come si rende onore ad una ricorrenza speciale in ambito videoludico? A questo assillante dilemma risponde Square-Enix che ha deciso di celebrare i vent’anni di Final Fantasy con un faraonico progetto dedicato all’universo della popolare saga di rpg che nel 1987 salvò la softco dall’orlo della bancarotta. A dire il vero la cosa non stupisce affatto poiché si tratta di una politica che Square-Enix ha intrapreso più volte nel corso della sua lunga carriera e che ha visto proliferare remake e spin-off su tutte le piattaforme conosciute, telefoni cellulari compresi.

    Dopo Final Fantasy Origins (PSX) e Final Fantasy I&II: Dawn of Souls (GBA) tocca all’ultima arrivata, Playstation Portable, farsi carico della terza -considerando l’episodio mobile- versione di Final Fantasy I, il titolo che sta alla base di una immensa fortuna. Ma sarà davvero necessaria un’altra rivisitazione?

    Il passato in 16:9

    Malgrado il titolo sia stato rilasciato il 19 Aprile scorso in terra nipponica, sono pochi i dettagli emersi sino ad oggi soprattutto per quanto riguarda le novità introdotte rispetto alle altre versioni. Final Fantasy narra la storia di quattro giovani guerrieri, custodi di altrettanti cristalli magici, chiamati a ripristinare il delicato equilibrio del pianeta minacciato da una nefasta entità che vuole impadronirsene.

    Garland, questo il nome del primissimo cattivo della serie, ha manipolato il tempo e gli eroi dovranno viaggiare ai limiti dell’impossibile per salvare il mondo dalla catastrofe e riportare la principessa sana e salva dal loro re. Nel 1987 ci saremmo commossi di fronte ad una trama del genere ma dopo tutti questi anni è naturale rimanere indifferenti di fronte ad una storia che si è prestata, e si presta tutt’ora, a qualsiasi genere mediatico; ad ogni modo, invece di perderci in sterili considerazioni sulla profondità dell’intreccio narrativo o di come avrebbe potuto essere più attuale, andiamo ad approfondire la parte relativa al gameplay.

    Analogamente alla vecchia produzione, si inizierà il gioco scegliendo quattro combattenti ai quali assegnare una delle sei classi disponibili tra guerriero, monaco, ladro, mago nero, mago bianco e mago rosso. La differenza tra queste categorie risiederà, come tutti gli appassionati sanno bene, nei parametri e nelle abilità di ciascuno: il guerriero sarà fortissimo in attacco ma non potrà servirsi degli incantesimi, il mago nero avrà dalla sua parte la magia nera ma non quella bianca (e viceversa per il mago bianco), il mago rosso sarà più bilanciato e potrà utilizzarle entrambe e così via. Anche se questa opzione lascia un notevole margine di discrezionalità riguardo alla composizione del proprio team, chiunque abbia un briciolo di buonsenso cercherà di rendere il proprio organico il più vario possibile, in modo da poter fronteggiare qualsiasi combattimento con una certa tranquillità.


    Da questo punto di vista le cose rimarranno tali e quali allo storico precursore che metteva al centro di tutto i tradizionali scontri casuali gestiti da un sistema di battaglia a turni in cui personaggi ed avversari si schierano gli uni di fronte agli altri e selezionano un’azione nel classico menu a tendina indicante le opzioni disponibili per quel duello. Una volta terminata la lotta, a meno che non perdiate, ogni character acquisirà punti esperienza e soldi da spendere poi come riterrà più opportuno (equipaggiamenti, oggetti, magie, soste all’albergo locale ecc.) per poi riprendere il suo cammino verso il compimento della storia. La concezione di world map come luogo di scontro e unico mezzo per raggiungere le località previste da trama e subquest, si dimostra quindi una caratteristica dominante sin dai primi passi della serie sebbene, con l’andar degli anni, questo concetto si sia evoluto e trasformato in modo da rendere le funzioni della mappa sempre più complesse ed interattive.

    A parte l’inclusione dei filmati in CG realizzati per la versione PsOne e la presenza del dungeon “Soul of Chaos” preso in prestito dalla rivisitazione per GBA, non ci saranno novità sconvolgenti in quest’ultimo prodotto ad eccezione, forse, di quelle tecniche: questo titolo, difatti, può solamente vantare una serie di dungeon inediti tra cui il cosiddetto “Time Labyrinth” all’interno del quale tutto il team perderà gradualmente energia man mano che avanzerà nei suoi meandri. Final Fantasy: Anniversari Edition nasce dalla completa rimasterizzazione del vecchio titolo, un’operazione particolarmente ben riuscita grazie al rifacimento di tutti gli sprite bidimensionali (ora molto più brillanti e definiti) e alla perfetta aderenza degli screens alle dimensioni dello schermo di PlayStationPortable. Stando ai filmati che mostrano scene di in-game, in cui l’azione scorre fluida e senza intoppi, pare infine che Square-Enix sia riuscita ad ovviare ai pesanti rallentamenti e blocchi che affliggevano i precedenti remake.

    Final Fantasy: Anniversary Edition Forse ciò che state per leggere vi sembrerà blasfemo ma quello che ci viene in mente riflettendo con cura sulla potenzialità di questo titolo (peraltro già in commercio nei negozi d’oltremare) è: che bisogno c’era di un altro remake? Cosa ha da dire questa versione che non abbiano già detto le altre? Ebbene dopo questa breve occhiata al regalo di anniversario che Square-Enix ha voluto fare agli appassionati di tutto il globo, abbiamo potuto constatare la mancanza di novità veramente appetibili o perlomeno interessanti. Non aspettatevi dunque di trovare chissà quale innovazione o extra in quest’ultima rivisitazione di Final Fantasy perché, salvo qualche cambiamento in vista della release americana, rimarrete delusi. Certo, la grafica è stata migliorata, la visuale adattata al formato 16:9 di PsP talmente bene da farlo sembrare un prodotto studiato appositamente per la baby-console Sony ma tutto questo ci sembra comunque troppo poco per giustificare l’acquisto di un titolo al quale abbiamo già giocato in tutte le salse. Staremo a vedere.

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