Anteprima Final Fantasy Tactics: The Lion War

"Me and you are caught up in the same flow..."

Anteprima Final Fantasy Tactics: The Lion War
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  • They've got a map of the world

    Doveva essere la risposta ad Ogre Battle, invece si trasformò nel punto di riferimento definitivo, il massimo esponente di un genere. Grazie alla bravura del team di sviluppo (non sorprendetevi nello scoprire che alcuni membri erano proprio gli stessi ad aver lavorato sul capolavoro targato Quest) che riuscì a creare una meccanica di gioco davvero ineccepibile e soprattutto per merito di una sceneggiatura oscura ed estremamente epica, Final Fantasy Tactics fu l’ennesimo successo per quella che sul calare degli anni novanta sembrava un'inarrestabile Squaresoft.
    I fan, razza notoriamente ingorda, hanno domandato seguiti per anni (ne arrivò uno per GBA che però non riuscì a bissare il successo del predecessore), e ad oggi continuano a sperare di vedere tornare sugli scaffali dei negozi uno gioco legato allo spinoff strategico della saga dei Chocobo.
    Pare che i tempi siano maturi per esaudire i sogni dei seguaci più fedeli delle avventure di Ramza, perché Square, ora fusa con Enix, si è messa al lavoro su un progetto multipiattaforma chiamato Ivalice Alliance.
    In modo simile a quanto avvenuto l’anno scorso con il World of Mana, quest’iniziativa prevede l’uscita di diversi titoli legati all’ambientazione di alcuni tra i Final Fantasy più apprezzati (Tactics, Tactics Advance, XII, senza contare i vari riferimenti presenti in Vagrant Story).
    Fino ad ora sono stati rivelati “soltanto” i nomi di tre giochi che porteranno questo brand, ovvero Revenant Wings e Final Fantasy TA 2: Fuuketsu no Grimoire per Nintendo DS e niente poco di meno che un remake del Final Fantasy Tactics originale per PSP...

    It's pinned up on the wall

    Sono passati dieci anni dall’uscita di Final Fantasy Tactics su PSX. Certo la notizia di un suo ritorno non può che destare l’interesse del mondo videludico intero, ma un remake per Play Station Portable è davvero il massimo a cui si può aspirare?
    Certo, se si tratta di un porting bello e buono non ne vale la pena, ma fortunatamente i programmatori Square-Enix hanno già rilasciato alcune affermazioni che possono farci tirare un sospiro di sollievo, senza contare che sono ancora molti i segreti da svelare sulla rinascita di questo mitico gioco.
    Ma prima di procedere con le aggiunte di questo remake è forse il caso di chiedersi: cos’è Final Fantasy Tactics?
    Per i più distratti ed i pochi che ancora non lo conoscono, si tratta di uno strategico a turni basato sull’omonima serie di RPG. Come in altri titoli dello stesso genere, ci occuperemo di gestire un party di personaggi lungo una serie di missioni in cui muoveremo ogni membro della nostra squadra lungo delle ambientazioni strutturate a scacchiera. Potremo utilizzare varie abilità ed oggetti in base al job di appartenenza dei nostri alter ego. Proprio l’adattamento del celebre sistema di job che già furoreggiava nei Final Fantasy dell’era a sedici bit fu il punto di forza del Tactics, che lo trasformò nell’ossatura di un titolo corposo e versatile.

    Handle with kid gloves

    Presentato con il sottotitolo Shishi Senso (ovvero The Lion War) Final Fantasy Tactics cita direttamente l’evento scatenante della sua sceneggiatura, mettendo da parte quello Zodiac Brave Story a cui i vecchi giocatori saranno certamente più abituati.
    Già da quanto visto nel trailer mostrato alla Jump Festa del 2006, è stato subito chiaro che il titolo sarà adattato allo schermo 16:9 della PSP, e presenterà filmati realizzati in cell shading che prenderanno il posto di quelle che nella versione originale utilizzavano il motore grafico del gioco.
    La cosa sbalorditiva di queste scene in CG è che restano già evidentemente fedelissime all’atmosfera della trama, e, ancor più incredibile, riproducono alla perfezione il character design di Akihiko Yoshida.
    Fortunatamente non è limitato al piano estetico l’arricchimento di questo capolavoro: prevedibilmente è stata annunciata l’aggiunta di almeno due nuove classi che andranno a nutrire ulteriormente il già ricco numero di scelte possibile per i vostri soldati. Di entrambi i job al momento si conosce solo il nome. Sono l’Onion Knight, professione leggendaria presente in diversi Final Fantasy, ed il Dark Knight, anch’esso già incontrato nei titoli precedenti. Purtroppo però resta oscuro quale set di abilità sarà a disposizione dei cavalieri oscuro e cipolla.
    Dunque una buona prospettiva sotto l’aspetto del gameplay, che non può che essere accolta a braccia aperte, specie considerando che si vocifera una possibile opzione multiplayer. Questa notizia ancora non confermata resta una delle novità più plausibili che potrebbe rivelarsi la chiave di volta per la conquista di quella fetta di utenti che già possiede una copia del gioco in versione Play Station.

    The Reed Flute

    Altra gradita conferma, la colonna sonora del gioco (una delle più grandi prove d’autore di Hitoshi Sakimoto, spalleggiato dall’altrettanto eccellente Masaharu Iwata) resterà invariata. Potrebbe sembrare una scelta ovvia, ma la conferma che l’unica manipolazione che la traccia sonora subirà sarà la rimasterizzazione lascia tirare un sospiro di sollievo a chi temeva in arrangiamenti eccessivi e remix che, in buona percentuale, avrebbero compromesso l’incredibile equilibrio sinestetico raggiunto nel 1997.
    All’apparenza una notizia positiva, la conferma di nuovi personaggi all’interno del gioco (il primo ad essere ufficializzato è proprio Balthier di FF XII) potrebbe da un lato portare una ventata di novità sul versante della storia, ma dall’altro rischia di rovinare la già perfetta sceneggiatura. Non possiamo che incrociare le dita, sperando che questa “manomissione” riesca ad integrarsi in modo plausibile nel grande ingranaggio della storia che Square ha lubrificato due lustri fa.

    Final Fantasy Tactics: The War of the Lions Final Fantasy Tactics: The Lion War è al momento soltanto il nome provvisorio di un titolo che è schizzato in cima alle wishlist di molti videogiocatori. Rappresenta la possibilità di mettere le mani, nel caso in cui la qualità ne resti inalterata, su uno dei giochi più gloriosi dell’era a 32 bit, ma anche la preziosa e concreta realizzazione del desiderio di chi ha amato l’originale di poterlo riassaporare per l’ennesima volta ma in una veste inedita. La speranza è che almeno sotto forma di UMD questo capolavoro giunga nel vecchio continente, magari adattato in maniera migliore di quanto accaduto con l’originale (tra le più illustri vittime dell’“ingrish”, ovvero mislocalizzato a causa di una traslitterazione errata dei kanji).

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