Killzone Liberation Anteprima: dalla prima alla terza persona, su PSP

Dalla prima alla terza (persona), ma su PSP

Killzone Liberation Anteprima: dalla prima alla terza persona, su PSP
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  • Killzone, prescindendo in questa sede sull’effettiva validità delle sue meccaniche, è un titolo che, per gli addetti al settore e i videogiocatori più incalliti, ha significato molto. E’ stata, se vogliamo, la rinascita di un genere, quello dei First Person Shooter, che da tempo non si vedeva sulla console di casa Sony. Dopo Killzone il parco ludico di Ps2 si è costellato di produzioni più o meno valide: Project Snowblind, Darkwatch, Area 51. Un Humus di sparatutto che ha portato poi all’arrivo di Black, titolo che ampiamente surclassa la produzione dei Gerrilla Software e tutta la schiera di quelli appena elencati. Killone è stato, tuttavia, ancora più significativo: è stata speranza. Quella di vedere sulla macchina da gioco più popolare un titolo in grado di competere con i concorrenti feroci e agguerritissimi, i soli in grado di sopravvivere agli anni. E poco sembra importare, all’utenza fidelizzata, se Killzone neppure lontanamente ha capeggiato una presunta rivoluzione bellica: per molti è bastato crederci. O continuare a crederci, viste le discussioni sulla validità di un Killzone 2 ancora molto fumoso.


    Comunque sia, fra i tanti difetti imputabili al titolo, risplende ancora nelle menti degli incalliti giocatori Online, così come di quegli instancabili utenti che hanno affrontato più volte la campagna principale, il punto di forza del gioco Guerrilla. Stiamo parlando del design generale delle ambientazioni e del feeling che l’impatto visivo è in grado di trasmettere. Non certo contano i meri dettagli tecnici, in questo caso: si parla di una cura attenta ed esperta nella selezione dei colori, nella regia delle fonti luminose, nella disposizione dei dettagli. Una sapienza architettonica e strutturale che ha permesso di creare un mondo affascinante, vario, ben caratterizzato. Un’ambientazione spaziale, insomma, che (così devono ave pensato gli sviluppatori) ben si adatta a sostenere non un solo titolo o un solo genere, ma che a buon diritto potrebbe esser piacevole esplorare da più punti di vista.

    Probabilmente da questa convinzione nasce Killzone Liberation, titolo in sviluppo per il portatile Sony, e che, pur mantenendo personaggi, temi e ambienti del suo titolo di derivazione, ne trascina le meccaniche verso quelle dell’action game in terza persona (Del resto Psp sembra non andar molto d’accordo con il FPS).
    Liberation metterà nuovamente il giocatore nei panni di Templar, protagonista del titolo originale ancora impegnato in una guerra che, nonostante l’impegno di milioni di utenti, è ben lungi dall’essere terminata. Il Killzone portatile si ambienta due mesi dopo gli eventi già narrati nella versione casalinga, e l’eroe principale avrà il compito di liberare una serie di ostaggi umani, catturati da un misconosciuto generale Helgast: Metrac.
    Per adoperarsi in tale faccenda, l’utente dovrà imparare a padroneggiare un sistema di controllo molto atipico, del tutto nuovo rispetto alle altre produzioni del parco giochi Psp. In effetti Killzone Liberation fonde magistralmente gli elementi di un action game ad una tattica nell’utilizzo delle risorse umane ed ambientali. Il sistema di controllo principale permette di muovere il personaggio in totale libertà: Templar sembra molto più sciolto rispetto alla sua versione precedente, ed è in grado di rotolare, accucciarsi e cercare riparo. L’utente potrà alternare le varie armi da fuoco che il protagonista riuscirà a trasportare, agganciare bergli mobili o utilizzare granate per aprirsi la strada. La presenza di una mappa che mostri con dovizia di particolari la conformazione ambientale lascia però intuire la necessità di una pianificazione strategica dell’azione. Sebbene la prontezza di riflessi e la velocità di fuoco siano ancora elementi fondamentali per la buona riuscita, in Liberation l’utente dovrà sfruttare pesantemente la copertura che gli elementi ambientali gli offriranno, pena una prematura dipartita dell’eroe. Di più: senza una precisa coscienza delle varie funzionalità dell’armamentario, poco sembra contare l’esperienza fatta su Action Game poco più canonici: ogni arma dovrà essere utilizzata nei momenti più opportuni, per sfruttarne al meglio le caratteristiche.

    Il che, dato il numero di strumenti d’offesa che Liberation mette a disposizione, impone un approccio strategico e ragionato. Le armi sembrano infatti suddividersi in categorie ben definite: quelle veloci ma precise (pistole e mitragliatrici), e quelle più lente ma dall’ampio raggio d’azione, in grado di generare esplosioni devastanti. All’utente non solo il compito di selezionare bene l’armamentario da tenere a portata di mano (come nel precedente Killzone, avremo a disposizione pochi slot per le armi da fuoco), ma anche quello di interpretare ogni situazione e saper utilizzare il mezzo più consono.
    Non mancherà ovviamente la possibilità di variare approccio di partita in partita, sopratutto per il grande numero di strumenti inseriti (Fanno la loro comparsa lanciafiamme, balestre con dardi esplosivi).

    Ma l’aspetto tattico non si esaurisce: molte volte il giocatore dovrà gestire non un solo uomo, ma un’intera squadriglia. In quei casi si potrà accedere ad una schermata tattica, dalla quale analizzare, gestire e modificare le routine comportamentali dei compagni. Così, tenendo sott’occhio persino la dettagliata mappa, contenente tutte le informazioni reperite sulla conformazione del luogo (posizione dei nemici compresa, nel caso si conoscano le ubicazioni delle pattuglie di guardia), si potranno assegnare ordini ai propri compagni: spostarli nei vari Hot Spot, aprire il fuoco contro gli avversari, oppure piazzare trappole ed esplosivi lungo i percorsi delle squadre di controllo.
    Insomma, un sistema che, senza volontà di avvicinare l’ampia offerta di titoli fortemente votati alla strategia, arricchisce un gameplay già molto interessante.

    Killzone: Liberation Killzone Liberation è un titolo molto attraente: la sua classificazione resta sospesa fra il gioco d’azione e quello di strategia, e non certo per la necessità di controllare qualche soldato oltre al protagonista, quanto per la perfetta fusione che dei due elementi è stata fatta nel sistema principale. Tale fusione risulta in un gameplay interessante, in grado di divertire per lungo tempo, perfettamente adatto anche al multiplayer. Anche da questo punto di vista Liberation promette grandi cose: in modalità Wirelss si potranno giocare classiche opzioni Deatmatch, Deatmatch a squadre e Last Man Standing (ovviamente un tutti contro tutti in cui l’ultimo a rimanere in piedi sarà decretato vincitore), oltre all'inedita modalità "ad obbiettivi", una sorta di Co-Op mode in cui, in ambientazioni prefissate, la squadra degli utenti dovrà adempiere ad una serie di compiti stabiliti volta per volta (stessa tipologia di gioco online offerta da Ace Combat X). Durante l'ormai imminente E3 avremo modo di saggiare l'effettiva validità del titolo Guerrilla, non solo valutando attentamente il comparto grafico della produzione, ma anche analizzando la qualità dell'Intelligenza Artificiale (di avversari e compagni), che in un gioco di questo genere appare elemento fondamentale per la buona riuscita. Forniremo presto, dunque, ulteriori notizie.

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