Killzone Liberation: abbiamo provato il single player

Speciale prova della modalità Single Player

Killzone Liberation: abbiamo provato il single player
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  • Da soli o in compagnia

    Il precedente speciale si è concentrato sull'analisi della modalità multiplayer di questo promettente action game programmato da Guerrilla; qui a seguito tenteremo di dare maggiori informazioni e impressioni più dettagliate sulla modalità per un solo giocatore.

    La modalità single player di Killzone Liberation si apre con uno splendido filmato in CG degno dell'introduzione dell'episodio per Playstation 2. La sequenza mostra i momenti salienti di un attacco Helghast a Rayhoven, una delle metropoli di Vekta, con tanto di spiegamento di trasporti aerei e carri da combattimento; il rovinoso crollo dei due grattacieli che dominano sulla città, ormai oscurata da una coltre di cenere e detriti, sancisce la vittoria dell'invasore e la resa delle forze ISA. L'eroe di questa conquista è il generale Harmin Metrac, che dalla postazione di comando del suo Tank osserva l'avanzata delle sue truppe con uno sguardo gelido e soddisfatto...
    Durante lo story mode assumerete il controllo di Jan Templar, l'eroe di Vekta protagonista del celebre first person shooter per Playstation 2; ancora una volta in prima linea Templar dovrà affrontare una serie di campagne suddivise in quattro missioni. Nelle prime due per esempio, ambientate nelle ormai note trincee di Vekta, dovremo raggiungere Rico per dargli supporto (in realtà il corpulento soldato ISA sembra non averne proprio bisogno..) e successivamente dedicarsi alla ritirata.

    Nella trincea un Helghast attende...

    Ciò che colpisce subito di questo gioco è la profondità dell'azione, tutt'altro che da arcade game. Le locazioni si prestano a molteplici approcci al nemico che a sua volta fa abbondante uso di trincee, barricate, ripari d'emergenza e “dissuasori mobili”(che impediscono l'avanzata dei veicoli).
    Il ritmo di gioco non si può definire propriamente frenetico, piuttosto martellante: non ci si trova a combattere contro decine di Helghast, ma quei due o tre che si presentano contemporaneamente sullo schermo si coprono a vicenda, alternando fuoco e ricarica in modo da rendere costante l'attacco nei nostri confronti.
    Ad enfatizzare questa volontà di rendere l'azione “ininterrotta” contribuisce anche la particolarità dei menù dedicati agli oggetti ed ai comandi da impartire agli alleati: durante il gioco dovremo fare frequente uso delle casse contenenti medicine, munizioni ed armi disseminate sul campo di battaglia. La comparsa degli elementi del menu non sta a significare che il gioco sia in pausa: osservando dietro le icone si può notare che l'azione sta proseguendo, a velocità ridotta, ma imperterrita! Lo stesso accade durante la gestione del compagno di battaglia, che può seguirci automaticamente premendo un tasto di Playstation Portable oppure può essere diretto verso uno dei punti “sensibili” presenti sullo schermo (previo accesso al menu dedicato..)
    Killzone Liberation è ricco di elementi che denotano la cura maniacale di Guerrilla verso i propri giochi: le collisioni tra i personaggi sono ottime così come quelle tra soldati e ambientazione. Un esempio su tutti è quello del contatto con il filo spinato, che provoca seri danni al distratto guerriero che vi si avvicini (sia Helghast o ISA).
    Altrettanta cura è posta nel comportamento dei nostri avversari, degli ossi davvero duri! Già dalla seconda/terza missione si inizia a notare un comportamento “furbo” negli invasori, che si riparano spesso dietro le trincee, alandosi giusto il tempo di sparare una raffica e accucciandosi nuovamente a ricaricare. Capita addirittura che un nemico intento ad un infruttuoso assalto frontale cambi idea e inizi una manovra di attacco alle spalle
    Alle prime sortite, più orientate all'azione, si alternano degli stage più tecnici, con passaggi in campi minati, fasi di infiltrazione silenziosa e frequenti sabotaggi alle strutture Helghast; non mancheranno infine le missioni di scorta, in cui condurre dei civili in salvo dall'assalto delle truppe del generale Metrac.
    La varietà sembra non mancare assolutamente, almeno nei livelli di cui è composta la preview, che conteneva esclusivamente i primi otto stages ed in cui il sistema di potenziamento del nostro personaggio non era implementato. Nella versione finale l'arsenale e le abilità del personaggio potranno essere potenziate: tramite i punti esperienza potremo acquisire nuove armi (sia ISA che Helghast) e potenziare quelle di cui siamo già in possesso; inoltre ci sarà data la possiblità di migliorare alcune abilità del nostro alter ego digiltale, come quella che definisce la sua destrezza nel lancio delle granate, nello sminamento o nello smantellamento di trappole esplosive.
    Tecnicamente non si può che confermare il giudizio positivo espresso in precedenza: questo gioco contiene sia il dettaglio che la varietà necessari a renderlo un punto di riferimento per il parco giochi di Playstation Portable.
    Il comparto audio è per ora composto dalle sole voci dei protagonisti alternate ad i “suoni” della guerra: tra le molte esplosioni, i colpi di arma da fuoco e il cigolio dei carri armati che avanzano attualmente non c'è traccia di una colonna sonora (che probabilmente sarà presente nel gioco finale, vista la presenza di un ottimo accompagnamento musicale durante l'introduzione).

    Killzone: Liberation Adesso manca solo la prova finale, ma per quel che abbiamo potuto vedere sia nel single che nel multiplayer Killzone Liberation si può considerare un ottimo candidato per le strenne natalizie dei possessori di Playstation Portable. Gli unici dubbi che rimangono riguardno la lunghezza dello story mode (che potrebbe essere non eccessiva a meno che le missioni avanzate non siano più estese) e la gestione di alcune azioni che allo stato attuale non sono propriamente comode (una modifica alla mappatura dei tasti del pad risolverebbe tutto ampiamente)

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