Anteprima Lifeless Planet

Soli in un pianeta sperduto, inseguendo le flebili tracce di una presenza forse umana.

Anteprima Lifeless Planet
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  • Pc
  • Con la mente annebbiata, il suono vuoto e distante del respiro dentro il casco da astronauta, e la vaga consapevolezza di essersi risvegliato dopo che tutto è disastrosamente andato in malora, il panico cresce fino farsi pressante e insopportabile. Non è stato solo un atterraggio violento, si è trattato di un terribile schianto su un suolo alieno, lontano dal mondo e dall’umanità. L’equipaggio non c’è più, e non c’è nemmeno alcun segno di vita.
    Basta qualche istante a capire la gravità della situazione in cui si trova l’astronauta senza nome che andremo a controllare in Lifeless Planet, alla disperata ricerca di una soluzione per sopravvivere. Qualche errore nel calcolo della traiettoria è l’ipotesi più plausibile, ma andando avanti si scopriranno dei dettagli capaci di lasciar intendere che forse, quell’incidente, non è stato del tutto casuale. Accolti da un manto planetario terribilmente simile a un deserto dove nulla si scorge a distanza di chilometri, lo scopo è quello di esplorare la zona il più possibile, facendo attenzione a non restare senza ossigeno e stramazzare al suolo.

    Non sono su Marte

    Lifeless Planet, nella prima parte della demo provata tramite l’accesso anticipato di Steam, mostra una progressione pacata e non nasconde i sui ritmi particolari. Nell'action adventure sviluppato da Stage 2 Studios, esplorazione e narrazione danzano a braccetto senza staccarsi l’una dall’altra nemmeno per un attimo. L'utente si trova catapultato in un ambiente ostile, incredibilmente spoglio e privi di elementi con cui interagire, e la conduzione di gioco potrebbe francamente annoiare i meno pazienti. Eppure la formula funziona piuttosto bene, e rimane sempre vivida quella voglia di scoperta che sa come stuzzicare la fantasia e la curiosità dell’utente.

    Allontanandosi dalla zona di sicurezza nei pressi del punto di impatto, infatti, il nostro astronauta scopre le stranezze di un pianeta in cui si leggono le tracce del passaggio umano. Si scoprono prima delle pozze d’acqua, dei minerali che a un’attenta analisi presentano similitudini con quelli presenti sulla Terra, e delle zone poco lontane dal deserto geologicamente meno aspre del solito.
    E poi, d'improvviso, enormi torri elettriche così imponenti, che sembrano partire dal centro del pianeta fino a scomparire tra le montagne. Superato lo straniamento per una scoperta tanto inattesa, cominciano ad affollarsi le domande, nella testa del giocatore. Cosa sono quei tralicci e perché ci sono dei segni così chiari a testimoniare la presenza di forme di vita intelligenti o addirittura umane?
    Che qualcosa di inaspettato e terribile sia accaduto in quel pianeta apparentemente senza vita, diventa ben presto una certezza; il problema principale, però, è arrivare a capirne realmente la portata. Alla sensazione di mistero che permea i primi momenti di gioco, poco a poco, si sostituisce un po' di rammarico per una trama che purtroppo ricicla tematiche e spunti dalle solite storie fantascientifiche, con un’impronta narrativa che deve tutto all’ucronia basata sulle conquiste spaziali dell’ex Unione Sovietica.

    In avanscoperta

    Lifeless Planet, oltre a presentare un forte connubio tra esplorazione e narrazione, si configura in gran parte come un’avventura con fasi platform piuttosto atipiche. Muoversi tra le lande desolate del pianeta significa soprattutto riuscire a scalare delle piccole vette balzando tra una formazione rocciosa e l’altra, e considerata la loro morfologia, non è esattamente la più semplice delle azioni. Il posizionamento delle piattaforme e le distanze sono ben calcolate, ma vanno corrette le traiettorie dei salti, che risultano ancora un po’ imprecise e sommarie. C’è la possibilità di eseguire un doppio salto tramite l’ausilio del jetpack di ordinanza, al fine di raggiungere le zone più impervie, e nella parte finale della demo è anche possibile esibirsi in planate controllate grazie a un prolungato utilizzo delle funzionalità dello “zaino” multiuso del protagonista.

    Nonostante ciò, c’è chiaramente bisogno di un buon lavoro di limatura che possa consentire un approccio più delicato e meno grezzo a queste fasi. Ad oggi, infatti, capita di essere costretti a ritentare dei movimenti elementari, in parti dello scenario che hanno bisogno di essere rimodellate, affinché l’impatto generale risulti meno spartano di quanto lo sia attualmente. La scusa del pianeta abbandonato e spoglio poiché “privo di vita” non potrà funzionare come giustificazione per la mancanza di scenari un po' più interattivi, soprattutto perché le zone al chiuso ci sono e hanno con ogni probabilità una buona importanza nell'economia di gioco. Allo stato attuale, l’esplorazione è fiacca e poco elaborata: le strade sono obbligate, le soluzioni sono troppo semplici e la spinta per andare avanti proviene unicamente dalla trama che sa bene come stimolare l’attenzione. Tuttavia, va ammesso che la storia presenta dei momenti di smarrimento, con una serie di luoghi comuni che spengono un po’ la scintilla altrimenti brillante dell’ottimo incipit. Troppo presto per affermare o quantomeno azzardare dove gli autori andranno a parare, ma è inevitabile che una spia d’allarme si sia accesa, soprattutto quando tutto il fascino dell’ambientazione e la presenza di inequivocabili tracce di vita vengono svilite da un paio di linee di testo sin troppo esplicite, che tendono ad ammazzare la sensazione di mistero. Lifeless Planet, insomma, ha ancor bisogno di molto lavoro e di un attento studio sull’equilibrio tra narrativa e sezioni esplorative; senza di questo, l’intero gioco rischia di sfaldarsi in pochi attimi.

    Lifeless Planet Suggestivo e particolare nel suo modo di proporsi, Lifeless Planet ha indubbiamente un gran bel potenziale. Saranno davvero tante le domande che vi frulleranno per la testa mentre andrete a zonzo per il pianeta immersi nella vostra tuta da astronauta; peccato solo che, molto spesso, le parti noiose prendano il sopravvento sulla sete di scoperta. Il gioco ha bisogno di bilanciamento e di qualche buona idea in più, altrimenti potrebbe essere la classica occasione sprecata, appiattita dal peso della mancanza di coraggio.

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