Anteprima Little Big Planet

La prima Killer Application su Ps3?

Anteprima Little Big Planet
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  • PS3
  • Durante l'edizione 2006 della GDC, in occasione dell'independent game festival, un promettente gruppo di programmatori presentò un'applicazione semplice ma molto divertente: Kungfu Ragdoll. Dimostrazione lampante che l'evento di San Francisco non è fine a se stesso, ma funge da trampolino di lancio per i nuovi talenti del game development è il fatto che oggi il gruppo di programmatori appena menzionato abbia presentato, sotto il patrocinio di Sony Computer Entertainment, uno dei videogiochi più interessanti ed innovativi degli ultimi anni. Assunto il nome di “Media Molecule”, il team ha potuto mostrare al pubblico il proprio progetto nientemeno che durante il Keynote di Phil Harris. In effetti Little Big Planet (questa il titolo del gioco), ha una forza espressiva così devastante da meritare il rilievo che il presidente di Sony Computer Entertainment ha deciso di tributargli.
    Little Big Planet è uno di quei giochi fatti con poco. La base ludica su cui esso poggia è molto esile, quasi banale. Impersonando un piccolo animaletto di pezza (totalmente customizzabile nell'aspetto) il giocatore avrà la possibilità di interagire con un mondo di gioco regolato da raffinatissime routine fisiche e con altri personaggi, ora inserendo nelle locazioni una serie di oggetti e adesivi, ora aggrappandosi agli elementi dello schermo o ai compagni di gioco. Le finalità di questa interazione semplicistica sono molteplici. Durante tutta la prima parte della presentazione il game designer ha semplicemente costruito, in una piccolissima stanza, il suo personalissimo set. Con semplicità disarmante sono spuntati sulla scena alberi e fiori, ed elementi dinamici quali un ingranaggio rotante. All'arrivo di un secondo personaggio l'interazione con l'ambiente ha cominciato a farsi massiccia: i due hanno colorato l'ambientazione con appositi adesivi, sovrapponendoli uno all'altro, e persino modificando l'aspetto di elementi creati in precedenza (applicando occhi e bocca sul modello di un'arancia, ad esempio). Solo questa fase creativa sarebbe bastata a far apprezzare Little Big Planet: l'originalità del design, il colpo d'occhio, la cura per le animazioni dei pupazzi già sarebbe bastata per far pensare ad un'applicazione fra le più originali e attraenti.
    Eppure, a sorpresa, Little Big Planet si è dimostrato molto di più: un geniale platform game di stampo classico, innestato su una struttura tecnica e grafica di prim'ordine. Al duo di personaggi si è aggiunto un altro paio di pupazzi (tutti molto differenti e ben caratterizzati), ed il quartetto ha cominciato l'esplorazione del lungo livello di gioco. Il concept alla base di Little Big Planet è molto semplice: saltando o interagendo con elementi del livello, superando insidie tutte architettoniche, si deve giungere alla fine dello schema cercando nel contempo di raccogliere alcuni frutti gialli. Il fulcro del gioco è basato sulle reazioni fisiche assolutamente realistiche degli oggetti con cui i personaggi collidono, o che essi trascinano. Piattaforme basculanti, altalene e bilancieri, liane e pile di mattoni sono gli elementi principali che caratterizzano il level design. I giocatori dovranno cooperare per riuscire a superare tutti gli ostacoli, ma sopratutto dovranno agire in maniera originale e creativa. Basti qualche esempio per intendere la grande adattabilità di un sistema di gioco davvero “aperto”. Sulla strada per la vittoria i quattro hanno trovato un grosso pallone da calcio. Per superarlo alcuni sono saliti sulle spalle dei compagni, altri hanno trascinato un mattone nei pressi del pallone, in modo da poter raggiungere la sommità della sfera con un salto preciso. L'ultimo personaggio ha invece dato una spinta alla sfera, e poi si è aggrappato alla sua superficie sfruttando la conservazione del momento angolare affinchè la rotazione lo trascinasse in vetta. Stupefacente. A tutti gli effetti quello di Little Big Planet è un gameplay potenzialmente profondissimo, una delle poche occasioni in cui al giocatore non è data una struttura fissa, ma un insieme di leggi fisiche da utilizzare come meglio crede: l'approccio ad ogni schema dipende solo dalla fantasia.
    L'interazione con l'ambiente non è solo ludica, ma anche visiva. Accedendo in ogni momento all'editor di oggetti si potrà “colorare” il mondo di gioco con ogni adesivo (esiste anche la possibilità di elaborarne alcuni a partire dalle proprie fotografie personali).
    Lo schema presentato al Keynote era piuttosto lungo. Ad una prima parte ambientata in un piccolo giardino seguiva l'esplorazione di un castello. Il livello terminava con una corsa in Skate su un lungo trampolino: durante il salto il gioco scattava una foto del gruppo di giocatori, da utilizzare come ricordo o materiale da condividere.
    Proprio la condivisione di contenuti sembra essere un altro aspetto fondamentale di Little Big Planet: nei server dedicati i giocatori potranno pubblicare i loro livelli (costruiti grazie ad un editor che sembra precisissimo). Attraverso un sistema di Game Sharing molto simile a quello utilizzato da Youtube tutti gli utenti collegati potranno testare i livelli direttamente in rete, lasciando commenti sulla qualità dello schema. Sarà possibile gestire una lista amici, mentre una classifica aggiornata quotidianamente metterà in rilievo le creazioni più promettenti. Non mancheranno ovviamente release ufficiali da parte degli sviluppatori, anche se l'apporto della folta community che sicuramente si creerà nei mesi successivi alla release sembra essere sufficiente per assicurare fortuna e gloria al prodotto.
    Little Big Planet è anche un gioiello tecnico-grafico, arricchito com'è da una fisica strabiliante, ma anche da modelli 3D ottimamente definiti, texture eccellenti ed effetti grafici degni della next generation: un sistema di illuminazione dinamica strepitoso(!), bellissimi effetti particellari, un'ottima sfocatura di campo ed uno spettacolare e finissimo motion blur! Il tutto condito da una ricerca artistica originale ed accattivante. Il risultato finale è semplicemente delizioso, a tratti spettacolare ed irresistibile.

    Little Big Planet Little Big Planet è, potenzialmente, una Killer Application. Un titolo curato ai massimi livelli, in tutti i suoi aspetti. Una direzione artistica straordinaria, un concetto di gioco davvero creativo, innovativo, particolare e dinamico. Una di quelle sorprese in grado di cambiare l'opinione su una macchina da gioco in un lampo. Si conti poi che la produzione Media Molecule incarna perfettamente quella concezione di Game 3.0 che Phil Harris ha discusso durante il Keynote: una massiccia attenzione per l'apporto delle community e una stretta correlazione con i servizi online aprono nuove frontiere ludiche. Dopo Loco Roco, questo titolo è la prova lampante che Sony sta investendo molto nelle nuove generazioni di Game Designer: team non più fossilizzati su canoni ludici fissi, ma in grado si sfruttare al meglio non solo le tecnologie con cui sono cresciuti (professionalmente), ma anche di astrarre e proporre una visione artistica e creativa del tutto sopra le righe. Una prima test demo è prevista per questo autunno mentre la release finale avverrà nel 2008. Prima di allora, speriamo che Little Big Planet possa mostrarsi in qualche altra occasione (il prossimo E3): cercheremo così di capire se davvero il titolo è così come sembra: praticamente perfetto.

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