Un titolo prosastico per un gioco che non cambia
Lo anticipiamo subito: Lost Planet: Extreme Condition Colonies (ora potete riprendere fiato), non è il sequel del primo Lost planet e, tantomeno, è un'espansione. Questo gioco, con il suo prezzo di soli 29,99 dollari, va a posizionarsi nel lucrativo segmento di mercato delle edizioni budget, che ripropongo i top sellers delle stagioni passate con pochi extra, sia ludici che sottoforma di materiali bonus.
Solo una mossa di marketing?
In Colonies, dunque, non affronteremo nuove avventure sul gelido E.D.N III, ma ci limiteremo a rivivere, senza modificazioni di sorta, la campagna originale; seguiremo dunque le avventure dello smemorato Wayne Holden nella sua battaglia contro gli Akrid così come l'avevamo fatto nel gioco originale. L'unica vera innovazione, se così vogliamo chiamarla, è la possibilità di passare dalla classica visuale in terza persona ad un'inedita modalità da FPS. Peccato che questo nuovo punto di vista pare essere stato implementato in maniera veramente dozzinale: stando alle demo che girano negli ambienti giornalistici per fare lo switch fra terza e prima persona è necessario entrare nel menù di gioco e, una volta attivato il "FPS mode", restano comunque alcuni problemi: gli arti e l'arma del giocatore non sono visibili, e sullo schermo non è presente alcun mirino. Questo lascia ovviamente l'utente con pochissimi punti di riferimento. Senza poi contare che l'orizzonte visivo (soprattutto il fondamentale orizzonte laterale) risulta di fatto dimezzato, nascondendoci alla vista la gran parte dei nemici e rendendo assai difficile l'orientamento sul campo di gioco, per un titolo evidentemente pensato e sviluppato come un Action 3D puro. Probabilmente a qualche fan del gioco originale questa nuova modalità potrà anche piacere ma, per il momento, abbiamo fortissime perplessità sulla sua applicabilità.La maggior parte dei contenuti extra si concentra però sulle nuove modalità di gioco che, per quanto riguardano il single player, sono tre:
- Score Attack: modalità direttamente derivata alla filosofia arcade, consiste nella distruzione di alcuni particolari nemici (o strutture) che permettono di ottenere punti. In base allre modalità di distruzione di avversari ed edifici, è possibile ottenere punti extra, per cercare di migliorare il proprio Score.
- Trial Battle Mode: altra figliatura diretta dal mondo del divertimento disimpegnato, questa modalità consiste, fondalmentalmente, nella classicissima "boss fight", che ci permette di affrontare tutti i mostri di fine livello in un'unica sessione di gioco, in modo tale da sbloccare armi extra e qualche nuova skin per i personaggi
- Off Limits Mode: è l'equivalente delle missioni bonus dei vecchi Metal Slug: in queste arene saremo invincibili ed armati con le bocche da fuoco più potenti. Pootremo così seminare distruzione su E.D.N III... senza alcun limite, appunto!
Riflessioni su un mercato che cambia
In definitiva l'ennesima riproposizione di Lost Planet (già la terza, contando anche la Collector's Edition) pare un semplice tentativo di spalmare le spese per lo sviluppo di un gioco su più assets, proponendo via via una continuo riciclaggio del prodotto originale; finendo così per svilirlo e privandolo anche dei pochi pregi che gli si sarebbero potuti riconoscere. Avrebbe senso chiedersi che scopo abbiano operazioni del genere in un mercato competitivo come quello dei videogiochi, dove il valore di un titolo crolla praticamente subito dopo l'uscita nei negozi. La volontà di di proporre il gioco a prezzo budget dimostra quantomeno un'onestà intellettuale di fondo, ma speriamo veramente che questa pratica di marketing non diventi una prassi per tutti i futuri giochi made in Capcom.
Lost Planet: Colonies si presenta per quello che è: l’ennesima riedizione di un gioco che, già alla sua uscita non registrò un cospicuo successo. Le modalità aggiunte sono poca cosa rispetto ai buchi di game design che affliggono un titolo ormai già "anziano", ma, a quanto pare, Capcom non ha intenzione di porvi rimedio. Attendiamo, com’è ovvio, l’uscita ufficiale per dare dei giudizi definitivi, ma per quello che abbiamo potuto vedere finora c’è poco da stare allegri.