Metroid Dread per Nintendo Switch: dal passato con furore

Nintendo si prepara a riportare sui nostri schermi Samus Aran, con un seguito 2.5D che arriva quasi vent'anni dopo Metroid Fusion per GBA.

Metroid Dread per Nintendo Switch: dal passato con furore
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  • Per i fan di Samus più accaniti, il nome Metroid Dread è una specie di tormentone andato avanti letteralmente una quindicina di anni: una vera e propria chimera che risale addirittura ai lontani tempi del Nintendo DS, per quello che si vociferava dovesse essere il seguito diretto dell'eccellente Metroid Fusion (quarto episodio della saga pubblicato nel 2004 su Game Boy Advance). Ebbene, il fantomatico sequel è in effetti diventato da pochi giorni realtà, con l'annuncio durante il Nintendo Direct dell'E3 2021 di un capitolo destinato a concludere l'arco narrativo dei Metroid bidimensionali iniziato su NES nel 1986.

    Una minaccia che viene da lontano

    Metroid Dread è il primo nuovo gioco 2D della serie dopo addirittura diciannove anni di pausa. Un ritorno sulle scene ai limiti dell'insperato, per un progetto che, come ha confessato il producer Yoshio Sakamoto, si era cercato di proporre a più riprese dal 2005 in poi, senza tuttavia arrivare a risultati soddisfacenti a causa di limitazioni grafiche e di performance.

    È stata però l'esperienza datata 2017 con il brillante Metroid: Samus Returns a convincere la Grande N di aver trovato negli Spagnoli di MercurySteam - già autori di Castlevania: Lords of Shadow - il partner ideale per concretizzare una visione che viene da lontano (per saperne di più, eccovi la nostra recensione di Metroid: Samus Returns).

    L'idea infatti è che, per una volta, la combattiva cacciatrice di taglie Samus Aran si trasformi per contrappasso in una preda, costantemente braccata da entità misteriose e pressoché inarrestabili. Una sensazione di oppressione, di paura e di minaccia enfatizzata già a partire dal titolo, con quel Dread (letteralmente

    "terrore" in inglese) che sottolinea tutto il brivido di trovarsi alla mercé di nemici invincibili e impossibili da fermare, in grado di provocare all'istante il temuto game over anche solo afferrando la protagonista. Esseri che lasciano come unica e sostanziale opzione la fuga, o al limite la possibilità di disorientare con l'astuzia. Gran parte dell'unicità di un'avventura in arrivo il prossimo 8 ottobre in esclusiva su Nintendo Switch ruota in effetti attorno agli E.M.M.I., creature robotiche mandate dalla Federazione Galattica sul pianeta ZDR alla ricerca di quel che resta del famigerato parassita X visto in Fusion. Qualcosa però come da copione finisce per andare irrimediabilmente storto, con gli Extraplanetary Multiform Mobile Identifiers - appunto, gli E.M.M.I. - che sfuggono al controllo e iniziano per una ragione oscura a dare la caccia senza sosta a una tutt'altro che indifesa Samus.

    Tradizione e modernità

    Come mi ha spiegato durante un'intervista Sakamoto, a dispetto di questa tematica e di specifiche sezioni di interazione con gli E.M.M.I. (segnalate da particolari porte composte di cubi), Metroid Dread non intende comunque sfociare apertamente nell'horror, confermando anzi più che mai la sua natura di esperienza incentrata sull'esplorazione e sull'azione. Se sulla prima c'è al momento ancora poco da specificare, con la saga Nintendo letteralmente capace di definire il popolare genere dei Metroidvania a colpi di sviluppo non lineare, power-up e backtracking, si può invece spendere qualche parola riguardo all'inedito dinamismo di una Samus mai così fulminea e scattante.

    Sia gli spezzoni presentati durante la Nintendo Treehouse che un video di circa quindici minuti che ho avuto modo di visionare a porte chiuse hanno messo infatti in mostra l'esaltante componente action di questo nuovo episodio. Partiamo dalla mira a 360°, che viene resa più versatile grazie alla possibilità di muoversi e mirare in contemporanea: una sfumatura che migliora percettibilmente il ritmo del gioco, specie se accompagnata alla revisione apportata al contrattacco in corpo a corpo introdotto per la prima volta in Samus Returns.

    In Metroid Dread non sarà infatti più necessario aspettare gli assalti avversari per rispondere con una manovra tanto potente quanto spettacolare: il contrattacco può essere eseguito in corsa - o addirittura in aria! - senza nemmeno attendere l'input nemico. Di nuovo, si tratta di un cambiamento di grande impatto sul flusso del gameplay, che stimola ad avere un'attitudine meno passivamente difensiva e più portata all'aggressività. Considerando anche l'inedita scivolata, che permette di passare agilmente sotto ai nemici e di sgattaiolare al volo in passaggi stretti (magari per sfuggire alle mortali grinfie degli E.M.M.I.), il risultato finale è una Samus mai così battagliera e reattiva, che sembra poter dare un incedere peculiare e un'apprezzabile fluidità all'avventura.

    L'aspetto francamente meno convincente dell'insieme riguarda un po' a doppio filo sia la realizzazione tecnica che forse soprattutto la direzione artistica: nonostante le pregevoli animazioni e qualche interessante movimento guizzo registico permesso dall'impostazione 2.5D, Metroid Dread sembra purtroppo avere tutta l'aria di un titolo ben lontano dalla spettacolarità e dal clamore dei grandi capolavori Nintendo - vedasi tanto per fare un nome l'ultimo trailer di The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2.

    La palette di colori risulta spenta forse eccessivamente desaturata, e quanto mostrato non lascia evincere quella sensazione di selvaggia magnificenza aliena che è tradizionalmente propria del franchise. Dal design generico degli E.M.M.I. alla mole poligonale tutt'altro che esorbitante degli elementi a schermo, passando per un'illuminazione piatta e un'effettistica non proprio di grido, l'impressione è appunto quella di una produzione onestamente di secondo piano, non pienamente all'altezza del prestigio di un'IP che la Grande N dovrebbe annoverare tra i suoi diamanti più preziosi.

    Al di là di questi piccoli-grandi passi falsi, comunque serenamente rivedibili vista la data di lancio autunnale, resta ad ogni modo indiscussa la soddisfazione nell'assistere al ritorno gustosamente old school di un'icona troppo spesso trascurata dalla stessa Nintendo: sarà un piacere enorme incrociarsi di nuovo fra le stelle, mia adorata Samus Aran.

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