Anteprima Mobile Suit Gundam: Crossfire

La "White Base" deposita il primo Mobile Suit su Playstation3

Anteprima Mobile Suit Gundam: Crossfire
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  • PS3
  • Nessuno ce la fa contro Gundam

    Non c'è "Console Generation" che gli possa sfuggire: il Mobile Suit Bianco figlio del grandissimo Yoshiyuki Tomino ha accompagnato il lancio delle nuove macchine da videgioco da tempi immemorabili. Gundam è un marchio impresso a fuoco nel mondo dei videogame, che lentamente si evolve e metabolizza le potenzialità offerte dalle nuove piattaforme; i primi grossolani sprites dei capitoli apparsi su Nintendo NES e Super Famicom si sono trasformati nei corposi modelli tridimensionali che hanno animato gli action game per PSOne e Dreamcast fino a divenire le perfette riproduzioni digitali dei nostri eroi apparse su Playstation 2 ed ultimamente PSP.
    All'alba della nuova "Console War" il vecchio conflitto continua a tenere banco; "Mobile Suit Gundam - Crossfire", che accompagnerà l'avvento di Playstation 3, è nuovamente ambientato durante la "One Year War", il capitolo più affascinante e conosciuto della saga del cosiddetto "Universal Century". Senza timore di indurre in facili conclusioni affermiamo che ancora una volta ci troveremo di fronte ad un action game in terza persona, un gioco in cui pilotare un Mobile Suit all'attacco di un gruppo di avversari ha il solo scopo di abbatterli tutti. Ma allora in che cosa consiste "l'evoluzione" promessa?
    Tutto risiede in una singola parola: "Realismo"

    Il "Bianco Cavaliere" che si sporcò le vesti..

    La prima volta che abbiamo assistito ad una demo di Moblie Suit Gundam Crossfire (quando ancora non era noto il nome definitivo del gioco) siamo rimasti allibiti: ciò che ci ha lasciato senza parole non è solo il livello di dettaglio dei mech che si fronteggiano nei deserti e nelle città devastate dal conflitto, ma anche il loro "effettivo realismo": i colori vivi, l'uniformità delle tinte e la voluta mancanza di difetti o sporcizia -che contraddistinguono invece i tratti essenziali degli anime- tutto d'un tratto sono scomparsi, lasciando i fan di Amuro Rei a fare i conti con la dura realtà: I Mobile Suit in Gundam Crossfire sono veri e per questo sono anche impolverati, logori nei pressi delle articolazioni, arrugginiti, ammaccati e sverniciati, dolenti delle molte battaglie a cui hanno partecipato. Osservando bene gli Zaku ci si accorge che nel buio che circonda il loro minaccioso occhio rosso si cela il complicato apparato che gestisce i movimenti della telecamera principale, e che le lamiere che ricoprono i suoi delicati componenti meccanici sono segnate, a volte coperte di piccoli fori provocati magari da qualche ardito soldato della Federazione.
    Lo sconcerto prosegue nel momento in cui ci si pone ai comandi di un Mobile Suit: l'infantile agilità e potenza dei robot dei primi anni '80 è completamente svanita: i nuovi guerrieri sono pesanti, a volte anche lenti ma sempre micidiali. La maggior parte dei GM sono dotati di scarsi armamenti e privi di "Backpack", quel sistema di propulsori che li mette in condizione di spostarsi rapidamente e di eseguire brevi balzi. Le carenze non si limitano alle dotazioni, e spesso si protraggono in un'ulteriore serie di "lacune tecnologiche". I nostri primi mezzi da combattimento hanno movenze legnose, sgraziate, lente e spesso inadeguate allo scontro con il modello di "mass production" adottato dal Principato di Zeon: lo Zaku II.
    Il maggiore realismo, impresso da Namco Bandai alla saga di Gundam in questo "Crossfire", è ulteriormente enfatizzato dalla "fragilità" dei mech e degli scenari in cui combattono. Ciascuno dei principali componenti meccanici del nostro Mobile Suit è danneggiabile e se smette di funzionare può esplodere. Allo stesso modo delle componenti "vitali" anche le armi hanno delle forti limitazioni: un fucile esaurito è poco più che un pesante ed inerme pezzo di ferro, a meno che non ci si rechi in uno dei "punti di ricarica" organizzati dal nostro esercito; eventualmente non fosse possibile reggiungerli potremo abbandonare i nostri ormai inservibili armamenti e raccogliere quelli abbandonati dai nostri nemici caduti in battaglia.
    Grandi speranze risiedono anche nell'interazione tra i Mobile Suit e l'ambiente in cui combattono: tra le promesse maggiormente pubblicizzate dallo staff Namco Bandai troviamo la possibilità di demolire qualsiasi struttura sia ospitata nell'area di combattimento. La componente strategica offerta da questa possibilità è fuori da ogni dubbio, l'effettiva impossibilità di usufruire di un riparo a tempo indeterminato si traduce in nuovi ed inediti (almeno in questa saga) elementi da considerare per assalire un nemico o difendersi dai suoi attacchi.
    La palese inferiorità degli armamenti in nostro possesso è destinata a durare ben poco: i nostri successi sul campo di battaglia ci consentono di aver accesso prima a nuovi equipaggiamenti, poi ad "upgrade" per il Mobile Suit e, per finire, potremo metterci al comando degli esponenti più famosi del "Progetto G", prototipi di guerrieri d'acciaio noti con il nome di Gundam.

    War in a Pocket

    In Mobile Suit Gundam Crossfire il giocatore vive la "One Year War" in modo più profondo e realistico di quanto accaduto in passato con altri esponenti di questa saga: la mappa della Terra, il fulcro delle fasi strategiche antecedenti e successive ad una battaglia, ci presenta un chiaro quadro delle battaglie in corso in tutto il nostro pianeta. Al pilota è data la possibilità di partecipare alle missioni o di aspettare e dedicare il proprio tempo alla messa a punto del Mobile Suit assistendo, nel frattempo, all'evolversi del conflitto. E' questa una delle novità più interessanti introdotte nel gameplay di questo action game: ogni azione intrapresa ha delle ripercussioni temporali.
    Una riparazione, un allenamento, una battaglia (o anche la semplice attesa) richiede del tempo per essere eseguita: in questo periodo il conflitto prosegue, le battaglie hanno inizio, si concludono e lo scenario ed i suoi confini mutano in funzione dei successi di uno o dell'altro fronte. E' forse il preludio di una nuova modalità di gioco online in cui i singoli giocatori si schiereranno per un esercito, sfidandosi in battaglie che determineranno l'esito di un conflitto mondiale? Le possibilità sono concrete e per ora ben pochi dettagli sono trapelati sul gioco via Internet (di cui almeno è confermata la presenza).
    Le promesse sono davvero tante, alcune interessantissime altre meno allettanti: a controbilanciare lo stupore provato nell'osservare per la prima volta uno "Zaku Next Generation" ci sono una serie di perplessità che ci assillano dal momento in cui abbiamo provato per la prima volta il gioco durante lo scorso E3.
    Il grande "realismo" con cui Mobile Suit Gundam Crossfire affronta la tematica del robot da combattimento appare più una "lama a doppio taglio" che un'indiscutibile tattica vincente: la scelta di enfatizzare le diversità di prestazioni tra i mech di differente generazione da una parte premia con una maggiore componente strategica, ma dall'altra rende le prime esperienze di combattimento frustranti, perchè vissute a bordo di Mobile Suite praticamente inermi.
    Il nuovo stile audiovisivo, per quanto efficace, potrebbe essere interpretato come un tentativo di "snaturare" l'originale Gundam, un modo per renderlo più appetibile ad un pubbilico americano ed europeo; in effetti i Mobile Suite di questo colossale videogame per Playstation 3 appaiono freddi e letali, ma perdono quella carica "eroica" che era presente in entrambe le fazioni in gioco.
    A voler poi essere precisi la grande qualità visiva è maggiormente localizzata nei modelli poligonali dei guerrieri meccanizzati: le ambientazioni sono tutt'altro che impressionanti, forse a causa di una immaturità del codice, forse per una discutibile scelta effettuata dal team di sviluppo. Gli unici livelli a cui abbiamo potuto giocare erano ambientati in vaste aree desertificate o in città fatiscenti; questo genere di locazioni, oltre a non appagare particolarmente l'occhio, non hanno fornito sufficienti elementi per valutare l'interazione con i fondali o per saggiare l'intelligenza artificiale del nemico o per pianificare con cura l'attacco allo stesso.

    Mobile Suit Gundam: Crossfire Allo stato attuale Mobile Suit Gundam Crossfire non delude, ma nemmeno esalta: i progressi tra le differenti demo provate ci sono, ma sono lenti e la data di lancio fa temere che molte delle carenze tecniche evidenziate nel corso degli ultimi mesi non verranno colmate se non in parte, e che alcune scelte piuttosto discutibili adottate nel gameplay verranno confermate. La prima macroscopica critica che gli si può rivolgere riguarda la “lentezza” con cui si svolge il combattimento tra Mobile Suit di “mass production”. L'operazione di restyling dei guerrieri d'acciaio, che mirava a renderli tecnologicamente limitati, reali e comunque potenti ha prodotto finora l'effetto opposto a quello desiderato e conferito ai “veri” Mobile Suit uno sconfortante senso di pesantezza e debolezza. Ciò che sorprendentemente sembra più allettante è proprio il gameplay, un elemento della serie che sembrava consolidato e difficilmente migliorabile: l'introduzione dell'elemento tempo rende la guerra viva, mutevole e appassionante; se questa caratteristica sarà riportata con la dovuta cura anche nel gioco online è possibile che Playstation 3 possa contare su un titolo sicuramente all'avanguardia dal punto di vista tecnologico, ma anche appassionante sia nel gioco in singolo che nel multiplayer.

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