Perfect Dark risorge dalle ceneri e torna a splendere ai Game Awards

Il nuovo titolo di The Initiative è Perfect Dark, lo storico titolo Rare tornerà su Xbox Series X in una nuova veste.

Perfect Dark risorge dalle ceneri e torna a splendere ai Game Awards
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  • Xbox One
  • Xbox One X
  • Xbox Series X
  • Per alcuni potrebbe esser stata una sorpresa, tuttavia seguendo le notizie e le voci di corridoio che orbitavano attorno a The Initiative (un team composto da veterani del settore istituito nel 2018 da Microsoft) si poteva avere un'idea del nuovo progetto. Il nome Perfect Dark è spuntato fuori a più riprese in questi mesi, in un caso per via di un tweet con evidenti messaggi subliminali pubblicati da Phil Spencer (si parlava di "fare cose nuove e vecchie in nuovi modi": l'interpretazione è, a posteriori, lineare), in altri per informazioni reperite sui profili Linkedin degli sviluppatori impiegati nel progetto, in cui si accennava a gadget e sistemi di sorveglianza.

    Per i più smaliziati, insomma, non è stata una vera sorpresa, ma ciò non ha sopito l'entusiasmo che il recupero di un nome così importante per la storia dei videogiochi porta con sé. Perfect Dark fu infatti uno dei titoli più nuovi e interessanti per Nintendo 64, uno sparatutto in prima persona sviluppato da Rare che prendeva le mosse dal forse ancor più celebre GoldenEye 007. C'erano gadget, furtività, spionaggio e una protagonista femminile, Joanna Dark, che sfidava le consuetudini dell'epoca. Perfect Dark aveva poi modalità multiplayer e split screen ed era uno dei pochi giochi che per funzionare del tutto richiedeva l'Expansion Pak del Nintendo 64 (così come Majora's Mask e Donkey Kong 64).

    Un gioco "AAAA"

    Il Perfect Dark di The Initiative si proporrà quindi di fare da ponte tra la tradizione e i nuovi metodi produttivi e creativi dell'industria tripla A. Microsoft si è sentita però di annunciare un cambio di passo importante e identificare The Initiative come qualcosa che vada oltre la targhetta "AAA" per approdare nell'ambizioso - e ancora indefinito - mondo dei "AAAA". Sulla sigla si potrebbe dire molto, ma sarebbero solo speculazioni non supportate da quanto mostrato nel trailer dei The Game Awards. L'utilizzo del termine quadrupla A lascia però molti dubbi, innanzitutto perché ancora non è ben chiaro cosa sia davvero un tripla A e quando questa targhetta possa essere applicata (teoricamente sono tripla A produzioni immense come Red Dead Redemption 2 e produzioni altrettanto grandi, ma non così tanto, come Assassin's Creed: Valhalla). E poi perché i cosiddetti tripla A non sembrano essere un modello sostenibile ancora a lungo, per lo meno non con le modalità attuali. Non solo Shawn Layden (ex presidente di Sony America) ha espresso i suoi dubbi in merito alla sostenibilità di produzioni di questo genere (nella nostra notizia troverete tutte le informazioni sulle dichiarazioni di Shawn Layden sui giochi AAA), ma le notizie sul crunch e sui rinvii dipingono un quadro non positivo per un modello di produzione che sul medio o lungo periodo potrebbe (e dovrebbe) essere ripensato.

    Molto più probabile, secondo noi, che la sigla quadrupla A sia utilizzata soprattutto con intenti retorici, per comunicare a un'utenza che lamenta l'inadeguatezza di alcune produzioni Microsoft al confronto delle avventure "singleplayer story-driven" di PlayStation che anche Xbox fa parte della partita, che l'ecosistema Microsoft non è composto solo da servizi, ma anche da grandi prodotti capaci di rivaleggiare con quelli del più diretto concorrente.

    Raccoglieremo i frutti di queste mosse comunicative solo in futuro, visto che l'altro grande AAAA, Halo: Infinite, è stato da poco rinviato al 2021 inoltrato. Resta il fatto che creare un campo di battaglia sopra i valori produttivi non è secondo noi una mossa salubre e lungimirante: il contraccolpo che questa decisione potrebbe avere sull'industria, acutizzando fenomeni nocivi già presenti e radicati, potrebbe infatti essere eccessivo.

    Eco Sci-fi

    L'universo del nuovo Perfect Dark è stato definito dai suoi creatori "eco sci-fi": il mondo ha subito una devastante crisi ambientale e come risposta le grandi corporazioni hanno sviluppato nuove tecnologie per rendere il pianeta un posto ancora abitabile. I parallelismi col presente sono così evidenti che non meritano neppure di essere sottolineati, quel che è interessante, però, è che alla concezione di un futuro violento, nichilista, in cui le istituzioni sono crollate (alla Mad Max o alla The Last of Us, per esempio), se ne contrappone un'altra ugualmente spaventosa e molto più attendibile. Le devastazioni non hanno indebolito i meccanismi del capitalismo, ma li hanno rafforzati: grosse multinazionali si sono così arricchite e hanno trovato modo di speculare su una nuova green economy. Con la scusa di proteggere il mondo e salvare l'umanità, le aziende si sono appropriate di spazi pubblici (nel trailer si vedono grosse distese verdi in mezzo a una Il Cairo ingigantita dalla sovrappopolazione) e non hanno allentato la presa sui più deboli, vere vittime del disastro naturale.

    Ci teniamo a precisare che queste sono solo interpretazioni fatte basandosi su qualche frase e immagine; pensate però quanto potrebbe essere interessante la rappresentazione di una "dittatura ambientalista".

    Un cyberpunk in cui non ci sono grosse e sporche arcologie o insegne al neon, ma palazzi ricoperti di prati, foreste nel mezzo della città (a proposito, qui troverete la nostra recensione di Cyberpunk 2077). Dove ognuno, non importa se povero e malato, è costretto a tenere e curare un giardino personale per evitare scomode conseguenze. E non dimentichiamoci i risvolti che potrebbero avere le tematiche di controllo dell'informazione e dello spionaggio a cui si accenna nel trailer dei The Game Awards.

    Quello che speriamo è che Perfect Dark abbia il coraggio di trattare certi temi con serietà e senza pretendere di rimanere politicamente neutrale. Se le nostre considerazioni si sono spinte troppo in là non possiamo saperlo, per ora sembra che il potenziale per far bene ci sia: che non vada sprecato.

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