Si avvertono tanta voglia di fare, un discreto orgoglio e ancora più passione nell'interfacciarsi ai ragazzi di Jyamma Games, software house indipendente con sede a Milano fondata nel 2019. Dai circa dieci dipendenti iniziali siamo già arrivati a oltre cinquanta elementi (di cui diversi dislocati in remoto in varie parti del mondo, con peraltro un'ampia diversità in termini culturali e di genere), per un team che nel tempo è cresciuto parecchio e che dopo alcuni esperimenti fruttuosi sul mercato mobile punta a fare davvero sul serio con Project Galileo, nome ancora in codice per un progetto alquanto ambizioso, che mira a diventare la risposta tutta italiana alla categoria dei soulslike.
Una prospettiva che, è bene specificarlo, non è affatto solo e soltanto una questione di provenienza geografica, di sede fisica dello studio o di nazionalità di molte delle sue figure chiave. Il Bel Paese è infatti legato a doppio filo con l'essenza stessa di Project Galileo, e con una produzione AA prevista prossimamente per PC e console - comunque di certo mai prima del 2023 - che parrebbe avere la testa salda sulle spalle. Perché in Jyamma Games sembrano essere sì determinati ma anche piuttosto realisti, e l'intenzione nel confrontarsi con dei veri e propri mostri sacri (a proposito, eccovi la nostra recensione di Elden Ring) è quella di procedere con attenzione e rispetto, senza voler plagiare a 360° e soprattutto evitando di fare il proverbiale passo più lungo della gamba.
L'Italia chiamò, sì!
Project Galileo - a proposito, il titolo definitivo non è ancora stato finalizzato, e ci vorrà del tempo perché in ballo ci sono diverse idee, a quanto pare costantemente in divenire - è stato descritto dai suoi stessi creatori come un'avventura mediterranea contraddistinta da un'anima calda e peculiare, che secondo Jyamma Games dovrebbe rispecchiarsi in ogni sfumatura della produzione. "Vogliamo fare per l'Italia esattamente ciò che The Witcher ha saputo fare per la cultura e il folklore slavo", mi hanno spiegato con una punta di malcelato orgoglio gli sviluppatori.
Ecco perché la fase di pre-produzione del progetto si è protratta per parecchio tempo: il team si è impegnato in un minuzioso lavoro prima di ricerca e poi di reinterpretazione di leggende e tradizioni locali, trovando nella profonda diversità tra le varie regioni della nostra penisola una ricchezza inestimabile. L'ambizione è quella di rappresentare in maniera non troppo didascalica, senza cioè eccedere in esasperate macchiette, elementi più o meno noti della nostra cultura passata. L'intento è insomma di farti sentire in Italia, senza tuttavia esserlo in maniera esplicita: Project Galileo sarà infatti ambientato in uno scenario affine al nostro paese, ma comunque rivisto in una chiave fantastica e allegorica.
Lo studio letteralmente maniacale dell'Italia antica ha toccato in realtà molteplici ambiti: dalla geologia alla fauna, passando per la flora, le armi e i costumi, si respirano un'autenticità e una concretezza nostrana davvero fuori dal comune. Esplorando gli scenari ci si imbatterà ad esempio in pini marittimi, ulivi, salvia e piante di rosmarino in fiore, con le cicale che accompagnano in sottofondo. Addirittura le rocce, dalle scogliere ai sassi, non saranno generici asset disponibili per l'Unreal Engine 4 (ovvero il motore che muoverà l'insieme) bensì elementi creati ad hoc ispirandosi a luoghi reali del nostro Paese.
Questo perché, come è stato ribadito a più riprese durante la presentazione tenutasi a Milano, Project Galileo dovrà "parlare" la nostra lingua, con un approccio destinato potenzialmente a lasciare il segno sia dalle nostre parti che ovviamente all'estero, dove quel quid di fantasy all'italiana dovrebbe idealmente assumere un tocco di esotismo tanto originale quanto particolare.
Per intenderci: il doppiaggio, al momento in inglese - anche se una versione italiana non è del tutto fuori dai programmi - e per la cronaca molto più presente della media dei soulslike, è stato registrato selezionando voci dalla forte inflessione locale, un po' come fatto da Asobo con A Plague Tale (per approfondire, eccovi la recensione di A Plague Tale: Innocence). O, ancora, per comporre la colonna sonora sono stati registrati in presa diretta strumenti tradizionali come il marranzano, il liuto o lo scacciapensieri.
Un soulslike... estivo!
L'effetto finale, specialmente nella build che mi è stata mostrata dopo appena cinque mesi di fase di effettiva produzione - e di cui purtroppo non posso parlare nel dettaglio - è davvero peculiare. L'appellativo di "Summer Souls" con cui i ragazzi di Jyamma Games hanno scherzosamente definito la loro stessa creatura calza in realtà a pennello con quanto messo in scena.
Project Galileo è un gioco che non ha paura di essere compiaciutamente squillante, mediterraneo e caldo come sa sovente essere la nostra penisola. Anche se per ovvie ragioni mi è stata mostrata una porzione minuscola di un'avventura che ambisce a durare tra le dieci e le quindici ore totali, non ci sarà spazio per colossali cattedrali gotiche, per elementi sfacciatamente dark o esasperate derive vittoriane.
Come testimoniato dai tetti diroccati o dai paramenti lisi dei costumi dei personaggi, la non-Italia di Project Galileo è un universo comunque decadente, che abbraccia però con forza i colori, una certa teatralità e un soprattutto gusto spinto per il carnevale - le maschere nello specifico saranno un elemento cardine di gameplay, ma è ancora presto per discuterne. Una distanza abissale e deliberata dall'opprimente estetica dei Souls e dalla loro palette desaturata, perché Jyamma Games vuole ispirarsi a FromSoftware senza riprodurre pedissequamente quanto fatto con irreplicabile maestria da Miyazaki & Soci.
In particolare Mortal Shell è stato citato come esempio volutamente da non seguire: nel pieno rispetto del lavoro svolto con talento e buoni riscontri da Cold Symmetry (per saperne di più, eccovi la recensione di Mortal Shell), lo studio milanese vuole seguire una via diversa, meno cupa e minacciosa, che riesca possibilmente a diventare espressione di un carattere unico e differente.
Lasciando il segno più per quel che si è, invece di brillare disperatamente di luce (o di ombra, viste le tematiche...) riflessa. A livello di trama il racconto, ovviamente implicito e indiretto come vuole la tipologia di esperienza, tratterà con un parallelismo non banale il tema della stagnazione.
Il mondo fantastico di Project Galileo diventa una metafora esplicita della nostra nazione, che da Caput Mundi è passata ed essere una triste periferia dell'impero, una voragine anche culturale che spesso spinge tante menti brillanti a cercare fortuna altrove: toccherà a noi fare un passo concreto, prendere le armi e riportare un'ambientazione corrotta alla gloria dei tempi che furono. Ad assicurare coerenza, spessore e sostanza penserà anche Michele "Sabaku no Maiku" Poggi, creator di fama internazionale con una competenza inarrivabile del genere che è stato assoldato da Jyamma Games in qualità di consulente esterno, per avere i migliori feedback possibili sulla direzione da dare al prodotto.
Inutile negarlo: la strada che porterà a Project Galileo è ancora lunga (forse un pochino più del previsto, perché ci sarà da attendere parecchio prima di poter mettere le mani sul gioco completo...) e probabilmente tortuosa. Ai nostri connazionali non sembrano mancare però idee, voglia e ambizione, e anche il principio di dedicarsi a una produzione più concentrata, assolutamente non di stampo open world, potrebbe rivelarsi l'approccio corretto: prima di puntare alle stelle è meglio partire col piede giusto, con qualcosa di magari piccolo ma decisamente gagliardo e ricco di personalità. Qualcosa di fieramente italico, per l'appunto.