Anteprima Pyre

Dai creatori di Bastion e Transistor, un titolo capace di mescolare le dinamiche di un action-RPG con quelle di uno titolo competitivo a squadre, senza rinunciare ad una narrazione creativa e ad un art design ispirato.

Anteprima Pyre
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Succede sempre così: ogni volta che qualcosa bolle in pentola dalle parti dei SuperGiant Games sul mio viso compare un bel sorriso. Sarà perchè ho adorato Bastion e la sua narrazione ermetica e affascinante, o perchè non riesco più a togliermi dalla testa la bella Red e il futuristico design audiovisivo di Transistor. Fatto sta che al momento, con l'annuncio ancora fresco di Pyre, quel sorriso ha fatto nuovamente capolino. E nonostante manchi ancora moltissimo alla sua pubblicazione (al momento indicativamente fissata per il 2017 su PC e PS4), il team di sviluppo sembra già molto carico e fiducioso, tanto che nel week-end, in occasione del Pax East di Boston, ha permesso ai visitatori di provare una breve demo del titolo, utile a fornire un primo assaggio delle sue caratteristiche principali. Proviamo quindi ad inquadrare un po' meglio Pyre, cercando anche di capire se possiede le carte in regola per permettere ai SuperGiant di lasciare nuovamente il segno.

    Il Libro dei Riti

    Bastion e Transistor, oltre che per i loro rispettivi art design, sono stati dei piccoli capolavori principalmente per due aspetti: l'insolita struttura narrativa (capace di svelarsi pezzo dopo pezzo a seconda delle singole azioni compiute a schermo dai protagonisti) e un gameplay ispirato ai canoni degli action-RPG, ma così ben caratterizzato da assumere una sua precisa identità (con il primo titolo a mimare i dinamismi di un hack and slash e il secondo basato invece su un curioso ibrido con un RPG a turni). Ed è proprio per questo che da Pyre ci aspettiamo qualcosa di altrettanto peculiare e caratteristico; insomma, qualcosa in pieno stile SuperGiant. In tal senso, i video provenienti dal Pax East 2016 fanno ben sperare. Anche in Pyre, infatti, verremo trasportati in un mondo fantastico ai confini dello spazio e del tempo: il Commonwealth è una nazione multietnica nata dalle ceneri di un impero caduto, e governata con regole antiche e bizzarre. Chi osa violarle non solo subisce l'onta della popolazione, ma viene esiliato nel cosiddetto Downside, una dimensione purgatoriale dove i peccatori sono costretti a girovagare per l'eternità in cerca della loro redenzione. Ed è proprio in questa terra di nessuno che verremo gettati, nei panni di un protagonista non meglio identificato, solo e ormai in punto di morte. Per nostra fortuna però, poco prima di esalare l'ultimo respiro verremo tratti in salvo da un trio di curiosi personaggi vestiti con delle coloratissime tuniche cerimoniali e con il viso celato da delle maschere bianche: stiamo parlando di Hedwyn, Jodariel e Rukey Greentail, i pittoreschi eroi delle vicende narrate in Pyre. Anch'essi sono stati esiliati dal Commonwealth, ma riescono a sopportare l'ostile clima del nuovo territorio grazie ad un'enorme carovana motorizzata, con la quale possono girovagare per il Downside in cerca delle risorse necessarie per sopravvivere. Grazie ai primi dialoghi con i nostri salvatori, scopriremo di essere gli unici del gruppo a saper leggere (che nel Commonwealth è considerato come uno dei peggiori crimini), offrendoci di ripagare il nostro debito di vita decifrando per loro il contenuto di un antico libro che hanno morbosamente custodito per anni senza tuttavia poterlo comprendere. Leggendolo, scopriremo con grande sorpresa che si tratta di un libro magico (al cui interno giace anche uno spirito parlante), in cui si fanno riferimenti ad una serie di antichi riti che potrebbero permettere ai peccatori del Downside di annullare l'esilio e tornare nel mondo "reale". C'è solo un problema tuttavia: i luoghi in cui andrebbero espletati questi fantomatici riti sono sconosciuti, pertanto vanno rintracciati uno dopo l'altro, interpretando le stelle per mezzo dei criptici riferimenti del libro. Inutile dire che da qui in avanti la narrazione prenderà repentinamente la piega di un lungo viaggio a bordo della carovana per le surreali terre del gioco. Sfruttando un concept simile a quello visto in The Banner Saga, dovremo spostarci stando attenti alle risorse (tra cui il carburante) e preparandoci a svolgere gli antichi rituali di battaglia. Bastano le prime linee di dialogo tra i vari personaggi (peraltro doppiate con la fantasiosa e indecifrabile lingua del Commonwealth) per rendersi conto che i ragazzi di SuperGiant hanno adottato per Pyre un registro narrativo sostanzialmente inedito. Qui, infatti, all'ermetismo criptico di Bastion e Transistor si sostituisce quello che potremmo definire come l'incontro tra un RPG e una visual novel: i dialoghi, che avvengono tutti per mezzo di classiche scene 2D con i testi scorrevoli, presenteranno spesso alcune parole colorate, le quali, passandoci sopra il puntatore, ci permetteranno di visualizzare una finestrella informativa con tutti gli approfondimenti legati alla parola, dandoci così modo di scoprire alcuni retroscena legati ai personaggi e al mondo di gioco. Come se non bastasse, spesso i nostri compagni ci rivolgeranno delle domande, le cui risposte cambieranno inevitabilmente la percezione che avranno di noi. Nell'incipit, ad esempio, i tre pellegrini si rivolgeranno a noi come ad una "lei", ma potremo modificare questo assunto cliccando sulla parola colorata all'interno del dialogo e scegliendo con quale pronome (lei, lui, o uno impersonale) dovranno rivolgersi a noi da lì in avanti. Ovviamente dobbiamo ancora analizzare a fondo il reale impatto che queste scelte avranno sull'evoluzione della trama e sul gameplay, ma quello che abbiamo visto ci ha certamente incuriositi e non vediamo quindi l'ora di scoprirne di più.


    Pyro-GOL!

    Il cammino per la redenzione non è affatto semplice, e solo gli esiliati più meritevoli possono guadagnarsi il diritto di ritornare nel Commonwealth. È innanzitutto necessario raggiungere i luoghi indicati sul Libro dei Riti, spostandosi attraverso le meravigliose ambientazioni animate del Downside. Qui, oltre a poter scegliere di volta in volta il percorso da intraprendere presso alcuni bivi (cambiando di fatto i bonus alla raccolta e alla possibilità di trovare degli oggetti preziosi nell'area successiva), ogni notte ci si potrà accampare per svolgere una (e una soltanto) delle attività giornaliere disponibili: potremo raccogliere alcune risorse per poi rivenderle in cambio di monete d'oro o riutilizzarle come combustibile per la carovana; potremo studiare il Libro dei Riti così da apprendere qualche nuova conoscenza e aumentare l'efficacia delle nostre azioni presso l'accampamento; potremo scambiare quattro chiacchiere con i compagni di viaggio per affinare i rapporti interpersonali; oppure potremo istruirne uno alla volta, permettendogli di migliorare le abilità speciali con cui potranno distinguersi nei rituali da battaglia. Proprio questi ultimi rappresentano l'anima più action di Pyre. Si tratta di scontri magici tra due squadre composte da tre giocatori (nel nostro caso Hedwyn, Jodariel e Rukey) che avvengono in campi rettangolari ai cui estremi sono collocate delle pire colorate, una per ogni squadra. Gli sfidanti, naturalmente, saranno anch'essi degli esiliati in cerca della salvazione, ognuno con una storia e un diverso atteggiamento con cui cercheranno di imporsi nei dialoghi prima dello scontro. All'inizio di ogni match, al centro dell'arena verrà generata una Sfera Celestiale (una sorta di enorme biglia luminescente), che potrà essere raccolta da qualsiasi giocatore e portata in giro per il campo di gioco, oppure passata ai compagni. Lo scopo di ogni match sarà quello di portare ripetutamente la sfera all'interno della pira avversaria, consumandone a poco a poco la potenza delle fiamme fino ad estinguerla completamente. Il problema è che entrambe le squadre potranno muovere solamente un personaggio alla volta, effettuando all'occorrenza uno switch sugli altri due. Come se non bastasse, tutti i personaggi (tranne quello in possesso della sfera) emaneranno sul terreno intorno a loro una piccola aura circolare capace di bandire l'avversario al contatto, rimuovendolo dal campo per qualche prezioso secondo. Quest'aura potrà essere lanciata quasi fosse un attacco magico. Come fare allora per riuscire a segnare un quello che potremo tranquillamente definire come un pyro-gol? Molto semplice: ogni personaggio avrà a disposizione tre abilità, ognuna con un proprio cooldown da tenere d'occhio: un salto, una schivata e il già citato lancio dell'aura. Grazie a queste mosse ogni personaggio potrà tentare di raggiungere e raccogliere la sfera o strapparla dalle mani dell'avversario, schivare le aure e gli attacchi nemici, e infine buttarsi nella pira con la sfera in mano. Potete capire che, essendo ogni azione completamente in tempo reale, e quindi senza turni né pause di alcun tipo, i ritmi di ogni incontro saranno molto frenetici, e dovremo quindi essere molto abili e reattivi a muovere i nostri personaggi sul campo da gioco.

    Vinta la partita, i personaggi riceveranno dei punti "illuminazione", con i quali potranno imparare nuove mastery uniche (come, ad esempio, la possibilità di sbalzare gli avversari con la ricaduta di un salto) e definire così il proprio percorso di sviluppo. Si tratta, insomma, di un curiosissimo mix tra le dinamiche di un action-RPG e quelle di un titolo competitivo a squadre, per il quale certamente bisognerà analizzare a fondo la tenuta della progressione e l'intelligenza artificiale, quest'ultima davvero fondamentale per sorreggere un prodotto del genere. Venendo all'aspetto artistico, i ragazzi di SuperGiant si confermano uno dei team più ispirati del panorama indipendente, capaci di creare dal nulla dei meravigliosi universi fantasy, ricchi di personaggi iconici ed elementi bizzarri. Anche a livello visivo il titolo sembra molto promettente, con ambientazioni e animazioni realizzate a mano e una palette cromatica capace di alternare brillantemente i toni più freddi a quelli più vivaci. A livello audio, invece, si fa già notare il brillante lavoro musicale del duo Darren Korb/Ashley Barret (già presente in Transistor e Bastion).

    Pyre Pyre potrebbe essere l'ennesima perla dei ragazzi di SuperGiant Games. Ci sono bastati infatti appena venti minuti per calarci in un titolo che presenta davvero moltissime peculiarità: a partire dalla sua narrazione, più tradizionale di quella assaporata in Bastion e Transistor, ma comunque ricca di elementi bizzarri e surreali; per poi continuare con il suo gameplay frenetico e il suo magnetico art design. Abbiamo ancora parecchi dubbi circa la tenuta del racconto, lo sviluppo dei personaggi e la profondità del gameplay, ma quello che abbiamo visto fino ad ora ci ha convinti e sembra promettere bene. Non ci resta quindi che attendere la prossima occasione utile (probabilmente già all'E3 di Los Angeles) per andare più a fondo nell'analisi del titolo, la cui pubblicazione è al momento fissata per un generico 2017 su PS4 e PC.

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