Rainbow Six Siege Anno 4: Nokk e Warden, le novità della seconda stagione

Al Palazzo del Ghiaccio, ospiti di Ubisoft in occasione delle finali di Pro League, abbiamo avuto l'opportunità di provare in anteprima la nuova stagione.

Rainbow Six Siege Anno 4: Nokk e Warden, le novità della seconda stagione
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  • Altro giro, altra corsa. Il quarto Anno di Rainbow Six Siege, aperto con l'esplosiva stagione australiana che ha portato nel roster della squadra Rainbow due operatori davvero peculiari e una mappa tutta nuova, si sta per espandere nuovamente.
    La seconda stagione, infatti, promette di aggiungere altra carne su una griglia già ricca. Noi, in occasione delle finali della nona stagione della Pro League, ospitate nell'evocativa location meneghina, abbiamo avuto l'opportunità di spizzicare un assaggio di quanto ci attenderà tra pochissime settimane.

    L'Operazione Phantom Sight, nome in codice azzeccato come vedremo, promette infatti una mole contenutistica che va ben oltre il debutto dei due nuovi Operatori. Come di consueto, poi, il percorso di avvicinamento alla nuova stagione è (e sarà) costellato di grandi e piccoli aggiustamenti, in modo da preparare nel miglior modo possibile il terreno all'espansione principale. L'ultimo, in ordine di tempo (dettato, peraltro, da una situazione di emergenza), ha portato alla temporanea rimozione di Clash e all'azzeramento di alcuni gadget, come le mine claymore.
    Tornando al Palazzo del Ghiaccio, invece, a rubare la scena ai protagonisti della Pro League sono stati Nokk, a rappresentare per la prima volta la Danimarca, e Warden per gli Stati Uniti, i due prossimi innesti dello shooter tattico targato Ubisoft. Ecco, mouse alla mano, cosa ci hanno "raccontato".

    Ora ti vedo, ora non ti vedo più

    Come vi anticipavamo, il nome dell'Operazione non poteva esser più azzeccato. I due nuovi innesti, partoriti dalla fervida mente creativa del team canadese, toccano il senso della vista. Fondamentale, in Rainbow Six Siege, forse più dell'udito, perché nella fase di preparazione gli attaccanti devono "vedere" dove si trovano gli obiettivi mentre, i difensori con le CCTV (e con gli altri gadget introdotti in questi anni), hanno l'assoluta necessità di capire i movimenti dell'avversario.
    Phantom Sight punta a esaltare proprio l'elemento visivo dell'esperienza tattica firmata da Ubisoft Montreal.

    Da un lato troviamo Nokk, Operatore d'attacco danese, appartenente alle unità anfibie degli Jaeger Corps., storiche forze speciali del paese nordico. Un lupo solitario, il cui capo è costantemente coperto, così come la sua identità. Una caratteristica, questa, che non poteva che rispecchiarsi appieno nella dotazione e nell'abilità unica su cui può contare.

    L'operatore, con due punti velocità e due di armatura, pare essere un ottimo flanker. Nella rastrelliera delle armi può scegliere tra un FMG 9, che garantisce un elevato rateo di fuoco, e un Six12-SD, variante dello shotgun che i giocatori sicuramente già conosceranno in quanto già presente nell'equipaggiamento di Ying e Lesion.

    Cosa la rende così speciale nella rotazione del team attaccante? Semplice: può rendersi temporaneamente invisibile alle telecamere di sorveglianza e muoversi indisturbata occultando anche i rumori dei propri passi. No, non stiamo parlando della sorella europea perduta di Caveira, anche se poco ci manca. Il dispositivo di occultamento (dagli utilizzi illimitati, ma ancorato a un cooldown) consente all'Operatore di sparire letteralmente dalla linea visiva delle telecamere, di qualunque tipo.
    Tranne per gli Yokai di Echo e i droni hackerati da Mozzie. In questo caso, gli strumenti elettronici rileveranno la presenza della danese nello stesso modo in cui è possibile percepire Vigil, ovvero con un'interferenza che si farà più intensa all'avvicinarsi dell'operatore.

    Il coefficiente di difficoltà di Nokk è abbastanza alto, perché il giocatore che vorrà utilizzarla dovrà stare attento a due fattori. Prima di tutto dovrà limitare al massimo i movimenti bruschi. Correre, infatti, farà rilevare la sua sagoma sotto forma di "glitch". In secondo luogo, gli elementi ambientali possono tradire la presenza della combattente danese. Camminare incautamente, calpestando assi di legno, filo spinato e altri detriti non sarà una buona idea, perché verranno spostati dal nostro passaggio.
    Nokk, insomma, se ben padroneggiata ha un bel potenziale per scompaginare le linee nemiche.

    Signor Presidente, ha chiamato?

    Dall'altra parte della barricata troviamo, invece, Warden. Il guardiano dei valori e della democrazia a Stelle e Strisce. Il baffuto damerino, in forza ai Servizi Segreti statunitensi, sembra possa vantare un'esperienza trentennale nella protezione di obiettivi sensibili e VIP.

    L'operatore, molto pesante e poco reattivo (tre punti armatura e uno di velocità), può opporsi agli attaccanti con un buon shotgun e un SIG MPX, mitraglietta di fabbricazione americana che garantisce una buona stabilità e un discreto volume di fuoco.

    Come terza scelta, invece, Warden ha la fortuna di poter scegliere tra un'arma da fianco semplice come una pistola...e una SMG 12. Davvero niente male, per un operatore di difesa che fa del ruolo di "entry denial" il suo punto forte. La definizione, in poche parole, sta a significare che lo statunitense deve esser usato come prima risorsa dal team in difesa, per impedire l'irruzione degli avversari.

    A dare una mano all'agente dei Servizi Segreti ci pensa il gadget in dotazione: un paio di eleganti Glance Smart Glasses. Gli occhiali, una volta attivati, proteggono gli occhi di Warden dagli effetti negativi di flashbang (anche delle cariche di Ying e lo scudo di Blitz) e fumogeni. Riguardo a questi ultimi il combattente, attivando gli occhiali, può vedere attraverso la cortina di fumo senza alcuna difficoltà, mantenendo una visuale perfettamente nitida di ciò che lo circonda.

    Il problema è che ogni movimento fatto dall'operatore può far sparire questo vantaggio. Esattamente come accaduto a Glaz, la cui abilità è stata rivisitata nello stesso modo. Warden, dopo una prova veloce, sembra esser meno interessante e decisamente più "situazionale" rispetto alla collega danese. Solo tra qualche settimana potremo finalmente scoprire chi saranno i predatori naturali di Warden (l'EMP di Thatcher ad esempio può disabilitare gli occhiali) e quali, invece, le potenziali sinergie con i compagni di reparto.

    Che faccio, lascio?

    Operazione Phantom Sight può sembrare un'espansione canonica, persino più povera di Burnt Horizon. Coerentemente con la road map che il team aveva già annunciato in occasione delle finali di Pro League di Rio de Janeiro, infatti, la seconda stagione dell'Anno 4 non presenta alcuna nuova location. I ragazzi di Ubisoft Montreal hanno preferito portare avanti il lavoro di ristrutturazione tecnica del proprio titolo ed è per questo che, con Phantom Sight, farà il proprio debutto il rework della storica mappa Café. L'abbiamo provata per qualche match e ci è sembrato un rinnovamento ragionato, che non va a snaturare l'anima della mappa. Anzi, la arricchisce di nuove vie d'accesso, nuovi siti, stanze e arredi. Insomma, sembra l'ennesimo lavoro ben fatto dalla ditta di ristrutturazioni ingaggiata da Ubisoft.

    Non solo: con l'update maggiore arriverà anche un ulteriore miglioramento della modalità ranked, uno store in game finalmente tutto nuovo (ovvero razionale e navigabile) e la skin elite di Lesion. In effetti quei pantaloncini corti non si potevano guardare. Infine, possiamo anticiparvi che in un prossimo evento sarà possibile prendere confidenza con il sistema di "pick & ban", attualmente in vigore solamente nel circuito competitivo.

    Rainbow Six Siege Operazione Phantom Sight appare come un'espansione che mira, prima di tutto, a consolidare i traguardi raggiunti sino a questo momento dallo shooter tattico e a proporre alcuni piccoli, grandi miglioramenti all'esperienza di gioco. Come, ad esempio, la rielaborazione della mappa Café e dello shop in game. Il roster della squadra Rainbow, inoltre, si appresta ad accogliere due nuovi operatori, portando il computo a ben quarantotto combattenti. Tra i due, la nostra attenzione è stata attratta da Nokk, operatore danese che, se ben padroneggiato, può davvero rappresentare una spina nel fianco del team dei difensori. Questi, invece, possono contare su Warden, un'aggiunta che ci è parsa tutto sommato meno esplosiva ed efficace della collega. Ovviamente solo una prova più approfondita potrà fugare (o confermare) i nostri dubbi. L'appuntamento coi due, come di consueto, sarà tra pochissime settimane.

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