Anteprima Resident Evil Archives

Capcom ed il Wiimake

Anteprima Resident Evil Archives
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  • Wii
  • Anche gli zombie saltano sul trenino dei remake

    Insomma, è vero che la line up del 2009 sembra ricca di esclusive interessanti, e che molte altri top title verranno senza dubbio annunciati nel corso del prossimo E3, ma a chi addita il Nintendo Wii come la console dei Remake non si può certo negare qualche ragione. La questione è assai spinosa da affrontare: i Wiimake, infatti, non sono porting nudi e crudi, e potrebbero (per molti) avere un valore ludico oltre che commerciale: possono porsi infatti come versioni che estendono e ottimizzano le idee dei prodotti originali, sfruttando le peculiarità uniche dei sistemi di controllo della candida console. Certo, è impossibile non ravvisare anche un po' di pigrizia da parte dei publisher (e Nintendo stessa lo dimostra), nonché la volontà di “cavalcare” le ultime correnti del mercato. E mentre quindi (fortunatamente a prezzo budget), giungono sugli scaffali i titoli “New Play Control”, anche Capcom riprende in mano i suoi vecchi progetti e li “revisione” per adattarli a Wiimote e Nunchuk. Captive Communications, dopo aver pubblicato la “Wii Edition” di Resident Evil 4, si appresta a rivisitare su Wii altri due capitoli della sua serie (ex)horror: Rebirth e Resident Evil 0, che faranno parte della serie Resident Evil Archives.

    Remake Necessari?

    I due titoli saranno riproposti su Wii con modifiche assai poco degne di nota. Infatti i prodotti si presenteranno più o meno identici (anche dal punto di vista grafico) alle versioni Gamecube, semplicemente con l’aggiunta di qualche azione eseguibile con il Wiimote, che per esempio dovremo scuotere per usare le armi bianche. Tuttavia Capcom promette anche degli extra non presenti nelle vecchie versioni, di cui non rivela, ancora, la natura. A questo punto è palese il fatto che l'acquisto sia del tutto superfluo per i possessori delle versioni originali, mentre il già confermato prezzo budget potrebbe risultare invitante per chi non ha giocato i due capitoli sul Cubo. Indubbiamente una mossa commerciale che garantirà a Capcom grandi incassi, visti anche gli ovvi bassissimi costi di sviluppo. Al di là delle considerazioni economiche, l'interesse di Capcom dimostra ancora volta quanto la software house punti molto sulla console Nintendo, che ospita già il capitolo esclusivo RE: Umbrella Chronicles e presto anche il suo seguito, Darkside Chronicles.
    Certo, considerando anche i tempi cupi, sarebbe stato molto più gradito l'inserimento dei due episodi in un unica confezione (fino a poco tempo fa sembrava proprio che Capcom volesse muoversi in direzione di un “Double Pack”). Anche perchè, gli utenti più risoluti, non faticheranno a trovare ad un prezzo stracciato i mini-cd dell'edizione cubica, senza perdere poi troppo “valore aggiunto”.
    Ma tant'è: le aziende dovranno pur difendere i propri interessi commerciali, e da buoni estimatori dei generi ancora poco diffusi sulla console Nintendo, non possiamo nascondere una certa contentezza nel vedere due survival horror vecchio stampo approdare su Wii. Se poi il (probabile) successo di vendite dovesse spingere la casa madre ad aggiornare, graficamente e ludicamente, anche gli altri capitoli a 128 Bit (Code Veronica, Nemesis e Resident Evil 2), forse davvero ne potrebbe godere l'intera comunità dei videogiocatori.

    Il Wiimake del remake e il suo non morto amico

    Per chi non avesse mai conosciuto i due titoli nella loro versione originale, spendiamo qualche parola di presentazione.
    Rebirth non è altro che una riedizione del primo, storico, Resident Evil datata 2002 (c'è un sottile umorismo nel veder arrivare sul mercato il Remake di un Restyling). Ovviamente, vista la fedeltà con la struttura del primo capitolo, il gioco ha un grande valore affettivo e ludico, ed è capace di affascinare, anche a distanza di anni, sia i nostalgici che gli amanti della tensione e dell'horror videoludico. Il gioco pone l'utente nei panni dei membri della squadra S.T.A.R.S. Chris Redfield (quando ancora non si dava al culturismo) e Jill Valentine, incaricati di investigare su degli strani omicidi avvenuti in una villa situata tra le montagne Arklay di Raccoon City. Si tratterà del “primo contatto” con i terrificanti esperimenti della Umbrella, e l'indagine si trasformerà una lotta per la sopravvivenza. L'ambientazione labirintica e claustrofobica (una magione che perde continuamente il suo centro), il carisma dei personaggi (Wesker è diventato un'icona immortale grazie a questo primo capitolo), ed il ritmo molto particolare ritornarono, sette anni fa, intatti e rafforzati da una nuova veste grafica. Rispetto alla versione originale Rebirth presentava infatti un motore grafico d’avanguardia (per i tempi), mantendo tuttavia l’impostazione a telecamere fisse tanto cara ai vecchi survival horror. Lo stesso motore di gioco (molto pregevole fu considerato all'epoca) torna oggi su Wii, con le altre novità introdotte per l'occasione: un nuovo doppiaggio, molti finali alternativi, nuove armi (fra cui quelle di difesa), alcuni minigiochi e qualche revisione a livello della mobilità dei personaggi. L'adattamento fu considerato ottimo, al tempo, ed sarà capace oggi di fra (di nuovo) rinascere il primo capitolo della serie, che a dirla tutta è invecchiata piuttosto male. Adatto a chi ha conosciuto Bio Hazard solo in tempi recenti.

    Resident Evil 0 è invece un capitolo sviluppato in esclusiva per GC. Ambientato più o meno prallelamente al primo episodio, ci racconta le disavventure di Rebecca Chambers, che separatasi dal team Bravo inviato alla villa di cui sopra, si imbatte in Billy Coen, un ex Marine. La grossa novità di questo capitolo, comunque piuttosto vicino concettualmente a quelli classici della serie, era quella di poter utilizzare i due personaggi contemporaneamente, cambiandoli con la sola pressione di un tasto. Graficamente il prodotto è molto simile a Rebirth, in quanto sfrutta lo stesso motore grafico. Zero è un buon capitolo di questa leggendaria serie, che tuttavia presenta una longevità non entusiasmante ed un plot forse troppo confuso, con molti elementi posticci ed artefatti.
    Resta comunque un gradevole esempio di come l'horror si possa veicolar enon con l'azione sconsiderata, ma con un buon dosaggio di esplorazione, avventura ed enigmi.

    Resident Evil Archives: Resident Evil L’operazione di Capcom non è certo inattaccabile. Forse chi accusa la software house di una marcata “ridondanza” non ha tutti i torti (se si considera che Archives: Rebirth è il Wiimake di un Re-Editing). Sarebbe stata massimamente apprezzata la volontà di venire incontro al consumatore, rendendo ancora più economico il pacchetto (includendo entrambi i giochi un un unico disco). In ogni caso, i due capitoli sono semplici conversioni con qualche extra, e non attireranno quindi l'attenzione di chi ha già giocato le due avventure. Siamo tuttavia felici di vedere l’interesse di Capcom per una console che fino a poco tempo fa non era la dimora preferita dell’horror, e speriamo che queste riedizioni di due buoni esponenti del genere, in caso di successo commerciale, possano invogliare l'azienda a sviluppare altri capitoli in esclusiva.

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