Anteprima Ride to Hell

Gli anni Sessanta vissuti su due ruote.

Anteprima Ride to Hell
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • L’asfalto bollente degli anni Sessanta

    Essere un reduce del Vietnam non è affatto facile, soprattutto quando torni nel tuo Paese, nei tuoi Stati Uniti d’America, e trovi una società diversa da quella che ricordavi. Devi scontrarti con l’affermarsi di nuove ideologie, ti accorgi che qualcosa è irrimediabilmente cambiato mentre tu eri via, e - quando decidi di fermarti a pensarci su - ti rendi conto di essere circondato da decine di hippie.
    Sì, significa che effettivamente qualcosa è cambiato, che il mondo ha continuato a correre sotto ai tuoi piedi senza che tu te ne accorgessi. E ti ritrovi a doverti ritagliare un nuovo angolo nella neonata società, deciso a lasciare la tua firma in questi imprevedibili anni Sessanta. Ti chiami Ray Kaminski, e sai di avere un solo modo per farlo: salire in sella alla tua moto, e farne sentire il ruggito lungo tutta la California.

    La California vissuta su due ruote

    Quest’interessante fatica Deep Silver, come accennato a grandi linee nel precedente paragrafo, riprende quindi a grandi linee il concetto di free roaming, facendone però al contempo anche una trasposizione storica e - è proprio il caso di dirlo - culturale.
    Il gioco si snoderà su un’area di ben 95 km2 completamente esplorabili, che spaziano dagli aridi deserti californiani, fino a piccoli villaggi sorti lungo le highway negli anni Sessanta, finanche a delle vere e proprie città in cui smarrirsi e far danni. Unitosi al gruppo di biker conosciuto come Devil’s Hand, infatti, il nostro Ray sarà impegnato con questi ultimi ad espandere sempre maggiormente la famiglia, convincendo nuovi chopper a farne parte, e - ovviamente - a difendere quest’ultima, ed il suo territorio, dalle gang rivali. Piuttosto che con le armi da fuoco (che saranno comunque utilizzabili in determinate sequenze di gioco) questi scontri si svolgeranno prevalentemente attraverso un interessante sistema di gestione del corpo a corpo: potremo ad esempio servirci di tirapugni e catene, ma anche di qualsiasi armamento di fortuna rintracciabile nelle ambientazioni interne o esterne, concludendo magari la disputa con l’ afferrare il nostro avversario e scaraventarlo contro qualsiasi cosa. È interessante anche notare che le risse potranno svolgersi sia a piedi che sulle moto, dettaglio che aggiungerà senz’altro maggiore elasticità al sistema di combattimento, adattandolo all’alta velocità e all’interazioni con le moto dei nostri opponenti.
    Come tutti i free roaming, anche Ride to Hell permette all’utente di avanzare lungo il gioco a sua discrezione: il titolo vanta una storyline lineare, ma anche un enorme ventaglio di sotto-missioni libere, che è possibile intraprendere esclusivamente esplorando dettagliatamente le immense aree a nostra disposizione. La maggior parte di queste ultime si fonda su un senso dell’umorismo prevalentemente adulto, irrinunciabile per caratterizzare alla perfezione i biker dell’epoca, tanto che pare che una sottomissione consista nell’eseguire degli interessanti scatti fotografici su una procace modella.
    Mano a mano che si procede nelle missioni, non verremo ricompensati con del denaro, ma con dei punti rispetto, fondamentali per farsi un nome all’interno dei Devil’s Hand. Più alto sarà il nostro grado di rispetto, infatti, maggiore sarà la riverenza di tutti gli altri personaggi nei nostri confronti, e necessariamente diverso il loro atteggiamento. Inoltre, e qui si presenta un altro aspetto particolarmente interessante del titolo Deep Silver, terminando le missioni - principali o secondarie esse siano - sbloccheremo anche nuove parti per personalizzare la nostra moto e lo stesso Ray. Esatto: la nostra fidata amica su due ruote sarà customizzabile in ogni sua parte, grazie ad un apposito editor implementato dagli sviluppatori che ci consentirà di sbizzarrirci ed applicare modifiche di praticamente qualsiasi tipo.
    È importante ed interessante sottolineare che potremo possedere anche più di una moto, e ciascuna di esse verrà salvata nel nostro garage. Differentemente, durante il gioco potremo scegliere di spostarci anche attraverso altri mezzi come camion o automobili, che non potranno però essere memorizzati nella nostra libreria personale, ma saranno semplicemente occasionali. Motociclette, automobili e camion condivideranno però un’interessante feature, mai testata prima d’ora in nessun free roaming: l’indicatore del carburante, che dovremo tenere puntualmente d’occhio per evitare di rimanere appiedati. Quando il livello della benzina sarà preoccupantemente basso, sarà necessario raggiungere uno dei tantissimi distributori dislocati nell’area di gioco, che non per nulla si riveleranno anche essere punti nevralgici della lotta tra gang. Perdere il controllo territoriale su un dato distributore, infatti, ci toglie la possibilità di utilizzarlo e, quindi, di rifornire quando ci troviamo nei suoi pressi.
    Come accennato in apertura d’articolo, Ride to Hell sarà anche un’opera di stampo in qualche modo storico e culturale: gli anni Sessanta sono stati studiati e ricreati ad-hoc da Deep Silver che, per immergerci a cento per cento nell’atmosfera, ci consentirà di consultare regolarmente dei notiziari recanti le ultime novità dal fronte Vietnamita, di incontrare decine di hippie e, soprattutto, di goderci una colonna sonora di tutto rispetto: gli sviluppatori hanno infatti già acquistato la licenza di centinaia di canzoni in voga all’epoca, tra cui l’immortale hit Born to be wild, che abbiamo potuto ascoltare con piacere nel trailer con cui il gioco è stato presentato.
    Un occhio di riguardo va anche all’implementazione dell’online all’interno di Ride to Hell che, pur non consentendo di affrontare vere e proprie modalità multigiocatore, ci consentirà di condividere i nostri snapshot e le nostre moto personalizzate con il resto della community attraverso XBOX Live o PSN.

    Ride to Hell: Retribution Le premesse su cui Ride to Hell si fonda sono rosee ed assolutamente accattivanti: come Deep Silver ha notato, il panorama dell’odierno free roaming manca di un titolo che ponga il videogiocatore al centro della vita di un biker, per di più nei suggestivi anni Sessanta. Se il comparto grafico, per il momento ancora abbastanza acerbo, e la sceneggiatura si riveleranno all’altezza dell’interessantissimo sistema di lotta corpo a corpo e dell’originale idea di fondo su cui si erge l’intero gioco - ulteriormente arricchito dalle possibilità di personalizzazione, sorprendentemente vaste - probabilmente molti videogiocatori saranno disposti a diventare chopper virtuali, e con enorme piacere. Per scoprire se è effettivamente oro tutto quel che luccica, e se Deep Silver renderà concreta questa sua freschezza creativa, dovremo attendere almeno fino a metà 2009.

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