Rooted: un survival post apocalittico pieno di insidie in Unreal Engine 5

Headlight Studio torna a parlare di Rooted, lasciando intravedere ancora una volta le potenzialità del motore grafico Epic Games di ultima generazione.

Rooted
Anteprima: PC
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  • La corsa all'oro del comparto grafico che è partita con l'avvento dell'Unreal Engine 5 di Epic si è manifestata con la pubblicazione di numerosi e sbalorditivi trailer nel corso degli ultimi mesi (avete già ammirato la foresta realistica e procedurale in Unreal Engine 5?), ma ha anche reso più intriganti diversi giochi in via di sviluppo, si pensi al chiacchierato titolo di Game Science che vi abbiamo raccontato nell'anteprima di Black Myth Wukong. Gli sviluppatori Headlight hanno intenzione di portare le meraviglie dell'engine nell'affollatissimo genere dei survival game con Rooted, un'opera che strizza l'occhio alle ambientazioni di The Last of Us per calare il giocatore in un mondo post-apocalittico colmo di insidie.

    Ogni speranza è perduta

    Dopo lunghi secoli trascorsi a danzare sul pericolosissimo punto di non ritorno, le potenze mondiali sono finalmente riuscite a distruggere il pianeta Terra rendendolo praticamente inospitale e pieno di pericoli, con la razza umana molto vicina a un'estinzione completa che non tarderà ad arrivare. Le armi batteriologiche sviluppate per combattere una guerra ormai dimenticata hanno annichilito tutti i centri popolati del mondo, lasciando a madre natura la possibilità di riappropriarsi con estrema calma dei propri spazi, mentre i pochi sopravvissuti all'apocalisse sono costretti ad arrangiarsi con ciò che resta della loro società razziando gli scarti trovati negli accampamenti e nelle città deserte.

    Siamo intorno all'anno 2100, ma non è possibile affermarlo con sicurezza, perché il concetto di tempo è regredito ai semplici ritmi ancestrali di giorno e notte: a nessuno ormai serve scandirlo con precisione.

    Rooted permette al giocatore di controllare uno degli ultimi esseri umani rimasti sulla Terra, lasciandogli esplorare il mondo in rovina del futuro e chiedendogli di sopravvivere al clima ostile che lo circonda, costruendo rifugi, procurandosi il cibo ed evitando con cura le minacce rappresentate da animali e sopravvissuti ostili, che si nascondono in ogni dove.

    Ciò che resta del mondo

    Non è affatto la più originale delle premesse quella imbastita dai ragazzi di Headlight Studio, perché il medium videoludico straborda di scenari post-apocalittici più o meno seriosi, ma non per questo la loro proposta è intrinsecamente banale.

    Se molti generi stanno infatti cercando nuove strade da esplorare per incuriosire gli utenti, numerosi giochi survival rimangono arroccati in questo leitmotiv per garantire al proprio pubblico una cornice che vada a razionalizzare la desolazione che li circonda, e il grandioso successo riscontrato sia in termini di vendite che di solidità della community testimonia come la strada tracciata da DayZ e Rust sia quella giusta da seguire. Le classiche meccaniche di gioco viste in altri titoli simili prevedono la ricerca di una complicatissima sopravvivenza con ciò che è rimasto del mondo in rovina, sfruttando in maniera intelligente le risorse rinvenibili in natura così come quelle abbandonate negli sparuti accampamenti sparsi nelle foreste. Il contatto con gli spazi verdi sarà continuato e rassicurante in Rooted, perché soltanto nella fitta vegetazione è possibile vivere senza il terrore di quell'arma batteriologica che ha spazzato via la razza umana, mentre le città - seppur ricolme di strumenti e beni che potrebbero aumentare le chance di vedere un nuovo giorno - sono da aggirare per non rischiare il contagio mortale.

    Questo non significa che i centri abitati saranno inavvicinabili, ma è chiaro che il giocatore sarà costretto a equipaggiarsi a dovere prima di esplorarli, restringendo inizialmente il campo di ricerca in quegli sprazzi urbani dove la rigogliosa vegetazione ha ripulito l'aria dalla minaccia biologica. Le risorse ottenute o create grazie al sistema di crafting sono indispensabili per la costruzione di un accampamento dapprima umile e basilare, ma migliorabile nel tempo con l'introduzione di strumenti di difesa ed anche con l'elettricità, che permette lo sviluppo di congegni automatici da sfruttare nell'esplorazione o da lasciare a guardia della dimora.

    I pericoli in agguato

    La natura non regala soltanto materiali e speranza, ma nasconde anche delle insidie di cui tenere conto nel corso delle continue ricerche. Gli animali sono l'esempio più lampante a riguardo, perché se alcuni di essi sono fonte indispensabile di cibo - la caccia prevede sia strumenti grezzi che quelli più fini, come le trappole costruite nel rifugio - altri si rivelano essere predatori ben più pericolosi dell'uomo, chiamando il giocatore a tenere sempre alta l'attenzione per evitare un'ingloriosa dipartita.

    Non ci sono soltanto i predatori a preoccupare il nostro alter ego, perché anche altre persone come lui cercano di vivere come possono con ciò che trovano. Alcune potrebbero puntare alle risorse che ha faticosamente accumulato o, nel migliore dei casi, potrebbero voler far squadra con lui per poter resistere al meglio alle avversità. Sebbene il titolo di Headlight Studio punti in maniera convinta a un'esperienza da giocatore singolo, Rooted implementa un sistema multiplayer cooperativo, con tanto di chat vocale per migliorare l'immersione, ma per il momento non è prevista una modalità PvP nonostante la presenza del fuoco amico. Oltre agli sperduti esploratori, il trailer presentato al Future Games Show ha lasciato intravedere anche interi avamposti tecnologici difesi da militari ben equipaggiati, con il protagonista che esplora la struttura in maniera silenziosa alla ricerca, presumibilmente, di armi da fuoco ed altri strumenti moderni. Gli sviluppatori vogliono confezionare un'avventura dinamica e in perenne evoluzione, cercando quindi di evitare la morbosa ripetitività che fa capolino in molti esponenti del genere, e anzi promettendo un mondo che si adatta alle nostre azioni.

    Dalle ricerche iniziali nelle foreste e nei centri sperduti, si passa infatti alla grande città, con le sue abitazioni, le metropolitane e i negozi, il che di certo comporta diverse nuove possibilità in termini di creazione di oggetti e varietà.

    Le abilità del sopravvissuto, d'altronde, aumentano con il passare del tempo consentendogli di affinare diversi aspetti legati al crafting: se inizialmente gli oggetti più moderni vengono semplicemente smontati per ottenere le risorse essenziali, in seguito sarà possibile ricostruirli e utilizzarli proprio grazie all'esperienza accumulata con i precedenti recuperi, imparando al contempo a creare nuovi attrezzi affini a partire dagli stessi elementi comuni.

    Le ispirazioni artistiche

    I ragazzi di Headlight parlano anche di avvenimenti molto importanti che possono avvenire nel corso delle partite, che costringeranno gli utenti a collaborare tra di loro per superare le nuove insidie in arrivo, lasciando quindi immaginare un sistema di eventi pubblici che si verificano con regolarità per insaporire l'esperienza comunitaria.

    Intorno a questo nucleo di sopravvivenza e collaborazione, Rooted ha sviluppato una cornice visiva e sonora che non nasconde il profondo rispetto verso il The Last of Us di Naughty Dog. Le scenografie che accolgono la telecamera in prima o terza persona, infatti, riportano alla mente le immagini di quella Boston abbandonata all'avanzare della natura - così come i colori utilizzati per decorare i silenziosi interni privi di vita - mentre la colonna sonora ricerca note molto simili a quelle della chitarra acustica pizzicata dalle dita di Gustavo Santaolalla, così da avvicinarsi a quelle sensazioni di solitudine e tristezza che hanno reso indimenticabile il viaggio di Joel ed Ellie. Il colpo d'occhio garantito dall'Unreal Engine 5 viene sfruttato per ricercare un realismo convincente, nonostante il riciclo di alcuni asset piuttosto anonimi e la rigidità di animazioni da rivedere (in primis quella della corsa), ma considerando che il titolo è ancora in pieno sviluppo possiamo augurarci che questi spigoli verranno smussati. I lavori sono cominciati soltanto a maggio, per questo gli sviluppatori non si sono sbilanciati sulla possibile data di pubblicazione, ma sappiamo che Rooted arriverà su PC per poi trasferirsi su console a seconda dell'accoglienza del pubblico, per regalare una nuova esperienza post-apocalittica alla popolosa nicchia di appassionati del genere survival.

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