Silent Hill Origins: l'orrore diventa portatile

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Silent Hill Origins: l'orrore diventa portatile
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  • PS2
  • Psp
  • Silent Hill Origins sarà il primo Survival Horror diponibile per Psp. Se si considerano poi le produzioni originali (deimenticando quindi Resident Evil DS), Originis è uno dei rarissimi esponenti del genere in tutto il mercato dei portatili. Ciò detto, si capisce come il progetto Konami abbia una grande responsabilità. La built mostrata durante la Game Convention di Lipsia mostrava l'intenzione del team di sviluppo di creare un prodotto tecnicamente avanzato e valido dal punto di vista della concezione, persino al passo coi tempi e le rivoluzione dell'Horror ludico. Eppure, crediamo a causa di una scorretta "interpretazione" dei rinnovamenti made in Capcom (con RE 4), porta Origin ad essere un prodotto meno interessante di quanto non avrebbe potuto.
    Silent Hill Origin non è, avrete capito, un classico Silent Hill. Inseguendo il successo di un antagonista in evidente vantaggio dopo che la serie Konami non ha saputo abbinare un rinnovamento concettuale ad alcune buone idee del terzo e quarto capitolo, Origins muta la sua struttura e si trasforma in un titolo ibrido. Ed è lampante, su tutto, il cambio di prospettiva e visuale. L'inquadratura di gioco è pressoché identica a quella di Resident Evil 4: la scena è dinamica, ma la telecamera si posizione inevitabilmente alle spalle del protagonista nei momenti in cui questo imbraccia un'arma. E, vi assicuriamo, durante l'avventura di Origin capiterà molto spesso. Dimenticate infatti gli indifesi ed impacciati "eroi per caso" dei precedenti capitoli: in Origin il personaggio principale sembra un esercito vivente, esperto nell'uso di armi da fuoco ed a corto raggio. Ben visibile nell'interfaccia a schermo si nota difatti la presenza di un grosso indicatore che informa il giocatore dell'arma in uso: nella demo erano disponibili 6 strumenti d'offesa, suddivisi nelle due categorie di arma bianca (ed in questo caso NOME dimostra una notevole abilità d'improvvisazione, servendosi di martelli e vanghe) e da fuoco (molto più classiche le scelte del team: 44 magnum, fucile e 9mm). Il punto fondamentale è: l'idea generale che abbiamo avuto è che l'utilizzo di un arsenale tanto nutrito sia necessario allo sterminio metodico delle aberrazioni che popolano la città, e che questo sterminio sia proprio il fulcro portante di tutto il gioco. In pratica è sovvertito del tutto il concetto fondamentale non della serie, ma del genere stesso: Origins, mutuando il sistema di gioco da Resident Evil 4, ma senza essere in grado di evolvere anche la minaccia opposta al giocatore, si trasforma in un titolo d'azione. Ci siamo già soffermati sull'importanza di questo aspetto durante la recensione di RE4 (ad Everyeye piace, del resto, al "teoria del videogioco"), ma vogliamo ricordare rapidamente i punti salienti. Cambiare il sistema di controllo e rendere l'eroe del gioco agile, prestante e ben armato, deve essere seguito di una ristrutturazione della minaccia: gli avversari di Leon erano cittadini indemoniati in grado di organizzarsi, velocissimi, presenti in gran numero e dannatamente intelligenti: per questo il giocatore aveva comunque l'idea di essere "in svantaggio", sovrastato, braccato. Da qui l'orrore; e la necessità di sopravvivere.
    In Silent Hill Origin, per il momento, questa sensazione di opprimente angoscia non esiste: muoversi per le strade della prima SIlent Hill non incute nessuna inquietudine, e nessuna paura. Neppure quella dell'ignoto, dato che la nebbia che avvolge le strade, dalla visuale in prima persona, appare molto meno fitta di quanto non dovrebbe essere. Così Silent Hill si tradisce definitivamente: per correre dietro all'innovatore del suo genere, piuttosto che cambiarne le fondamenta, cambia categoria. E sarebbe un vero peccato perdere un Survival Horror così prolifico e particolare, caduto nella tentazione delle statistiche (si veda il numero di copie vendute da Re4). Speriamo dunque vivamente, se non nella correzione di questo aspetto in Origins (ormai siamo rassegnati ad avere per le mani un Action Game dalle tinte Horror, e non viceversa), almeno che Konami non segua la stessa linea nello sviluppo dei prossimi capitoli dedicati alle console casalinghe.
    In ogni caso, la componente d'azione di Origins ci è parsa, per lo stato dello sviluppo, ben implementata: controllare il protagonista è piuttosto facile, i suoi movimenti molto precisi (un poco legnosi, ma Konami dichiara di essere al lavoro per la risoluzione di questo problema).
    Cioè che di Origins ci ha di contro impressionato è il comparto tecnico. Come sopra accennavamo, per necessità narrative (Origins si ambienta prima del capitolo PsOne) le ambientazioni sono ispirate a quelle della Silent Hill primigenia (se non le solite, ridigitalizzate per l'occasione). Riscoprire strade nebbiose che credevamo dimenticate è stato un piacere senza pari: le locazioni sono costruite con una cura eccezionale, e l'incremento tecnico le fa brillare di una luce particolare, e di una più matura caratterizzazione. Ogni dettaglio dell'ambiente è curato e renderizzato, ed il feeling generale che si respira durante l'esplorazione rende giustizia alla gloria del primo episodio. Il modello del protagonista non è apparso molto "carismatico", così come non molto originali i nemici che abbiamo incontrato durante la prova. Fortunatamente possiamo sperare in una cura più evidente dedicata anche alle strutture poligonali dei personaggi, visto lo sviluppo ancora arretrato del prodotto (che, ricordiamo, non vedrà la luce prima del 2007).

    Silent Hill: Origins Silent Hill Origins ci è apparso quasi come uno Spin Off della serie principale. L'unico elemento di connessione con essa resta la cittadina di SH (molto ben ricostruita e perfettamente digitalizzata), ma non c'è traccia di una linea guida che, attraversando i quattro capitoli per Home Console, arrivi al primo episodio portatile per caratterizzarne il Gameplay: Origins è, a tutti gli effetti, un titolo in cui l'azione è la componente fondamentale, e tale azione sembra più finalizzata allo sterminio che alla sopravvivenza. I pregi del comparto tecnico ed un Gameplay comunque semplice ben implementato non servono ad allontanare l'idea che Silent Hill avesse da offrire qualcosa di più che un cieco massacro: magari -se lo ricorderà chi ha giocato i primi 2 episodi- senso di smarrimento, inquietudine, ed una scenografia impeccabile, strettamente correlata con le debolezze (psicologiche e fisiche) del protagonista. In Origin, per il momento, tutto questo manca.

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