Soulstice: un gioco d'azione italiano a metà tra Bayonetta e Berserk

Reply Game Studios si prepa a lanciare un intrigante action in terza persona che riprende lo stile di Ninja Gaiden, Devil May Cry e Bayonetta.

Soulstice
Anteprima: PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Il primo elemento da mettere immediatamente in chiaro quando si tratta di Soulstice, prossima fatica del milanesissimo team Reply Game Studios, è un equivoco di fondo legato al nome del progetto. A dispetto delle naturali assonanze non ci troviamo infatti al cospetto di una risposta tutta italiana al fenomeno dei Soulslike di FromSoftwariana memoria, bensì a un hack 'n' slash di stampo piuttosto canonico, per intenderci sul modello dei vari Bayonetta, Ninja Gaiden e Devil May Cry.

    "Sapevo potesse presentarsi questo problema di fondo ma ho fatto finta di niente", ha candidamente ammesso il Game Director Fabio Pagetti: "mi ero proprio innamorato del gioco di parole legato a un evento che succede in-game, il Solstizio delle Anime, che è la scintilla che diciamo muove il tutto. Oltretutto amici anglofoni mi avevano assicurato si capisse bene il gioco di parole, quindi non è solo colpa mia!", ha aggiunto ridendo il Creative Director della software house.

    Dalle parole "souls" e "solstice" è nata infatti una crasi che nelle intenzioni voleva celebrare un rituale oscuro con l'enfasi di un titolo molto in stile anime, ma che all'atto pratico ha generato non poche incomprensioni - e, diciamocelo pure, forse anche una piccola dose di chiacchiere non proprio sgradite, vista la crescente risonanza del sottogenere inventato da Hidetaka Miyazaki.

    Azione a doppia anima

    Bastano ad ogni modo pochi spezzoni di gameplay per rendersi subito conto di quanto la creatura degli autori del videogioco tratto dalla serie di librogame di Lupo Solitario (a proposito, eccovi la recensione di Joe Dever's Lone Wolf) viaggi su territori lontanissimi da quelli di FromSoftware. In Soulstice aspettatevi combo da concatenare, coreografiche mosse speciali e un incessante carico di azione a testa bassa, perché l'intenzione è quella di presentarsi genericamente nel corso del 2022 - una data precisa di pubblicazione resta al momento ancora da definire - su PC e console di nuova generazione con un action in terza persona al 100% incentrato sui combattimenti.

    Soulstice seguirà le vicende di Briar e Lute, due sorelle (doppiate dalla Stefanie Joosten che ha interpretato Quiet in Metal Gear Solid V) unite da un legame che va al di là della vita e della morte. La prima, che è anche il personaggio

    effettivamente controllato dall'utente, è un'instancabile guerriera dalle capacità sovrannaturali, mentre la seconda si presenta nell'incorporea forma di uno spirito sacrificatosi per legare la sua anima a quella della consanguinea. Sullo sfondo, il sacro Regno di Keidas: uno scenario cupo in pieno stile dark fantasy in cui mostruosi Spettri sono riusciti a squarciare il Velo, invadendo la realtà per seminare morte e caos ovunque. In un mondo oscuramente alla deriva, l'unico baluardo di speranza per l'umanità si rivelano appunto le cosiddette Chimere: combattenti ibridi forgiati dall'unione di due anime, riuniti sotto un Ordine dagli scopi tutt'altro che chiari.

    Una natura profondamente duale che rende Soulstice diverso dal solito, come raccontato dalle parole di Pagetti: "Siamo partiti dal gameplay, volevamo assolutamente fare un gioco di combattimento. Per differenziarci abbiamo pensato a un personaggio doppio: non doppio solo esteticamente, ma anche doppio nel senso che un personaggio gestisce la parte corpo a corpo e l'altro quella legata agli incantesimi".

    Da lì sono seguiti inevitabili fasi di sperimentazione, tanto dal punto di vista di gameplay quanto da quello artistico, per approdare al risultato che è possibile vedere oggi. "Questo concetto del dualismo ha generato idee anche a livello di design: nel gioco c'è ad esempio un livello di sinergia, chiamato 'Unity"', fra le due protagoniste. Mano a mano che aumenta il legame fra loro anche le facoltà di combattimento migliorano, e quello è un valore che si alza e si abbassa durante ogni singolo scontro, una sorta di momentum da costruire" - come il ranking dello stile di Devil May Cry, per intenderci.

    Combattimenti all'unisono

    Il vero colpo di scena sta tuttavia nel fatto che, come sul modello dell'eccellente Astral Chain (a proposito, recuperate la recensione di Astral Chain), parte del combat system venga delegato a un'intelligenza artificiale, perché la fantasmatica Lute non potrà mai essere direttamente controllata dal giocatore. "Quando hanno annunciato Astral Chain noi eravamo già in produzione e siamo rimasti abbastanza scioccati. Per fortuna che poi è stato vestito con una cornice fantascientifica e non fantasy, però il nostro non è meglio o peggio, ma diverso.", ha spiegato Pagetti.

    "Lute è pensata per dare supporto in tempo reale all'utente, e lo fa attraverso un sistema di affinità basato su azioni contestuali. Al crescere del livello di Unity migliora la sua efficienza, fino ad aumentare il numero di bersagli che può colpire, le mosse che può eseguire e a performare delle mosse speciali chiamate

    'Sinergy', oltre a qualcosa che ancora dobbiamo svelare", la puntualizzazione del Product Manager Samuele Perseo. In perfetto accordo col genere, in Soulstice non mancherà poi la classica progressione dei due personaggi: Briar migliorerà nelle combo e nella gestione delle diverse armi bianche, mentre da Lute dipenderà la build della Chimera, con scelte pensate per privilegiare il crowd control, i danni o la difesa. "Per dirlo in parole povere: sarai tu a scegliere liberamente se avere al tuo fianco un cannone, una rete da pesca oppure tutto quello che sta nel mezzo. Non aspettatevi però le pistole di Devil May Cry o il pod di Nier: Automata, perché Lute sarà diversa da quello".

    Seppur mai governabile in maniera diretta, esisterà comunque un tasto per la gestione di Lute: un input da usare occasionalmente, per azioni contestuali diverse che andranno da magie dalla distanza a barriere utili a proteggere dagli assalti nemici. Senza contare il meccanismo di auree alla Ikaruga, con differenti tipologie di avversari che dovranno essere incantati - o letteralmente rivelati, nel caso degli Spettri - dalla sorella minore prima di poter essere uccisi dalle lame di Briar. Da notare come le stesse auree verranno anche impiegate durante l'esplorazione degli stage, per generare piattaforme o per interagire con elementi dell'ambientazione.

    Pur non essendo certo un titolo per casual gamer, Reply Game Studios non ambisce comunque creare un videogame impossibile, di quelli solo e soltanto per pochissimi puristi hardcore. "Non vogliamo essere troppo severi, ma risultare sempre equilibrati: ci saranno diversi livelli di difficoltà, e speriamo di offrire sempre una sfida adeguata. Chi vorrà potrà impegnarsi sin da subito con una sfida più tosta, mentre altri potranno scegliere un'esperienza più clemente. Anche in quel caso però Soulstice non si giocherà da solo, e sarà necessario padroneggiare il suo sistema di combattimento", le parole in merito di Perseo. Sul livello dei vari esponenti del genere, l'avventura durerà "abbondantemente oltre le dodici ore" e sarà profondamente rigiocabile: proprio per incentivare l'idea di migliorarsi e di dedicarsi al new game plus, non si riusciranno a sbloccare in una singola run tutte le abilità di Lute.

    Ma non ci eravamo già visti?

    Con un contrasto invitante fra luci e ombre, tra colori accesi e dettagli meno saturi, a livello stilistico il colpo d'occhio di Soulstice è interessante: l'impressione è quella di una produzione gagliarda, che nulla ha da invidiare a competitor assai più blasonati. Fra palazzi in rovina, segrete scarsamente illuminate e castelli in fiamme la città di Ilden sembra portarsi dietro tanti degli elementi ricorrenti del dark fantasy occidentale, inquadrato però da una matrice squisitamente nipponica.

    Una suggestione pressoché innegabile e manifesta per quanto riguarda il design dei nemici e soprattutto delle protagoniste, che nel complesso sembrano rimandare forse in maniera troppo pedissequa tanto a Berserk quanto a Claymore. In questo suo citazionismo abbastanza esasperato si cela probabilmente uno degli aspetti meno convincenti dell'opera del team nostrano: intendiamoci, da una parte è sicuramente utile e comodo riferirsi a modelli di comprovato successo, ma in questo caso il rischio sembra essere quello di rimetterci parecchio in termini di propria personalità.

    "Noi abbiamo interpretato il tutto come degli omaggi, non come un effettivo copiare", ha comunque precisato il Lead Artist Christian Ronchi. "Siamo cresciuti con quei riferimenti e abbiamo in testa i ricordi di quelle cose, e per noi era un omaggio a tutto ciò che ci ha formato anche come professionisti. Nel prodotto finale saranno presenti tante citazioni ad altro, anche dal punto di vista registico: quelli cresciuti come noi, negli anni '80 e '90, le riconosceranno e crediamo le potranno apprezzare".

    Senza contare che, per bocca dello stesso studio meneghino, Soulstice ha ancora diversi assi nella manica anche in termini di estetica e di sorprese - una boss battle mostrata in esclusiva alla scorsa Games Week si concludeva con un'allusione che lasciava palesemente presagire una mostruosa trasformazione della protagonista. "Siamo in realtà fiduciosi da quel punto di vista. Verso la fine in particolare Briar, che finora si è vista diciamo nella sua forma standard, diventa pressoché irriconoscibile", ha concluso Pagetti con aria sorniona. Aggiungendo con una risata finale: "E poi tante persone ci hanno detto: 'è vero, è uguale a Berserk, ma proprio per questo lo voglio lo stesso!'". Insomma se son rose...

    Soulstice A dispetto di un'assonanza quasi scontata nel nome, Soulstice non è affatto un emulo di Dark Souls: i milanesi di Reply Game Studios hanno in previsione per il 2022 un hack 'n' slash vecchia maniera incentrato su un sistema di combattimento profondo e stratificato, che promette di distinguersi con spunti non banali grazie alla centrale dualità delle protagoniste. Lo stile dark fantasy alla Kentaro Miura completa il quadro di un titolo da tenere d'occhio, che personalmente non vedo l'ora di toccare con mano quanto prima: che la prossima stella nel firmamento degli action alla Bayonetta sia pronta a tingersi del nostrano tricolore? Incrociamo le dita e aspettiamo i giusti segnali dal team del capoluogo lombardo.

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