Succubus: dai creatori di Agony un nuovo viaggio all'inferno

Madmind Studio, dopo Agony, torna con una nuova avventura ambientata negli inferi con Succubus, un action adventure RPG dalle forti tinte horror.

Succubus
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  • Pc
  • Molti di voi in questi giorni si staranno rosolando tra le fiamme perenni di Doom Eternal, ultimo esemplare della serie demoniaca per eccellenza, quella che ha sdoganato l'Inferno videoludico, facendo invadere i possedimenti umani dai demoni per poi essere rispediti a calci e fucilate giù per il buco da cui sono arrivati. Brutale, senza freni, dissacrante, con un bel bollino PEGI 18+ marchiato a fuoco nell'angolo della copertina. C'è però un team, Madmind Studio, che un biglietto per gli inferi sembrano averlo preso, prendendosi una vacanza per poi tornare, un po' come i The Darkness, raccontarcelo poi poligono per poligono. Due anni fa con Agony, survival tanto suggestivo quanto imperfetto (specialmente nella nostra recensione di Agony per PS4), e ora rilanciando con Succubus, stesso mondo letteralmente viscerale, nuove meccaniche da immersive sim, graziate da un combat system che pare già dinamico e violentissimo. Abbiamo analizzato l'ultimo video gameplay ed ecco le nostre impressioni.

    Il fascino del blasfemo

    Non siamo davanti a un titolo per deboli di stomaco, poco ma sicuro. Nei panni di una succube, Vidija, regina degli inferi tradita, furiosa e fuori controllo, assetata di sangue, vendetta e altre perversioni, ci troveremo immersi nei liquami di un mondo dove dannazione e brutalità sono routine quotidiana, lifestyle. E la nostra anti-eroina è una di quelle creature che il suo mestiere lo prende molto sul serio, e state certi che le piace pure farlo.

    Maestra dell'arma bianca, che siano falci, mazze o pugnali e capace di dominare il fuoco, plasmandolo in proiettili e muri ardenti per gestire la folla di dannati che vorrebbe bere dal suo cranio. L'impressione, prettamente visiva, è quella di un combattimento ancora leggermente sporco ma parecchio fisico, dinamico, muscolare, sensazioni acuite dalla visuale in soggettiva e da mosse finali di una crudeltà inaudita, fatality che richiamano saghe storiche, spesso evidenziate da slow motion che non permettono di perdersi neanche una goccia di sangue.

    Ci si ritrova spesso accerchiati da avversari famelici, rabbiosi, grotteschi oltre ogni buon gusto, già morti, per la seconda volta, senza saperlo. Fendenti, schivate e magia nera, con la possibilità di piazzare anche potenti calci quando qualcuno violerà le distanze di sicurezza, sfidandoci senza rispetto. Catapultando il disgraziato ora in un cespuglio di tentacoli che lo suonerà come un tamburo, ora in una pozza di lava che farà evaporare ogni suo peccato.

    Va da sé che l'ambiente diventa parte integrante del gameplay, tanto nell'esplorazione quanto nelle risse. Ed è proprio davanti ai nostri occhi che si manifesta un gusto per l'eccesso dissacrante, folle, sempre oltre il limite. Architetture che sono un misto di culture tribali deviate e paesaggi vulcanici, sabba e geometria non euclidea, quasi lovecraftiana.

    Si fatica a trovare un senso logico, disorientati da disgusto e fascino macabro, blasfemo. Un mondo addobbato a festa, come se il Natale fosse impazzito e la gente avesse iniziato ad appendere cadaveri al posto delle luminarie. In una sequenza dell'ultimo video lanciato dagli sviluppatori, Forest of Flesh, possiamo apprezzare la nostra succube avvicinarsi a un dannato, legato e impalato, accarezzargli il viso con fare sensuale, scendendo fino alle parti intime (censurate nel video ma sicuramente esplicite una volta tra le mani dei giocatori) per staccargliele di netto, come si farebbe con una mela su un ramo. Femme Fatale. Se vuoi creare un immaginario del genere e renderlo credibile non si possono avere mezze misure. L'inferno è perversione, orrore; sesso, droga e rock ‘n roll (sostituito per l'occasione da tamburi martellanti che evocano rituali ancestrali), tra grida disperate, urla disumane e Vidija che si lecca le labbra al pensiero di divorare la sua vendetta. Non è un inferno dantesco, satirico, allegorico e pregno di cultura, quello di Succubus è un oltretomba di pura disperazione, biblico, quasi simulativo, luogo di tortura inspiegabilmente ammaliante, sadomasochista.

    Tecnica diabolica

    E parlando di dolore e piacere, quello che si può intuire sul livello di difficoltà è che sia tarato per diventare più un'esperienza di devastazione che di punizione, esattamente in linea con le premesse narrative di una creatura libera e senza freni inibitori. Quello che abbiamo già detto su una certa sporcizia nel combat system si può riflettere anche sul colpo d'occhio tout court, con un comparto artistico ispiratissimo e surreale cui però mancano ancora certe finiture e finezze, con certe animazioni che paiono incomplete ed effetti grafici non certo impressionanti.

    L'Unreal Engine 4 insomma non stupisce sotto l'equatore del Purgatorio, pur dimostrandosi solido e con ampi margini di miglioramento, tanto che Succubus non ha ancora una data d'uscita fissata. Non mancheranno inoltre componenti ruolistiche, con la nostra protagonista capace di migliorare le sue abilità, diventando sempre più potente e indomabile. In questo senso ci sarà da vedere se i poteri riserveranno qualche sorpresa, per quello che, se spogliato del look iconoclasta e dannato, rimane un action RPG all'apparenza canonico, in linea con i dogmi del genere imposti anni fa come i Dieci Comandamenti.

    Rimane ad oggi un'incognita anche il respiro dell'esplorazione, che pare molto più concentrata rispetto al concetto di open world, lasciando però intendere aree abbastanza grandi da nascondere una buona quantità di segreti. Agony era stato accusato soprattutto di una certa ripetitività, problema che si spera Madmind Studio abbia risolto, forte dell'esperienza e delle critiche ricevute in passato. Virare verso un sistema di gioco più tarato sull'azione potrebbe essere stata la scelta giusta per far finalmente sbocciare un immaginario che, se gestito bene, con molta testa, potrebbe riservare grandissime sorprese di fine generazione. Ci vediamo all'inferno!

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