Anteprima The Club

Incontri clandestini su 360

Anteprima The Club
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Non di sole derapate vive l’uomo

    ‘Enter a new age of driving, a new form of thinking and feeling...’ (Tratto dalla cover europea di Metropolis Street Racer).
    Correva l’anno 2000 quando fece capolino sul Dreamcast un racing game proveniente da un misconosciuto team di sviluppo inglese. Erano gli anni in cui imperversava gran turismo, Colin McRae faceva a sportellate con World Rally Championship e le Ferrari di F-355 sfrecciavano maestosamente sull’ammiraglia di casa Sega. La parola d’ordine era Realismo. Con queste premesse molti storsero il naso di fronte a MSR, un gioco spudoratamente orientato verso l’arcade piuttosto che sulle nostre velleità di piloti professionisti. In molti si dovettero ricredere:lo stile che trasuda ancora oggi la creatura dei Bizarre creations è vivo e visibile, il concetto di ‘non importa quanto sei veloce nel guidare, ma con che stile lo fai’ ha portato una ventata di aria fresca in un genere troppo spesso rinchiuso nella dicotomia arcade/simulazione.
    Tutti sappiamo come poi si è evoluta la saga: la trilogia (che entro fine anno diverrà una tetralogia) di Project Gotham Racing è entrata nei cuori dei possessori di console targate Microsoft, ottenendo consensi unanimi sia dalla critica che dal pubblico.
    Nonostante la popolarità raggiunta, i geniacci di Bizarre hanno ben pensato di non fossilizzarsi nel solo genere racing e di tentare il colpo introducendo quella loro tipica ventata d’innovazione anche in un genere così difficile come quello degli sparatutto in terza persona. Armi in spalla ecco dunque presentarsi sotto i nostri occhi The Club, titolo previsto sia sulle console di nuova generazione di casa Microsoft e Sony, sia su PC, che (a detta dei programmatori) mescolerà le meccaniche principali di Project Gotham Racing (e, aggiungiamo, quelle dei picchiaduro) con l’adrenalina dei TPS.

    Ladies and Gentlemen,welcome to The Club

    Il contesto entro il quale è ambientato l’ultimo prodotto della software house inglese è quanto più di anticonformista ci sia capitato da diversi anni a questa parte: niente intrighi internazionali da svelare, nessun pazzoide pronto a minare i delicati equilibri della terra, di ostaggi da salvare nemmeno l’ombra. Il fulcro attorno al quale ruota The Club è quello delle scommesse clandestine: un gruppo di multimilionari con la particolare passione per gli scontri all’ultimo sangue ha infatti messo su un’organizzazione (The Club appunto) dove poter scacciare la noia. Comodamente seduti nel loro quartier generale assisteranno ad una vera e propria lotta di sopravvivenza tra i più agguerriti killer del mondo. Ovviamente il nostro compito sarà quello di combattere per sopravvivere agli assalti dei nostri avversari.
    Un contesto molto poco ‘politically correct’ quindi, che ci riporta alla mente sia il Manhunt di Rockstar, sia alcune produzioni del cinema come Fight Club e The running man (quest’ultimo arrivato in italia sotto il titolo de “L’implacabile”).

    Choose your destiny

    Eccoci dunque giunti al primo approccio con il gioco:la schermata di selezione del nostro alter-ego digitale. E qui arriva la prima sorpresa riservataci dagli sviluppatori: gli otto personaggi messi a disposizione saranno valutati in base ad una serie di parametri (tra i quali forza, velocità e livello di energia) che andranno ad influire in maniera pesante il nostro stile di gioco. Un approccio dunque molto più simile a quello di un picchiaduro ad incontri piuttosto che ad un action in terza persona. Per quel che concerne invece il background di ciascuno di essi, Bizarre si è dimostrata ancora indietro con la caratterizzazione, svelandone solamente due: Brazov, un evaso da un carcere di massima sicurezza russo e Renwick, espulso dal corpo di polizia di New York in quanto interessatosi troppo al giro di scommesse intorno al Club. Nulla di definitivo per i restanti personaggi, ancora troppo abbozzati dal punto di vista della caratterizzazione sia grafica che del contesto di provenienza.
    Maggior cura sembra esser stata riposta invece negli scenari, complice la collaborazione di John Wallin (l’acclamato designer dietro a Gears of War): lasceremo la nostra scia di morte e distruzione (o più semplicemente, tenteremo di non morire) attraverso bunker sotterranei, città fatiscenti, un antico castello inglese e persino un intricato sistema fognario ironicamente chiamato “Venice”. Le arene sembrano già ben strutturate, dandoci la possibilità di seguire un buon numero di passaggi per adattare al meglio la nostra strategia di gioco e poter così mettere a punto combo sempre più lunghe e complesse.

    Kudos e pallottole

    Il vero punto di rottura del gioco con i canoni del genere risiede infatti nell’adattamento del sistema di punti creato da Bizarre per il suo racing game. Se in Project Gotham guadagnavamo punti effettuando derapate, sorpassi e controlli al limite, in The Club per realizzare punteggi sempre più elevati dovremo eliminare i nostri avversari nel minor tempo possibile (pena ovviamente la chiusura prematura della combo e quindi un punteggio più basso), usando al contempo tutta una serie di “mosse speciali”: uccidere nemici facendo esplodere bombole di gas, colpendoli in testa oppure usando l’ultimo proiettile del caricatore sono solo alcuni dei trick (passateci il termine) a nostra disposizione.
    Il gameplay mostratoci dai ragazzi del team risulta quindi quantomai frenetico ed adrenalinico: l’impostazione prettamente arcade ed il citato sistema di punteggio invogliano il giocatore a migliorarsi, ad affinare le proprie tecniche ed a studiare in maniera dettagliata le arene per poter raggiungere così il più alto punteggio possibile, controbilanciando quindi una longevità in single player che già da ora sembra non essere elevatissima (otto personaggi ed otto arene ci sembrano infatti un po’ pochi, speriamo di essere smentiti una volta messe le mani sul gioco completo).
    Il passo dal single player al multiplayer sembra essere brevissimo: sotto questo punto di vista però Bizarre si è mantenuta molto sul vago, garantendoci di essere tuttavia al lavoro per permettere furiose sfide con i nostri amici sia online (fino a sedici giocatori nelle arene) che offline (tramite split screen, addirittura quattro giocatori contemporaneamente negli intenti degli sviluppatori; quest’ultima opzione sarà disponibile solo sulle versioni ps3 ed xbox360).

    Dulcis in fundo...

    Il materiale messoci a disposizione fa riferimento ad una versione ancora embrionale del gioco, nonostante questo il lavoro profuso da Bizarre sembra già mostrare i suoi frutti. Le arene presentano un dettaglio ed una dovizia di particolari più che discreti ed evidenziano ancor di più il lavoro certosino profuso da parte degli sviluppatori e già ammirato nella serie di Gotham: graffiti, scatoloni e sacchi di immondizia, vetri rotti, cancelli ed inferriate sono solo alcuni degli innumerevoli particolari che abbiamo potuto ammirare. Ancora molto da lavorare invece sul versante dei personaggi: Brazov e Renwick a parte (considerati già definitivi) il resto della truppa ci è sembrato piuttosto anonimo e stereotipato (i designer hanno comunque dichiarato di lavorare sodo per garantire la miglior caratterizzazione possibile e quindi maggior coinvolgimento per noi giocatori). Buone nel complesso le animazioni e discreto il frame rate, già attestato sui trenta frame al secondo. Mancavano tuttavia diversi effetti fisici e soprattutto il famigerato rag doll: confidiamo comunque nell’abilità di programmazione del team ed aspettiamo fiduciosi la fine di questo anno per poter finalmente entrare dalla porta principale del club...

    The Club Bizarre si sta dimostrando una delle più talentuose ed eclettiche software house di questi ultimi tempi. Ne è la conferma questo The Club, che già si presenta come un titolo più che interessante e con le carte in tavola per ritagliarsi un pezzo di notorietà nell’affolato panorama degli action/sparatutto in terza persona. Buono anche se non sconvolgente (per ora) sotto l’aspetto grafico, il titolo punta invece tutto sul suo gameplay, un mix che ci sembra già ben riuscito tra l’immediatezza di un arcade vecchio stampo alle meccaniche di un titolo più vicino ai giorni nostri. Ad essere sinceri l’unico difetto riscontrato sembra essere, paradossalmente, la data di lancio: la mole di possibili killer application prevista su console durante il periodo invernale potrebbe far passare inosservato il titolo, sovrastato da ben più blasonati colleghi.Come si suol dire, “chi vivrà vedrà”.

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